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Wednesday, 5 February 2014

Cerco un centro di gravita' permanente....

Dicono che il matrimonio dia stabilita’: chi si sposa trova un centro di gravita’ permanente.
Questo e' un modo di dire che il matrimonio fa ingrassare (l’aumento di massa crea il centro di gravita’ permanente).
Eppure cio’ che non si dice e che gli sposi non riescon a prendere parte al proprio banchetto.
Appena arrivati in sala, parte l’assalto agli antipasti, allo stesso tempo partono il parentame assalta gli sposini.
Cosi’ mentre tutti mangiano, gli sposi a turno devono salutare, stringere mani, ricevere congratulazioni e regali.
La lotta e' impari 2 sposini contro 250 invitati, non ci sara' modo di mangiare.

Per fortuna la giornata procede veloce con un solo intoppo: il primo piatto e’ troppo buono e i  parenti voraci. Cosi’ I cuochi devono calare la pasta….ma i parenti son estremamente voraci…e la calano una terza volta.
Intanto gli sposini girano continuano a sorridere  sempre, ebeti d'amore, si fanno fotografare, filmare, insomma come delle star (ma senza le grupies).
A rompere la monotnonia ci pensa un bambino.
Il nonno lo ha portato a amngiare I confetti e lui ne ha ingurgitati 20 di seguito.
Quando gli dicono basta, lui inizia a piangere, va in anossia, diventa paonazzo, inizia a vomitare….non e’ la prima volta che lo fa, quindi non mi preoccupo (tanto piu’ che il bimbo non e’ mio).
Faccio cio’ che una persona dovrebbe fare, di fronte a una reazione cosi’ esagerata e ingiustificata.
Faccio esorcizzare il bambino. Chiedo ai musicanti di alzare il volume degli amplificatori per coprire il pianto del bimbo.
La festa continua (almeno finche’ non riconosceremo la paternita’ a bimbi nostri).
Ad un certo punto ci chiedono di ballare.
Io, come frequentatori di concerti conoso due balli: pogo e shoegazing.
Questa volta ci tocca il ballo lento...troppo lento….non finisce mai.
Ecco, questo e’ il momento che vorrei dimenticare in fretta. Ma alla fine ricordo che il matrimonio non e’ il giorno degli sposi…quindi ballo, sto zitto e faccio contenti tutti. Dentro di me medito vendetta come un elefante.

Finalmente arriva la sera. Tutti se ne vanno. Finalmente siamo soli, quindi sarebbe il momento giusto per attendere I doveri coniugali.
Invece ci addormentiamo come sassi (che poi I sassi mica dormono, ma questa e’ un altra storia).
Alle 23,00 vengo svegliato.
Rossella non ha mangiato niente ed ha una fame…..capisco quail sono i doveri coniugale a cui si alludeva.
Metto dei jeans e una camicia di flanella e esco al freddo a procacciare del cibo. Come tanti uomini prima di me (mi immagino uomo di Neanderthal a cacciare Mammuth per la donna).
Dato l’orario, non trovo Mammuth, ma dei dolci alle mandorle. Dormiamo.

Il giorno dopo e’ un altra bella giornata di sole.
Finalmente c’e’ silenzio e il mare invernale e’ tranquillo e con bellissimi colori.
Potrei stare a guardarlo tutti il giorno.
Solo che Rossella ha chiamato casa. Chiede cosa si mangi a pranzo e dice che stiamo arrivando.
La differenza piu’ grande rispetto a quando si e’ fidanzati, e’
che una volta discutevamo, prima di prendere le decisioni. Ora, da sposati, decide lei per tutti.
Faccio notare lo iato tridente e faccio le mie rimostranze.
Rossella mi fa parlare, poi dice: “mia madre ha fatto le lasagne”. Taccio. Il mio silenzio si compra con poco.
E’ comunque il dopo matrimonio serve per mangiare di piu’ trovare un centro di gravita’ permanente.

Wednesday, 15 January 2014

Il mio matrimonio

Ho preso un po’ di tempo prima di raccontarvi del giorno del mio matrimonio.
Aspettavo che, col tempo, acquisendo la giusta prospettiva, le immagini si mettessero a fuoco...non e’ successo.
Sara’ perche’ il matrimonio e’ un giorno unico di una vita e non c’e’ niente di normale.

Cosa rende un matrimonio memorabile?
Requisito fondamentale  sono le donne piangenti.
Non potendo assoldare delle prefiche, mi limito a guardare mia madre e,  coi Bambi’s eyes, ricordarle che quella sara’ l’ultima notte sotto il tetto natio.
Mi viene rinfacciato che avevo gia' lasciato quella casa nel 2002, quando 24enne partii per il dottorato in Germania.
Capisco che non ci sara’ verso di avere gente che versa lacrime e che, di contro, la maggioranza si appresta a prender parte all'evento con uno spirito di immotivata ilarita'.

Ho scoperto che il giorno del matrimonio il futuro sposo puo' attaccare la sua volonta’ a un chiodo.
Mi sveglio, alle 8 AM. Ancora assonnatissimo faccio colazione coi cornetti, mentre vedo Peppa Pig in tv.
Arriva il fotografo e mi chiede di sorridere, apparire accigliato, contrito, radioso, ora corrucciato.
Faccio del mio meglio, ma in realta’ il mio sentimento maggiore e’ “l’assonnato”.
Ce chi ha problemi con l’anestesia generale, a volte vomitano. Nel mio caso, a me e’ rimasto solo una gran voglia  di dormire.


Arrivo in chiesa alle 10.30. il  tutto iniziera’ alle 11.00, ma a quanto pare lo sposo deve essere la’ in anticipo (o era la sposa in ritardo? Boh). 
Fa parte della tradizione.
In quella mezz’ora ogni persona (parenti, conoscenti, curiosi) dicono la stessa battuta: “sei ancora in tempo per fuggire”.
Un mezzo sorriso ebete, quello che in 12 anni di emigrazioneho imparato a fare quando mi dicono “Italia, Mafia, Berlusconi, Lega Nord razzista, Pizza buona”.
Mia madre fulmina con lo sguardo l’ennesima battuta di complicita’: “scappa finche’ sei in tempo”.
Fosse per me, io scapperei. Con mia moglie. Su un isola deserta. Senza nessuno che faccia battute.
Poi pero' mi dispiace per le 800 rose che hanno dato la vita per questo giorno e rimetto sui il sorriso ebete, senza rispondere.

Sono le 11.00....finalmente arriva.
Scende dalla macchina, minuta, col vestito rosso (non e’ la sposa, ma La Valletta o come si chiama).
Poi arriva anche lei. Bella come un raggio di sole in un giorno di pioggia....e questo nonostante oggi ci sia un sacco di luce e sole. Riguardo Rossella, penso a quanto sia fortunato.
Abitiamo a 200 metri di distanza e abbiamo dovuto girare mezza Europa per incontrarci....ma ne valeva la pena.

Piccola parentesi aperta.
In quel momento penso che a me piace tanto, mia moglie. Ma a me piace anche senza sveglia all’alba, parrucchiere, trucco e vestito elegante.
Ecco, mi piace vestita da sposa, ma anche la domenica di tarda mattinata, appena alzati, col pigiamone e il viso assonnato.
Mi piace anche in tutte le sfumature intermedie....e anche quelle che che ancora non ho visto, che verranno in futuro.
...e mi dispiace di essermi perso quelle passate, specie quella di  quando era teen ager e si era fatta bionda coi capelli corti.
Piccola parentesi chiusa.

Entriamo in chiesa accompagnati da mamma e papa’.
Uno alla mia destra, al’tra alla sinistra. Ci prendiamo sottobraccio e camminiamo lentamente con velocita’ (tipo camminata sui carboni ardenti), fino all’altare.
Poi arriva Rossella. Suo padre mi consegna la sua mano, e aggiunge qualcosa tipo: “da qui in poi te la vedi tu”.
Si allontana con un sorriso beffardo che se, non avessimo convissuto per anni. Avrei trovato inquietante.
Invece so gia’ cosa mi aspetta (w la convivenza =)).

La cerimonio religiosa procede senza intoppi. Il prete sbaglia il nome della sposa chiamandola Antonella.
Le dico: “questo potra’ tornare utile nel caso la Sacra Rota dovesse decidere”.
Si scherza tanto....il che conferma cosa io ho sempre pensato: il giorno del matrimonio e’ tutta una carnevalata.
Quando usciamo i nostri amici hanno messo su un arco di palloncini. Che bella idea.
Usciamo dalla chiesa, un mare di riso ci inonda il capo, i vestiti e tutto il resto (trovero’ del riso anche nei boxer).
Quando finisce il riso, qualcuno, nell'eccitazione del momento, decide di continuare e mi tira anche le foglie di banana in cui erano contenuti i chicchi.

Vale tutto in quell giorno. Tutto e permesso, purche’ sia allegro.
Sara’ perche’ il matrimonio e’ un giorno unico di una vita....e meno male che e' unico.

Continua

Sunday, 29 September 2013

Assolto al processino (se mi condavvano non facevo cadere il governo)

Processino, istruzioni per l'uso.
Arriviamo dal prete-fratacchione che ci sposera'.

Stavolta ho imparato: incontrandolo dico "Pace e Bene", anziche' "Buonasera", come la penultima volta. + 10 punti.
Andiamo in una stanza e sbrighiamo le formalita' burocratiche.
Poi iniziamo il processino.
Io rimango nella stanza, mentre Rossella va in un altra stanza.
Come nei film di Perry Mason, mi viene chiesto di giurare su una bibbia che, a giudicare dalle dimensioni sara' la Bibbia a fumetti in lingua tedesca.
Iniziano le domande:
- Qualcuno vi obbliga a sposarvi (a questa domanda non vale la lista dei parenti), basta dire di no.
- Perche' volete sposarvi in chiesa (a questa non basta dire "perche' ci tiene Rossella"), conviene dire un molto piu' paraculo: per continuare il percorso di fede iniziato col battesimo. Questa risposa dovrebbe valere sui 1000 punti.
- Credi nel matrimonio, come evento unico e irripetibile. Ripondete di si, pensate pure: "ci vuole solo andare 2 volte attraverso 'sta carnevalata e decidere un altra volta i confetti, i musicanti, le bomboniere, il menu' etc.".
- Pensi chein futuro potranno insorgere problemi alla coppia? 
Qui dico no, ci conosciamo bene da 6 anni (ometto il dettaglio della convivenza). Non credo ci saranno problemi. Il prete dice che 6 anni per conoscersi non sono poi cosi' tanti.
E' la prima vlta che uno dice che in fondo potrei anche aspettare: che sposarsi a 36 anni e' una tenera eta'......quasi quasi ci casco, ma so che e' un trucco per vedere se voglio scappare. Ma io rimango seduto.
Sei a conoscenza di impedimenti fisici o psichici che possono cmpromettere il matrimonio?
Io lo so che questa e' una delle formule usate dalla "Sacra Rota" per annullare i matrimoni.
Per come la vedo io, il matrimonio va bene, per chi lo vuole, il divorzio pure, per chi ne ha voglia. L'annullamento delle Sacra Rota e' un ipocrisia per tutti (la chiesa e chi vi ricorre).
Tornando alla domanda penso: "certo che una persona psichicamente equilibrata non sara', se accetta di essere la mia compagna, per una vita intera, a parte questo, mi sembra una personcina proprio a posto, mica come me".

Posso uscire, mi da un libro da leggere mentre lui fa le domande a Rossella.
Io lo leggo distrattamente, quando lo ritorno al prete gli faccio notare che le edizioni chiesastre hanno attribuito la cattedrale di Praga (che tutti sanno essere dedicata a San Vito) a San Guido (credo che il traduttore abbia tradotto dal francese Saint Guy).
Mentre lo dico sono un po' triste pensando che una volta la chiesa era anche custode della cultura, si vede che questo livellamento al basso non risparmia neanche le loro fila.



Alla fine ci salutiamo, il processino dell'inquisizioncina e' finito.
Si raccomanda un ultima cosa....qui inizio a  preoccuparmi. Che mi illuda di essere passato sotto le forche caudine per colpirmi all'ultimo metro come un Dorando Pietri qualsiasi?
Con un filo di voce, quasi scusandosi: dice "mantenete la dignita' fuori dalla chiesa, dopo la cerimonia". Chiedo che intenda....dice che una delle ultime coppie s'e' fatta portare una barca davanti alla chiesa ed e' andata via su quella.
Capisco che intende. Immagino sia dura fare il frate umile, circondato da una tamarria imperante. Mi sento quasi spiritualmente affine. 
Come cacciatori d'elefanti d'altri tempi, oggi circondati da turisti che girano su SUV con l'aria condizionata. Io e Rossella andiamo via. Lui sta li' nel suo sorriso, a guardar passare i tram, vecchia pista di elefanti, stesa sopra il macadam.

Tuesday, 13 August 2013

Wedding Preparation: Fatti Processinare!

The big day is getting closer.....
The good thing about the wedding is that the husband's will is not taken into any consideration, therefore is commonly accepted that he is accountable for nothing. That is a position that suits me well.

My fiance' has bought her dress. I cannot see it.
I wanted to buy my own suit, but she does not trust my
aesthetic sense so she told me that I can buy whatever I want, as long as it is approved by two "fashionable" friends of us.
I guess I should say goodbye to the idea to show up dressed up with my flowery Magnum PI-like shirt.

What I should not forget is that in September we have to go through the priest inquiry: the"processino". You can translate this term as "little trial" or "small judgement".
My best guess is that they put you in a (dark) room and ask you when, where and why we met and stuff like that.

I am a bit nervous about the inquiry because last time I heard a priest talking about trial, he was talking about “Inquisition”. 
I hope they stopped using torture to obtain confessions.
I cannot stand torture. It really bothers me quite.
Just the idea of a small inquisition trial, with small torture tools makes, and small pain me sick.
If he leads me to a dungeon for the inquiry I will confess
straight away anything (I can even invent stuff, if I think that it helps).

Do you have any idea what this "processino" is about?
I just learn that everything will take place on the 11th of September. 
That's great: perfect day to deal with fervent religious devouts! 

Song: St. Vincent- Marry Me.

Sunday, 16 June 2013

Cappellini e cilidri: lo sposalizio all'inglese.

Qualche settimana fa, vi avevo raccontato del mio ruolo di usciere al matrimonio di Ben, un mio collega australiano.
I matrimoni sono la rappresentazione di una cultura (immaginate, per esempio,
i matrimoni indiani), la regola vale anche per quelli inglesi.
Il giorno dello sposalizio e' una giornata stupenda, con un cielo blu che mette in risalto il verde del parco nazionale del
Breacon Beacon.
Arriviamo alle 11.00, anche se la cerimonia e' alle 14.00.
La sposa (che per cmodita' chiameremo "la generalessa"), ci tiene a passare in rassegna le sue truppe, prima del grande passo.

Verso le 13.00 inizia la vestizione.

Tight con le code, camicia bianca, fusciacca rossa al collo, rosa rossa sul risvolto della giacca, panciotto, orologio cipollone e cappello a cilindro. L'Inghilterra celebra la passata opulenza del suo impero, facendoci vestire in maniera Vittoriana, nei suoi giorni piu' importanti.
Mi guardo all specchio, mi ricordo quando facevo teatro a Dresda. Eccomi pronto per la messinscena (prendo anche la pipa, per immedesimarmi meglio nella parte).

Quasi pronto. Perché' ovviamente ho dimenticato che qua si usano le camicie con i gemelli, ed io, i miei gemelli i ho dimenticati a casa.
La generalessa, non si sa come, aveva previsto anche questo, ed ecco che arrivano i gemelli per la mia camicia.
Esco fuori, vedo la mia ombra, non posso fare a meno di ricordare "papa gambalunga".

La cerimonia non e' religiosa, pertanto e' breve, toccante e intensa.
Seguono un pranzo leggero per una cinquantina di invitati più' intimi (parenti e amici piu' stretti).
Il pranzo si caratterizza per 3 discorsi: il padre della sposa, che ricorda la nascita della generalessa, Ben che
emozionatissimo parla della moglie, il best man (il migliore amico) che ci racconta i lati piccanti della storia facendoci ridere alquanto.
Intanto si son fatte le otto: arriva un altra cinquantina di amici e colleghi.
Iniziano le danze. La tradizione vuole che i novelli sposi aprono le danze.
Capisco perché' Ben mi avesse confidato che, più' dello stress da matrimonio sentiva, lo stress del primo ballo.
E' una complicatissima coreografia, danzata in maniera simmetrica.
Il tutto ha un che di bello, ma non posso non immedesimarmi nel povero Ben, che balla a tempo, ma con la tipica faccia di chi gli e' appena morto il gatto. Concentrato, non rilassato.
Dopo il primo ballo la serata scorre via tra balli, bar, birra e bagordi.
Verso le due me ne vado a nanna.
Il matrimonio si e' svolto in un castello.
Il castello di Crai-Y-Nos insulta essere il castello più' infestato del Galles. Vieppiu' si dice abitato da un fantasma di origine siciliana: la cantate lirica Adelina Patti.
Alla morte accidentale, la cantante chiese di essere imbalsamata e inumata nel cimitero Parigino di Pere Lachese, dove riposava il suo artisticamente "amato" Rossini.
Che pero' nel frattempo era stato trasferito a Santa Croce a Firenze.
Abbastanza per fare incavolare un fantasma (che in
Ignhilterra e in Scozia sembrano essere particolarmente irascibili, dato il gran numero di castelli che si dice infestato).

Io, comunque ero troppo stanco per notare niente di anormale o paranormale, e dormo bene.
Della bella giornata rimangono: foto ridicole con cappello a cilindro a guisa si Phileas Fogg (quello de "il giro del mondo in 80 giorni"), un leggero malditesta e una coppia di amici, da oggi, sposati.

Wednesday, 9 January 2013

Lo Sposalizio. La compagnia dell'anello.

...e cosi’ ho raggiunto quel punto della vita di un uomo da cui non si puo’ piu’ tornare indietro. Quella firma che separa un “prima” di spensierata et celibe libertade, da un “dopo” di impegnata e seriosa vita familiare.
Ovviamente, sto parlando della firma del contratto del fotografo del mio futuro matrimonio.

Ora se uno deve andare a cercare un momento in cui tutto e’ precipitato, lo potrei ritrovare nella mia prima visita a New York, ormai due mesi fa.
Giunti nella grande metropoli dibattemo coi colleghi brevemente su quale fosse il primo luogo andare a vedere.
Io proposi di andare raggiungere Zuccotti Park dove potere discutere istanze con i compagni che combattevano da ormai piu’ di un anno l'impari lotta contro Wall street.
I miei colleghi, invece mi de-portarono da Tiffany, per fare acquisti, approfittando del dollaro svalutato (loro, non io).

Ecco, a dirla tutta, io fino ad allora avevo tenuto Tiffany neurone cinefilo-cinofilo (film da cani) che conteneva titoli come Colazione da Tiffany o i film con Luc Merenda. Scoprire che Tiffany non fosse un luogo dedito a cappuccino e cornetti, ma ad anelli e diamanti mi fece giungere ala conclusion che se c’erano due lati nel capitalismo, io fino ad ora dovevo avere vissuto in quello sbagliato.

Fu cosi che, caricato da questa nuova coscienza presi a scrivere una mail in cui battevo  la scarpa con l’impeto di un Nikita Krusciov pretendendo, col nuovo contratto un attenta rinegoziazione dei miei diritti lavorativi. 
Ora, sara' che ho impressionato chi doveva prendere le decisioni (e forse li avevo sorpresi con l'attachment Scarpa.jpg). Sta di fatto che il 18 Dicembre mi sono trovato davanti un contratto a tempo indeterminato, il primo della mia vita.
Un nuovo ruolo, titolo, responsabilita' e stipendio. In un certo senso era il termine della mia garrula fanciullezza (alla tenera etade di 35 anni).

Come d'incanto, tutte le condizioni che avevo anteposto al matrimonio s'erano avverate: non avevo piu' scuse.
Probabilmente avrei dovuto anteporre altre cose, che so io: la pace in Palestina, Berlusconi che sconta veramente i 4 anni di carcere a cui e' stato condannato, o altre cose che rendono il mondo migliore.
Avere dalla parte mia (e ancora di piu' di mia madre) un universo interso che confabula perche' si avveri cio' che spero, mi diede un senso di onnipotenza.

Vieppiu' che, avendo realizzato una parte dei miei bi-sogni, dovevo inventarmi dei desideri nuovi di zecca da dover realizzare.
Fu proprio in questo delirio di onnipotenza, onnivegenza, onnivoria (intanto ero tornato in Sicilia), mi giunse la notizia che in realta' lo sposo non ha nessuna voce in capitolo nell'organizzazione del suo matrimonio.
<continua> 

Friday, 23 November 2012

In a cold NJ night...


Quando arriviamo all'aeroporto di New York, per prima cosa devo andare a prendere la macchina.
Siamo in 4, ma sono l’unico che ha una patente per guidare dal lato giusto della strada: the right side. Quindi la responsabilita’ e mia e tocca a me guidare. (Yuppi).
La segretaria ha affittato una macchina da 100$/ giorno.
Si trattera' forse di una macchinona grossa alla texana, con tanto di corna anteriori? No….e’ solo un Minivan. Ma appena vedo la macchina penso, minivan il cazzo.
E’ un piccolo autobus, che di mini non ha niente. La mia macchinina "ELISA", che da paraurti anteriore ad alettone posteriore sara’ 3 metri, potrebbe starci dentro confortevolmente.
Salgo sulla bestia e trovo che ha il cambio automatico all’americana. In realta’ non mi ci trovo male: e’ uguale a quello delle macchinine elettriche dei bambini: marcia Avanti, marcia indietro, marcia folle e marcia per il parcheggio. Si guida facilmente….anche troppo.
Improvvisamente riconsidero l’idea di quelli che fanno la route 66: immaginate fare una strada lunghissima, diritta e che attraversa il vuoto….e nemmeno un cambio marcie con cui giocare. Non e' avventura, ma noia.
La macchina fa tutto in automatico: accende le luci se ce n’e’ bisogno, chiude anche il babagliaio da sola….penso che questo paese mi rendera' pigro (non che in genere io sia propriamente ipertiroideo).
Sulla macchina, accanto al posto del guidatore c’e’ uno schermo per vedere film, foto o quello che sia. 
Giro sulla radio. Le stazioni radio sono interessanti:  il precedente utente ne ha registrate un po’, sono solo radio cristiane o gay radio. Non ho tempo di cercare le stazioni, s’e’ fatto tardi e voglio solo arrivare a Princeton e andare a nanna. 
Ci mettiamo in viaggio, penso alla "cold New Jersey night" cantata da Bob Dylan in Hurricane, o alle tante ballate di Bruce Springsteen sul NJ.
Invece viaggiamo con questa musica che me paro Renato Zero al raduno di CL. All’arrivo abbiamo una visione piu’ gaia della vita, seppur non scevra da sensi di colpa.
L’albergo da su una foresta,  A causa del jet-lag sono sveglio.
Penso a una persona che in quell momento sta facendo un viaggio in nave, ho visto in mare un po’ di onde e spero che siano abbastanza da cullarla, ma che non la facciano star male.
So che in questo momento lei vorrebbe sapere se sono arrivato, se sto bene.
A volte penso che tutto cio’ non abbia senso: l’amore ti fa preoccupare per una persona che a sua volta si preoccupa per te.

Non sarebbe piu’ semplice se ognuno si preoccupasse solo di se stesso?
Forse si, ma ad occuparsi di se stessi ci si annoia. 
Come quando cucino per me (al massimo una tazza di latte) o quando devo cucinare per 2 (libagioni).
Allora penso che preoccuparsi per gli altri e’ un piccolo prezzo da pagare, rispetto alla magia di stare insieme, di sentirsi vicini, anche quando si e’ lontani.
Guardo in alto e so, che, in un posto lontano, sotto la stessa luna gigante, qualcuno mi pensa.
E felice mi addormo.

Sunday, 20 May 2012

La marmellata

Quand’ero piccolo, c’era una bambina nel palazzo di fronte. Si chiamava Gemma. Aveva un viso tondo e dei capelli a caschetto, diverse salopette di identica foggia e diverso colore.
Si giocava a biglie, a palla o con le bici con cui salivamo la collina, per vedere cosa ci fosse dall’altro lato.
Ed una volta arrivati in cima alla collina, stanchi per la corsa con le bici, si giocava.
A quei tempi, eravamo piccoli, non e’ che si sapesse bene la differenza tra maschietti e femminucce.
L’unica diversita’ che ricordo d’aver notato allora era che per spianare il circuito per le biglie, si usavano le ragazze, ma perche’ erano piu’ leggere e, forse, col culo piu’ rotondo.
Quando vivevo in Germania c’era questa ragazza che aveva dei lunghissimi capelli neri e degli occhi azzurri troppo profondi, che non capivi mai cosa pensasse.
Non l’ho quasi mai vista ridere e certamente, davanti a me, non ha mai pianto.
A volte pensavo che, anche quando eravamo soli, lei era la’; ma la sua mente era da qualche altra parte.
Solo che se poi andavamo da qualche parte, la sua mente non era mica la’.
Era un po' nel suo mondo, che non era il mio, e l'avevo capito.
Visto che non c'era sovrapposizione, mi chiedevo se almeno i nostri mondi si toccassero.

Poi ricordo una sera. Io guardavo una fontana, con l’acqua che s’era congelata lasciando delle sculture di ghiaccio.
Lei mi tiro’ una palla di neve gigantesca. Forse il gesto piu’ romantico avesse mai fatto. Ne ridemmo a lungo.
La mia compagna ora e’ lontana.
Ha degli occhi grandi e neri, che e’ facile leggere. Perche’ sono i miei stessi occhi.
Mentre la guardo penso a come verranno un giorno i nostri bambini.
Coi capelli ricci come i suoi, o lisci come i miei. Se piangeranno tanto come faceva lei da piccola, o se dormiranno tanto come me, che mia mamma dice che non e’ sicuro che poi mi sia poi mai svegliato davvero.
A me non importa, basta che siano felici.
Mi piace pensare a cio’ che ci potrebbe capitare fra qualche anno.
Io non so se Gemma sia cresciuta e si sia trasformata in una donna o se la ragazza tedesca abbia trovato qualcuno con cui dividere il suo mondo.
Nei miei pensieri sono rimaste la’: Gemma corre ancora felice fischiando via felice. Peggy tira palle di neve e ride di me.
Ed io guardo il futuro.
So che tutto cio che siamo stati, ci rende cio’ che siamo e influenza cio’ che faremo.
E poi mi addormento e penso a tutte le cose belle che mi sono capitate in vita.
E salgo sulla collina con la bici, ma questa volta non corro, salgo piano che i bambini, con le rotelle vanno piano. E infine giungiamo sulla cima della collina e guardiamo cosa c’e’ coi bambini che guardano avanti ed io che guardo indietro, ammirando come siamo arrivati fin lassu’.