Monday, 20 November 2006

Un mattino, al risveglio da sogni inquieti,

Gregor Samsa si trovò trasformato in un enorme insetto…..Lunedi’ scorso, invece, io mi sono risvegliato Falloppio per cui, non avendo scuse sono dovuto andare al lavoro.
…e visto che, come sempre, ero in ritardo, decisi di utilizzare il mio famoso senso d’orientamento scout e trovare una scorciatoia.
Non tutti sanno che il mio senso e’ famoso solo perche’ ha portato alla perdizione schiere di lupetti…..infatti fini’ che allungai il mio cammino di un buon mezzo kilometro.
Mi trovai davanti  un supermercato, e, attraverso le vetrine potei notare che una delle cassiere era proprio bella. Non una bellezza da calendario, ma bella in maniera non appariscente, insomma, la classica bionda senza averne l’aria….e nel caso, anche senza essere bionda (vedi anche qua).
Entrai nel supermercato. Mi guardai, lunedi’ scorso avevo la sciarpa rossa e una felpa col cappuccio nera….mi ero vestito da sovversivo….e la barba di tre giorni non prometteva niente di buono.
Per rassicurarla comprai 5 barrette di cioccolato Bianco….il cui colore, come risaputo, indica candore.
Martedi’ tornai (stavolta con la barba fatta). Per I suoi occhi di cerbiatta comprai 5 barrette di cioccolato con le nocciole.
Mercoledi’ mi dissi che era da stupidi andare ogni giorno in un supermercato a comprare cioccolata….cosi’ decidi di comprare qualcos’altro. Ma quando la vidi sorridere al bancaio (probabilmente Francese) non potei fare a meno di comperare 5 barre di cioccolato gusto crema….quelle gialle: gelosia.
Lei mi sorrise…..si chiama Sybille….l’ho letto sulla targhetta….bellissimo nome, non capisco perche’ I miei non mi abbiano chiamato Sibillo….che bel nome sarebbe stato….o almeno avrei avuto un motivo per iniziare una conversazione.
Invece mi trovo qui, perso tra I limiti  delle lingue internazionali.
Giovedi’, forse sono stato un po’ troppo esplicito: ho comprato 5 barrette di cioccolato fondente. C’erano anche quelle con I pezzi di banana, ma non volevo sembrare volgare.
Venerdi’ ho osato uno sfrontato fondente con peperoncino. Alla cassa, ho avuto paura, ma lei mi ha augurato un buon week end in francese.....
Il week end non e’ andato benissimo: avevo infatti, del lavoro arretrato da fare, 25 tavolette di cioccolato da mangiare, ed un po' di rabbia per non sapere ancora bene la lingua degli indigeni.
C’e’ nessuno che per caso sa come si dice in cioccolattese: “Ciao, mi piacerebbe uscire con te, conoscerti meglio ed essere felice con te?”.
Che per caso volete delle barrete di cioccolata?

Tuesday, 14 November 2006

I’m just another brick in the wall-

Ho sbattuto contro un muro. Chi legge questo pensera’ stia usando una metafora, un doppio senso, un messaggio criptato di quelli che fan si che questo blog qualora letto in senso inverso, riveli un ode a Ruini e alla legge sulla procreazione medicalmente assistita.
Ma stavolta intendo un muro vero e proprio.


Incominciamo a raccontare dall’inizio. Sono andato, nonostante la mia eta’, recentemente avvetustatasi maggiormente, a giocare a calcio con gli stundentelli giuovini dell’universita’.

La mia squadra era formata da un Austriaco che era il capitano, un Inglese, un Russo e poi  vari sudamericani.
Diciamo anche che nella mia vecchia squadra il gioco era molto calmo, era un calcio teorico, quasi una partita a scacchi: quando mi stancavo, mi mettevo in difesa e chiamavo l’arrocco ad ogni apertura del nemico.
Qui, invece, e’ stato subito chiaro che si sarebbe corso tanto e con moto Browniano. La tattica era un po’ alla viva il parroco, o pope, o pastore, ma sopratutto alla viva S. Isidro.
Un calcio veloce, come ne "l’amore ai tempi del colera", quando, tra una cagata e l’altra non c’era troppo tempo per pensare.

I nostri avversari erano capitanati da un Francese, un tizio grosso, bolso con la faccia grande, un viso oblungo, un visone….una faccia di mink.
Costui imprecava e straparlava:  io intanto apprendevo il suo idioma, per esempio, gridare “oh Putan“ indicano un invito a una maggiore copertura difensiva.

Ad un certo punto il Russo mi passa una palla. Io inizio a correre, sono inseguito, provo ad andare piu’ forte, mi stanno raggiungendo, adrenalina e muscoli, mi sento come un cavallo al palio di Siena, sono primo, vicino al traguardo….CRASH. Il Francese con una spallata mi manda a sbattere contro il muro *.
Vedo le stelle, in particolare C. Theron. Mi passa tutta la vita davanti e mi dispiaccio di nuovo quando perdo la bici. Vedo che il capitano Radetzky  della mia squadra si avvicina….probabilmente mi vuole abbattere come un cavallo da corsa zoppo.
La costola mi fa male, vado a fare la doccia.

Il Francese mi dice qualcosa sulla cristallologia e sulla capacita’ di certi cristalli di alleviare il dolore (nella foto a Dx, dei cristalli di Insulina).
Mi prende in giro? Gli auguro che, in una crisi di dissenteria acuta, comprenda che l'unica azione che il cristallo possa svolgere nei suoi confronti per lenire le perdite sia che lo si usi come tappo.

Ecco fatto....stizzoso come un anziano (vedi vignetta).

* il muro non s'e' fatto niente, non vi preoccupate.

Tuesday, 7 November 2006

Home, Homini Humus (o casa ☺!, dell’uomo concime).


Ai campi invernali scout faceva freddo, ma avevo accanto I mei amici, il suono della pioggia e l’odore di un fuoco spento. Alla fine della dura giornata, la scomoda tenda mi sembrava una piccola casa accogliente.
La casa che avevo in Spagna era una casa da studenti, pochi spazi privati e tante cose inutili sparse in giro a ricordare quanto gli ambienti siano belli o brutti in base alla quantita' di vita vissuta che vi si svolge.

Quando spiegai questo concetto alla mia saggia mamma lei rispose, indicando il disordine della mia cameretta che “Un uomo percorre il mondo intero in cerca di ciò che gli serve e torna a casa per trovarlo” (citazione da G. Moore). Ma  tutto il parlare sulle piccole case internazionali non ti esime dal rimettere a posto quel casino locale che e' la tua cameretta.

Quando ho salutato Dresda (foto col tramonto) per l’ultima volta m’e’ sembrato davvero di avere perso un posto che chiamavo casa: in cui potevo trovare gente semplice come me, le ragazze di Karl-Mark Stadt con le magliette a righe, la musica che ascolto e tutto il resto. Mi sono anche chiesto se in questi anni sia io che sia diventato come Dresda o viceversa…l’ho salutata per l’ultima volta…..ma sto cercando di convincere Thomas a sposarsi il 21 Novembre per andarlo a visitare, tra iI concerto dei “We are scientists” allo starclub e quello di “Nick Cave” al Kulturpalast.
Da questo punto di vista Ginevra mi fa un po’ paura: sembra piena di bancai eleganti e incravattati ed assolutamente priva di quel movimento indie (o se preferite indipendente) che c’era a Dresda. Ora, sapendo che l’adattazione ha portato pesci a sviluppare polmoni per vivere sulla terra, mi chiedo se a furia di fare il pesce fuor d’acqua anche io sviluppero’ nuovi organi vestigiali (quali la cravatta, per esempio) o se riusciro’ a trovare anche qua un mio microambiente in cui evolvermi (non ho parlato di riprodurmi).
Del resto se la principessa Sissi venne uccisa qua da un anarchico Italiano che odiava i suoi film, almeno nel passato ci deve essere stato un movimento indipendente.

Ora penso a quello che mi ha detto il mio capo dopo avere ricevuto il mio Ph.D:
<ebbene si: Falloppio de Falloppis, Ph.D> “hai lavorato bene ma ora devi imparare a fare tutto da solo e a insegnare agli altri”…..allora io, cosciente di questo, smetto di lamentarmi e di guardarmi I piedi, osservo solamente cio’ che e’ grande e lontano, cosciente di chi sono e di cosa posso fare, sguardo fiero, determinato, focalizzo sull’infinito oltre quel sole che ora tramonta sul lago, oltre le Alpi che ci circondano, oltre questo cielo che ci avvolge tutti e…..ecco lo sapevo, ho pestato una merda.

Monday, 6 November 2006

I'm back: new post coming soon.


He vuelto y estoy preparando un nuevo post.
Ego sum ivi, nunc, ubi est mensa pauperorum?
Ich bin hier, next haltestelle Pirnasherplatz.
Je sois ici et je sois Chaterine Denueve

Domani connetto de neuroni e sostituisco sta cosa che ho appena scritto vi racconto cosa ho fatto in questi giorni.....a proposito grazie a tutti per gli auguri.

Friday, 27 October 2006

-PANTA REI, shit happens e l’arte della navigazione nel frattempo.

L’unica maniera di lasciare un segno su questa terra e’ fare qualcosa che ci renda indimenticabili. La musica e’ la via piu’ facile, disse un mio amico di cui ora mi son dimenticato il nome.
Anche se ci piace raccontare la nostra vita come un romanzo d’avventura, io l’ho capito da tempo: la vita e’ in realta’ un fumetto di Paperino.

Uno di quelli in
cui, a un certo punto qualcuno (il caso? Dio?) interviene dicendo: se vuoi che tutto si risolva vai a pagina 17, se vuoi che Paperino finisca nella melma gira pagina….e  tu giri pagina.
Dentro di noi c’e’ un Paperino (che sopravvive nutrendosi del fanciullino del Pascoli) e la differenza tra uno c
he ha successo e chi non ne ha dipende solo da fattori secondari, ma non e' mai cosi' facile saltare alla pagina giusta..

Prendiamo un normosfigato A, diamogli per compito a casa all’universita’ di fare un concerto e lui inventera’ I Belle & Sebastian.
Ne prendiamo uno come il mio amico Mr.G, lo mandiamo all’universita’ ed avra’ assegnato come compito per casa, di catalogare le specie che si trovavano alla foce del “fiume” Oreto. Ovviamente….non ci mettera’ su nemmeno una trash band.

Al liceo avevo una band, ci ispiravamo ai Guns n’ Roses, ma visto che volevamo suonare tutti e quattro la chitarra, alla fine, eravamo piu’ simili ai Gipsy Kings. Sognavamo di spaccarle sul palco, le chitarre, ma avevamo gia’ grossi problemi a tenerle insieme con lo scotch. Decidemmo allora di investire nel look, io proposi di lasciarci crescere le barbe come gli ZZ top (foto a Sx) ma visto che avevamo 14 anni avremmo dovuto aspettare troppo e gli altri volevamo il successo subito. Alla fine sciogliemmo la band  per colpa di Yoko Ono (l’alternativa era fare uccidere il leader della band da uno squilibrato).....perche' le uscite vanno fatte con stile.

La musica non era facile. Cambiai pagina, la pittura non mi rese famoso, ma mi fece conoscere un sacco di ragazze. Non voltai pagina, ma fu una bella esperienza.
A teatro, a causa dell’accento Inglese del Sud (no….non Oxford….piu’ a Sud: Malta), dopo il ruolo di giardiniere, cameriere e operaio sto scalando lentamente la scala sociale…..ma l’arte di Tespi non mi ha ancora dato la notorieta’.

La fama, o meglio, la sensazione di essere bravi in qualcosa, la sensazione di essere saltato alla pagina giusta del fumetto deve ancora arrivare, ed io mi diverto a provarle tutte, nel frattempo.
Come? No: non penso proprio che fare Gesu’ Bambino nel presepe vivente del paesino Veneto in cui sono nato equivalgano gia' ai 5 minuti di notorieta' di cui parlava Andy Warhol.

Monday, 23 October 2006

POST #50

Prendo il trenino in una giornata di sole. Comprero’ I mobili che mi accompagneranno per questi anni.

Per strada vedo una bici a cui qualcuno, nella notte ha sottratto ruote, sellino e tutto il resto.
Ginevra e’ come Palermo: una cosa simile successe a un mio amico che aveva lasciato il suo scooter, una notte, allo ZEN (Zona Espansione Nord: un quartiere di Palermo): un lavoro, veloce, pulito, da esperti. Chissa’, forse l'autore aveva letto e interpretato male “Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta”.

Arrivo al negozio, entrando vedo la stanza delle palle in cui decine di bambini, in preda a un raptus inspiegabile celebrano la vita come batteri nel brodo primordiale (foto a sopra).
Quella stanza m’ha sempre fatto impressione, non ho paura di morire per cause naturali. Ho paura di morire di una morte stupida (i.e. soffocato dalle palline).
I giochi per bambini sono pericolosi per gli adulti: provate a  saltare su un tappeto elastico, passati I 20 anni: verrete catapultati contro le reti metalliche a farete la fine poco decorosa di una zanzara su un vetro (un mio amico che chiameremo Mr.G me l'ha detto).

All’improvviso mi trovo a dovere andare in bagno. Un brivido: del resto tutti avranno provato almeno una volta nella vita, l’imbarazzo dato dalla scoperta di avere urinato in un bagno concepito solamente per esposizione e quindi non connesso con la fognatura….

Le cose attorno a me hanno nomi strani: mi affascina la rumorosa sveglia SFRÄNGIPÅLL o il cuscino gonfiabile a forma di zecca (foto a DX) ma infine, ritrovo, come una vecchia amica d'infanzia, la lampada a forma di Oloturia (a Sx).
Mi ricorda l'esame di zoologia.

Il professore mi diede 28 perche' mi rifiutai di dire il nome volgare dell'Oloturia che, secondo lui, era quello di “zucchina di mare”.
Chissa’ se il prof. avra’ poi scoperto che il nome volgare dell'essere vivente, per il popolo siciliano e' il piu' prosaico’ “minchia di mare”.
Motivo per cui mi viene difficile prendere in considerazione seriamente quella lampada.

Ho aperto un altro blog di musica. Lo curero' a tempo perso. E’ qua: http://youtubedifalloppio.splinder.com/

Tuesday, 17 October 2006

Le istruzioni di montaggio dell'universo le ha lette nessuno?

Ho una pila di documenti che non finisce piu'. Per produrre la carta necessaria e’ stata disboscato l'estuario del Rio delle amazzoni ma negli uffici, dopo averli visionati tutti, finiscono col dirmi “sans papiers” ed io abbasso la testa e salutando vado a disboscare anche il “Mato Grosso” che, comunque, non m’era mai piaciuto.
Domenica sono andato al CERN, stanno costruendo un acceleratore di particelle di 27 km che riuscira’ a fare passare alle particelle subatomiche 11.000 volte al secondo la frontiera con la Francia (perdendo solo un po’ di tempo al loro rientro I Svizzera per controllare tutti I documenti). Infine i neutrini verranno inviati al Gran Sasso (perche’ qua la raccolta differenziata la fanno bene, mica come noi che mettiamo I neutrini e gli elettroni nello stesso posto).
Incredibili quanti passi abbia fatto la scienza. La fisica oggi inizia a capire come e’ fatto l’universo, domani forse potra’ arrivare a dimostrare l’esistenza di dio.
Personalmente mi basta guardare un batterio (qua sopra uno spirillo), e gli occhi da cerbiatto, la maglietta a righe e la voce di Isobel Campbell (a destra) per essere sicuro che ci deve essere un progetto sotto. A meno finche' qualcuno non mi mostrera' un batterio canterino e con la maglietta a righe e biondo senza averne l'aria.
Rimane pero'  da capire se questo sia uno dei progetti di quelli che funzionano o meno. Perche’ I progetti non si sa mai come vadano a finire.
Esempio: quando avevo 14 anni mi piaceva una ragazza, ma non riuscivo a conoscerla. Una sera ci ritrovammo alla stessa festa. Parlavo, lei rideva,  guadagnavo punti, tutto andava bene e incominciavo a fare progetti: dopo 5 sorrisi , nella mia mente, eravamo sposati, dopo 10 avevamo una bambina che le assomigliava, all’undicesimo…..mi ero mangiato una decorazione della torta a forma di uccellino che pensavo fosse di zucchero, invece era plastica dura. Lo dovetti sputare, persi 100 punti, lei chiese il divorzio.
I progetti che partono bene sono quelli che finiscono peggio (e viceversa).
Oggi fa freddo