Tuesday, 20 January 2009

Storia della mia terza gamba (il bastone della mia vecchiaia).

Ognuno ha l’eta’ che si sente. Io, per esempio sono un anziano.
Sono anziano perche’ mi rendo conto che la gente e’ mutevole come certi virus. I ceppi virali mutano mentre migrano dall’oriente. Chi porta il contagio sono le anatre. Cinque anatre andavano a sud: forse una soltanto vedremo arrivare, ma quel suo volo certo vuole dire che bisognava volare, che bisognava volare, che bisognava volare...tutto sto casino, per farmi prendere l’influenza… certe cose mutano, solo noi anziani siamo coerentemente cagionevoli. Sono anziano perche’ ho sempre pensato che il calcio fosse una bella metafora della vita. Poi col passare del tempo, ho capito che la chiesa era la rappresentazione di certi arbitri. Poi Moggi e’ stato assunto in vaticano, e ultimamente lo si sta santificato. Sono anziano perche’ sono disilluso: non c’e’ piu’ religione, ne’ classe arbitrale.Sono anziano perche’ so che bisogna essere indulgenti nei confronti delle nuove generazioni.
Per esempio, quando un cugignomo piccolo piccolo mi disse che era un astronauta su Marte, non me la seniti di lasciarlo cosi’ indifeso ed esposto ai raggi cosmiche. Presi uno scatolo di pandoro, ritagliai un visore e gli infilai in testa il casco.
Il casco ora lo proteggeva abbastanza bene dalle radiazioni.
Ma quando ando’ a sbattere contro un pilastro di cemento, divenne subito chiaro che il casco nulla poteva contro questa dura vita e malelingue.
Io, in quanto anziano, lo sapevo, lui no.E poi noi anziani ci perdiamo facilmente, con lo sguardo, osservo la collina di fronte casa mia, le pale eoliche girane e dovreste sapere uanto mi compiaccio a vedere girare le pale altrui….le mie invece girano a  vedere procedere I lavori vicino a casa mia, perche’ saprei portarli avanti molto meglio.
Poi confondo le cose  come la beneamata e la benemerita e sono sicuro che prima o poi consegnero’ patente e libretto a Ibrahimovic. Comunque mi piace utilizzare un idioma vetusto o obsoleto (ed escludo che i giuovini sappiano che significhi "vetusto e obsoleto").Ho capito d’esser diventato anziano quando le candeline su una torta gelato divvennero tante che la torta si squaglio’ prima che potessi soffiarle.
Ad ogni modo di questi tempi di giuovanilismi e gente vecchia fuori che parla tanto di giovani, essere anziano dentro e’ un privilegio .
Inoltre e’ diritto fondamentale dell’ anziani essere asociali e potersi lamentare di tutto e di tutti senza contraddittorio.
…ed io ci tengo tanto, a sto giro, ad essere un anziano, fuori luogo e fuori tempo....come panni lasciati asciugare sul balcone, proprio quando si sta avvicinando un temporale.

Tuesday, 6 January 2009

Di corsari, di nobili, di fantasmi d'ogni giorno.

Laura e Ludovico erano cresciuti insieme, avevano giocato spesso nei giardini del padre. Anni dopo, Laura era cresciuta e divenuta bellissima, venne combinato il matrimonio col barone, signorotto della citta’.
Ma quando il corpo non cresce di pari passo col cuore succedono disgrazie: il padre e il marito, scoperto l’amante, la tresca, la vergogna e l’amore, uccisero Laura.
Si dice che il sangue suo e dell’amante lordasse ogni cosa e che il suo ultimo gesto fosse quello di lasciare una mano insanguinata sul muro della sua stanza.

C’e’ poi chi dice che Laura sia rimasta nel castello che si staglia  lassu’, si dice ancora che la notte del 4 Dicembre, nell’anniversario della morte, tutte le mura siano ricoperte dalle mani insanguinate del fantasma della Baronesa di Carini.
La moto ora piega verso il mare e il grande mare placa e stempera il brivido che mi corre sulla schiena lasciandomi alle spalle questa triste storia di un amore sbagliato.

Penso ad Achille che l’altro giorno mi diceva che ultimamente si leggono moltissimi libri noir, sono libri ben scritti, ma certamente vengono meglio tra le nebbie padane.
Qua da noi non vi sono storie cosi’ nere.


Giungo a Trapani, che al tramonto e’ sempre bellissima e smetto di pensare a cose tristi.
Percorro la falce di Drepanum e attraverso via Serisso tra le vecchie vie del porto.
Mi viene in mente la storia di Serisso: sua moglie si innamoro’ di un Berbero e fuggì con l’amante. Serisso, si travesti’ da arabo, cerco’ la moglie, la trovo’, e li uccise.
Torno’ a Trapani ed espose davanti alla porta di casa la testa della moglie.
Mi sembra un ottimo motivo per dedicare una strada ad un corsaro e reiterarne la memoria.

Giorni dopo, Achille esce da un edicola con in mano l’ultimo Dylan Dog. Sai-mi dice- anche se ormai le storie sono banali e ripetutissime, continuo a comprarlo per la collezione.
Io queste storie le ho scoperte e belle o brutte, raccontano molto di cio’ che e’ o e’ stato il mio popolo. A volte fanno paura, ma trovo sia un peccato che si debbano perdere.
Mi piacerebbe essere un cantastorie e raccontarle a bambini attorno a un fuoco, colorandone le storie, le navi, I castelli, I baroni e il mare. Le efferatezze, le paure, le ingiustizie e l’assenza di lieto fine sarebbero seminati nei loro piccoli inconsci....niente che tanti anni di psicoanalisi non possano curare.