Dicono che il matrimonio dia stabilita’: chi si sposa trova un
centro di gravita’ permanente.
Questo e' un modo di dire che il matrimonio fa ingrassare (l’aumento di
massa crea il centro di gravita’ permanente).
Eppure cio’ che non si dice e che gli sposi non riescon a
prendere parte al proprio banchetto.
Appena arrivati in sala, parte l’assalto agli antipasti, allo
stesso tempo partono il parentame assalta gli sposini.
Cosi’ mentre tutti mangiano, gli sposi a turno devono salutare,
stringere mani, ricevere congratulazioni e regali.
La lotta e' impari 2 sposini contro 250 invitati, non ci sara' modo di mangiare.
Per fortuna la giornata procede veloce con un solo intoppo: il
primo piatto e’ troppo buono e i parenti voraci. Cosi’ I cuochi
devono calare la pasta….ma i parenti son estremamente voraci…e la
calano una terza volta.
Intanto gli sposini girano continuano a sorridere sempre, ebeti d'amore, si fanno
fotografare, filmare, insomma come delle star (ma senza le grupies).
A rompere la monotnonia ci pensa un bambino.
Il nonno lo ha portato a amngiare I confetti e lui ne ha
ingurgitati 20 di seguito.
Quando gli dicono basta, lui inizia a piangere, va in
anossia, diventa paonazzo, inizia a vomitare….non e’ la prima
volta che lo fa, quindi non mi preoccupo (tanto piu’ che il bimbo
non e’ mio).
Faccio cio’ che una persona dovrebbe fare, di fronte a una
reazione cosi’ esagerata e ingiustificata.
Faccio esorcizzare il bambino. Chiedo ai
musicanti di alzare il volume degli amplificatori per coprire il
pianto del bimbo.
La festa continua (almeno finche’ non riconosceremo la
paternita’ a bimbi nostri).
Ad un certo punto ci chiedono di ballare.
Io, come frequentatori di concerti conoso due balli: pogo e
shoegazing.
Questa volta ci tocca il ballo lento...troppo lento….non finisce mai.
Ecco, questo e’ il momento che vorrei dimenticare in fretta. Ma
alla fine ricordo che il matrimonio non e’ il giorno degli
sposi…quindi ballo, sto zitto e faccio contenti tutti. Dentro di me medito vendetta come un elefante.
Finalmente arriva la sera. Tutti se ne vanno. Finalmente siamo
soli, quindi sarebbe il momento giusto per attendere I doveri
coniugali.
Invece ci addormentiamo come sassi (che poi I sassi mica dormono,
ma questa e’ un altra storia).
Alle 23,00 vengo svegliato.
Rossella non ha mangiato niente ed ha una fame…..capisco quail
sono i doveri coniugale a cui si alludeva.
Metto dei jeans e una camicia di flanella e esco al freddo a
procacciare del cibo. Come tanti uomini prima di me (mi immagino uomo
di Neanderthal a cacciare Mammuth per la donna).
Dato l’orario, non trovo Mammuth, ma dei dolci alle mandorle.
Dormiamo.
Il giorno dopo e’ un altra bella giornata di sole.
Finalmente c’e’ silenzio e il mare invernale e’ tranquillo e
con bellissimi colori.
Potrei stare a guardarlo tutti il giorno.
Solo che Rossella ha chiamato casa. Chiede cosa si mangi a pranzo
e dice che stiamo arrivando.
La differenza piu’ grande rispetto a quando si e’ fidanzati,
e’
che una volta discutevamo, prima di prendere le decisioni. Ora,
da sposati, decide lei per tutti.
Faccio notare lo iato tridente e faccio le mie rimostranze.
Rossella mi fa parlare, poi dice: “mia madre ha fatto le
lasagne”. Taccio. Il mio silenzio si compra con poco.
E’ comunque il dopo matrimonio serve per mangiare di
piu’ trovare un centro di gravita’ permanente.