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Thursday, 2 July 2009

Il sole svedese tramonta a mezzanotte e risorge verso le tre

.Io pensavo che New York fosse la citta’ che non dorme mai  , ma non e’ che a Göteborg  si dorma tanto.
Gli Svedesi dovrebbero imparare a mettere alle finestre le Persiane o le Veneziane (non inteso come donnine), insomma delle tapparelle (ma non inteso come donnine di bassa statura).
La mattina un taxista svedese viene a prendermi.
Si parla del piu’ del meno e di politica.

Mi dice che lui e’ molto favorevole agli immigrati: “noi svedesi passiamo per gente aperta di mente, ma io non dico di si agli immigrati perche’ sono ingenuo: le famiglie di oggi sono meno numerose di quelle di ieri ed io ho bisogno che nuovi lavoratori contribuiscano a mandare avanti il nostro sistema pensionistico”.
Non l’avevo mai vista sotto questo punto di vista, ma e’ vero!
Sopratutto per l’Italia, dove la gente ha una vita media piuttosto lunga (alla CGIL fra un po' saranno piu' pensionati che lavoratori).
Propongo quel taxista per la guida del PD, tanto piu’ o meno e’ lo stesso.


Ad Amsterdam una hostess spinge per fare entrare le valigie nel bagagliaio.
Qualcuno dice: “non pressi ci sono delle piante”.
La hostess ora mette una cura indicibile nell'inserire la valigia.
Gli olandesi sono etnologicamente dei giardinieri davvero dotati.
Idolatrano i bulbi di papavero. Un mio amico (che pero’ non e’ un agricoltore, dice che per certe piante gli olandesi vengono subito dopo i jamaicani).
Sul volo per Roma ci sono 50 preti americani come non se ne vedevano da anni, con la tonaca, vecchia maniera.
Vengono da un seminario texano e vanno a Roma a vedere il papa.
Mi trovo nel mezzo di un gregge di genti nerovestite che dicono: “che mi prenda un colpo se quello non e’ il vecchio Don Jhon”. Penso che sto espiando il fio qualche colpa, o sto accumulando credito per il futuro, poi penso a quel gran fio di un beffardo checkin-o (omino del check-in) che mi ha messo in mezzo a 'ste pecore nere.

L’ultimo aereo va verso Palermo. E’ Alitalia, ritarda di un ora. Un tizio grasso con camicia nera e cravatta rosa dice a un suo amico che se ne sta andando in pensione a 50 anni perche’ dipendente regionale. Non posso fare a meno di pensare a quanti emigranti ci servirebbero per pagargli la pensione.
Dopo 6 voli in meno di 24 ore sono davvero stanco.
Ma ho solo due giorni per preparare un altra intervista. Questa volta il colloquio e’ nella perfida Albione (non perdete il prossimo post dalla terra dei draghi volanti:  a Cardiff.

Friday, 26 June 2009

La’ dove il sole non tramonta mai. Goteborg '09

Palermo - Roma Volo Alitalia ma in realta’ finiamo su un aereo Volareweb. Avevo sentito dire che l’Alitalia avesse aperto ai voli low cost , pensavo si riferissero ai prezzi, invece, intendevano gli aerei).
All’arrivo a Roma ci affianca un volo di stato.
Dalla scaletta iniziano a scendere delle persone, anche delle donne in tailleur, tipo delle Marcegaglie. Poco piu’ avanti dei giovani ciarlieri guardano, ammiccano e delusi dicono che speravano di vedere “puttanoni”.
Silvio dice che l’Italia all’estero ha un immagine appannata. A me sembra invece fin troppo ben definita.
Roma - Amsterdam
Questo volo e’ operato dalla KLM. Le hostess della KLM hanno un uniforme molto bella e che, invero, le rende tutte molto uniformi: sono bionde con gli occhi azzurri. I capelli sono racchiusi in una coda o  lasciati liberi. Probabilmene quello serve a indicarne l’esperienza e il grado.
Amsterdam- Göteborg
La Svezia e’ sempre bella. Coi laghi blu e le foreste verdi.
Il mondo ideale e’ la Svezia pero’ senza lo svedese (inteso come lingua...ma anche come maschio scandinavo). All’aeroporto mi vengono a prendere con un taxi-limousine. L’autista e’ di origine estone, dice che sapendo che veniva a prendere un siciliano si aspettava di vedersi apparire qualcosa di diverso. Odio deludere le persone: il prossimo viaggio portero’ sotto il braccio una testa di cavallo mentre con l’altro braccio faro’ roteare sopra la mia testa una pizza.
Il seminario va bene. Se vorro’ potro’ lavorare qui. Il capo e’ in gamba. Il capo ha una quarantina d’anni ed e’ il direttore di un istituto di ricerca. Non ho ancora trovato un capello Bianco, ma per la prima volta mi sono sentito anzniano...e non e’ bello.
Andiamo in un ristorante panoramico. La citta’ e’ bella anche se non c’e’ un qualcosa di particolare che la rende tale: e’ bella la sensazione di generale dinamicita’.
Un altra cosa che ho capito e’ perche’ le svedesi sembrano cosi’ belle e, secondo leggende che risalgono al ciclo norreno, anche disponibili.
Se le si separa dal contesto e si disinnescano i neuroni biondofili, le si trova di una bellezza semplice e non trascendentale. Eppure le svedesi sembrano piu’ belle della media delle donne.
Io ho capito perche’: le svedesi sorridono sempre (foto sopra).
Nel hotel c’e’ anche una conferenza internazionale. Scopro che e’ sulla salute sessuale. Per una giornata giocata sugli stereotipi siamo ai livelli dei film sexy di Pierino degli anni ’70.
Decido che e’ troppo e sono troppo stanco. Mi raccolgo col cucchiaino, finalmente raggiungo la mia stanza, doccia, spengo la luce e a letto dove spero di potere dormire presto e bene.
Ma non ci riesco: qualcuno s’e’ scordato di spegnere il sole.
Il prossimo post, con la seconda parte del viaggio in Svezia verra’ pubblicato Domenica notte. Da lunedi sono nella perfida Albione.