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Wednesday, 2 November 2011

L’arte d'esser al posto sbagliato, felice di trovarvicisi.


C’e’ a chi piace leggere i libri sulla tavoletta.
Anche a me piace leggere libri sulla tavoletta.
C’e’ chi dice che sulla tavoletta mancano i buoni odori di un libro.
Io dico che sulla tavoletta, gli odori non mancano.

Dopo questa conversazione ho capito che gli altri parlavano di tavoletta come Kindle e iPad  , mentre io pensavo che si discutesse della lettura in bagno (tipo   "mega biblion, mega kakon  "). 
Io con le tecnologie ho un rapporto strano, alcune le utilizzo in maniera eccessiva ad altre mi abituo malvolentieri.
Il navigatore satellitare e’ un’altro di quelli che mal sopporto.
Il mio lo comprai quando venni nel Regno Unito.
In questa nuova citta’ ero sempre perso, ma pieno di speranza: nel senso che avevo sempre un impressione di avere gia’ visto quelle case e quindi di essere in una zona conosciuta della citta’.
In realta’ scoprii che le case della perfida Albione sono tutte uguali.


Allora decisi di comprarmi il navigatore.
Avevo appena comprato la macchina e versato un paio di affitti in anticipi, non avevo scelta: presi il piu’ economico.
Il venditore guardo’ lo scatolo e, con uno sguardo non troppo fiducioso esclamo’ “se hai problemi portamelo indietro e te lo cambio”.
Fra me e me pensai: “se non funziona col cavolo che riesco a ritornare in questo negozio” e mi congedai con un addio.


Negli anni il malefico esserino, nel tempo mi ha guidato male, mi ha detto che stavo camminando su strade che non esistevano, mi ha fatto percorre rotatorie improbabili, non ha mai detto please (altri navigatori, pare lo facciano, ma nel mio la gentilezza era un extra da pagare), ha ricalcolato milione di volte il percorso ed ogni volta che me lo ha comunicato l'ha fatto con una voce stizzita a farmi pesare l'errore.

Quando partii per l’Irlanda riguardai la scatola dell’apparato che garantiva una conoscenza delle mappe di regno unito e irlanda.
In realta’ avrei scoperto che quando alla scuola per navigatori spiegavano l’Irlanda il mio doveva essere assente perche’ in realta’ dopo avere sconsigliato di continuare in autostrada (il mio navigatore odia le autostrade) ci trovammo davanti pianure che si estendevano fino all’orizzonte, praterie, laghi e torbiere.


Eppure mi piaceva quell’Irlanda: ha un senso di aperto, di incontaminato, di fresco.
E poi tutto quel verde.
Ecco, perso, estasiato, mentre mi chiedevo come l’Irlanda facesse ad essere cosi’ verde, ecco che iniziava a piovere (ecco perche' e' cosi' verde!!!).


Ore dopo, avendo attraversato luoghi in cui nessun turista e' mai passato come Kells, Virginia, aver passato la frontiera con l’Ulster senza che il navigatore dicesse niente ed essermi reso conto di essere completamente fuori strada, feci cio’ che ogni uomo moderno-tecnologico dovrebbe fare: ho spento il navigatore ed ho ripreso il comando del mio destino.

Per orientarmi avrei potuto scegliere le stelle, ma quella sera erano oscurate da un cielo nuvoloso.
Avrei potuto orientarmi col muschio (orientatio ad muschium) che a quelle latitudine e nella umida regione dei laghi, col muschio che cresce ovunque si sarebbe trasformata in "orientatio ad muzzum". Allora, dopo  avere preso in considerazione l'idea di
scavare la truna per sopravvivere alla notte.Feci cio' che e' l'ultima risorsa di un uomo (e una delle prime delle donne): "ho chiesto indicazioni in un pub di Enniskillen".

Fu proprio cosi' che dimostrai la superiorita' dell'uomo sulla macchina e delle relazioni umane sulla tecnologia.
Cosi' la serariuscii ad arrivare dove avevo appuntamento, per Halloweeen: a Clones.
Il motivo che mi portava a recarmi in quello sperduto villaggio e a incontrare i suoi abitanti (Cloners) vi verra’ svelato nel prossimo post, fra qualche giorno.

Friday, 30 July 2010

La rivoluzione culturale laddove s'incontrano un gambero, un oca e un vitello.

Ormai s'e' fatto tardi per una bella rivoluzione che metta le cose a posto in Italia.
L'unica rivoluzione possibile e' quella delle compagnie low cost.
L'unica speranza per questo paese e' che le giuovini generazioni vadano all'estero.

Capiscano che un paese diverso da quello in cui vivono e' possibile e che altrove le opportunita' sono elargite ai giovani come parte di un processo naturale, e non come un favore di cui ringraziare qualcuno/a.

In quest'ottica, mi fece piacere l'essere riuscito a convincere dei cuginetti teenagers a venirmi a trovare.
Ancora di piu' sentire che volevano provare a mangiare cinese.

Questa genuina curiosita' m'aveva commosso.
Nonostante il fatto che uno si ostinasse a volere ordinare patatine fritte mentre l'altra desiderava del Sushi.
Vista la confusione culturale si optava per il take away.
Una volta a casa i teenagers hanno assagiato i piatti colorati e gustosi.
Dopo averli provati, chiedevano a gran voce della pasta....che forse non c'e' niente di meglio che andare all'estero per apprezzare cio' che si ha in casa.

Cosi' sono rimasto solo con un anatra all'arancia, un vitello in salsa agrodolce, dei noodles con i gamberi e del riso alla Cantonese.
Ovviamente  il fatto che i miei genitori mi abbiano sempre detto di non buttare via il cibo per non offendere i bimbi africani mi obbliga a mangiare il tutto.

In generale credo che i giovani debbano viaggiare e scoprire nuove posti, genti, culture.
Penso che sia obbligo degli adulti incoraggiarli in questo processo.
Ritengo che faccia parte del crescere lasciare cio' che si conosce ed rappresenta le radici, il consolidato per imparare che gusti che agrodolci e pertanto, inusuali possono convivere benissimo.
Tutto bello, tranne che indipendentemente dalle latitudini la zucchina gira gira ma finisce sempre in culo all'ortolano....e nella mia pancia ora s'incontrano un gambero, un oca e un vitello.