Wednesday, 23 March 2011

Ho visto anche degli zingari felici

La vita di una persona e’ la somma delle sue esperienze.
Leggere un libro*, scoprire un amico, amare una donna significa vivere esperienze e rendere la vita piu’ vita.
Se la mia vita e’ interessante, non lo devo a cio’ che ho fatto, ma sopratutto alle persone che ho incontrato.
Alcune di queste persone le vedo poche volte all’anno, con alcune ho perso i contatti, eppure a me basta che ci sia stato un momento in cui loro per me ed io per loro, ci consideravamo importanti per gli altri.

Domenica scorsa ero con dei vecchissimi amici (nel senso che ci conosciamo molto, non nel senso di anzianita’): ero coi miei “compañeros de piso”di quando vivevo a Cordoba, ma stavolta ero nel Galles dell’Ovest: A  Carmarthen, dove si dice dorma Merlino, incantato dalla Siciliana fata Morgana.
Li' abbiamo conosciuto Vin, che ha una fattoria sull’altopiano.
Vin ha sessant’anni a guardarlo ne daresti anche di piu’.
Capelli rossi arruffati come quelli dei vichinghi, suoi antenati.
Sguardo sveglio, occhi piccoli e taglienti come di chi ha visto troppo vento, ma mitigati da un sorriso sereno. Sembra babbo Natale.

Quando mangiamo tutti insieme, Vin parla piano e pesa le parole parlando lento scandendole bene un po’ perche’ la sua prima lingua non e’ l’inglese ma il gallese, un po’ perche’ vuole pesarle bene perche’ il significato sia chiaro.
...racconta di quando compro' la fattoria, di come allora i tempi fossero diversi, e che anni fa non avrebbe mai immaginato che il latte al supermercato potesse costare meno dell’acqua o che il costo della lana potesse essere cosi’ basso, mentre i negozi sono pieni di maglioni di acrilico.
Un raggio di sole taglia la nebbia e si vedono castelli lontani e le pietre che affiorano alla marea dell’Oceano. I suoi avi erano contrabbandieri spesso facevano finire le navi sugli scogli per rubarne il contenuto.
Poi qualche generazioni fa sono diventati allevatori e ormai le navi incrociano al largo con i loro scafi di metallo e sembrano irridere quegli spuntoni di roccia.

Racconta di come qui tutto sia diverso, dice che una cavalla aveva due gemelli in grembo e ne aveva dovuto uccidere uno, perche’ i cavalli non possono portare a termine un parto gemellare.

C’e’ chi si fa problemi etici sugli embrioni, dimenticando che la natura e’ dura.
Uccidere un feto per salvare il fratello e la madre non e' peccato (e nemmeno chi riesce a dare la vita grazie alla scienza e alle provette).
...e racconta che dopo aver perso la moglie non ha mai cercato una compagna, che lui e’ felice cosi’, a guardare il suo altopiano e le sue poche cose.

Mentre parlava la sua serenita’ mi faceva riflettere.
Io non riuscierei mai a vivere come lui, ma sapere che gente sceglie una strada e riesce ad essere felice, mi commuoveva.
Mentre pensavo “col cavolo ch’io potrei alzarmi ogni giorno all’alba”,
E poi io non ci sarei stare legato a una terra troppo a lungo (infatti ho ripreso il corso di francese che non si sa mai dove sara' il futuro).
Io non so dove saro’ in futuro.
Pero’ quel sentimento di pace dato dalle poche cose lo capisco ancora.
Mi da piu’ felicita’ la strada che la terra coltivata, ma ogni uomo segue un suo percorso e cio’ che rende felice te che leggi non puo’ rendere altrettanto felice me, ma  so per certo che han visto anche degli zingari felici.


* Certi libri pero’ accorciano la vita. Le foto di questo post sono mie.

Thursday, 3 March 2011

Il mare non ha paese nemmeno lui, ed è di tutti quelli che lo stanno ad ascoltare, di qua e di là dove nasce e muore il sole (G.Verga).

Il mar mediterraneo e’ poco piu’ di una pozzanghera, chiusa da uno stretto e da due colonne che segnalano l’uscita del mare nostrum e l’inizio dell’Oceano (mare lorum?).
In mezzo al Mediterraneo c’e’ un isola, la Sicilia.
Che molti si ostinano a considerare  Italia mentre in realta’ e’ solo la punta estrema dell’Africa.

Di motivi per cui la Sicilia e’ Africa ve ne sono molti.
La spiegazione scientifica tettonica e’ intuitiva: tra Africa e Sicilia la profondita e’ minima e la placca e’ quella Africana. Dopo lo stretto, invece inizia la zolla Euroasiatica.
Il punto in cui le placche si scontrano e’ Messina che ogni 100 anni subisce un grande terremoto.
Eppure secondo alcuni e’ un punto perfetto per costruirci un ponte.
Ma vi sono ragioni piu’ importanti per cui la Sicilia e’ Africa.
Io ho nostalgia delle arancine, ma alcuni miei conterranei vivono la lontananza con vera sifferenza.
Come chiamereste questo sentimento di nostalgia estrema?
In genere una nostalgia viene chiamato con un nome preciso: Il mal D’Africa.

E la lingua?
Il Siciliano e’ una mistura di parole prese da tutto il bacino del mediterraneo molto simile al Sabir, la lingua Franca parlata nei porti di tutto il mare.
Sembra incredibile ma mentre durante le crociate contrapponevano societa’ e civilta’, papi lanciavano anatemi e guerrieri si corazzavano per la battaglia, negli porti del Mediterraneo la gente si scambiava beni e saperi (allora gli arabi erano filosoficamente ma anche scientificamente e tecnologicamete piu’ avanzati) in una lingua comune.
Oggi il mediterraneo del sud si sta risvegliando e caccia via dittatori che sono al potere da troppi anni.
La democrazia fa paura, e le giovani democrazie spesso agiscono in maniera avventata (per esempio in Ungheria hanno appena abolito la liberta’ di stampa e il diritto di critica, mica come in Italia).
La democrazia fa paura e la destra demagogica che abbiamo la sfrutta per alimentare i conflitti, instillare la paura dello straniero.
In realta’ se anziche’ pensare al peggio si volesse pensare in positivo (e favorire il cambiamento) scopriremmo che quei popoli potranno aprire le loro economie e progredire come non e' stato possible finora…e I loro partner commerciali saremmo noi che siamo cosi’ vicini culturalmente e geograficamente.
Qualche anno fa nelle scuole Siciliane hanno iniziato a insegnare l’arabo, oltre all’inglese.

Sembra incredibile ma mentre durante questi tempi in cui si contrappongono societa’ e civilta’, con premier che baciano le mani a dittaotri e corazzate di guerrieri si preparano per la battaglia, da un lato all’altro del Mediterraneo, I bambini sanno gia’ comunicare coi loro simili che guardano lo stesso mare.
Solo dall' altro lato della pozzanghera.

Alla fine piu' di 2500 persone hanno cercato la Canalis sul mio blog.
Lo sapevo che a furia di cercare di pubblicare cose intelligenti sarei riuscito ad attrarre degli ottimi lettori.