Monday, 16 March 2009

Titolo: Di Musica da sogno ma anche di troppa umanita’. Sottotitolo: maledetti staccate meno biglietti.

Finalmente arrivava un bel concerto: Cristina Dona’.
La voce doveva essersi sparsa perche’ c’era un bordello: nel senso che in quel pub, ex-casa chiusa c’erano un migliaio di persone.

Io e la mia sciarpa rossa andiamo a prendere delle birre.
Accanto alla cassa c’e’ il banchetto di Emergency.
Raccontano che raccolgono fondi per costruire ospedali da campo in zone duramente colpite dalla guerra e non ancora ricostruite.
La cosa mi sorprende un po’  perche’ ho lasciato la macchina vicino alla baraccopoli di "casa professa", vicino alle macerie delle case abbattute nella seconda guerra mondiale e ancora non ricostruite ma non ho visto opedali da campo.
Mi dicono che loro si riferivano all’Afghanistan, non a Palermo.

Qualcuno mi saluta.
Era una ragazza che usciva col mio gruppo durante la mia teenageritudine. Ricordo che piaceva sia a me che a Mauro. Dibattevamo da buoni amici su chi avesse il diritto di provarci per primo. Benedetta da Terni diceva che spettava a chi l’aveva vista per prima....e noi a raccontare compagni d’asilo (immaginari) che ce l’avevano presentata.
Mentre noi discutevamo, lei iniziava a stare con un altro. Ora credo siano sposati.
C’e’ davvero troppa gente. Guardo il palco ma non si vede un emazia.
Spero che Cristina Dona’ sia alta "un Battiato, un Battiato e mezzo", altrimenti so gia’ che non vedro’ niente.
Ecco che compare. Alta non e’. Al massimo larga. Attende progenie.
Inizia a cantare. Ha una bella voce, calda. O forse fa solo caldo.
No, no, e’ davvero brava. Dai testi si capisce che la donna deve essere un tipino ha molta personalita’. Cosa confermata dal fatto che di certo ha litigato con la sua parrucchiera, che infatti s’e’ vendicata.
Pero’ sono davvero belle le cose che canta: l’atmosfera e’ sognante. Fa venire voglia di fresco sulla pelle, estate, e luci soffuse per non sminuire la luce delle stelle. Davvero un bel sogno.
Poi il concerto finisce e posso uscire da quel buco pieno di persone.
E fuori c’e’ un aria fresca estiva, e tanta umanita’ (ma finalmente larga) e le stelle non sembrano infastidite dalle luci della strada mentre guido verso casa.

In settimana il prossimo post dal titolo: “resta di stucco, e’ un barbatrucco!”.

Wednesday, 11 March 2009

Cose che scopro sulla via all' alberi pizzuti.

Io da piccolo passavo le mie giornate all’asilo PAZ.
Ho sempre pensato che quel luogo fosse intitolato alla pace.
Credevo che fosse a causa dell’educazione ricevuta li’ che mi sentissi  offeso dalle ingiustizie del mondo.
Ponderavo che, siccome l’educazione l’avevo ricevuta da piccolo, mi offendessero particolarmente le ingistizie piccole.

Ricordo per esempio quel palermitano che era stato punto da una medusa nella riserva dello zingaro.
Mentre rendeva partecipe la spiaggia, del fatto che il fato avesse chiesto la sua collaborazione e si apprestava a portare la medusa fuori dall’H20 le guardie forestali lo fermarono.
Ricordo il suo protestare contro le leggi della riserva naturale.
Ricordo la noncuranza della medusa che sgalleggiava livida gialla e viola con nonchalance.
Ricordo che non sapevo se parteggiare per lo cnidario o il panormita.
Alla fine l’uomo concluse con una frase molto teatrale: “ho capito che stamattina comanda chi si e’ svegliato prima, ed io mi sono alzato l’ultimo di tutti”.


Va aggiunto solamente che l’esistenzialista Palermitano e’ simile all’esistenzialista francese, ma senza quella ridicola coppola picciuolata e con una panza che segna il vero peso della sua esistenza vissuta.
Mi convinsi che nella tenzone, l’ingiustizia piu’ grossa l’avesse ricevuta l’uomo.

Se me lo ricordo ancora oggi, vuol dire che l’educazione all’asilo PAZ.
Mi ha segnato.

Solo che oggi ho scoperto che il mio asilo era intitolato ad Andrea Pazienza.
Disegnatore geniale, surreale, sognatore a colori psichedelici, morto troppo giovane.
E mi chiedo se, dopotutto sia davvero colpa mia, se sono cosi’.


Musica: Cristina Dona’, Sabato sera suona a Palermo.

Wednesday, 25 February 2009

Sul disordine di Jimi Hendrix e di altri stadi confusionali.

Io da piccolo credevo che Jimi Hendrix fosse un maniaco dell’ordine.Uno che cantava di avere ucciso sua moglie perche’ l’aveva trovata a mettere in disordine con un altro uomo (messing around with another man).
Anni dopo, con l’arrivo di internet fu piu’ facile trovare i testi delle canzoni e scoprire la verita’.
C’e’ gente che non si perde mai.
 Io non chiedo mai la strada, ma non perche’ la sappia, ma perche’ mi piace perdermi.

Quest’estate chiesi a mio fratello cosa avesse fatto il sabato sera.
Mi disse: “l’unico che sapeva la strada si e’ addormentato e ci siamo ritrovati al faro”.
La sera era bella, il cielo sembrava vicino.
Io ho pensato che i navigatori in macchina risparmiano alla gente gli imprevisti.Ma gli imprevisti possono anche essere cose belle.
C’e’ chi sa usare la tecnologia e chi si bea della sua insipienza tecnologica.
Da un po’ di tempo ne ho uno.
Dice la mia ragazza che se mi fa uno squillo e’ per ricordarmi che mi vuole bene (che io sono distratto e altrimenti lo dimentico).
Dice la mia ragazza che se mi fa uno squillo vuol dire che m’e’ passata a prendere, m’aspetta in macchina e io devo scendere.
La tecnologia aiuta e ci unisce- ho pensato- alle due di notte, giu’ in strada.
 Chiedendomi se la mia ragazza mi volesse bene, o se mi stesse passando a prendere.

Friday, 13 February 2009

Circolare, gente, circolare

Il ragazzo davanti al computer penso’: “Maledetta Saigon, ormai piove da 20 giorni. Non male per un posto a rischio di desertificazione”.
Chiuse gli occhi per desiderare in maniera piu’ forte che, una volta riaperti, qualcosa fosse cambiata.
Guardo’ il mare. I cavalloni si sentivano fin da li’. Penso' a chi passava, o provava a passare, il mare di questi giorni.
Penso’ al peggio, ma non riusci a immaginare quale inferno li obbligasse ad attraversare il deserto per mettersi in mare con questo tempo.

Il mare era azzurro. Il cielo ancora pulito, netto, sembrava particolarmente vicino quella sera. Poi iniziarono a cadere delle stelle.
La mucca si sveglio’ e rumino’ la sua colazione indolente.
Quando una stella la colpi’ e smise di vivere.
Si scopri’ dopo che era caduta lo skylab statunitense.

Gente ancora protestava per il sacrificio di Laika, la prima cagnetta che aveva vissuto nello spazio.
Penso' che sarebbe famosa, come le altre vittime della corsa allo spazio. Ma era arrivata fuori tempo e se la scordarono in fretta, usando due pesi e due misure.

Due pesi e due misure vennero usate anni dopo:
Una coppia unita, e un primo figlio in arrivo era una benedizione, il saperlo malformato al settimo mese pone davanti grandi dubbi etici.
Sarebbero stati capaci di accettare il calvario che si presentava innanzi a loro?
Alla fine decisero di no e commisero cio’ che era illegale per le leggi di dio e dell’uomo.

Anni dopo non ebbero la stessa indulgenza nel giudicare male chi il calvario l’aveva gia’ affrontato.
Decisero di adattare la legge di un dio per farla coincidere con quella umana.
Dio non aveva fatto quella legge, si era limitato a dare delle linee guida per rendere il mondo migliore, anni prima.
In generale aveva detto di vivere bene ed essere felici, in pace.
Come un padre, aveva lasciato una grande liberta’ di coscienza al figlio.
Non capiva come nel suo nome altri volessero decidere per tutti quanti. Lo considero’ una mancanza di fiducia nei suoi confronti.
Avrebbe dovuto distruggere quel pianeta.
Il ragazzo davanti al computer chiuse gli occhi per desiderare in maniera piu’ forte che, una volta riaperti, qualcosa fosse cambiata.
Duro solo un secondo, ma quando lo fece. Ora nevicava con violenza.
Per il resto non era cambiato niente.

Monday, 2 February 2009

Tornero' a scrivere non appena smettera' di piovermi addosso.

Tuesday, 20 January 2009

Storia della mia terza gamba (il bastone della mia vecchiaia).

Ognuno ha l’eta’ che si sente. Io, per esempio sono un anziano.
Sono anziano perche’ mi rendo conto che la gente e’ mutevole come certi virus. I ceppi virali mutano mentre migrano dall’oriente. Chi porta il contagio sono le anatre. Cinque anatre andavano a sud: forse una soltanto vedremo arrivare, ma quel suo volo certo vuole dire che bisognava volare, che bisognava volare, che bisognava volare...tutto sto casino, per farmi prendere l’influenza… certe cose mutano, solo noi anziani siamo coerentemente cagionevoli. Sono anziano perche’ ho sempre pensato che il calcio fosse una bella metafora della vita. Poi col passare del tempo, ho capito che la chiesa era la rappresentazione di certi arbitri. Poi Moggi e’ stato assunto in vaticano, e ultimamente lo si sta santificato. Sono anziano perche’ sono disilluso: non c’e’ piu’ religione, ne’ classe arbitrale.Sono anziano perche’ so che bisogna essere indulgenti nei confronti delle nuove generazioni.
Per esempio, quando un cugignomo piccolo piccolo mi disse che era un astronauta su Marte, non me la seniti di lasciarlo cosi’ indifeso ed esposto ai raggi cosmiche. Presi uno scatolo di pandoro, ritagliai un visore e gli infilai in testa il casco.
Il casco ora lo proteggeva abbastanza bene dalle radiazioni.
Ma quando ando’ a sbattere contro un pilastro di cemento, divenne subito chiaro che il casco nulla poteva contro questa dura vita e malelingue.
Io, in quanto anziano, lo sapevo, lui no.E poi noi anziani ci perdiamo facilmente, con lo sguardo, osservo la collina di fronte casa mia, le pale eoliche girane e dovreste sapere uanto mi compiaccio a vedere girare le pale altrui….le mie invece girano a  vedere procedere I lavori vicino a casa mia, perche’ saprei portarli avanti molto meglio.
Poi confondo le cose  come la beneamata e la benemerita e sono sicuro che prima o poi consegnero’ patente e libretto a Ibrahimovic. Comunque mi piace utilizzare un idioma vetusto o obsoleto (ed escludo che i giuovini sappiano che significhi "vetusto e obsoleto").Ho capito d’esser diventato anziano quando le candeline su una torta gelato divvennero tante che la torta si squaglio’ prima che potessi soffiarle.
Ad ogni modo di questi tempi di giuovanilismi e gente vecchia fuori che parla tanto di giovani, essere anziano dentro e’ un privilegio .
Inoltre e’ diritto fondamentale dell’ anziani essere asociali e potersi lamentare di tutto e di tutti senza contraddittorio.
…ed io ci tengo tanto, a sto giro, ad essere un anziano, fuori luogo e fuori tempo....come panni lasciati asciugare sul balcone, proprio quando si sta avvicinando un temporale.

Tuesday, 6 January 2009

Di corsari, di nobili, di fantasmi d'ogni giorno.

Laura e Ludovico erano cresciuti insieme, avevano giocato spesso nei giardini del padre. Anni dopo, Laura era cresciuta e divenuta bellissima, venne combinato il matrimonio col barone, signorotto della citta’.
Ma quando il corpo non cresce di pari passo col cuore succedono disgrazie: il padre e il marito, scoperto l’amante, la tresca, la vergogna e l’amore, uccisero Laura.
Si dice che il sangue suo e dell’amante lordasse ogni cosa e che il suo ultimo gesto fosse quello di lasciare una mano insanguinata sul muro della sua stanza.

C’e’ poi chi dice che Laura sia rimasta nel castello che si staglia  lassu’, si dice ancora che la notte del 4 Dicembre, nell’anniversario della morte, tutte le mura siano ricoperte dalle mani insanguinate del fantasma della Baronesa di Carini.
La moto ora piega verso il mare e il grande mare placa e stempera il brivido che mi corre sulla schiena lasciandomi alle spalle questa triste storia di un amore sbagliato.

Penso ad Achille che l’altro giorno mi diceva che ultimamente si leggono moltissimi libri noir, sono libri ben scritti, ma certamente vengono meglio tra le nebbie padane.
Qua da noi non vi sono storie cosi’ nere.


Giungo a Trapani, che al tramonto e’ sempre bellissima e smetto di pensare a cose tristi.
Percorro la falce di Drepanum e attraverso via Serisso tra le vecchie vie del porto.
Mi viene in mente la storia di Serisso: sua moglie si innamoro’ di un Berbero e fuggì con l’amante. Serisso, si travesti’ da arabo, cerco’ la moglie, la trovo’, e li uccise.
Torno’ a Trapani ed espose davanti alla porta di casa la testa della moglie.
Mi sembra un ottimo motivo per dedicare una strada ad un corsaro e reiterarne la memoria.

Giorni dopo, Achille esce da un edicola con in mano l’ultimo Dylan Dog. Sai-mi dice- anche se ormai le storie sono banali e ripetutissime, continuo a comprarlo per la collezione.
Io queste storie le ho scoperte e belle o brutte, raccontano molto di cio’ che e’ o e’ stato il mio popolo. A volte fanno paura, ma trovo sia un peccato che si debbano perdere.
Mi piacerebbe essere un cantastorie e raccontarle a bambini attorno a un fuoco, colorandone le storie, le navi, I castelli, I baroni e il mare. Le efferatezze, le paure, le ingiustizie e l’assenza di lieto fine sarebbero seminati nei loro piccoli inconsci....niente che tanti anni di psicoanalisi non possano curare.