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Tuesday, 17 December 2013

Playlist per un matrimonio


Artista
Titolo della Canzone

1
Sigur Ros

2
Florence and the Machine
3
Beirut

4
Radiohead

5
Colapesce (feat. Meg)

6
Magnetic Fields

I Think I Need a New Heart

7
Talking Heads

8
C.S.I.

9
Daughter

10
Vampire Weekend

11
Arcade Fire

12
God helps the girl

13

Devendra Banhart

Carmensita

14
I am from Barcelona

15
Fleet Foxes


Mancano un paio di giorni al matrimonio.
Appena il tempo di riprendermi dall'operazione.

Oggi mi ha beccato il fotografo. Mi ha chiesto una lista di canzoni da mettere nel filmino dello sposalizio.
Ho buttato giu' questa lista senza pensarci troppo.
Alcune canzoni signifiicano molto per entrambi, altre vengono da concerti che abbiamo visto in questi anni.
Devendra Banhart piace solo a lei (quel lungagnone vegetariano non mi convince).
Un paio servon solo a far numero.
Non tutte sono d'amore, ma forse e' meglio cosi', che nella vita matrimoniale c'e' di tutto, mica solo puccipucci tenerone.
Se avete altre idee, scrivete!

PS- Il filminaro (film-maker mi sembra eccessivo), vuole intervistare i miei amici....son contento che Alessio non sia riuscito a lasciare Stanford....

Tuesday, 18 December 2012

Dio e' morto, ma per fortuna Francesco sta bene.

♪ e insegue una maturità, si è sposato, fa carriera ed è una morte un po' peggiore...
Benedetta, la ragazza del mio primo bacio, conosciuta a un campo scout, suonava la chitarra e cantava Guccini. 

Fu cosi' che ascoltai Francesco Guccini e cosi' iniziai ad amare le sue canzoni.
Forse le canzoni mi sarebbero piaciute anche se non le avesse cantate lei. Benedetta cantava spesso anche "Comandante Che Guevara" ma non per questo mi sono unito alla rivoluzione Cubana.


Le canzoni di Guccini sono cosi', le incontri per caso e diventano memoria storica e coscienza collettiva.

Molti delle storie delle sue canzoni vengono dalla cronaca: il suicidio di Jan Palach nella "Primavera di Praga",  i test nucleari di Lop Nur raccontati ne "L'atomica cinese", l'assassinio di Carlo Giuliani in "piazza Alimonda".  
Francesco ha sempre saputo trovare parole cesellandole e battendole a fuoco come un fabbro, abile artigiano che lavora le storie fino a farle diventare piu' fine e grandi, capaci raccontare la Storia quella con la "S" maiuscola; quella che appartiene a tutti noi.
Immaginate la vicenda di Pietro Rigosi, l'anarchico ferroviere che s'impossesso' di una locomotiva lanciandola a tutta velocita' contro un treno di lusso.
Immaginate un giornalista d'oggi che racconta il caso; parlerebbe di terrorista assassino, perfidia politica e ira dissennata.
Guccini invece non mette a fuoco il fochista (perdonate il gioco di parole). Dice: "non so che viso avesse o di che colore i suoi capelli….ma gli eroi son tutti giovani e belli*"
Francesco ci spiega quale fosse il panorama su cui si stagliava la locomotiva, fatto di ricchi troppo ricchi e poveri senz'altra via d'uscita che il disperato gesto di ribellione. 
L'eroe lancia la macchina, il progresso, contro gli sfruttatori, nel nome della giustizia proletaria e dell'uguaglianza.
Io per anni ho pensato che, se non fosse stato deviato su una linea ferroviaria morta, oggi avremmo una società' più' giusta.

Che le sue parole affascinino non v'e' dubbio. Pensate alla canzone "Autogrill".
Si dice che frotte di giovinastri, nell'estate dell'1983, facessero su e giù' per l'A1, alla ricerca di un piccolo autogrill e di una barista di cui avevano una descrizione ben precisa:
"Bionda senza averne l'aria, quasi triste come i fiori e l'erba di scarpata ferroviaria".


Ricordo certe frasi che, cantate a 14 anni, non capivo cosa significassero: nella "canzone della bambina Portoghese", una bambina in spiaggia, al limite del continente, rimane assorta a guardare l'Oceano cercando di comprendere l'universo. Finche' "
 il caldo l'avvolse, si sentì svanire e si mise a dormire e fu solo del sole, come di mani future ;
A quei tempi capii' la confusione della bambina, anni dopo, anche le mani future.


Altre cose che capii' col tempo: quando iniziai ad ascoltar Guccini
l'Eskimo non si usava già' più' e non sapevo cosa fosse....Invece la frase: 
"L'amore fatto alla "boia d' un Giuda" e al freddo in quella stanza di altri e spoglia: vederti o non vederti tutta nuda era un fatto di clima e non di voglia!"Ecco, io quel freddo, ci misi anni a capirlo....e sono ancora raffreddato.
Di certo che certe canzoni di Guccini son come il vino: migliorano col passare del tempo.
Guccini ha sempre scritto di cose reali, di un frigo che dopo un blackout riparte e "con toni rochi e tristi scatarra versi futuristi" (notare che Guccini, pur avendo un difetto di pronuncia sulla "r" non ne fugge una, anzi a volte mi pare proprio che vi si crogioli) quasi se le vada a cercare: per esempio in Bisanzio" dove dice: "astronomo, ridotto come un cieco a brancicare attorno". Mica dice "studioso delle stelle, finito come un non vedente che va a tentoni"?...e poi le piccole storie di persone esistite come Amerigo, l'emigrante non compreso o Cencio il nano che fugge col circo, "realtà capovolta, mondo di uguali perchè tutti strani", o ancora i miti, personaggi storici o letterari: Van Loon, Cirano, Che Guevara, Don Chisciotte, Cristoforo Colombo, Odysseus. Un Calidoscopio di storie consuete, forse piccole e suggerite da un bicchiere di rosso forte, ma non per questo storie minori o lontane (l'aborto in piccola storia ignobile o la scelta tra due donne, in Scirocco).

…e poi la sua vena allegra comica, da risate grasse: come ne "La Genesi", Fantoni Cesira le altre canzone dell'Opera Buffa o nella sincera, bellissima, poco conosciuta "gli amici". 

Francesco, ho sentito che il disco "l'Ultima Thule", segnerà il tuo ritiro dalle scene.
A me dispiace che non tu non voglia più' cantare.
Ma volevo ringraziarti per quello che mi hai raccontato finora. Continuerò ad ascoltare le tue canzone perche' mi ricordano persone e cose, anche se alcune di queste oggi non mi sono più vicine.
E imparerò a dare nuovi ricordi alle
tue vecchie canzoni. Continuero' ad ascoltare i tuoi Cd, la prima canzone che metto quando parto per un viaggio: "canzone per un amica". E' stata la prima canzone che ha suonato il mio primo autoradio e finora non ho mai fatto incidenti.
Ricordero' i tuoi concerti con Vince, Flaco, Ellade e Ares.

 

Ieri ho preso una buona bottiglia di rosso.
Lo berro' alla tua salute, al mondo che, partendo da
via Paolo Fabbri 43 hai raccontato e di cui sei custode e vate.
Non so perche' tu abbia deciso di non suonare più'. Forse, dopo il matrimonio del secolo, l'anno scorso, ti sei reso conto
che ti sei sposato, hai fatto carriera. 
Forse hai voglia di scrivere libri in prosa.
Forse con gli anni i ricordi  le storie vissute si accumulano e pesano e si finisce col fare la fine dei nonni che raccontano di storie vecchie.
Di quei tempi  quando un tempo le cose erano piu' semplici.  Raccontare queste cose a una generazione che non sapra' mai "il sapore dell'uva rubata a un filare" sembra sprecare fiato.

Tutti abbiamo avuto un nonno così. Il mio aveva degli occhiali spessi che gli facevano gli occhi ancora piu' grandi, placidi e buoni.
Raccontava tanto, a volte lo ascoltavo, a volte no.
...e se potessi tornare indietro, quando mio nonno raccontava quelle storie, gli avrei detto: "
mi piaccion le storie, raccontane altre". 


Altri post a tematica Gucciniana (apocrifa) 1.
 

Sunday, 14 October 2012

Chiedi chi erano i Leningrad Cowboy

Mi si chiede cosa ne pensi del premio Nobel per la Pace datto all'Unione Europea.

Qualche sera fa ero ad un falo' e si parlava del piu' e del meno.
Si parlava di canzoni meteore degli anni 80. Mi venne in mente "99 Luftballons".
La Cinese del gruppo mi guardo' stupita.
Raccontai di questa canzone tedesca che raccontava una storia strana
Raccontava di 99 palloncini rossi che si libravano in volo e prendevano una strana forma nel cielo, che veniva scambiata dai militari come una minaccia.
99 jet militari si levavano e non capendo cosa si trovassero davanti e sentendosi provocati, spararono per primi.
Allora 99 ministri della guerra, ordinavano l'attacco...

L'ultima strofa della canzone recitava: 
"99 anni di guerra
Non lascia posto per i vincitori
Non ci sono più ministri, né jet.
Oggi mi faccio i fatti miei
Vedo il mondo in giacere rovina
Ho trovato un palloncino
Penso a te e lo lascio volar via
."

Quando finii di raccontare si fece silenzio.
La ragazza mi guardo' stranita come il bambino della canzone di Guccini e disse: "mi piaccion le fiabe, raccontane altre".
Non aveva idea di cosa stessi parlando.
Pur avendo la stessa eta' non aveva idea di cosa fosse stata la guerra fredda.
Pensava avessi parlato di un evento antico di dopo la guerra.
La canzone era dell'84: solo 28 anni fa.

Cosa penso dell'Unione Europea?
Penso che mentre oggi sembrare normale andare in giro con una carta d'identita' per l'Europa e i populitsti hanno buon gioco a rappresentare l'Europa come un maestro stupido e pedante mettendo in risalto il tempo speso dal parlamento per regolamentare la lunghezza delle zucchine, o a trasportare documenti per le sessioni del parlamento europeo tra Bruxelles e Strasburgo. 
Si, e' vero, purtroppo l'Europa e' anche questo, ma e' anche un idea per cui s'e' deciso di investire sorpassando gli interessi nazionali, provando a parlare con voce unica, per esprimere nuove idee, per dare alternative  a chi non vuole seguire solo l'idea americana o quella cinese.
Un luogo dove si po' provare a immaginare un altrol futuro per il pianeta.

Certo, e' ancora un cammino lungo rallentato ostacoli e interessi contrari.
Pero' pensoi che solo 68 anni fa gli stati europei si scannavano l'un l'altro.
Oggi si pensa di dare piu' poteri al parlamento europeo (a parita' considerate che
il Galles ha perso la sua indipendenza nel 1282, e' ancora ci sono movimenti indipendentisti).

L'Europa e' un gran posto.
Chi ha vissuto la guerra fredda sa cosa significa vivere fra due blocchi, senza poter esprimere una voce differente da chi spinge a investire in nuovi armamenti anche a rischio di affamare il popolo.
Ci vuole una terza via.
Oltre a chi balla "Go West" con le "vai verso occidente, la terra promessa" ma cantata sulle note dell'inni Sovietico.
Oltre i Cowboy Leningrad
Oppure un pezzo dei Leningrad Cowboy, che erano dell'Occidente.
Finlandesi:  me li fece conoscere la mia Finnica Ex.
Il gruppo del regista Aki Kaurismäki metteva in scena (e in burla) tutta la retorica dell' regime d'oltrecortina.
La mia ex mi fece anche vedere tutti i film di Aki Kaurismäki in Suomi (lingua finlandese).
In lingua originale, coi sottotitoli in tedesco.
Tutto questo non sarebbe mai accaduto, se non ci fosse stato Europa unita. Visto che culo?

Altri post che parlano d'Europa 1, 2, 3.

Thursday, 19 July 2012

Let's dance to Joy Division...

Nel 1977 moriva Elvis e nascevamo io e il punk (ma le 3 cose, che io sappia, non sono correlate).    
Io e il movimento punk ci proponevamo di fare tabula rasa di tutto cio’ che c’era stato prima del nostro avvento. 
I punk erano nichilisti, io mi divertivo a distruggere le cose che mi mettevano intorno, masticavo giocattoli, distruggevo deprecabili soprmibili e cosi via.  
Qualche anno dopo mi insegnarono a usare il giradischi.  
Il giradischi per un bambino e' un oggetto affascinante. Se avete meno di 30 anni non sapete cosa significhi prendere il disco in Gommalacca o vinile, depositarlo al centro del piatto alineando il pippiolino, passarvi sopra un panno di velluto mentre il disco gira, portare la testina, al punto esatto e farla scendere delicatamente tra le tracce.  
Sembra preistoria ma fino agli anni 90 si faceva cosi'.  
Da piccolo mi perdevo a guardare i dischi. 
Mi piacevano le copertine dei dischi che, essendo allorapiccolino, mi sembravano enormi.  
Ricordo ancora alcune di esse: i capelli arruffati di Bob Dylan, i capelli arruffati di Rino Gaetano, i capelli arruffati di Frank Zappa. 
Ma copertina che preferivo rappresentava delle line nervosa tracciate su uno sfondo nero: "Unknown pleasure" dei Joy division. 
Ora io so che quel tracciato rappresenta il tracciato di una stella morente e so che il grafico ha perfettamente senso perche’ il momento in cui una stella raggiunge la massima luminosita’ coincide con la sua esplosione, che era l'esatta metafora della parabola di Ian Curtis, il cantante dei Joy Division che si sarebbe suicidato nel 1979. 
Oggi so anche che i Joy division prendono il nome da Casa di bambola. In quell testo quell nome si riferiva alla baracca dove venivano mandate le prigioniere ebree costrette a prostituirsi con un cinico riferimento alla gioia in mezz alla piu’ desolante disperazione.  
So anche che i Joy division hanno continuato come “New Order” che hanno raggiunto il successo, ma a me quelle musicchicchie cacchie hanno sempre fatto venire in mente la frase di Guccini: “qualcuno è andato per formarsi, chi per seguire la ragione, chi perchè stanco di giocare, bere il vino, sputtanarsi ed è una morte un po' peggiore”.  
Ma tutto questo lo seppi dopo.  
Io allora non lo sapevo. Sapevo solo che mi piaceva quel disco nero, e mi piaceva quel tizio che cantava con una voce tutta storta. 
Pensavo che quel tizio si impegnasse proprio tanto per seguire la melodia della canzone, ma che proprio non ci riusciva e ne veniva fuori una voce senza modulazione.  
Io, non sapevo chi la cantasse o cosa dicesse, sapevo solo che tentava a fare una cosa e non ci riusciva...e che la musica mi metteva allegria e tristezza al tempo istesso.
Allegria. Tristezza. Joy Division.  
Qualche settimana fa la Disney, accettando un disegno proposto da un disegnatore, senza capire cosa rappresentasse. 
Ha messo in vendita una maglietta di Mickey Mouse ispirata ai Joy Division (anche se da li’ a poco il negozio avrebbe ritirato la maglietta).  
Vederla m'ha scucito un sorriso. Allegria Topolino e Depressione Curtis insieme. M'ha ricordato questa canzone dei Wombat che diceva:  
“Balliamo sui Joy Division, celebriamo l’ironia, tutto va male ma siamo cosi’ felici 
Balliamo sui Joy Division, innalziamo i calici, perche' tutto puo' andare a finire male, ma siamo cosi' felici.”
Quindi ho pensato che, tutto sommato, fosse un ottima  filosofia di vita, ed ho iniziato a guardare il mio futuro con un senso di giocondo ma rassicurante pessimismo.

Sunday, 13 May 2012

Chet Baker

Ultimamente ho poco tempo per scrivere cose nuove, ma questo forse mi da l’occasione per scrivere un post che mi ronza nella testa da qualche anno.
Un post sul mio musicista preferito: Chet Baker.
Da piccolo mio zio mi portava sempre a vedere concerti Jazz, ma si sa come sono fatti i Jazzisti, noi eravamo sempre al club verso le nove, ma il concerto spesso iniziava 2-3 ore dopo, col risultato che io mi addormentavo su quelle sedie. Dormivo bene, cullato da quelle musiche, ma dormivo.
Una sera, pero’ c’era un terzetto, piano, basso e tromba e rimasi sveglio, perso a seguire coi pensieri i saliscendi di note che si stagliavano chiare nel buio del fumoso nightclub.
Da li’ nacque la folgorazione per gli ottoni, e fra tutti i trombettisti, quella per Chet.
La tromba ha solo tre tasti, ma se sei bravo puoi riuscire a farle fare un ampia gamma di suoni e raggiungere vette d’espressivita’ che altri stumenti, con piu’ tasti possono solo sfiorare. La differenza sta nel trombettista.
E Chet era il piu’ grande dei trombettisti.
Molti Jazzisti si attaccavano alla qualita’ del suono di uno strumento: B.B. King con la sua chitarra Lucille (che poi fara' una brutta fine), Keith Jarrett che suona panoforti Steinway & Sons o Dizzy Gillespie con la sua tromba deformata con la campana verso l’alto.
Chet suonava qualsiasi tromba, riuscendo a metterci l’anima.
Chet aveva imparato a suonare la tromba nell’esercito, alcuni dicono che non sapesse leggere il pentagramma.
Ma la musica non e’ erudizione o bravura tecnica: e’ suono: sogno non segno.
Chet Baker non suonava solo la tromba in maniera Jazz: improvvisando. Lui viveva in maniera Jazz.
Aveva grossi problemi di droga che lo portarono a passare un anno in carcere a Lucca e ad essere cacciato da molti paesi Europei come l’Inghilterra.
Quando Chet torno' in America ebbe una rissa con degli spacciatori, che gli ruppero tutti i denti davanti.
La bocca per un trombettista e’ la capacita’ di modulare le note. Suonare la tromba con una dentiera e’ come suonare il piano con una protesi al posto della mano.
Ma Chet riusci’ a lavorare e metterci l’anima, dimostrando che nemmeno quello era importante per suonare. Non la tromba, non i denti.
Anche con la dentiera riusciva a esprimere il suo genio.
Poi una notte, esattament 24 anni fa, mori’ cadendo da una finestra del Prins Hendrik Hotel, di fronte alla stazione di Amsterdam.
Si e’ parlato di omicidio, suicidio, in realta’ e’ possibile che Chet volesse semplicemente chiudere la finestra, e la droga abbia fatto il resto e l’abbia spinto giu’.
Dopo aver dimostrato che nella vita niente puo’ abbattere un animo come il suo, la droga e’ riuscita a farlo precipitare.
Ma mentre il suo corpo appesantinto dalla droga s’e’ schiantato sul marciapiede, la sua musica vola alta, con quei i saliscendi di note che si stagliavano chiare nel buio.
Lo immagino, infatti, vestito di scuto, con la sua faccia d'angelo a cantare di "My Funny Valentine": di un amante che dice a Valentine che non la trova la piu' bella e che quando parla si chiede perfino se sia intelligente.
Ma non le chiede di cambiare niente, solo di rimanere com'e', per rendere ogni giorno un giorno speciale, a Valentine's day.

Ascolti suggeriti: 1, 2, 3, 4.

Monday, 12 March 2012

Riportando tutto a casa

Pre-Musica 1977-1982 
Elvis che muore e il punk e’ esploso ma io mi interesso di piu’ ai cartoni  che passano su telecapodistria, guerra fredda, Barbapapa’, Napo orso Capo, olocausto nucleare incipiente, orsetti di liquerizia, i Nuclei Comunisti Combattenti, il draghetto pompiere Grisu’, la Ferrari Spazzaneve, la Pimpa.  
CCCP Fedeli alla linea 1982-1990 
L’edonismo Reaganiano che non intacca le mie orrende camicie a quadri (che oggidi’ pero’ vanno per la maggiore), i panozi e le sfitinzie coi jeans corti a fare vedere il calzino rosa con la scritta Best Company in verde. 
Gli anni 80 troppa musica di plastica, l’orzo bimbo che e’ insolubile nel latte, love will tears us apart (nel migliore dei casi).
Le auto che esplodono, il movimento dei lenzuoli, la Rete di Orlando, Caponnetto che viene a parlare nella mia scuola e un sacco di gente che lo applaude.
Il suicidio di un commerciante testimone di mafia e in negozi che non abbassano nemmeno le saracinesche in segno di lutto.
Lotte politiche ma anche tante cazzate. Annarella e’ la migliore perche’, ma non significa che io da grande voglio diventare un artista del popolo.
Fase CSI 1992-2001
Calci ad un pallone, in bici su un campo per BMX, che in realta’ e’ un campo dove scaricano la terra abusivamente lasciando monti di terra che sono perfetti per saltare. Musica dei I Milli Vanilli.
I campi scout, entrare nei villaggi che non hanno mai visto i boy-scouts e sentire gridare “i balilla sono tornati”, cantare Avanti popolo, per rassicurare le genti.
La sopraelevata, se siamo bravi dobbiamo montare la sopraelevata.
Allora facciamo mille nodi e montiamo la tenda sopraelevata, ma non e’ colpa nostra se abbiamo pali troppo corti e alla finela tenda e’ elevata mezzo metro dal suolo.
A noi basta, noi siamo quelli della tenda sopraelevata. Allora Luigi Lusi era il segretario degli scout nazionali AGESCI, ma certe cose le capimmo molto dopo.
La musica delle ultime feste dell’unita’, l’universita’. 
La convinzione che Mara Redeghieri e Meg  dei 99 posse saranno il futuro della canzone italiana. 
Poi Sono a studiare in Spagna, vivo in un patio de la Juderia di Cordoba, il Guadalquivir, la cerveza, gli amici, le lettere, l’amore lontano, l’essere leggero. Quindi tesi e laurea.
PG3R 2001-2009
Vivo sul lungofiume, nella DDR, qualcuno e’ retrocesso a “Somebody that I used to know”, gente strana, gente allegra, il ciel ci aiuta. Freddo serio, una sera aspettavo l’autobus a -30 sotto zero. Mi si sono congelati i neuroni e non se ne e’ accorto nessuno.
Faccio teatro, faccio teatro da morire, nel senso che recito cosi’ male che mi fanno morire subito per accattivarsi le simpatie del pubblico. Concerti e risse tra punk e i Nazi a Neustadt.
Alessio e Laura, guardiamo sul divano friends insieme, ma le nostre avventure sono meglio.
Poi sono in Svizzera, compro la moto che, dicunt, fa fare colpo sulle ragazze.
Trovo la ragazza. L’unica a cui non piace la moto.
Allora andiamo nella perfida Albione. 
Bis ans Ende der Welt
Giornate di sole con campi verdi fino a dove l’occhio puo vedere, poi scogliere a picco, gente allegra buttata sui prati a leggere libri o a giocare a  rugby, qualche cinema e concerti.
Giornate di pioggia, pecore bianche gonfie di pioggia, nuvole grigie gonfie di pioggia.
Gente ubriaca gonfia, uggiosa e pesante.
Puo’ esistere il capitalismo sociale?
Eka e il lancio della NASA, la vita di coppia, la lavatrice che mi spaia i calzini, i libri, la musica.
Scusate se ultimamente scrivo poco, ma devo riorganizzare il mio futuro prossimo.
Intanto metto nelle scatole le mie cose, cosi’ poi mi viene piu’ facile trasportarle. Certe cose le ho imparate, che cambiare tutto, tanto non e' la prima volta , ne' sara' l'ultima.

Le illustrazioni sono di Moebius, che e' tornato al suo mondo.