Tuesday, 29 May 2007

Freud interpretava i sogni, ma poi se li giocava al lotto.

Finnegan andava al fosso (ravaneilremulassbarbabietul e spinass), cane-fosso, Joyce-rejoice.
Stump Ronf. ZzzZzZZzZZzzZzZZz

Ne “le veglie di FinneganJoyce abolisce le normali norme della grammatica, le parole si fondono tra loro cercando di riprodurre la simbologia del linguaggio onirico.
Io ho provato a riprodurre quello stile.
Sono anche stato bravo: dopo due righe gia’ dormivo....

Ed ora eccomi qua: c’e’ un cammello e uno con la faccia da Inca, il cammello rumina foglie di coca per combattere la fatica, l’Inca rumina foglie di coca, per combattere l’altitudine....mica e’ un animale, lui.
Mi chiede se so se sia stato scoperto l’Eldorado, la cui redistribuzione riportera’ agli Indios ricchezze e dignita’. Gli chiedo di versarmi del mate.

E sommessamente inizia a declamare questo pezzo di Calderon de la Barca.
Ovviamente, il mio Castellano nei sogni torna perfetto come quando vivevo in Andalusia, (e come il mio tedesco quando sbevazzo troppo. Qua sotto segue in traduzione.  <versione originale>:

"Sogna il re d’essere re, e vive questo inganno,
dando ordini, comandi, disposizioni,
e gli applausi che riceve sono come il vento,
che la morte riduce in cenere.
Ma ci sarà ancora qualcuno disposto a regnare,
sapendo che lo attende il risveglio nel sonno della morte?


Sogna il ricco la sua ricchezza,
che  gli dà tante preoccupazioni;
sogna il povero, che soffre la propria miseria e povertà;
sogna chi comincia a stare meglio,
sogna chi s’affanna e si danna,
sogna chi fa il prepotente ed offende,
e nel mondo, in conclusione,
tutti sognano ciò che sono,
ma nessuno se ne rende conto.
Io sogno di essere qui, carico di quest catene,
e sognavo, quando ho pensato di vivere in una condizione migliore.
Cos’è la vita? Una cosa frenetica.
Cos’è la vita? Un’illusione, un’ombra, una finzione, e il bene più grande è ben poca cosa,
poiche’ la vita è un sogno e i sogni sono sogni".

Lascio l’Inca al suo sogno.
Cambia il sogno: devo essere entrato nella fase REM:
infatti la musica di Victor Jara e’ sostituita da una versione reggae di una canzone di Michael Stipe.

E c’e’ una spiaggia su cui lente si adagiano calme onde,
una stella piu’ luminosa mi guarda e mi sorride (certe sere alcune stelle sono proprio impudenti).
Ma quella sera io risplendo di piu’ e restituisco il sorriso.
Brillo come la stella fuori, mi sento calmo come quel mare, dentro.
Attorno a me gente felice e brilla (per il buon vino bevuto).
I due modi di essere brilli si confondono tanto che ancora oggi credo che vino e amore siano interscambiabili senza grossi problemi).
E io quella sera mi ero scoperto innamorato di una persona bella come il sole, grande come il mare, fresca come una pioggia nel deserto una persona semplicemente viva.

Poi tutto finisce, perche’ per quanto si possa essere semplici la vita non lo e’
....e anche io mi risveglio da questo ricordo rimasto impiagliato fra i dendriti di un neurone dissociato.

E mentre faccio colazione mescendo caffe’ e grappa penso che la vita e’ un sogno di sogni sognati:
.....a occhio e croce direi 28, 45 e 71 sulla ruota di Napule.

Wednesday, 23 May 2007

Il tristo giorno che la mafia uccise Cola Pesce.

"Cola  era un ragazzo (di nome Nicola) che una maledizione materna aveva trasformato in un uomo-pesce.
Il re, saputolo lo mise alla prova con missioni sempre piu’ complicate.
In una di queste Cola vide che la Sicilia si sosteneva su tre colonne: una a capo Passero, una a capo Lilibeo e una a capo Peloro. Quest’ultima, sotto Messina era quasi completamente rotta.
Cola Pesce un giorno non torno’ dal mare.
 C’e’ chi dice che sia ancora la’ sotto a sostenere quella colonna".

Questa e’ una vecchia storia.
Si sono aggiunte altre genti a reggere il peso delle colonne della mia terra.
Approfitto di questo spazio per ricordare l’anniversario della strage di Capaci alla distratta gente che, pur rappresentandoci, negli anni passati ha trovata di meglio da fare (vedi qui) che andare a ricordare quell'episodio.
L’altro giorno andavo verso un palco per i comizi di chiusura delle elezioni.
Avvicinandoci, mio padre disse: “quante bandiere per l’Italia dei valori!”.
Chi ha vissuto la primavera Siciliana e’ molto sensibile a certe cose.
Perfino “el Coronel Aureliano Buendía” si sarebbe commosso, dopo 32 guerre civili, nel rivedere la gente in piazza per creare un movimento politico e riprendersi i diritti.
Purtroppo, avvicinandoci notammo che le bandiere col volatile non erano queste (foto a Dx), ma queste altre (Sx).
Tornammo a volare bassi consci che nemmeno la rivoluzione #33 era andata a buon fine.

La verita’ e’ che (quasi) tutti i partiti politici hanno la loro reti clientelari fatte di giovani (anche di cultura) che decidono che guadagnare poco per fare niente e’ meglio che guadagnare poco piu’ facendo molto (compara il salario di alcuni LSU con quello di un dottorando).
Poi sotto elezione si assumono precari per ricordare che, votando bene, tutto e’ possibile.
Perfino assumere autisti senza patente, pur di regolarizzarli, non curanti dal fatto che, persone piu’ idonee rimaangono disoccupate.

Per gli altri, invece ci sono i soliti lavori temporanei: quali contare i tombini o occuparsi di aiuole.
Nell’attesa delle prossime elezioni.
Ora dovrei finire con un pensiero positivo.
E’ un giorno che guardo ‘sto post, cercandolo.
L’unico che ho trovato finora e’ questo: ho conosciuto alcune persone che anni fa furono in Italia per studiare il sistema educativo degli asili in Emilia Romagna, poi, prima di tornare a casa, si fermarono un po’ in Sicilia.
Mi raccontavano di essere rimasti impressionati dal mare, dai profumi, dai colori, dai fiori della mia terra.
Cavolo se hanno ragione!
Siamo l’unico posto in cui utilizziamo laureati per innaffiare le aiuole con sangue e dignita’.

Friday, 18 May 2007

Il giorno della pipetta.

Grotte

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze.

Giusto, il viaggio bello deve essere lungo, ma anche la preparazione non va dimenticata.

Mi metto il maglioncino fresco di lavatrice per le grandi occasioni.
Mi miro e mi rimiro orgoglioso di come il magliocino evidenzi i miei pettorali.
Sport, delusioni amorose e sopratutto le firnicie mi hanno donato una forma invidiabile.
Certo i miei muscoli sono proprio evidenti. Pondero cosa abbia fatto accrescere cotanta massa muscolare.
Poi, davanti allo specchio, capisco tutto..... Fottuta lavatrice, hai ristretto il maglione, ora e’ perfetto per Winnie the Pooh.

Corro dal barbiere.
Jean, sara’ per la sua parlata e il suo gesticolare, di primo acchito mi sembra un po’ dell’altra parrocchia. Sara’ che qua la gente e’ di altre religioni, mi fido sperando che possa limitarsi ad un
semplice taglio.
Che basti almeno a togliermi i capelli dagli occhi e a farmi riconoscere dalla mia famiglia quale legittimo figlio.
Lui taglia poi dice qualcosa che, credo, finisce con “crepes susettes flambe’”, il tempo di cogitare la frase....e Jean da fuoco alle mie orecchie per eliminare (dice lui) quei peli superflui.
Improvvisamente capisco come mai i fratelli Bundy divennero i parrucchieri campioni del mondo, e, mentre vedo Jean afferrare un lanciafiamme dicendo qualcosa sulle surcilles....lo tramortisco con il casco (da moto), e scappo.

Devo andare al lavoro. Pipetta, pipetta pipetta come un pazzo, poi finalmente vacanza. Il giorno dopo volo verso la citta’ dei pinguini, e poi giu’ nella mia isola.
All'arrivo mia madre e' contenta: mi abbraccia e mi sussurra in un orecchio con voce benevola: "miii pare che stai morendo. che fa, non mangi piu'? .....e poi 'sti capelli, li hai tagliati troppo corti!".
Confermo che anche io Le voglio bene.

C’e’ la comunione-cresima di un mio cuginetto.
In chiesa ci sono 40 bambini che si comuniocresimano.
Piu’ che una funzione sembra un kolossal, un mare di comparse, i bambini hanno anche le tuniche. Adoro i peplum.
Chiedo se e' prevista la corse con le bighe. Mi rispondono che gli animalisti non vogliono.
Quando il mio cuginetto esce, gli dico che ora che lo spirito e’ disceso su di lui, ogni volta, che sbagliera' ricevera’ una scossa elettrica.....da tre giorni rido pensando allo spirito (che notoriamente e’ spiritoso) imiti la voce del cattivo di James Bond dicendo: “hai sbagliato per l’ultima volta” e giu’ di scarica elettrica.
Educare gli gnomi alla laicita’ e’ duro, ma qualcuno deve pur farlo.

No, non e' crudelta' gratuita. In Sicilia c'e' grandissima fede religiosa, ma altrettanto agnosticismo razionale.
Il mago Cagliostro e il mago Sucato (quello romanzato ne “la forma dell’acqua” di Camilleri), le cose piu’ belle, ma purtroppo, anche le cose piu’ atroci (la siccita’, il traffico, l’Etna).

Qui trovi, l’alfa, l’omega, il sud arabo, il nord Europa normanno, l’alfa sud e l’opel omega.
Insomma, qua c’e’ tutto ma anche molto del suo contrario. Essere Siciliani, se fatto con razionalita' e' una benedizione, senza, una condanna. La Sicilia e' un combattimento di contrasti.
Vorrei fare del mio cuginetto un Siciliano vero. Al momento mi limito a riempirlo di contrasti

Saturday, 5 May 2007

Archetipi etno-architettonici della polis odierna.

La piazza, in tutte le citta’ del sud Italia contiene certi elementi topici.
C’e’ il cane della piazza. Qualcuno lo chiama Chiazzy, altri Argo, altri ancora, tentano di aizzare una  sua presunta (ma inesistente) aggressivita' chiamandolo Rambo.
La sua storia e’ sempre la stessa: ancora cucciolo, di orgogliosa razza bastarda, voleva vedere il mondo, fermatosi per riposare nella piazza, noto’ che tutti gli davano da mangiare: un pezzo d’arancina, un calzone, una pizza e si fermo’ li, solo un po’ confuso dal fatto che lo chiamassero con 100 nomi.
Del resto, una volta messa su pancia e’ piu' difficile riprendere a girare il mondo.

Sotto il porticato ci sono i giuovini. Osservano i dintorni e peripateticamente discutono di filosofia o di fantacalcio. Se gli si chiede che fanno.
Rispondono: "staminkiazza" che in dialetto significa: "stiamo in piazza".
Con una sola frase benedicono la fortuna che hanno, di potersi dedicare al niente e maledicono la loro incapacita’ di fare qualcosa di quel niente.
Loro vogliono bene al cane della piazza. Fanno bene, visto che condividono la stessa storia.
C
ome in ogni presepe ci sono degli elementi tipici quali “il bue, l’asinello o lo spaventato” in ogni agora’ che si rispetti ci sono dei personaggi.
Alcuni, come Fofo’, sono sempre stati la’, o almeno io me lo ricordo cosi’. Mai stato giovane, mai invecchiato, sempre pronto ad infervorarsi contro chiunque gli dica che la sua casa di villeggiatura e’ andata distrutta.
In realta’ lui non ha mai avuto una casa di villeggiatura. Ma ci tiene ad arrabbiarsi con chi gli comunica la ferale nuova. Cosi’, senza un perche’, per scandire il tempo, come i temporali estivi.

Ora va detto che dalle mie parti chi parla poco saggio, chi parla meno e’ talvolta considerato pazzo, ma non e’ sempre cosi’ facile giudicare.
Quando andavo alle medie, per esempio, comparve sulle panchine della piazza un uomo.
Rarissimamente parlava.
Io gli sottoposi degli studi di funzione perche' avevo una teoria da sperimentare: se a Mazara, si diceva, ci fosse un barbone che risolveva per gioco i compiti dei ragazzi, perche’ anche noi non potevamo averne uno?
Alcuni hanno creduto di conoscere in quel barbone uno dei piu’ grandi fisici di tutti i tempi: Majorana.
L’uomo della mia citta', invece, in matematica stava peggio di me.....ed e' che dire.
Un giorno strappo' una pubblicita’ da un muro e inizio' a disegnarci su sagome che si sovrapponevano, colorandole con delle penne rosse e blu.
Lo sfidai a disegnare una tigre, pensando a Ligabue (quadro a Sx). Ma l’uomo non mi ascolto'.
Sempre piu’ spesso parlava da solo, erano discorsi articolati, per noi che non sapevamo i pensieri dell'interlocutore erano abbastanza confusi. L'uomo tentava di avere ragione e gesticolava molto
con le mani. Infine perdeva la discussione e  ricadeva stremato sulla panchina senza piu' argomenti per controbattere.
Poi, all’improvviso, come era arrivato scomparve.
Arrivo' l’inverno e i manifesti su cui aveva disegnato le sagome si scolorirono con la pioggia.
Ogni persona e’ un racconto da ascoltare, ogni persona ha una storia interessante.
Quella storia, ad oggi, non e' stata ancora svelata.

Tuesday, 1 May 2007

3 metri sopra il cielo.

C’e’ un posto dove il cielo e’ piu’ azzurro: 3 metri sopra il cielo.
Il fatto che ci siano anche 60 gradi sotto zero e un maggiore accumulo d’inquinanti fa si che lassu’, proprio 3 metri sopra il cielo, vi siano le condizione ideale per stipare i teenagers.
In particolare posizionerei cola' quelli che scrivono sui ponti della mia citta’ cose tipo “A+G 3ms”.... che poi uno lo legge e pensa che i 3 ms (millisecondi) costituiscano la dichiarazione d’amore di un eiaculatore precoce.

Del resto, se considerano come romanzo di formazione di riferimento per la nuova generazione quel libro che e’ un incrocio tra questo film del 1984 e la storia raccontata nel testo di questa canzone dei pulp del 1994, non possiamo lamentarci troppo.

Quando IO mi formai la seconda volta (la prima volta ero un embrione sorridente), crebbi attraverso molti romanzi.
Imparai il valore dell’attesa aspettando i tartari del deserto.
Imparai a fantasticare, cioe’ rendere fantastica la realta’ nell’isola di Arturo e poi a chiedere “ubi est mensa pauperorum” con Greci furbi durante la tregua, ad abituarmi al fatto che certe ragazze siano inarrivabili come Remedios la bella di Macondo o a rimanere ammaliato dagli occhi grandi della principessa delle mille e una notte, che era una Persiana (ma non una tapparella), le Iraniane non sono basse.

Ho paura che la nuova generazione sia troppo imborghesita per sognare e fantasticare.
Piuttosto preferisce, senza troppe aspettative, difendere cio’ che possiede (ovvero cio’ che ha ricevuto dalla famigghia).
Forse si ritroverebbero bene nelle pagine di Moravia.
Io non sono riuscito a finire "la noia".

Si formerano nei valori borghesi per potere lavare questa macchina ogni domenica, troverano una donna da legare a se cioe' facendole disapprendere la capacita' di sognare e vivranno cosi'.
E' tipico delle societa' borghesi....essere cosi' maledettamente borghesi.
Baloccheranno la mente con domande come: dove vanno le oche
quando il lago congela non rendendosi conto della loro realta' assurda e considerano disadattati tutti gli altri: coloro che fanno i conti con la realta' e i sognatori.
I primi, come novelli Bukowski risponderanno alla stupida domanda bofonchiando che quando il lago congela le oche se ne possono andare benissimo a quel paese.
I secondi oltre a sapere (perche' l'hanno sentito), che le anatre volano a sud, credono che l'inverno serve a fare riposare l'acqua che ha visto le scorribande, le battagli e gli amori, di Yanez, la perla di Labuan e la tigre di Monpracem.