Tuesday, 29 May 2012

2 Giugno 1946 - 2012

Due settimane fa ho fatto la locandina che ho messo al centro del post per il sito dell'ANPI di Londra.
La parte in alto a  sinistra rappresenta la parte "storica" col simbolo del CLN: il Comitato di Liberazione Nazionale.
Il CNL era una formazione interpartitica formata da movimenti di diversa estrazione culturale e ideologica, composta da rappresentanti di comunisti, democristiani, azionisti, liberali, socialisti  e demolaburisti.
Queste persone, seppure venissero da aree ideologiche differenti e sebbene avessero combattuto una lunga e sanguinosa Guerra di liberazione, non esitarono e mettere da parte le armi per permettere la creazione di uno stato democratico e di moderna concezione.
Il referendum Repubblica-monarchia, per esempio fu il primo a suffraggio universale cui anche le donne poterono votare.
In altri paesi come la Russia le donne potevano votare gia’ dal 1917 (potevano votare solo un partito, ma potevano votare), in altri paesi come la Svizzera il suffraggio universale arrivera’ nel 1971 (in alcuni cantoni solo nel 1991).
La vittoria della Repubblica fu il primo taglio netto col passato, creando la base per quello che siamo oggi, nel bene e nel male.
Per questo, nel volantino ho saldato la stella "vecchia"  del CLN con quella al centro dell'emblema della Repubblica "nuova".

Certo, nel nostro parlamento siedono ancora individui dalla morale a dir poco discutibile (1, 2 3, 4 etc.).
Guardando queste cose uno puo' pensare che la repubblica non sia il sistema migliore per governare un paese. Eppure a me piace pensare che chiunque nasce in una repubblica e' un cittadino che condivide diritti e doveri uguali per tutti i concittadini.
Non e' una cosa da poco: qua nella perfida Albione si sta avvicinando il giubileo per i 60 anni di regno dell'attuale monarca.
Non giudico la sua persona o il suo operato, ma credo fermamente che ci sia qualcosa di sbagliato che uno nasca in una famiglia regnante e non credo troppo in un sistema che prevede che nella camera alta del parlamento vi siano membri hanno ereditato il posto per antichi privilegi familiari  (per non parlare dei 709 membri che sono la’ per essere vescovi o nobili). Il tutto mentre il diritto all'istruzione e' crocifisso dalle tasse universitarie piu' alte d'Europa (9000 £ all'anno)....se questa e' uguaglianza.
Per cui, per quanto disastrata, voglio fare gli auguri alla nostra repubblica.  
Grazie per garantire le nostre liberta’, e l'uguaglianza per ricordarci cio' che abbiamo dovuto passare per essere cio’ che siamo.
Auguri di cuore che e’ l’organo giusto, mica come certe esibizioni di altri organi che si vedono nella sfilata delle forze armate.
A proposito, io non so a quanto servano queste raccolte firme, ma c'e' una petizione per destinare alle vittime del terremoto i circa 10 milioni di Euro necessari per la parata militare.
Io ho firmato qua.

Sunday, 20 May 2012

La marmellata

Quand’ero piccolo, c’era una bambina nel palazzo di fronte. Si chiamava Gemma. Aveva un viso tondo e dei capelli a caschetto, diverse salopette di identica foggia e diverso colore.
Si giocava a biglie, a palla o con le bici con cui salivamo la collina, per vedere cosa ci fosse dall’altro lato.
Ed una volta arrivati in cima alla collina, stanchi per la corsa con le bici, si giocava.
A quei tempi, eravamo piccoli, non e’ che si sapesse bene la differenza tra maschietti e femminucce.
L’unica diversita’ che ricordo d’aver notato allora era che per spianare il circuito per le biglie, si usavano le ragazze, ma perche’ erano piu’ leggere e, forse, col culo piu’ rotondo.
Quando vivevo in Germania c’era questa ragazza che aveva dei lunghissimi capelli neri e degli occhi azzurri troppo profondi, che non capivi mai cosa pensasse.
Non l’ho quasi mai vista ridere e certamente, davanti a me, non ha mai pianto.
A volte pensavo che, anche quando eravamo soli, lei era la’; ma la sua mente era da qualche altra parte.
Solo che se poi andavamo da qualche parte, la sua mente non era mica la’.
Era un po' nel suo mondo, che non era il mio, e l'avevo capito.
Visto che non c'era sovrapposizione, mi chiedevo se almeno i nostri mondi si toccassero.

Poi ricordo una sera. Io guardavo una fontana, con l’acqua che s’era congelata lasciando delle sculture di ghiaccio.
Lei mi tiro’ una palla di neve gigantesca. Forse il gesto piu’ romantico avesse mai fatto. Ne ridemmo a lungo.
La mia compagna ora e’ lontana.
Ha degli occhi grandi e neri, che e’ facile leggere. Perche’ sono i miei stessi occhi.
Mentre la guardo penso a come verranno un giorno i nostri bambini.
Coi capelli ricci come i suoi, o lisci come i miei. Se piangeranno tanto come faceva lei da piccola, o se dormiranno tanto come me, che mia mamma dice che non e’ sicuro che poi mi sia poi mai svegliato davvero.
A me non importa, basta che siano felici.
Mi piace pensare a cio’ che ci potrebbe capitare fra qualche anno.
Io non so se Gemma sia cresciuta e si sia trasformata in una donna o se la ragazza tedesca abbia trovato qualcuno con cui dividere il suo mondo.
Nei miei pensieri sono rimaste la’: Gemma corre ancora felice fischiando via felice. Peggy tira palle di neve e ride di me.
Ed io guardo il futuro.
So che tutto cio che siamo stati, ci rende cio’ che siamo e influenza cio’ che faremo.
E poi mi addormento e penso a tutte le cose belle che mi sono capitate in vita.
E salgo sulla collina con la bici, ma questa volta non corro, salgo piano che i bambini, con le rotelle vanno piano. E infine giungiamo sulla cima della collina e guardiamo cosa c’e’ coi bambini che guardano avanti ed io che guardo indietro, ammirando come siamo arrivati fin lassu’.

Sunday, 13 May 2012

Chet Baker

Ultimamente ho poco tempo per scrivere cose nuove, ma questo forse mi da l’occasione per scrivere un post che mi ronza nella testa da qualche anno.
Un post sul mio musicista preferito: Chet Baker.
Da piccolo mio zio mi portava sempre a vedere concerti Jazz, ma si sa come sono fatti i Jazzisti, noi eravamo sempre al club verso le nove, ma il concerto spesso iniziava 2-3 ore dopo, col risultato che io mi addormentavo su quelle sedie. Dormivo bene, cullato da quelle musiche, ma dormivo.
Una sera, pero’ c’era un terzetto, piano, basso e tromba e rimasi sveglio, perso a seguire coi pensieri i saliscendi di note che si stagliavano chiare nel buio del fumoso nightclub.
Da li’ nacque la folgorazione per gli ottoni, e fra tutti i trombettisti, quella per Chet.
La tromba ha solo tre tasti, ma se sei bravo puoi riuscire a farle fare un ampia gamma di suoni e raggiungere vette d’espressivita’ che altri stumenti, con piu’ tasti possono solo sfiorare. La differenza sta nel trombettista.
E Chet era il piu’ grande dei trombettisti.
Molti Jazzisti si attaccavano alla qualita’ del suono di uno strumento: B.B. King con la sua chitarra Lucille (che poi fara' una brutta fine), Keith Jarrett che suona panoforti Steinway & Sons o Dizzy Gillespie con la sua tromba deformata con la campana verso l’alto.
Chet suonava qualsiasi tromba, riuscendo a metterci l’anima.
Chet aveva imparato a suonare la tromba nell’esercito, alcuni dicono che non sapesse leggere il pentagramma.
Ma la musica non e’ erudizione o bravura tecnica: e’ suono: sogno non segno.
Chet Baker non suonava solo la tromba in maniera Jazz: improvvisando. Lui viveva in maniera Jazz.
Aveva grossi problemi di droga che lo portarono a passare un anno in carcere a Lucca e ad essere cacciato da molti paesi Europei come l’Inghilterra.
Quando Chet torno' in America ebbe una rissa con degli spacciatori, che gli ruppero tutti i denti davanti.
La bocca per un trombettista e’ la capacita’ di modulare le note. Suonare la tromba con una dentiera e’ come suonare il piano con una protesi al posto della mano.
Ma Chet riusci’ a lavorare e metterci l’anima, dimostrando che nemmeno quello era importante per suonare. Non la tromba, non i denti.
Anche con la dentiera riusciva a esprimere il suo genio.
Poi una notte, esattament 24 anni fa, mori’ cadendo da una finestra del Prins Hendrik Hotel, di fronte alla stazione di Amsterdam.
Si e’ parlato di omicidio, suicidio, in realta’ e’ possibile che Chet volesse semplicemente chiudere la finestra, e la droga abbia fatto il resto e l’abbia spinto giu’.
Dopo aver dimostrato che nella vita niente puo’ abbattere un animo come il suo, la droga e’ riuscita a farlo precipitare.
Ma mentre il suo corpo appesantinto dalla droga s’e’ schiantato sul marciapiede, la sua musica vola alta, con quei i saliscendi di note che si stagliavano chiare nel buio.
Lo immagino, infatti, vestito di scuto, con la sua faccia d'angelo a cantare di "My Funny Valentine": di un amante che dice a Valentine che non la trova la piu' bella e che quando parla si chiede perfino se sia intelligente.
Ma non le chiede di cambiare niente, solo di rimanere com'e', per rendere ogni giorno un giorno speciale, a Valentine's day.

Ascolti suggeriti: 1, 2, 3, 4.