Saturday, 9 January 2010

La truna dell'ego

I britannici (al secolo perfidalbionici) sono convinti di abitare un isola tropicale.
Solo cosi’ si spiega perche’ si ostinino ad indossare minigonne e spalmarsi di crema solare quando fa un freddo barbino e spunta un sole che piu’ che timido e’ sociofobico).

Ma forse e’ meglio raccontare l’odissea dall’inizio.
Musa, quell'uom di multiforme ingegno

Dimmi, che molto errò, poich'ebbe a terra.

Infatti dovevo atterrare ebbere a terra a Londra, ma per un fato beffardo (i fati si dividono sempre in beffardi e avversi, la fortuna invece l’e’ sempre culo) durante il volo l’aeroporto venne chiuso per neve, cosi’ ci dissero che dovevamo continuare verso Nord.
 
Quando atterrammo ci dissero che eravamo a Leeds non ero sicuro di sapere dove fossi, guardando il panorama fuori dall’aeroporto capii di essere molto vicino al polo Nord: regno del “mitico Thor”, pensai che se atterravamo tra ranger del Nevada di Capitan Miki era peggio.
Cercai di ricordare meglio la mappa e il mio passato calciofilo mi ricordo’ che mi trovavo nella provincia dello United (Leeds United si trova a Nord di Sheffield United e ad Est di Manchester United....ma piu’ a sud dello Yorkshire (contea di cani antipatici).
Uscimmo dall’aeroporto senza sottoporci ai nuovissimi body scanner (vedi foto) della cui efficacia, io che li ho sempre visti pubblicizzati su “il monello ho sempre dubitato.
A notte fonda arrivo' un autobus che viaggio' per tutta la notte
per riportarci a Londra.
Qui ci dissero che i treni non andavano, gli autobus arrancavano, l'insalata era nell'orto, pane e vino ci mancava,
maramao perche' sei morto; la peste infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca. Decisi pertanto di affittare un macchina e dirigere sul Galles.
Dopo aver pagato mi indicarono un cumulo di neve. A giudicare dalle dimensioni doveva avere  affittato un torpedone.
Spalando via l’eccesso risulto’ essere una Volvo: una sicura macchina cinese.
Prima di partire dovevo rimuovere lo spesso strato di ghiaccio sul vetro.
Mi serviva un raschiaghiaccio (ice-scraper).
Purtroppo gli affittamacchine li avevano finiti (essendo un paese tropicale ne avevano presi giusto due).
Feci come gli antichi e con un bue e un asinello e scongelai il vetro.
Con la macchina andava bene.
La neve, pero', risveglia la parte bambina di tutti noi, e chi e' piu' bambino di un camionista? Guidando i loro giocattoloni  2 camion e 3 tir avevano fatto un incidente tutti insieme.
Ci dissero che ci sarebbero volute due ore per riaprire l’autostrada.
Intanto iniziava a nevicare forte.
Pensai a cosa potevo fare, poi mi resi conto che avevo con me tutto cio’ che mi serviva per sopravvivere:
Presi dal mio zaino un cd di Bob Marley, e questo basto’ a fare sciogliere il gelo attorno alla mia macchina.
Poi aprii il pacco di dolci e biscotti che dovevo portare ai miei colleghi.
Erano dolci fatti con le mandorle e li cuddureddi i tipici dolci natalizi fatti con cioccolata, noci e fichi secchi.
Mentre me li mangiavo tutti (ai miei colleghi avrei cercato di portare qualche altro prodotto tipico: un carretto siciliano, una testa di cavallo, un disco di Battiato).
La neve scendeva ma io ero molto tranquillo (e satollo).
Nella mente mi frullavano questi pensieri di saggezza siciliana "l’acqua mi vagna, lu ventu m’asciuca, calati junco ca passa la china" (l'acqua mi bagna e il vento mi asciuga: piegati o giunco finche’ non passa la piena).
E’ impossibile preconizzare gli imprevisti, e’ inutile arrabbiarsi per cio’ che non possiamo controllare. Ci vuole capacita’ organizzativa e spirito d’adattabilita’.
Ci sono voluti anni ma posso dire che oggi questo e’ il mio karma weltanschauung.
Va beh, ci ho provato a buttarla sul filosofico, ma il vero motivo per cui ero cosi’ felice, era che, dopo averla studiata in teoria per tanti anni agli scout, per la prima volta avevo abbastanza neve per scavare una truna di sopravvivenza.

Le foto sono prese dal sito della Nasa, Animamia e Meridth Gimbel.

Wednesday, 30 December 2009

Egregio Lettore,

Con difficoltà vinco la riservatezza che ha contraddistinto il mio modo di essere e approfitto di questo post per fare un bilancio di quest’ultimo anno trascorso.
Visto che non dispongo di mezzi per fare l’effetto “reti unificate” apprezzerei se tu potessi aprire lo stesso post usando diversi browser.
Ripercorriamo pertanto il 2009 attraverso le parole chiave che lo hanno contraddistinto.
A- Amore vince su tutto.
B- Barbarossa n.p. Babbo Natale. Ammettiamolo: non è Finlandese e non lavora per la coca cola ma è pur sempre l’uomo rosso un tempo conosciuto come il santo Nicola di Bari…ma tutto ciò non è un buon motivo perché D’Alema faccia cadere Nichi Vendola.
C- Crisi non esiste. 
E- Elisabetta Canalis Non so se ci rimanevo più male quando stava con Vieri o ora che sta con Clooney.
F- Facebook Federico II Hohenstaufen Stupor mundi, mica pizza e fichi.
G- Guzzanti padre s’è riveduto ma è scomparso dalle scene.
Forse st’anno han passato un bel Natale in famiglia.

I- Italia 150 (anni dell’unità di Italia). Nonostante gli “Italia 1!”.
J- Jesus Tornasse sulla terra, sarebbero amari per tutti (Jesus l’amarissimo che fa benissimo)
K- Ku futti futti chi diu pirdona a tutti. Linea di governo.
L- Lega Lombarda Rido ancor’ oggi nel pensare i Serenissimi chiusi nel loro barattolo-Tanko. Grande happening artistico per rinverdire i fasti di Piero Manzoni.
M- Minareto Parola veneta, ricordo di infanzia. Mi n’a reto: io non ho retto. Sull’incapacità degli alpini di stare lontano da Grappa.
N- Nettuno è perfetto.
O- Onestà e Scudo fiscale. Promettere ai disonesti di fare rientrare 95 mld di euro promettendo di non controllare da dove venivano è stato un bel regalo alla mafia non un segno di forza della nostra economia.
P- PUNK! Il Punk non è morto. E’ andato al potere. Dopo anni di predicare il “no future” e il nichilismo, Silvio l’incarna il punk. Considerando che i bulbi piliferi vengono presi da posti scogniti Il neo-punk rispetto al vecchio punk si caratterizza per la cresta riccia.
Q- Quo Vadis? Sempre in fondo a destra.
R- Ricavo e profitto. La vil pecunia è il motore di ogni azione umana. Ma anche la figa.
S- Sinistra. Ora dirò qualcosa di sinistra, poi mi contraddirò, mi scinderò, e infine scenderò sotto il 5% così che nessuno dirà più niente di sinistra.
T- Tumblr capissi come funziona, io quasi quasi lo aprirei.
U- Utopia. Moro è stato ucciso dalle BR.
V- Viabilità Viale Europa: l’idea di fare posteggiare su una corsia a lisca di pesce e sull’altra a cazzo di cane non m’è sembrata geniale.
W- WTF. Già. What the fuck? E chi minchia ni sacciu ju.
X- Xilofono. Io per esempio, da grande voglio imparare a suonare il Theremin.
Y-Yes we can. Do we?
Z- Zorro era il cognato di Al Bano. Poi si chiede perchè il Vaticano non gli perdona il divorzio.

Questo per il 2009. Chissà cosa ci riserverà questo 2010. Vi auguro di realizzare l’85% dei vosti desideri. Così imparate a non limitarvi nei sogni e capite l’importanza del non rimanere sprovvisti di margini realizzandoli tutti.

La foto della marmotta me l'hanno data i cuginetti Ettore ed Elena.

Monday, 21 December 2009

Caro Babbo Natale (post natalizio d'orgoglio forcaiolo)


Da bambino mi venne detto che se volevo il trenino ed ero stato buono l’avrei potuto chiedere a Babbo Natale (in qualita' di protettore delle ferrovie?).
Una vecchia zia che votava DC mi disse di chiederlo a Gesu’ Bambino, ma io dissi che visto che la scatola era grande e non adatta ai bambini sotto una certe eta’, preferivo che se ne incaricasse il vegliardo piuttosto che il neonato.

Quando lavoravo nella
DDR, Peggy mi racconto’ che aveva sempre avuto paura del Natale, infatti, per i bambini tedeschi se eri stato buono, ricevevi una ricompensa (cd di Falko, Leningrad cow-boys o cassete di gurken da mangiare prima di andare a nanna), ma se eri stato cattivo, il buon vegliardo non avrebbe lasciato niente; sarebbe intervenuta una figura chiamata “Black Peter/Zwarte Piet (o con altri nomi 1, 2, 3), che percuoteva il/la piccolo/a con una scopa di saggina.
Io Peggy non l'avrei toccata nemmeno con un fiore.
La figura di Black Peter, era rappresentata come un emigrante nero.
Ho scoperto che e' presente in molte culture (in Francia dove e' le
Père Fouettard al terribile Krampus austrico).

Al di la’ delle storie.
Mi fa pensare che mentre per noi Italiani finisca sempre a
tarallucci e vino, nel resto dell'Europa si cresca con il concetto di “certezza della pena”.
Niente ricusazioni dei giudici (nessun lodo Alfano puo' battere cio' che e' scritto nel libro di Babbo Natale), niente ricorsi per allungare processi fino alla prescrizione, levando mezzi alla giustizia: le volanti (renne) di babbo Natale non hanno mai avuto problemi di carenza di benzina;
Il piccolo (ma non basso) accettava il giudizio e si faceva processare.

  Caro Black Peter lo so che a te nessuno scrive.
A te che sei nero e, per come ti trattano avrai anche ben il diritto di essere incazzato (a proposito sei in regola o Babbo Natale ti paga in nero come quegli imprenditori che si lamentano degli immigrati delinquenti e poi non  mettono in regola i loro dipendenti?)
Se puoi, ti prego di accogliere una gentile richiesta: passa le Alpi e fai un po' di pulizia di tutti quelli che anziche' ammettere che si sono comportati male danno la colpa ai giudici che fanno solo il loro dovere inquisitorio.
Proprio come te.
Insegna ai bambini che chi si comporta bene non ha niente da temere, ma che c'e' una punizione per chi di proposito combina danni che mandano le famiglie sul lastrico (altro che processo breve per Tanzi e co.)
Loro hanno dei media potenti, tu solo una scopa, eppure sono certo che se saprai farti strada tra quelli che vogliono rottamare la tua scopa con un aspirapolvere nuovo (scansa le accarezzatrici di materassi delle televendite);  riuscirai a fare pulizia di questa mondezza che da anni si accumula nel mio paese: voglio un paese normale.

l'Italia e' il paese che amo e l'amore vince sempre.
Buon Natale a te alla tua famiglia lontana.

Falloppio
Per favore, non usare la violenza altrimenti chiudono Facebook e i servizi segreti devono tornare a lavorare davvero.

- Volevo salutare i miei visitatori da Giove (guardate qua). Non so se montarmi la testa pensando che mi seguono dal sistema solare o pensare che possano essere i miei vecchi amici del Terni IX di Narni (che mi mancano).
- Il post l'avevo postato nel 2007 in un altro blog. Chiedo scusa a yet che era l'unica che l'aveva gia' letto.
Altri post natalizi degli altri anni sono qua:
1, 2, 3.

Monday, 14 December 2009

Subterranean Homesick Alien: l’uomo che sognava arancine

In Sicilia c’era una grande carestia quando nel porto di Palermo approdò una nave carica di grano.
C’era una fame da non vederci (“pitittu a pettu di cavaddu”) e si decise di non perdere tempo a macinare il grano: venne bollito e mangiato.

Era il 13 dicembre del 1646. Santa Lucia.

Per ricordare la carestia, per Santa Lucia in Sicilia non si mangia pane o prodotti fatti con farina ma si mangia
cuccìa e le arancine
La cuccìa e’ ok. Le arancine invece, sono il motivo per cui l’uomo si e’ evoluto, nella loro forma sferica si riflette la perfezione; nel cuore morbido la gioia della ricerca e della scoperta, nella  loro frittura l’ineluttabilita’ degli eventi a venire.

Stamattina ero felice finche' il mio stomaco pretese il suo tributo chiedendomi perche’, come tutti i siciliani di buona volonta’  non stessi frigendo (‘nta l’ogghiu fitusu) una quantita’ di arancine che potesse ottemperare al mio fabbisogno etico-morale. 
Purtroppo, l’arancina piu’prossima distava 3062 km.

Presi la macchinetta
ELISA e mi diressi verso le bianche scogliere d ella Penrhyn Gŵyr (penisola di Gower).
Li' ho mangiato il piatto tipico locale: il buonissimo salutarissimo
Laverbread.
A chi voglio prendere in giro (certo non il mio stomaco).
Il pane con le alghe mi fa schifo.

Io non mangio l’insalata perche’ penso che le piante  dovrebbero ornare appartamenti, non stare nel mio piatto....figurarsi delle alghe....nemmeno santificate da una frittura.

Rimestavo la broda e sognavo arancine.
Poi sono uscito sull'altopiano.

C’era un aria bella ed ho fatto le foto di questo post.

E c’era tanto verde che finiva sulle scogliere a strapiombo sull'oceano grando.

Tutto era pulito e grande, spazioso. Potevo vedere le navi al largo e le coste della Cornovaglia piu’ in fondo.

Poi ho pensato che alla fine ognuno appartiene e deve stare nel posto dove puo’ realizzarsi (come dovrebbe potere votare nel posto dove paga le tasse).
Che non lo possa fare nella mia terra e’ un peccato, ma che senso ha mangiare  arancine senza la possibilita’ di costruirsi un futuro.
Sarebbe bello fare conoscere le arancine ai miei figli, ma non potro' mai mantenere una famiglia laggiu'.



Poi ho pensato che gli alberi iche si vedevano in lontananza erano scheletrici: avevano tolto le energie alle foglie ed erano andati a dormire.
Quando tornero’ in primavera’ li rivedro’ verdi e vivi -pensai- quando le radici riporteranno la vita, le risorse, alle foglie.
Guardo l’Italia mi sembra che le risorse siano poche e mal gestite.

Perfino iniziative lodevoli come Telethon permettono al governo di non fare il suo dovere e forniscono alibi ai politici che buttano soldi invece di investirli nella ricerca.
Io tornerei volentieri: prima o poi dovro’ metter radici da qualche parte.
Ma mi pare che piu’ si vada avanti e piu’ mi sembra che sono rimasto senza
terra...e non posso starmene con le mie radici in mano per sempre.

Specialmente quando qui e’ tutto cosi terso e pulito e grande, spazioso.

E poi il freddo becco (beak cold) m’ha congelato il neurone.
Ho pensato che se mia madre non mi  scongela le arancine, io me le succhio come ghiaccioli.

Poi ho girato la macchina che li' era finita la terra e sono tornato verso casa.
La sera, mentre pulivo quelle 5 stanzette, le ho trovate piu’ accoglienti del solito.
...e stranamente un pensiero sulle arancine non mi faceva piu’ nemmeno tanto male.
Sta cosa di vendere i beni confiscati alla mafia non si puo' sentire
(con la possibilita' che ri-finiscano a mafiosi o loro prestanomi), per favore firmate anche voi la petizione di Libera.

Thursday, 3 December 2009

« L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire *»

L’arte moderna non e’ copia fedele della realta’ ma sua reinterpretazione.
Nel secolo scorso acquisi' importanza il gesto artistico.
Tagliare le tele alla Fontana (il Lucio, non la Federica) segnava insieme alla tela, la fine della vecchia arte e l’inizio di una nuova comunicazione.
Di pari passo, si affermava la figura dell’artista.
La persona, il personaggio e la loro vita divenivano importanti quanto l’opera stessa (immaginate le opere di Dali’ senza conoscere i il baffuto creatore), la zuppa di Wharol senza Andy.
Ora, io ricordo che ai tempi del liceo classico ci si sentiva tutti degli esponenti di una qualche avanguardia artistica: noi ci consideravamo degli eccentrici artisti.
Quelli dello scientifico "T. Ferro", che facevano le stesse cose, invece non erano eccentrici, ma  degli stronzi figli di papa’, (una sfumatura diversa d'artista).
Ricordo ancora le serate passate a discutere dell’arte cubista (una, in particolare, vista in una discoteca), insomma, a dissertare di Boccioni (che la suddetta cubista era procace e pettoruta con due boccioni cosi’).
Insomma serate e serate perse a poetizzare le sue forme  uniche della continuita' dello spazio....che ancora oggi ogni volta che rivedo 20 centesimi di Euro mi viene da sorridere.
Per capire, noi si perdeva tempo a uccidere il chiaro di luna, discutere di Carra' (Carlo, non Raffaella) e Ligabue  (Antonio, non Luciano).
Quelli dello scientifico che avevano piu’ soldi invece facevano il fantacalcio. Noi non e' che fossimo proprio senza soldi.
Eravamo artisti: una versione allegra di un quadro di Pellizza da Volpedo.
Insomma la puberta’ la s'e’ passata con l’idea di crescere e portare la fantasia al potere non disdegnando il gesto artistico, l’happening, improvvisato e la cazzata stolida, propria della gioventu'.

Stamattina sono sceso. in strada. Ho aspettato che la macchinetta (Elisa) si scongelasse, ho spostato i pinguini dal posto di guida e ho iniziato a guidare verso casa di Rob, cui a volte do un passaggio al lavoro. Al semaforo m’e’ arrivato un SMS di Rob dove mi diceva che la sera prima aveva incontrato i suoi amici che lavorano in un supermercato ed avevano fatto a chi resisteva di piu’ nella cella frigorifera. Stamattina aveva la febbre a 39, ma ci teneva a farmi sapere che chi aveva  vinto la gara a chi resisteva di piu'al freddo era stato lui.
Mentre giravo a sinistra, dirigendomi verso la M4; nella mia testa rimuginavo il seguente pensiero: "ma non sara' mica che Rob e' un po' dadaista?"

* il titolo e’ impresso sulla facciata del teatro piu’ grande d’Italia (il teatro Massimo di Palermo).

Lo scrivo qua perche’ mi sembra che quelle genti abbiano poco di che dilettarsi e ancorameno di che programmare il futuro.

Monday, 23 November 2009

Analisi delle relazioni sociali dei gruppi ancestrali Neanderthal-Cromagnoidi.

L’altro di’, non vi spiego neanche perche’, ho dovuto assistere ad una lezione di antropologia evolutiva che qui riporto (che solo io devo soffrire?).
“Dall’analisi dei reperti fossili ridatati per mezzo di nuove tecniche proponiamo un approfondita analisi volta a trovare risposte ad annose questioni quali: l’uomo di Neanderthal e Cro-magnon si conobbero? Si riconobbero? Si salutarono?
-Perche’ il Neaderthal si estinse e venne soppiantato dai Cro-magnon?
Sebbene si siano rinvenuti nuovi indizi di co-presenza all’interno dello stesso areale e’ noto che, sebbene il piu’ sociale Cro-magnon abbia richiesto all’amicizia Neanderthal su Facebook*, costui non l’abbia mai accettata.
Questa palese anaffettivita’ vuole confermate le ultime scoperte che accreditano in maniera univoca all’uomo di Neanderthal graffiti ritrovati nelle grotte.
In tale contesto si nota che sebbene esso avesse iniziato a ritrarre sulle grotte scene di vissuto quotidiano, si sia sempre rifiutato di taggare le foto che ritraevano i Cro-magnon.
Oggi si crede che la differenza tra le due specie sia dovuto ad una diversa visione dei ruoli del maschio nella famiglia.
Il Cro-magnon pare sia riuscito a proteggere meglio la famiglia obbligando la donna a stare a casa con la prole.
La donna avrebbe pertanto iniziato a praticare l’agricoltura.
L’uomo si sarebbe dedicato alla caccia, alle trasferte di calcio, al commercio di risorse in eccesso e alla vendita di derivati bancari alle vecchine.
La donna e l’uomo di Neandertal, di contro, avrebbero proseguito con la parita’ uomo-donna e nella loro vita in comune da cacciatori nomadi, avrebbero accumulato poche risorse rimanendo svantaggiati nella nuova civilta’ liberista implementata dalla specie Cro-magnon.
Alla luce di questi fatti non stupisce che l’uomo di Neanderthal, lavoratore proletario con l’evolversi della societa’ si sia iscritto in blocco al partito comunista determinando cosi’ la propria estinzione (Homo Bertinottiensis).
Una subpopolazione sembra invece essersi mescolata a perfezione con la popolazione dominante dei Cro-magnon finendo per acquisirne caratteristiche fenotipiche molto simili come testimoniato  dal fatto che essi siano zompati da atteggiamenti radicali ad altri piu’ prettamente piu’ liberisti (vari esempi da homo Scissio Livornensis a homo di Cape zonis).
Origine dell’uomo.
All’antica ipotesi panafricana dell’origine etiopica dell’uomo, gli odierni schieramente geo-politici sembrano necessitare nuove teorie sull’origine della specie:
La nuova superpotenza Cina basandosi principalmente su dati genetici cerca di avvalorare una sua evoluzione indipendente da quella panafricana.
L’ipotesi padana immagina uno scenario in cui l’uomo venuto dall’ Etiopia sia stato respinto alla frontiera da un Uomo Europeo che si era evoluto precedentemente da un ceppo originatosi dalla penisola arabica.
Il gruppo “fan Padani di Giacobbo” ipotizzano che la popolazione si fosse originata a Sharm-el-sheik ma sia entrato in Europa (a Linate) tramite un volo charter.
Appurata l’indipendenza dall’origine africana e rinverditi i culti celtici del dio Po la lega ha pertanto lanciato operazioni quali la White Christmas che desidera la cacciata degli immigrati (in particolare quel mediorientale che si ostina ad aggrapparsi alla croce delle nostre chiese).
Va altresi’ riportata l’ipotesi creazionista che vuole la terra creata 5000 anni fa, come avvalorato da alcuni importanti libri quali la Bibbia, il libro di Mormon e la guida galattica per gli autostoppisti (pagina 42).
Un origine bianca indipendente viene rivendicata anche dai gruppi del KKK (che recentemente hanno aperto un franchising nella nostra bella Italia, da sempre terreno fertile per nuove idee e vecchie teste di cazzo).
Queste associazioni rivendicano oggi la difesa delle radici bianche. Una mia amica m’ha detto che volentieri piu’ che delle radici bianche lei si batterebbe per la difesa dei fusti neri (intesi come grossi omaccioni pigmentati).
Considerato infine che i primi luoghi di culto in Europa (sempre che ci si decida se Turchia sia Europa) sembrano essere delle costruzioni in pietra dedicate al culto della dea madre.
Ora, immaginiamoci quest’uomo dedito alla terra e al culto della mamma. Ma niente niente e’ che noi europei moderni di razza Caucasica di areale mediterraneo siamo tutti figli di un homo terronis?.
* A proposito di facebook, io non ci sono che c’ho i miei tempi e sto ancora cogitando l’avatar per sbarcare su second life. Quindi non chiedete l’amicizia ai miei omonimi e cognonimi che sono in giro.

Monday, 16 November 2009

Nori me tangere

 La scorsa settimana mi sono imbattuto nel podcast di Radio Feltrinelli ed ho scaricato gratuitamente tutte le lezioni di “Scuola elementare di scrittura emiliana” di Paolo Nori.pianura nebbiosa
Paolo Nori e’ uno scrittore che inizia a scrivere e si perde dopo la prima curva.
Poi alla fine, (ma in realta’ non sempre c’e’ una fine), si arriva da qualche parte. Spesso non e’ una grande conclusione tanto, che quello che ti voleva dire te l’ha gia’ detto cammin facendo.
Quando finiscono i racconti che legge Paolo Nori, uno rimane un po’ piacevolmente sorpreso e un po’ si sente come se l’avessero fregato.
La sensazione e’ la stessa di quella che provavo all’uscita della scuola elementare in estate quando arrivava il gelataio con 3ruote (nel senso del motoape) e 4 gusti di gelato.
Vedeva arrivare un ondata di bambini che gridavano ai 4 venti i 4 gusti. Un mio compagno pur sapendo che c’erano sempre i soliti 4 gusti si ostinava  chiedere cose tipo gelato al puffo o banana. Oggi infatti lavora per il sindacato.
Il poveruomo non riusciva a stare dietro a tutti noi e allora si difendeva mettendo  dei gusti di gelato a caso e poi veloce ti prendeva la banconota da 500 lire e ti dava un cono. A caso.
Ecco io, quando finisco di ascoltare le cose che scrive Paolo Nori, mi sento un po’ come in quei momenti: che a volte beccavo il gelato che volevo mentre altre volte mi beccavo limone e cioccolato. Se capite cosa intendo.
Paolo Nori seguendo i fili dei pensieri che vanno via, senza filtro, come ghirigori di fumo. Almeno credo. che io non fumo, ne’ col filtro ne senza filtro, ma insomma l’avete capito....e allora io, mi sono ascoltato il corso di scrittura emiliana che a volte mi piaceva e a volte avrei preferirto piuttosto imparare a tirare la sfoglia.
Allora ho pensato che voi in Emilia state sempre li’ a ponderare sul quotidiano. Ma cosi’ in maniera un po’ approssimata, anche grammaticalmente, tanto son sempre e solo due chiacchiere tra amici, che tanto qua sia tutti Emiliani (tranne i Romagnoli) e giu’ che ti sversano il vino.
E la nebbia? e’ piu’ un velo dietro cui immaginare. E la pianura? e’ una opportunita’ di tela in cui sviluppare storie puntellate da rotoballe.
Ora io quando penso alla Sicilia, non vedo mai niente di sfumato.
I colori sono forti e non c’e’ spazio per approssimazione. Io cerco, ma non vedo proprio lo spazio per fare un minimo di manovra per cambiare qualcosa la realta’, troppo netta, grida troppo.
Prendete i treni: in tutte le zone disagiate se proprio non c’e niente da fare si guardano I treni (Irvine Welsh et al.)
Belli i treni, il viaggio, i ferrovieri e l’anarchia.
Io i treni li ho guardati.
I treni, nella mia citta’ non viaggiano. Si fermano e guardano il mare.
Che davanti hanno il mare e li’, ferroviariamente parlando, finisce un continente.
I giovani, da noi, non sognano i treni. I treni al massimo sognano noi o il nostro mare, che infatti quando i treni hanno vissuto abbastanza li mandano da noi al mare, vengono da noi per sognare.....infatti’ a fine carriera i treni li mandano a morire qua che la stazione sembra un po’  un cimitero di elefanti.
Immaginate tanti treni verde o quelli piu’ vecchi marroni, e li vicino il mare azzurro. Colori vivaci, precisi, belli. Tutto molto inutile.
Io cosi’ me la ricordo la Sicilia.
Altro che confortevole nebbia e rotoballe varie.