Thursday 25 March 2010

Aspetta primavera, Bandini

La pioggia assuppaviddani (traduzione: assorbi-coltivatori diretti) e’ quella pioggia sottile e impercettibile ma continua che, non essendo abbastanza forte da fare smettere il lavoro nei campi finisce per cadere inesorabile sul contadino e “asciugarne” la salute.
Il giorno della partita Galles-Italia c’era proprio quella pioggia.
Riuniamo il gruppo di Italo-gallesi e andiamo allo stadio.
Dopo gli inni inizia una musica sempre piu’ forte e pressante e, tra le fiamme a bordo campo arrivo un giocatore gigante tutto vestito di rosso.
E’ Adam Jones, giocatore del Galles: lui guarda benevolo la sua gente dalle spalle larghe e le maglie rosse e la sua gente pensa: “dydy 'r farchogn" che significa: “ecco il nostro condottiero”.
Poi guarda beffarso noi italici bassini che, a scanzo d'equivoci vestiamo maglie color puffo e tutti pensiamo: “Mo e’ arrivato Fracazzo da Velletri”.
La partita inizia, cazzotti e pugni dietro le orecchie, ci schiacciano vicino alla linea di meta, con sapienti calci del nostro mediano d’apertura riusciamo a smarcarci, ma la palla torna a danzare sulla linea. Con calci a spazzare l’area ci smarchiamo.
Ma tornano, con calci alla viva il prete e secondo l’antica tradizione dell’arrunza sta minchia di palla riusciamo a liberare.
Verso la fine il risultato e’ di 26 a 3. Poi mettono in campo i bambini e riusciamo a fare 33 – 10.

Sconfortato dal gioco espresso e aiutato dalla locale birra Brains vado in bagno. I Gallesi sono dei chiacchieroni, alla fine torno dal bagno avendo capito molto piu’ della partita dai commenti che guardando il gioco. Ho capito la regola d’oro del rugby: quando non capisci cosa succede: vai in bagno.
La sera si va in discoteca, a me non piace, ma a volte si deve seguire cio’ che vuole il gruppo.
Ci sono una pista 70, 80 etc. L’eta’ non e’ quella della musica, ma della moquette.
Una moquette infima, spessa su cui hanno versato liquidi di vario genere e schifezze.
Qualcuno mi dice “non ti facevo ballerino”. Vai a spiegare che I piedi mi si sono appiccicati alla moquette e, provando a schiodarmi do l’erronea impressione di muovermi a tempo.

Comunque s’e’ fatta l’alba e ci dirigiamo verso casa.
Dormire in 9 nella mia casetta fa un po’ l’effetto campo scout.
Un misto di ossa rotte, stanchezza regressa e felicita’ interiore.
Ti mancano le forze, ma paradossalmente ti senti forte: la pioggia puo’ caderti addosso, ma non fa niente se hai riunito sotto un unico tetto le cose e le persone che ti fanno felice.

Friday 12 March 2010

La famosa invasione dei Panda in Italia

"Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa. E perciò continua a volare." (Igor Sikorsky)
Il Panda e’ un orso che nell’evoluzione s’e’ amminchionato a mangiare germogli di bamboo. Come orso e’ onnivoro: puo’ mangiare miele, pesce, carne.
Il Panda e’ un bell’animale pacioccoso, ma s’e’ scordato chi e’ e quindi si sta estinguendo.
Il calabrone e’ brutto, tozzo e fa impressione. Ma a chi non piacerebbe volare? E lui, contro tutto e tutti lo fa.

Ci sono posti che hanno un grande potenziale di sviluppo.
In questi posti l’energia non e’ solo nelle fabbriche o negli edifici ma nella gente.
Mi piaceva abitare a Dresda dove si stava colorando una citta’ dopo decenni di grigiore.
El orgullo Español di Cordoba si respirava a pieni polmoni a Ciudad Jardin e qualcosa di simile lo posso sentire qua in Galles.
Non erano posti ricchi, erano posti attivi in cui tutto sembrava possible.
C’era una grande potenzialita’, non del tutto espressa, ma c’era: e bastava a fare volare.


In altri posti ci si attacca ai privilegi accumulati negli anni e si diventa cons
ervatori per paura di perderli.
Per questo i miei due anni in Svizzera mi fanno dire che, nonostante sia ai primi posti per vivibilita’, non si vive tranquilli perche’ la gente che non vuole cambiare niente ha paura di tutto: che anche un minareto possa distruggere i privilegi ingiustamente acquisiti.

In Svizzera serve appena una generazione per dimenticarsi chi si e’: Gente i cui genitori arrivarono da emigranti dopo 20 anni votano contro l’arrivo di altri emigranti.
E l’Italia? L’Italia era un faro della cultura rinascimentale mentre ora  si contraddistingue per l’imbarbarimento generale.
Anziche’ capire che gli emigrati sostengono il welfare, giochiamo a colpevolizzarli. Contemporaneamente rendiamo i processi giudiziari inutili, attirando la peggiore feccia d’Europa.
Coltiviamo la paura e risolviamo tutto con barzellette e populismo.
A volte, leggendo i giornali, mi viene da sperare che i panda, incapaci di fare fr
onte alla realta’ attuale si estinguano al piu’ presto. Magari grazie al voto degli elettori onesti.
Oggi anti-patriottismo spicciolo.
Volevo fare anche del sano antiamericanismo ma m’hanno dato un aumento di stipendio del 25% senza che avessi chiesto niente  e non riesco ad essere cattivo col capitalismo americano.
Per l’anticlericalismo vediamo che si puo’ fare al prossimo post.

La foto del calabrone e' presa da qua.

Sunday 28 February 2010

Due o tre cose ch’io so sul rugby.

Qui in Galles il rugby e’ lo sport “nazionale”.
Del rugby sapevo solo poche cose: che se il calcio e’ uno sport violento il rugby e’ invece lo sport dell’amore (infatti in campo si sprecano gli abbracci).

Ricordo pure una conversazione con un mio amico fiorentino appassionato di rugby che  ad una cena spiegava che i piu’ forti erano i neozelandesi, che prima di ogni partita esprimevano cio’ che avevano dentro facendo la Haka.
I fiorentini aspirano la “C” come in lingua inglese si aspira la "H".
Li' per li' non mi sembro’ una grande cose: anche io, se devo participare ad una partita mi assicuro di andare in bagno per tempo.
Rimasi piu’ sorpreso quando disse che facevano la Haka in campo abbassando il busto allargando le gambe, tutti insieme, abbracciati e senza carta igienica (foto).
Da quando sono qua, gli indigeni mi hanno spiegato altre cose: il rugby si gioca in 15, e’ un gioco di contrasto e organizzazione/strategia.
Ogni squadra ha un tipo di gioco preferenziale (gli Inglesi hanno come arma l’alabarda spaziale, i Gallesi, i pugni  perforanti, noi il minacciosissimo carettino).

Il carrettino detto Maul (come il cattivo di guerre stellari), credevo consistesse nel mettere un chiosco di gelati semovente in campo, sperando che l’avversario si distraesse, invece e’ un altra cosa che e’ spiegata qua, pero’ ancora non l'ho capita bene bene.

Due settimane fa andando in centro citta’ per Galles-Scozia era pieno di Scozzesi, coi loro caratteristici gonnellini plissettati.
C’era un atmosfera molto allegra (nonostante la Scozia avesse perso, subendo ben 17 punti negli ultimi 10 minuti).
La gioia era stata tanta che il giorno dopo la polizia ha fermato uno dei giocatori del Galles che, ubriaco, era entrato in autostrata guidando un auto elettrica presa dal campo di golf dell’albergo.
A me l’idea di questo omone rubizzo che accelera al massimo (20 km/h) in autostrada alle 6 del mattino per fuggire alla polizia mi mette di buon umore.
Peccato che sia stato radiato dalla squadra (qui chi rappresenta il paese deve essere serio, a tutti i livelli, mica come certi nostri politici da barzellette: su certe cose non si scherza).
I tifosi Scozzesi in centro erano allegri nonostante la sconfitta ed ho capito che il pubblico del rugby e’ pacifico, colorito e molto pittoresco.
Questo fine settimana c’era Galles-Francia.
Non sono andato in centro: non sono ancora pronto per non vedere migliaia di tifosi col cappellino esistenzialista, le baguette sotto le ascelle e la torre Eiffel sullo sfondo.

Ho visto invece il Galles galleggiare e poi perdere 20-26 in un pub qua vicino .
La partita di rugby m’e’ piaciuta. Ancora di piu' l'atmosfera.
Vedro’ di prendere dei biglietti per Galles-Italia.
Devo solo imparare l’inno nazionale Hen Wlad Fy Nhadau (terra dei nostri padri) e trasformare il mio vestito da pancake gigante in una pizza.

Friday 19 February 2010

Ogni paese ha la festa che si merita

Nel Regno Unito S.Valentino non e' solo la festa degli innamorati, ma di tutta la gente che si vuole bene.
La confusione nasce probabilmente dal fatto che loro usino il verbo "to love" declinato in tutte le forme affettive dal "ti voglio bene" all'Ammore con la "A" Maiuscola (anche se poi la "A" era anche la lettera di Adulterabottana ne "la lettera scarlatta").


Quando uno non sa cosa fare per regalo deve pensare alla regola d'oro "fai agli altri cio' che vorresti fosse fatto a te."
Solo seguendo questa regola posso infatti spiegare perche' abbia regalato per la festa della mamma palloni da calcio, videocassette di
piedone e "Guerrilla" di Che Guevara.
In realta' la mia mamma m'ha confermato che quel libro e' un testo sacro della didattica italiana (la mia mamma applica il metodo Montessori (che recita "colpirne uno/a per educarne cento").
Seguendo la regola d'oro quest'anno, per la notte di S.Valentino io e mio fratello ci siamo ritrovati al concerto dei Bad Manners.
Ci siamo divertiti in media abbastanza.

Invece qui non c'e' il carnevale, non di questi tempi, almeno.
Ho chiesto e mi hanno detto che avevano una festa simile: il pancake day.
Un intero giorno dedicato ai pancakes (i cugini delle crepes e delle frittelle).
M'han detto che era proprio simile al Carnevale.

Poi qualche giorno dopo hanno aggiunto che infatti affonda la sue radice nella tradizione antica (quando ancora su quest'isola c'era ancora la Quaresima) e l'ultimo giorno prima del periodo  di digiuno quaresimale si prendevano tutte le cose zuccherate e si faceva festa.
Pero' questo me l'hanno spiegato dopo.
Io intanto ero arrivato al lavoro vestito da Pancake.

Nella seconda foto: una ricetta di Bigazzi: frittelle di gatto...gnam

Friday 12 February 2010

Me misero, me tapino: tra capo e collo m'e' arrivata la felicita'.

Non e' che ho dimenticato il blog.
Peggio....mi sono accidentalmente accorto di essere felice.
C'e' poco da scrivere se tutto va bene e non posso lamentarm o rinfacciare (che sono i miei passatempi preferiti).
La felicita' uccide anche i migliori scrittori, figurarsi quelli mediocri.

E' stato terribile: tutto e' iniziato una settimana fa: ero in Scozia per una conferenza e nell'albergo che era un castello, anziche' la cameretta standard, m'hanno dato la suite nella torre. Una stanza superaccessoriata con financo un fantasma di un re morto incluso.
La settimana e' continuata cosi': sono andato a ritirare la mia ragazza a Bristol e l'ho portata nel nostro nido (che detta cosi' sembra una cosa romantica, invece io chiamo nido il mio appartamento perche' e' pieno di spifferi).
Per finire la bellissima notizia che il mio regale fratello mi viene a trovare in visita ufficiale.


Io mi ricordo che una volta da piccolo ero in bici, scendevo una collina su un sentiero che seguiva il percorso del Meschio.
Mi sentivo felice e stavo nel sole con la bocca aperta e canticchiavo.
Finche' non finii per mangiarmi una mosca che era venuta a svolazzare sulla mia strada.....puah.
Ora sono contento, senza schiamazzi.
Una felicita' interiore.....dovreste davvero vederla, come ride la mia milza.

Sunday 31 January 2010

Daunbailo’....che comunque il gol di Turone c’era.

Non e’ che se ascolti buona musica vivi meglio, pero’ se ascolti musica di merda prima o poi il destino ti punisce.
La ragazza di Paolo, dopo 7 anni di onesta convivenza, a furia di ascoltare Beyonce cantare: “single ladies-put a ring on it ha iniziato a pretendere il brillocco.
Paolo racconta triste di comel’universo intero (Coelho in testa) abbia iniziato a confabulare per distruggere la sua felicita'.

Io qui avrei dovuto dire: "io te l’avevo detto di ascoltare musica minimalista, Dente, le luci della centrale elettrica, i Numero6, ma tu hai continuato ed ora ne paghi le conseguenze".
Ma in realta’ dissi: “ma cosa vuoi che sia, convivi da tanto, di cosa hai paura, non cambiera’ niente”.

Paolo dice che il matrimonio e’ cio’ che rovina il matrimonio: l’organizzazione. La madre e la nubenda sono in disaccordo con tutto.
Lui ha provato la tecnica scout detta dell'highlander (chiuderle in una stanza e lasciarle a regolare i conti finche’ non ne rimarra’ soltanto una)....ma c’e’ mancato poco che decapitassero lui.

Io qui avrei dovuto dire: "ed io? Che ho fatto il ganassa dicendo che mi sarei sposato dopo di te, sicuro che era un buon modo per prendere tempo? Che dovrei dire io?".
Ma in realta’ dissi:"dai e’ solo un giorno, tanto in quel giorno tu non conti niente....e da li’ sempre meno, per cui, non e’ che ti prendi le tue responsabilita’, in pratica le deleghi finche' morte non vi separa, non ti rimane che credere nella reincarnazione o nella sacra Rota".
Paolo aggiunge: “ma la vera cosa che mi da dispiacere ultimamente e’ la Juventus, che mi perde anche con la Roma”.
Io qui avrei dovuto dire: "suvvia figurati, che vuoi che sia, non cambia certo la tua vita, non e’ tanto importante".
Ma in realta’ dissi: che vada all’inferno, con i dirigenti incapaci, con i tifosi razzisti che vanno in Europa e fanno cori per offendere i neri (meno male che sono usciti dalla Champions League), con lo stile Juve, con quelli che rimpiangono Moggi e lesue telefonate intimidatorie e i suoi metodi degni de “il padrino” e con chi gli passava le auto per corrompere gli arbitri.
Se c’e’ un dio non sta coi potere forti e Gigi Meroni gli siede nelle vicinanze.
E comunque....lo dice anche la wikipedia che il gol di Turone c’era e stizzito e misi giu’ il telefono. 
E’ comodo avere due neuroni: uno per il calcio, uno per le donne e usarli in maniera differenziale.
Da questa chiamata nella testa di Paolo il problema piu’ grosso sara' la Juventus e questo assorbira' tutte le sue energie mentali.
Paolo arrivera’ meno stressato al matrimonio....forse l’ultimo pensiero prima che la sua testa capitoli, sara’ la telecronaca del gol di Turone. Come sono buono quando faccio il cattivo, io.


In realta' io i Numero6 non li conoscevo, poi ho letto questo post di TFM, apprezzato le canzoncine e scaricato gratuitamente gli album "dovessi mai svegliarmi" e "quando arriva la gente si sente meglio".

Wednesday 27 January 2010

Al mio fratellino

Se c’e’ una persona che stimo tanto a questo mondo.
Quella che, se non fossi me stesso vorrei essere, questo e’ mio fratello.
Mio fratello quando io avevo 6 anni un giorno me lo sono trovato accanto per caso: avevo visto che mia madre aveva la pancia piu’ grossa, ma siccome mi diceva sempre di non esagerare con la Coca-cola che gonfiava la pancia, io pensavo che la mia mamma quando non guardavamo si andasse a bere la coca cola di nascosto.

Come quella volta che i miei dopo che ero nato io s’erano messi a dieta tutti e due per solidarieta’.

Pero’ poi mio padre andava al lavoro e mia madre mangiava....cosicche’ alla fine mio padre gia’ magrissimo aveva perso chili e mia madre no.

Invece poi mi arrivo’ un fratellino.
Che all’inizio io non sapevo bene cosa farmene: quando arrivo’ provai a parlargli e a dargli dei giocattoli, ma lui, appena nato non era per niente collaborativo e si limitava a guardava con aria interrogativa.
Invece poi ha imparato a parlare e ridere e a giocare a calcio.
Che sembra una battuta e invece non lo e’: c’e’ gente che mostra tutta la sua qualita’ e carattere giocando a calcio.

Io mi diverto, faccio casino, ipnotizzo gli avversari con la mia scoordinazione, grida, sconquassi, mio fratello invece e’ etereo e pulito nel suo stile di gioco.

Parla poco, si muove veloce senza rumore, sembra altrove, quasi assente pero’ poi quando serve un colpo ad effetto riesce a mettere la palla dove nessuno avrebbe mai immaginato.

Il problema e’ che lui e’ proprio cosi’ anche nella vita: silenzioso, vigile, altruista e con un gran cuore per gli altri, non sempre con se stesso.

Io mi ricordo di lui quando aveva otto anni e giocava a calcio nei pulcini.

Aveva la fascia di capitano e aveva portato la sua squadra in finale.

Loro con maglie azzurre contro i rossi ungheresi del Debrecen.

Ed io, che avevo sempre tifato per le squadre dell’est per una volta volevo che vincesse lui (alla facciaccia della fratellanza fra i popoli comunisti).

La partita era dura: pioveva, c’era fango dappertutto e gli ungheresi sembravano piu’ grandi della loro eta’....quei grandissimi figli di Puskas.

Pero’ alla fine vinse mio fratello e pote’ alzare la prima coppa di una grande carriera che occupa un ripiano della nostra cameretta.
Se guardate bene in terza fila c’e’ anche il mio unico trofeo, una piccola targa che m’hanno dato una volta per un disegno.

La riconoscerete perche’ la mia e’ l’unica piena di polvere.

Mentre quelle di mio fratello sono pulite, grosse e lucenti.

Pero’ quel giorno era ricoperto di fango mentre alzava la coppa al cielo e rideva e sorrideva....e noi con lui.

Poi rimane da ricordarsi che ci sono partite che si vincono e altre che si perdono per sfortuna, perche’ a volte ci sta, o perche’ c’e’ capitato un arbitro infame.

L’importante e’ ricordarsi che c’e’ ancora tanto tempo, e un altra partita gia’ in programma per ritornare a sorridere come allora.
Le foto sono preso, la prima da qua, la seconda da qua.
Col post c'entrano e non c'entrano,ma non saro io alle 2.20 di notte a spiegarvi il senso di queste immagini.