Wednesday 13 May 2009

Cinisi Ramblin’ Men

C’e’ l’anniversario della morte di Peppino Impastato e il concerto dei Modena City Ramblers a Cinisi.
Di pomeriggio decido che maglietta mettermi.
Quella di Che Guevara, dopo tanti lavaggi sbagliati ha virato al rosa e, nonostante sia molto pop, non vorrei essere frainteso davanti ai gazebi dell’ARCIgay.
Alla fine trovo una camicia rossa cui, causa mal di gola, aggiungo una bandana nera.
Cosi’ rosso e nero, anarchico fiero raggiungo i miei amici.
Gli stolidi mi accolgono cantando: “Milan, Milan sempre con te”.

Da queste piccole cose mi rendo conto quanto la televisione riesca a entrare nella mente delle persone e a cambiarne i riferimenti culturali.
Sarebbe pericoloso se un solo uomo di potere potesse controllare i riferimenti culturali di un paese.
Ma va anche detto che i cinegiornali dell’istituto luce non si possono comparare con i TG odierni, visto che questi ultimi hanno meteorine e veline fighe, per cui mi rasserenato mi dico che non viviamo in un stato di regime.

Arriviamo a Cinisi. C’e’ un sacco di gente. Bandiere rosse, bandiere arcobaleno, gente allegra, ciel l’aiuta e tutto il resto.
Qualcuno dal palco ci chiama “compagni”.
Io mi emoziono perche’ l’ultima volta che m’hanno chiamato compagno fu in terza media. "Compagno di classe" ma non si parlva  di classe sociale.
Compagno e’ proprio una bella parola.
Oggi c’e’ qualcosa di strano: a destra c’e’ chi e’ orgoglioso di chiamarsi camerata fascista e dalle fila del Partito popolare Europeo siede in parlamento  senza che nessuno si scandalizzi.

Eppure i capi dell’opposizione che dovrebbero portare avanti la memoria dei partigiani che hanno combattuto e fatto l’Italia, dotandola di una costituzione democratica, si vergognano a chiamarsi “compagni”.
Certo che a vedere queste 2.500-3000 persone (stima mia, per la questura saranno 300) a uno verrebbe pure in mente che la sinistra non e’ morta.
Poi uno vede le facce: sono sempre le stesse ad ogni concerto come ad ogni primo Maggio a portella della Ginestra.
Ripenso al 61-0 di Forza Italia in Sicilia del 2001 o al 2006 Cuffaro vinse Rita Borsellino (con una sinistra che ancora stava bene) e capisco che in fondo tutto questo concerto e’ solo musica e belle parole, ma le cose non potranno cambiare cosi' facilmente.
Parlare di operai che si uniscono nella lotta, in questa calda serata e’ fuori luogo...e poi in Sicilia di operai ce ne saranno si e no tre.
Uno e’ un cassaintegrato a Termini Imerese, e due sono ammalati di tumore nei poli pertrolchimici di Gela e Priolo.

Le cose cambiano ma oggi le cose piu’ rivoluzionarie passano dai movimenti civili  come “Pizzo free” o l’associazione “Libera”, dalle liste civiche: da chi fa cose di sinistra senza inquadrarsi in un partito i cui vertici sono ormai solo rami secchi che per paura di perdere il potere si rifiutano di rappresentare i movimenti locali.

Thursday 7 May 2009

Temi per mama

C’e’ poco tempo e non sono stato tanto bene a causa della mia vecchia abitudine di rotolarmi nel fango con suini messicani.
Mentre devo fare mille altre cose e mandare cv in giro per il mondo la mia mamma m’ha chiesto qualche idea per un titolo del tema da dare in quinta elementare.
Io ho buttato giu’ questi:

ATTUALITA’ E POLITICA:
La mamma e’ sempre la mamma: “Mater semper certa est, papi no”.

SCIENZE:
La mamma: un mammifero straordinario. Cure parentali e mammelle si rivelarono l’arma vincente per l’affermazione dei mammiferi sulla terra. Oltre a sangue placentare anticorpi e fluidi vari.
Cosa t’ha dato la mamma?

DIRITTO E ECONOMIA
Mammole e bamboccioni: un fenomeno etnologicamente mediterraneo o il risultato di una bolla speculativa e del precariato lavorativo generazionale?

STORIA
Nessuno cucina meglio di mamma, tranne la mamma della mamma.
Io, la mamma e la nonna: tre generazioni a confronto.
Se mi date una mano aggiungendone qualcuno nei commenti mi farete un favore e participerete alla formazione delle generazioni future. Grazie.

Thursday 23 April 2009

Elucubrazioni che vertono principalmente sul mio birillo

Avete presente la sauna? Ci si trova circondati da donnine ignude e si sta tranquilli perche’ il corpo e’ impegnato a usare tutte le sue energie per sopravvivere a una temperatura di 90 gradi e a convincere la sabbia della clessidra a scendere piu’ velocemente.
Poi ci si butta tra la neve e infine ci si abbatte su una sdraio.
Solo in quel momento il corpo si rilassa e gode pensando: “sono sopravvissuto anche stavolta”.
Poi si fa un secondo ciclo di sauna per ricordargli che la vita e’ sofferenza.
Che amarezza: non trovate che sia una strana forma di piacere quella di stressare il corpo per provare la felicita’?

Nella Sicilia araba quando la natura ci portava la sabbia del deserto e la temperatura saliva a 40 gradi, le genti si rinchiudevano nelle cosidette “stanze dello scirocco” dove il vento era convogliato su canali d’acqua e raggiuneva le persone solo quando era diventata una brezza fresca e umida.
Anche oggi, il massimo dolore reale che un siciliano puo’ provare e’ quello di una scarpa allacciata un po’ stretta e gli sbalzi di temperatura maggiore li provo quando mi faccio la doccia.
Mangiamo bene, conosciamo e pratichiamo tutte le mollezze del bel vivere.

Eppure, nei paesi “sauni”, dove si gioca a sopravvivere, la vita e’ tutelata da ogni punto di vista.
Alle nostre latitudini di paesi “fauni”, si vive bene, grazie alla natura e alla famiglia mentre il vero problema e’ la sopravvivenza: e’ difficile parlare di un futuro che va oltre i sei mesi di un contratto a termine.

Sarebbe ora che le cose cominciassero a cambiare.
Ci vuole un segno del cambiamento: abbiamo da sempre le rose, sarebbe ora di avere anche il pane.
Da domani tutti quanti col birillo di fuori! ...e voi donne non inventate scuse per sottrarvi al cambiamento della societa'..

Ps- La mia solidarieta' ai venditori di Kebab milanesi (che citta' triste).

Friday 10 April 2009

Viaggio (in moto) al centro dell’anima (della moto).

Quando la moto cadde, ci rimasi male.

Quando la rialzai e la vidi riversa nell’olio nero, mi preoccupai tantissimo.
Poi ricordo solo la corsa concitata dal meccanico-venditore.
Quindi ore convulse per fare arrivare in tempo i pezzi di ricambio.
Ogni giorno andavo dal meccanico e si parlava.
Il ragazzo ha una faccia da romanzo con una lunga cicatrice che gli attraversa il volto. Non ispira tanta fiducia, la prima volta che lo vedi.
Dopo tanti giorni di frequentazione mi racconta la sua passione per le moto.
Prima le trasformava e ci correva. Poi ci fu una caduta.
C’e’ gente che si perde e altra gente che sulla strada si ritrova.
Smise di giocare, mise su un negozio di moto.
Decise di comprarsi una moto tranquilla e me la fa vedere: è la versione maggiorata di quella mia.
Mi dice che e’ contento di sapere che c’e’ un altra moto come la sua.
Dice che da queste parti queste motociclette non hanno mercato  perche’ la gente vuole moto potenti e appariscenti che richiedono tantissima manutenzione e fanno molto rumore.
Le nostre, invece, hanno un anima grande, basta controllare il livello dell’olio e farle camminare e ti ridanno indietro tutta la felicita’ che possono dare.
E mentre lo dice ha gli occhi che luccicano e pensa di viaggi passati col vento fra i capelli e di viaggi futuri (ma con un po’ meno capelli).
Mentre ho rimesso il carter che avevo spaccato, con le mani ancora nere ritorno verso casa e mi viene i mente una canzone di Endrigo che piaceva a mio padre.
Non avevo mai pensato potesse parlasse anche di motori:
E allora cambio strada e vado a trovare la mia ragazza, che ha un anima grandissima. M’e’ venuta voglia di camminare un po’ con lei a cogliere gerbere, verso il tramonto (le ragazze sono meglio delle moto perchè perchè ti rendono più felici e non devi neanche controllare il livello dell'olio).
Ps1- Buona Pasqua a tutti.
Ps2 – Ale la moto che vuoi tu, il meccanico ha detto che e’ moto da fighetti, fa un pò tu.

Monday 23 March 2009

Resta di stucco e’ un barbatrucco! (Post-elogio sulla tv odierna)

In tanti anni in cui non sono stato in Italia non ho potuto godere della tv italiana.
Mi piace X factor, che trovo etimologicamente coerente.
Immaginate giudici inesorabili 

 che decidono se le tue sono o meno “braccia rubate all’agricoltura”.
Factor, factoris, in effetti se non ricordo male significa “contadino”; solo che ti dicono che non hai l’X-factor” per re-indirizzarti ai campi.

Mi piace “il grande fratello”: esperimento grandioso .
Ricordate le  discussioni sulla legge Basaglia e sul fatto che “matti, vivendo coi matti, ammattiscano”.
Finalmente s’e’ deciso di fare l'esperimento: si prende gente border-line e la si costringe a vivere rinchiusa insieme per qualche mese.
Gia’ qualcuno dopo poco, qualcuno ha dato di fuori dissertando sul come tenere nani al guinzaglio mentre tutti sanno che i nani li si deve tenere in giardino (o al massimo in parlamento).

Mi piacciono inoltre le trasmissioni con le televendite piene di donnine che accarezzano i materassi
C’e’ chi crede che gli oggetti abbiano un anima. Io mi reincarnero’ in un materasso.

E poi mi piacciono quelle trasmissioni in cui ti fanno riscoprire la forza e la bellezza della nostra lingua. No, che c’entra la lettura della Divina Commedia?
Io parlavo di una trasmissione che ho visto l’altro giorno: c’erano due giuovini, un uomo e una donna che discutevano fitti del passato, del futuro, ma usando solo l’indicativo presente.
Grandioso esempio di esemplificazione comunicativa metafisica-futuristica.
Poi una ha usato per sbaglio un congiuntivo ed e’ stata cacciata.

Probabilmente ci sono anche altri programmi televisivi degni di nota, ma la tv della mia cameretta prende solo i canali mediaset e rai2.
La tv e la stessa che una sera di febbre alta, quando tutti uscirono si pianto’ sul concerto di Renato Zero,
impedendomi di cambiare canale o spegnare. Quando i miei tornarono avevo la febbre a 40 e deliravo dicendo cose tipo: “gli spermatozoi, l'unica forza tutto ciò che hai...
ma che uomo sei se non hai...il celo... (celo, celo, mi manca? Ce l’hai Pizzaballa?)”.

La tv non regala piu’ le emozioni di una volta (quando ero piccolo c’era Avanzi).
A proposito di emozioni forti, il mio meccanico m’ha detto: “ho visto cose nell’iniettore della tua macchina che non avrei mai immaginato”.
Il preventivo di 800 Euro, in effetti mi ha emozionai parecchio (ma meno di quando vidi navi da combattimento in fiamme al largo dei bastioni di Oriana).

Monday 16 March 2009

Titolo: Di Musica da sogno ma anche di troppa umanita’. Sottotitolo: maledetti staccate meno biglietti.

Finalmente arrivava un bel concerto: Cristina Dona’.
La voce doveva essersi sparsa perche’ c’era un bordello: nel senso che in quel pub, ex-casa chiusa c’erano un migliaio di persone.

Io e la mia sciarpa rossa andiamo a prendere delle birre.
Accanto alla cassa c’e’ il banchetto di Emergency.
Raccontano che raccolgono fondi per costruire ospedali da campo in zone duramente colpite dalla guerra e non ancora ricostruite.
La cosa mi sorprende un po’  perche’ ho lasciato la macchina vicino alla baraccopoli di "casa professa", vicino alle macerie delle case abbattute nella seconda guerra mondiale e ancora non ricostruite ma non ho visto opedali da campo.
Mi dicono che loro si riferivano all’Afghanistan, non a Palermo.

Qualcuno mi saluta.
Era una ragazza che usciva col mio gruppo durante la mia teenageritudine. Ricordo che piaceva sia a me che a Mauro. Dibattevamo da buoni amici su chi avesse il diritto di provarci per primo. Benedetta da Terni diceva che spettava a chi l’aveva vista per prima....e noi a raccontare compagni d’asilo (immaginari) che ce l’avevano presentata.
Mentre noi discutevamo, lei iniziava a stare con un altro. Ora credo siano sposati.
C’e’ davvero troppa gente. Guardo il palco ma non si vede un emazia.
Spero che Cristina Dona’ sia alta "un Battiato, un Battiato e mezzo", altrimenti so gia’ che non vedro’ niente.
Ecco che compare. Alta non e’. Al massimo larga. Attende progenie.
Inizia a cantare. Ha una bella voce, calda. O forse fa solo caldo.
No, no, e’ davvero brava. Dai testi si capisce che la donna deve essere un tipino ha molta personalita’. Cosa confermata dal fatto che di certo ha litigato con la sua parrucchiera, che infatti s’e’ vendicata.
Pero’ sono davvero belle le cose che canta: l’atmosfera e’ sognante. Fa venire voglia di fresco sulla pelle, estate, e luci soffuse per non sminuire la luce delle stelle. Davvero un bel sogno.
Poi il concerto finisce e posso uscire da quel buco pieno di persone.
E fuori c’e’ un aria fresca estiva, e tanta umanita’ (ma finalmente larga) e le stelle non sembrano infastidite dalle luci della strada mentre guido verso casa.

In settimana il prossimo post dal titolo: “resta di stucco, e’ un barbatrucco!”.

Wednesday 11 March 2009

Cose che scopro sulla via all' alberi pizzuti.

Io da piccolo passavo le mie giornate all’asilo PAZ.
Ho sempre pensato che quel luogo fosse intitolato alla pace.
Credevo che fosse a causa dell’educazione ricevuta li’ che mi sentissi  offeso dalle ingiustizie del mondo.
Ponderavo che, siccome l’educazione l’avevo ricevuta da piccolo, mi offendessero particolarmente le ingistizie piccole.

Ricordo per esempio quel palermitano che era stato punto da una medusa nella riserva dello zingaro.
Mentre rendeva partecipe la spiaggia, del fatto che il fato avesse chiesto la sua collaborazione e si apprestava a portare la medusa fuori dall’H20 le guardie forestali lo fermarono.
Ricordo il suo protestare contro le leggi della riserva naturale.
Ricordo la noncuranza della medusa che sgalleggiava livida gialla e viola con nonchalance.
Ricordo che non sapevo se parteggiare per lo cnidario o il panormita.
Alla fine l’uomo concluse con una frase molto teatrale: “ho capito che stamattina comanda chi si e’ svegliato prima, ed io mi sono alzato l’ultimo di tutti”.


Va aggiunto solamente che l’esistenzialista Palermitano e’ simile all’esistenzialista francese, ma senza quella ridicola coppola picciuolata e con una panza che segna il vero peso della sua esistenza vissuta.
Mi convinsi che nella tenzone, l’ingiustizia piu’ grossa l’avesse ricevuta l’uomo.

Se me lo ricordo ancora oggi, vuol dire che l’educazione all’asilo PAZ.
Mi ha segnato.

Solo che oggi ho scoperto che il mio asilo era intitolato ad Andrea Pazienza.
Disegnatore geniale, surreale, sognatore a colori psichedelici, morto troppo giovane.
E mi chiedo se, dopotutto sia davvero colpa mia, se sono cosi’.


Musica: Cristina Dona’, Sabato sera suona a Palermo.