Sunday 31 January 2010

Daunbailo’....che comunque il gol di Turone c’era.

Non e’ che se ascolti buona musica vivi meglio, pero’ se ascolti musica di merda prima o poi il destino ti punisce.
La ragazza di Paolo, dopo 7 anni di onesta convivenza, a furia di ascoltare Beyonce cantare: “single ladies-put a ring on it ha iniziato a pretendere il brillocco.
Paolo racconta triste di comel’universo intero (Coelho in testa) abbia iniziato a confabulare per distruggere la sua felicita'.

Io qui avrei dovuto dire: "io te l’avevo detto di ascoltare musica minimalista, Dente, le luci della centrale elettrica, i Numero6, ma tu hai continuato ed ora ne paghi le conseguenze".
Ma in realta’ dissi: “ma cosa vuoi che sia, convivi da tanto, di cosa hai paura, non cambiera’ niente”.

Paolo dice che il matrimonio e’ cio’ che rovina il matrimonio: l’organizzazione. La madre e la nubenda sono in disaccordo con tutto.
Lui ha provato la tecnica scout detta dell'highlander (chiuderle in una stanza e lasciarle a regolare i conti finche’ non ne rimarra’ soltanto una)....ma c’e’ mancato poco che decapitassero lui.

Io qui avrei dovuto dire: "ed io? Che ho fatto il ganassa dicendo che mi sarei sposato dopo di te, sicuro che era un buon modo per prendere tempo? Che dovrei dire io?".
Ma in realta’ dissi:"dai e’ solo un giorno, tanto in quel giorno tu non conti niente....e da li’ sempre meno, per cui, non e’ che ti prendi le tue responsabilita’, in pratica le deleghi finche' morte non vi separa, non ti rimane che credere nella reincarnazione o nella sacra Rota".
Paolo aggiunge: “ma la vera cosa che mi da dispiacere ultimamente e’ la Juventus, che mi perde anche con la Roma”.
Io qui avrei dovuto dire: "suvvia figurati, che vuoi che sia, non cambia certo la tua vita, non e’ tanto importante".
Ma in realta’ dissi: che vada all’inferno, con i dirigenti incapaci, con i tifosi razzisti che vanno in Europa e fanno cori per offendere i neri (meno male che sono usciti dalla Champions League), con lo stile Juve, con quelli che rimpiangono Moggi e lesue telefonate intimidatorie e i suoi metodi degni de “il padrino” e con chi gli passava le auto per corrompere gli arbitri.
Se c’e’ un dio non sta coi potere forti e Gigi Meroni gli siede nelle vicinanze.
E comunque....lo dice anche la wikipedia che il gol di Turone c’era e stizzito e misi giu’ il telefono. 
E’ comodo avere due neuroni: uno per il calcio, uno per le donne e usarli in maniera differenziale.
Da questa chiamata nella testa di Paolo il problema piu’ grosso sara' la Juventus e questo assorbira' tutte le sue energie mentali.
Paolo arrivera’ meno stressato al matrimonio....forse l’ultimo pensiero prima che la sua testa capitoli, sara’ la telecronaca del gol di Turone. Come sono buono quando faccio il cattivo, io.


In realta' io i Numero6 non li conoscevo, poi ho letto questo post di TFM, apprezzato le canzoncine e scaricato gratuitamente gli album "dovessi mai svegliarmi" e "quando arriva la gente si sente meglio".

Wednesday 27 January 2010

Al mio fratellino

Se c’e’ una persona che stimo tanto a questo mondo.
Quella che, se non fossi me stesso vorrei essere, questo e’ mio fratello.
Mio fratello quando io avevo 6 anni un giorno me lo sono trovato accanto per caso: avevo visto che mia madre aveva la pancia piu’ grossa, ma siccome mi diceva sempre di non esagerare con la Coca-cola che gonfiava la pancia, io pensavo che la mia mamma quando non guardavamo si andasse a bere la coca cola di nascosto.

Come quella volta che i miei dopo che ero nato io s’erano messi a dieta tutti e due per solidarieta’.

Pero’ poi mio padre andava al lavoro e mia madre mangiava....cosicche’ alla fine mio padre gia’ magrissimo aveva perso chili e mia madre no.

Invece poi mi arrivo’ un fratellino.
Che all’inizio io non sapevo bene cosa farmene: quando arrivo’ provai a parlargli e a dargli dei giocattoli, ma lui, appena nato non era per niente collaborativo e si limitava a guardava con aria interrogativa.
Invece poi ha imparato a parlare e ridere e a giocare a calcio.
Che sembra una battuta e invece non lo e’: c’e’ gente che mostra tutta la sua qualita’ e carattere giocando a calcio.

Io mi diverto, faccio casino, ipnotizzo gli avversari con la mia scoordinazione, grida, sconquassi, mio fratello invece e’ etereo e pulito nel suo stile di gioco.

Parla poco, si muove veloce senza rumore, sembra altrove, quasi assente pero’ poi quando serve un colpo ad effetto riesce a mettere la palla dove nessuno avrebbe mai immaginato.

Il problema e’ che lui e’ proprio cosi’ anche nella vita: silenzioso, vigile, altruista e con un gran cuore per gli altri, non sempre con se stesso.

Io mi ricordo di lui quando aveva otto anni e giocava a calcio nei pulcini.

Aveva la fascia di capitano e aveva portato la sua squadra in finale.

Loro con maglie azzurre contro i rossi ungheresi del Debrecen.

Ed io, che avevo sempre tifato per le squadre dell’est per una volta volevo che vincesse lui (alla facciaccia della fratellanza fra i popoli comunisti).

La partita era dura: pioveva, c’era fango dappertutto e gli ungheresi sembravano piu’ grandi della loro eta’....quei grandissimi figli di Puskas.

Pero’ alla fine vinse mio fratello e pote’ alzare la prima coppa di una grande carriera che occupa un ripiano della nostra cameretta.
Se guardate bene in terza fila c’e’ anche il mio unico trofeo, una piccola targa che m’hanno dato una volta per un disegno.

La riconoscerete perche’ la mia e’ l’unica piena di polvere.

Mentre quelle di mio fratello sono pulite, grosse e lucenti.

Pero’ quel giorno era ricoperto di fango mentre alzava la coppa al cielo e rideva e sorrideva....e noi con lui.

Poi rimane da ricordarsi che ci sono partite che si vincono e altre che si perdono per sfortuna, perche’ a volte ci sta, o perche’ c’e’ capitato un arbitro infame.

L’importante e’ ricordarsi che c’e’ ancora tanto tempo, e un altra partita gia’ in programma per ritornare a sorridere come allora.
Le foto sono preso, la prima da qua, la seconda da qua.
Col post c'entrano e non c'entrano,ma non saro io alle 2.20 di notte a spiegarvi il senso di queste immagini.

Wednesday 20 January 2010

Radio. Before and after science.

Io ho troppi neuroni per ascoltare radio 105.
D’altro canto me ne mancano parecchi per potere ascoltare Marino Sinibaldi (Radio3).
Finora Radio2 era stato un onorevole compromesso ma con la nuova programmazione e il riallineamento sulle posizioni di (questo) governo la qualita’ dei contenuti s’e’ abbassata troppo.
Volevo scrivere un post per ricordarmi quando le radio erano piccole e belle.
Io sono nato nel bel mezzo di una rivoluzione: nel 76 iniziavano le radio libere.
Di quell’ondata di radio assurde, autentiche e genuine ricordo come la fantasia fosse al potere (forse pero’ anche noi eravamo piu’ facili da incantare).
Ricordo "Stereo Sound International": che io, dato il nome, immaginavo a contendersi con veemenza le frequenze internazionali, invece poi scoprii che si prendeva solo nel mio quartiere.
Lo slogan era “solo grandi successi”, che significava che per ridurre il budget compravano solo dischi di compilations con i pezzi famosi.
Negli anni 70 ero troppo piccolo e acquisii il lume della ragione nei plasticatissimi anni 80 (disprezzate pure la mia generazione ma voglio vedere voi a stabilire connessioni neurali con un sottofondo di “wild boys” dei Duran Duran.
Ricordo una radio che trasmetteva da Partinico. La citta’ che aveva dato origine al piu’ grande compositore dell’eta’ moderna, Frank Zappa
aveva una radio che trasmetteva esclusivamente trottolini amorosi dudu e dadadaaa.
Il mio DJ preferito pero’ era Nick the night fly (che si traduce “Nicola la notte vola” o anche ”Nicola la notte mosca”).
Aveva (ed ha) una voce calma che cullava anche perche’ in sottofondo si sentivano gabbiani e delfini new-age.
 Con quest’ atmosfera mi addormentavo sempre entro 3 canzoni.
A volte poi, mannaggia li pescetti mammiferi (i delfini sono mammiferi) sognavo cose molto psicadeliche (piu’ delfini e gabbiani scagazzoni che “psichedelia-Grace Slick”).
Negli anni 90 le radio erano meno piccole, meno improvvisate e iniziavano ad uniformarsi ad uno standard piu’ professionale e commerciale.

Siccome dal giornalino della scuola era avanzato molto materiale.
Io e un mio amico chiedemmo di fare un provino nella radio locale per avere un programma: un contenitore dove mettere quei racconti, articoli e facezie varie insieme con un po’ di musica allegra e ottimista tipo Joy division e Nirvana.
All’inizio ci dissero che ci avrebbero dato un programma domenicale in notturna.
A me piaceva l’idea di parlare alla gente a quell’ora, quando tutto e’ piu’ lento e si sedimenta (finche’  le palpebre diventano pesanti e si chiudono).
Poi ci fu un cambio editoriale e la domenica divenne un giorno da santificare radiofonicamente.
Quando chiedemmo com’era finita col “nostro” spazio e quando potevamo cominciare ci dissero che praticamente potevamo solo scegliere la musica tra un intervento (piu' o meno divino) e l’altro.
Possibilmente musica strumentale per non distrarre dalla trasmissione tipo “uomini e profeti”. La domenica successiva mi presentai con un po’ di album di Fausto Papetti presi dallo zio, appassionato di sax e belle copertine di dischi (clicca per vedereuna carrellata di coeprtine di dischi di Fausto Papetti).
Quella fu l’ultima volta che mi chiamarono. Non vidi piu' i mix, i piatti ed i cartoni di uova sui muri che insonorizzare lo studio di quella povera, piccola ma un tempo libera radio.Ora aspetto che i tempi siano maturi per le internet radio.
Ho messo una nuova testata al blog, ma internet explorer non la faceva vedere. Poi grazie alle pervicace insistenza di Psycho siamo riusciti ad avere la testata visibile per tutti. Siate grate a costei, mentre io vado a cercare nel vocabolario se "pervicace" significa quello che penso.

Saturday 9 January 2010

La truna dell'ego

I britannici (al secolo perfidalbionici) sono convinti di abitare un isola tropicale.
Solo cosi’ si spiega perche’ si ostinino ad indossare minigonne e spalmarsi di crema solare quando fa un freddo barbino e spunta un sole che piu’ che timido e’ sociofobico).

Ma forse e’ meglio raccontare l’odissea dall’inizio.
Musa, quell'uom di multiforme ingegno

Dimmi, che molto errò, poich'ebbe a terra.

Infatti dovevo atterrare ebbere a terra a Londra, ma per un fato beffardo (i fati si dividono sempre in beffardi e avversi, la fortuna invece l’e’ sempre culo) durante il volo l’aeroporto venne chiuso per neve, cosi’ ci dissero che dovevamo continuare verso Nord.
 
Quando atterrammo ci dissero che eravamo a Leeds non ero sicuro di sapere dove fossi, guardando il panorama fuori dall’aeroporto capii di essere molto vicino al polo Nord: regno del “mitico Thor”, pensai che se atterravamo tra ranger del Nevada di Capitan Miki era peggio.
Cercai di ricordare meglio la mappa e il mio passato calciofilo mi ricordo’ che mi trovavo nella provincia dello United (Leeds United si trova a Nord di Sheffield United e ad Est di Manchester United....ma piu’ a sud dello Yorkshire (contea di cani antipatici).
Uscimmo dall’aeroporto senza sottoporci ai nuovissimi body scanner (vedi foto) della cui efficacia, io che li ho sempre visti pubblicizzati su “il monello ho sempre dubitato.
A notte fonda arrivo' un autobus che viaggio' per tutta la notte
per riportarci a Londra.
Qui ci dissero che i treni non andavano, gli autobus arrancavano, l'insalata era nell'orto, pane e vino ci mancava,
maramao perche' sei morto; la peste infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca. Decisi pertanto di affittare un macchina e dirigere sul Galles.
Dopo aver pagato mi indicarono un cumulo di neve. A giudicare dalle dimensioni doveva avere  affittato un torpedone.
Spalando via l’eccesso risulto’ essere una Volvo: una sicura macchina cinese.
Prima di partire dovevo rimuovere lo spesso strato di ghiaccio sul vetro.
Mi serviva un raschiaghiaccio (ice-scraper).
Purtroppo gli affittamacchine li avevano finiti (essendo un paese tropicale ne avevano presi giusto due).
Feci come gli antichi e con un bue e un asinello e scongelai il vetro.
Con la macchina andava bene.
La neve, pero', risveglia la parte bambina di tutti noi, e chi e' piu' bambino di un camionista? Guidando i loro giocattoloni  2 camion e 3 tir avevano fatto un incidente tutti insieme.
Ci dissero che ci sarebbero volute due ore per riaprire l’autostrada.
Intanto iniziava a nevicare forte.
Pensai a cosa potevo fare, poi mi resi conto che avevo con me tutto cio’ che mi serviva per sopravvivere:
Presi dal mio zaino un cd di Bob Marley, e questo basto’ a fare sciogliere il gelo attorno alla mia macchina.
Poi aprii il pacco di dolci e biscotti che dovevo portare ai miei colleghi.
Erano dolci fatti con le mandorle e li cuddureddi i tipici dolci natalizi fatti con cioccolata, noci e fichi secchi.
Mentre me li mangiavo tutti (ai miei colleghi avrei cercato di portare qualche altro prodotto tipico: un carretto siciliano, una testa di cavallo, un disco di Battiato).
La neve scendeva ma io ero molto tranquillo (e satollo).
Nella mente mi frullavano questi pensieri di saggezza siciliana "l’acqua mi vagna, lu ventu m’asciuca, calati junco ca passa la china" (l'acqua mi bagna e il vento mi asciuga: piegati o giunco finche’ non passa la piena).
E’ impossibile preconizzare gli imprevisti, e’ inutile arrabbiarsi per cio’ che non possiamo controllare. Ci vuole capacita’ organizzativa e spirito d’adattabilita’.
Ci sono voluti anni ma posso dire che oggi questo e’ il mio karma weltanschauung.
Va beh, ci ho provato a buttarla sul filosofico, ma il vero motivo per cui ero cosi’ felice, era che, dopo averla studiata in teoria per tanti anni agli scout, per la prima volta avevo abbastanza neve per scavare una truna di sopravvivenza.

Le foto sono prese dal sito della Nasa, Animamia e Meridth Gimbel.