Friday, 22 April 2011

Sull'invisibilita' tipica dei supereoi

Camminavo per strada.
Un nano l'attraversa. Lo vedo camminare davanti a me con passo veloce.
D’un tratto per strada riecheggia  un voce alta, che tradisce sorpresa e forse una contentezza irrefrenabile.
E’ una bambina, piccola, che indica il nano e grida: “guarda papa’ c’e’ un nano...un nano vero!”.

Il papa’ con visibile imbarazzo cerca di portarla via mentre lei continua a indicare il nano con la mano, forse ha paura che sia l'unica a vederlo.
La bambina e’ piccolina, non c’e’ assolutamente voglia di irridere nelle sue parole.
Avrà visto tante vole "Biancaneve e i 7 nani" e forse aveva sempre pensato che i nani fossero creature fantastiche, come gli elfi, gli gnomi, (e gli eurocomiunisti ndr).

Vederlo di presenza l’ha sorpresa molto. Probabilemte ricordera’ per sempre questo momento: per la sua sorpresa oggi, che un domani, quando capirà, sarà diventato imbarazzo.
Prima che assistessi a questo fatto pensavo ai fatti miei.
In particolare pensavo al concetto di eroe.
Ricordavo che anni fa e’ stata data una medaglia a un
mercenario che catturato da un gruppo non meglio identificato di guerriglieri era morto dicendo.
"Adesso vi faccio vedere come muore un italiano".

Onestamente non avevo notato molta differenza da come muore un africano o un asiatico, che del resto da molecule siamo fatti, e il sangue e le ossa sono uguali qualunque sia la tua cultura o il colore della tua pelle.
La differenza l’avevo notate nell’aspetto mediatico: un africano che cade fa meno rumore (nel
genocidio del Ruanda, il rumore di un milione di caduti di si udiva "fragoroso", dalle ultime pagine dei giornali).
Al mercenario vennero dati onori (per esempio la medaglia al valore civile che non era spettata nemmeno ai soldati morti servenodo il paese).
Dissero che era stato un eroe, per cosa aveva detto alla fine.
Io, prima di morire vorrei dirò  “pasta, pizza, mandolino, (Galileo, Leornardo da Vinci,
Monica Bellucci)”.
Ci pensavo perchè mi chiedevo se al ragazzo, il giornalista free-lance morto recentemente in Palestina sarebbero stati concessi tali onori.
Una persona davvero eroica che, per il dovere di cronaca aveva documentato giornalisticamente sul suo blog l’operazone
piombo fuso e tutto quello che ciò prevedeva per i Palestinesi .Per questo aveva già rischiato la vita ed era stato picchiato dai soldati Israeliani.
Ci ha fatto vedere davvero come muore un italiano: sottopagato e con contratti a tempo determinato, ma con tanto coraggio, passione e cuore messo nel lavoro.
Ma non credo che questo, di questi giorni, gli valga una medaglia.

Perchè i veri eroi spesso rimangono invisibili.
Ricordo quando anni fa c'erano al liceo "Cielo d'Alcamo" seguivamo
Danilo Dolci e i suoi seminari.
Danilo Dolci, se non lo conoscete, era detto il Gandhi della Sicilia.

Aveva inventato azioni di protesta come, lo sciopero alla rovescia. Alla base c'era l'idea che, se un operaio, per protestare, si astiene dal lavoro, un disoccupato può scioperare lavorando.
Centinaia di disoccupati a Partinico si erano organizzati per riattivare pacificamente una strada comunale abbandonata.
Ovviamente questo metteva in evidenza come lo stato fosse assente e abbandonasse i suoi beni quindi i lavori vennero fermati dalla polizia e Dolci, con alcuni suoi collaboratori, venne arrestato.
Nello stesso anno, il 1956, oltre mille persone diedero vita ad uno sciopero della fame collettivo per protestare contro la pesca di frodo, che, tollerata dallo Stato, privava i pescatori dei mezzi di sussistenza. Ma la manifestazione venne presto sciolta dalle autorità, con la motivazione che «un digiuno pubblico era illegale»
Magari state pensando che queste siano lontane nel tempo, che potevano accadere solo in Sicilia. Ebbene pensate alla protesta delle carriole all’Aquila dove la gente che voleva tirare via le macerie , le  macerie delle loro case (primo passo per la ricostruzione), è stata manganellata e schedata come criminali. In questo modo lo stato, almeno nella sua componente repressiva ha dimostrato di non essere affatto sordo e assente .
Io allora ascoltavo Danilo Dolci trovavo bizzarre queste proteste sopra le righe, e pansavo più in termini di occupazione e organizzazione. Ero giuovane.
Oggi ho capito che un eroe non lo si incontra per strada, e spesso se lo si incontra non lo si riconosce perchè un eroe non cambia le cose dall'oggi al domani.
Gli elfi e le fate magiche non esistono.
Esistono solo eroi, invisibili e silenziosi, che gettano i semi di un cambiamento.
Il cambiamento richiede piccoli eventi, come il germogliare dei semi
.
Ci vuole tempo e condizioni favorevoli per fare crescere da un piccolo seme, una grande quercia.

…dedicato ai miei maestri.

La Foto a sinistra è presa dal sito di MissKappa

7 comments:

sciamanopazzo said...

Pregevole prosa , mette un pò in confusione per il titolo ed è narrativamente scoraggiante ,ma mi sono imposto di leggerla perchè intuivo che dietro c'era qualcosa che non fosse la solita cazzata. A parte la mia simpatia e l'accordo con quello che dici in maniera così complicata ricorda che gli eroi per essere tali devono essere morti , un eroe vivo è solo uno scampato , forse una persona coraggiosa forse un irresponsabile , ma non è un eroe finchè non è morto e può diventare esempio e simbolo perchè è morto per essere trasformato in simbolo , non come tutti noi che muoriamo lo stesso a prescindere . Non si sceglie di fare gli eroi si è scelti come eroe da qualcuno che ti pronuncia eroe perchè la tua azione sia un simbolo ed uno stimolo , il resto è solo vanità e niente. 

yetbutaname said...

lamentarsi non aiuta
bel post, Fallo'
ciao

utente anonimo said...

c'è un gruppo di stranieri, licenziati da una ditta emiliana. Sono davanti alla porta dell'azienda da mesi, sono pacifici ma c'è sempre una pattuglia, 2 tizi pagati a ronfare e a leggere il giornale. Da ieri hanno iniziato lo sciopero della fame e della sete. Non hanno più niente da perdere. Anzi non voglio perdere l'onore. Sono eroi.

UnaStranaStrega said...

non riesco ancora a leggere di arrigoni senza che mi vengano le lacrime.
prima o poi passerà.

utente anonimo said...

ho provato a tradurre in parole lo sconforto e non ci sono riuscita, grazie al racconto della bimba che indicava il nano sei riuscito a decifrare le emozioni di molti, è sempre un piacere leggerti.
estia

laila81 said...

Arrigoni è stato calpestato. Il suo senso di umanità è stato calpestato.
Non sapevo chi fosse, ma sapevo che a questo mondo c'è gente che è capace di regalare la propria vita al prossimo, capace di vedere la propria realizzazione non dentro un qualche ufficio da super direttore, ma in un sorriso donato... Questa è gente merita l'appellativo di eroe!

xanthippe said...

"Felice il paese che non ha bisogno di eroi." B. Brecht