Thursday, 16 July 2009

Nella terra dei Caerdydd.

Facendo sponda su Parigi, atterro a Cardiff.
O almeno spero: l’air-bus avrebbe fatto scalo a Glasgow e Cardiff.
Io, come sempre mi addormento sugli aerei, per cui all’arrivo mi viene il dubbio su quale fermata io sia sceso.
Puo’ sembrare un dubbio banale, ma non lo e’ in Gran Bretagna.
Uscendo dall’aeroporto che e’ uguale a tutti gli aeroporti, si trovano pianure verdi delimitate da muretti di pietra o siepi e villette a schiera di cui e’ stata disseminata l’isola con poca possibilità di discriminare tra le due città.
Per fortuna la bandiera bianca e verde su cui campeggia il drago rosso mi conferma che sono in Galles.
Sembra una terra in cui trovare risposte alle grandi domande: per esempio questa, che mi pone una pubblicita’: “sgwrs a rhywun?” merita sicuramente una risposta....ma non vale citare il proprio codice fiscale.
Il giorno dopo ho il primo colloquio di lavoro.
Nel mondo delle biotecnologie, con le aziende ci sono due problemi: le aziende che vanno male si fondono tra loro con repentine riduzioni di personale.
Se invece vanno troppo bene: ne vengono venduti i brevetti e vengono rilocalizzate in Cina (altra terra di draghi) con un quarto della spesa per il personale.
L’azienda per cui faccio un intervista non corre questi rischi.
Dopo l’intervista, vago per la citta’.
La citta’ e’ piena di giuovani coppie di tutti i colori.
I Gallesi non sembrano dissimili da noi italiani, solo con due spalle cosi’, il che spiega perche’ al calcio preferiscano il rugby.
Fenotipicamente, invece si presentano dissimili dagli inglesi che hanno caratteristiche somatiche ben definite quali la pelle trasparente (gli inglesi avrebbero potuto mappare il sistema circolatorio umano senza nemmeno studiare i cadaveri).
La popolazione Gallese si compone anche di molti gabbiani.
Grossi, grossi, che avrebbero fatto paura a quel non-longilineo di Hitchcock.
Ti guardano supponenti, forse sono loro i veri proprietari del Galles.
In generale la citta’ sembra “giovane”, un po’ confusa ma dinamica, quansi in divenire. Esattamente il contrario dell’ultraconservatrice Svizzera, insomma, il Galles e’ un bel posto dove vivere, anche se forse turisticamente meno appariscente.
Il secondo giorno vado all’universita’ per il secondo colloquio(la ricerca sara a meta’ tra universita’ e l’azienda).
Il dipartimento non sembra grande, ma ha due premi Nobel, la gente e’ affabile e cordiale.
Credo che ci siano almeno altri 6 candidati da intervistare.
Arrivo un po’ prima, stanno ancora intervistando il precendente ma non si sente niente.
Entro io, si inizia  a parlare. In realta’ ridiamo per tutto il tempo.
Non riesco a capire se le cose vanno bene cosi’: un intervista di lavoro non dovrebbe essere il massimo del formalismo e della serieta’?
Ad un certo punto mi fanno i complimenti per il mio inglese.
Dico che e’ la prima volta che me lo dicono. Aggiungo che quando facevo teatro in inglese mi facevano sempre fare parti da emigrato maltese, tipo giardiniere. Sono sicuro che potendo vivere fra “native speakers” potrei assurgere ad un ruolo a me piu’ congeniale, tipo re (del mondo).
Finisce l’intervista. Riapassandola a mente non capisco come sia andata.

Il giorno dopo ricevo una mail: li devo ricontattare al piu’ presto.
Chiamo immaginando di avere fatto qualche casino coi rimborsi dei biglietti, in realta’ vogliono sapere quanto vorrei iniziare a lavorare da loro.
Me lo faccio ripetere per essere sicuro.
Quando finisce la domanda: immagino che qualcuno bussi alla porta.
Sono io, armato di pipetta e buona volonta’.
Pronto a ripartire: conquistare il mondo non e’ difficile ma e’ importante trovare un buon punto di partenza.
Io inizio ad Agosto, staro’ li’ almeno 3 anni.
Io vado, voi restate dove siete, ma non crucciatevi, in fondo lo ammetto: le ragazze slave vestite da babbo natale sono un colpo di genio degno delle mie migliori fantasie di bimbo.

Tuesday, 7 July 2009

Thursday, 2 July 2009

Il sole svedese tramonta a mezzanotte e risorge verso le tre

.Io pensavo che New York fosse la citta’ che non dorme mai  , ma non e’ che a Göteborg  si dorma tanto.
Gli Svedesi dovrebbero imparare a mettere alle finestre le Persiane o le Veneziane (non inteso come donnine), insomma delle tapparelle (ma non inteso come donnine di bassa statura).
La mattina un taxista svedese viene a prendermi.
Si parla del piu’ del meno e di politica.

Mi dice che lui e’ molto favorevole agli immigrati: “noi svedesi passiamo per gente aperta di mente, ma io non dico di si agli immigrati perche’ sono ingenuo: le famiglie di oggi sono meno numerose di quelle di ieri ed io ho bisogno che nuovi lavoratori contribuiscano a mandare avanti il nostro sistema pensionistico”.
Non l’avevo mai vista sotto questo punto di vista, ma e’ vero!
Sopratutto per l’Italia, dove la gente ha una vita media piuttosto lunga (alla CGIL fra un po' saranno piu' pensionati che lavoratori).
Propongo quel taxista per la guida del PD, tanto piu’ o meno e’ lo stesso.


Ad Amsterdam una hostess spinge per fare entrare le valigie nel bagagliaio.
Qualcuno dice: “non pressi ci sono delle piante”.
La hostess ora mette una cura indicibile nell'inserire la valigia.
Gli olandesi sono etnologicamente dei giardinieri davvero dotati.
Idolatrano i bulbi di papavero. Un mio amico (che pero’ non e’ un agricoltore, dice che per certe piante gli olandesi vengono subito dopo i jamaicani).
Sul volo per Roma ci sono 50 preti americani come non se ne vedevano da anni, con la tonaca, vecchia maniera.
Vengono da un seminario texano e vanno a Roma a vedere il papa.
Mi trovo nel mezzo di un gregge di genti nerovestite che dicono: “che mi prenda un colpo se quello non e’ il vecchio Don Jhon”. Penso che sto espiando il fio qualche colpa, o sto accumulando credito per il futuro, poi penso a quel gran fio di un beffardo checkin-o (omino del check-in) che mi ha messo in mezzo a 'ste pecore nere.

L’ultimo aereo va verso Palermo. E’ Alitalia, ritarda di un ora. Un tizio grasso con camicia nera e cravatta rosa dice a un suo amico che se ne sta andando in pensione a 50 anni perche’ dipendente regionale. Non posso fare a meno di pensare a quanti emigranti ci servirebbero per pagargli la pensione.
Dopo 6 voli in meno di 24 ore sono davvero stanco.
Ma ho solo due giorni per preparare un altra intervista. Questa volta il colloquio e’ nella perfida Albione (non perdete il prossimo post dalla terra dei draghi volanti:  a Cardiff.

Friday, 26 June 2009

La’ dove il sole non tramonta mai. Goteborg '09

Palermo - Roma Volo Alitalia ma in realta’ finiamo su un aereo Volareweb. Avevo sentito dire che l’Alitalia avesse aperto ai voli low cost , pensavo si riferissero ai prezzi, invece, intendevano gli aerei).
All’arrivo a Roma ci affianca un volo di stato.
Dalla scaletta iniziano a scendere delle persone, anche delle donne in tailleur, tipo delle Marcegaglie. Poco piu’ avanti dei giovani ciarlieri guardano, ammiccano e delusi dicono che speravano di vedere “puttanoni”.
Silvio dice che l’Italia all’estero ha un immagine appannata. A me sembra invece fin troppo ben definita.
Roma - Amsterdam
Questo volo e’ operato dalla KLM. Le hostess della KLM hanno un uniforme molto bella e che, invero, le rende tutte molto uniformi: sono bionde con gli occhi azzurri. I capelli sono racchiusi in una coda o  lasciati liberi. Probabilmene quello serve a indicarne l’esperienza e il grado.
Amsterdam- Göteborg
La Svezia e’ sempre bella. Coi laghi blu e le foreste verdi.
Il mondo ideale e’ la Svezia pero’ senza lo svedese (inteso come lingua...ma anche come maschio scandinavo). All’aeroporto mi vengono a prendere con un taxi-limousine. L’autista e’ di origine estone, dice che sapendo che veniva a prendere un siciliano si aspettava di vedersi apparire qualcosa di diverso. Odio deludere le persone: il prossimo viaggio portero’ sotto il braccio una testa di cavallo mentre con l’altro braccio faro’ roteare sopra la mia testa una pizza.
Il seminario va bene. Se vorro’ potro’ lavorare qui. Il capo e’ in gamba. Il capo ha una quarantina d’anni ed e’ il direttore di un istituto di ricerca. Non ho ancora trovato un capello Bianco, ma per la prima volta mi sono sentito anzniano...e non e’ bello.
Andiamo in un ristorante panoramico. La citta’ e’ bella anche se non c’e’ un qualcosa di particolare che la rende tale: e’ bella la sensazione di generale dinamicita’.
Un altra cosa che ho capito e’ perche’ le svedesi sembrano cosi’ belle e, secondo leggende che risalgono al ciclo norreno, anche disponibili.
Se le si separa dal contesto e si disinnescano i neuroni biondofili, le si trova di una bellezza semplice e non trascendentale. Eppure le svedesi sembrano piu’ belle della media delle donne.
Io ho capito perche’: le svedesi sorridono sempre (foto sopra).
Nel hotel c’e’ anche una conferenza internazionale. Scopro che e’ sulla salute sessuale. Per una giornata giocata sugli stereotipi siamo ai livelli dei film sexy di Pierino degli anni ’70.
Decido che e’ troppo e sono troppo stanco. Mi raccolgo col cucchiaino, finalmente raggiungo la mia stanza, doccia, spengo la luce e a letto dove spero di potere dormire presto e bene.
Ma non ci riesco: qualcuno s’e’ scordato di spegnere il sole.
Il prossimo post, con la seconda parte del viaggio in Svezia verra’ pubblicato Domenica notte. Da lunedi sono nella perfida Albione.

Saturday, 20 June 2009

Chiusa parentesi punto e a capo.



Ricordo tante albe in cui tornavo a casa.
Passando il ponte sull’Elba vedevo sorgere il sole e avevo solo voglia di dormire per tre giorni...anche un po’ scazzato, visto che si sperava sempre di potere rimanere a dormire da qualche donnina che vivesse nell’altro lato del fiume.
Era la classica alba da ritorno a casa.
Stamattina, sono andato alasciare i miei all’aeroporto.
Partivano per il Marocco e la Sicilia si congedava mettendo su una luna araba degna delle fiabe delle Hazār afsane Iraniane.
Vedevo la gente della mia citta’, i vecchietti sotto i portici in piazza, quelli che aspettavano gli autobus, gli scaricatori del mercato che sanno che fra due ore lo stesso lavoro sotto un caldo torrido costerebbe molta piu’ fatica.
E’ una bella alba: da un senso di operosa tranquillita’.
E’ un alba da partenza, ma non lo so spiegare meglio di cosi’.
So solo che da un pò vivo un alba da partenza, o da ripartenza.
Dopo mesi di parentesi e riposo, mi sono arrivate 4 richieste di interviste in 4 stati, per lavori diversi.
Mi serviranno una ventina di voli per andare da un posto all’altro, dovrò cercare di non sbagliare seminario.
Non so bene come finira’ o dove sara’ il mio prossimo lavoro.
So solo che in questo momento e’ bello immaginarmi tutto e sopratutto pensarmi felice a costruire qualcosa con la mia ragazza (anzi visto che lei è architetto, lei costruisce ed io supervisiono i lavoro facendo il pignolo con le braccia dietro la schiena).
Forse in futuro avro’ un cane.
Forse in futuro dovro’ comprarmi un altra moto.
Forse dovrei smettere di pensare, godermi l’alba e semplicemente prepararmi a partire.
La prima tappa e’ nel paese delle bionde donne dove la notte non scende mai, le aurore sono boreali e le donne sono bionde (l’avevo gia’ detto? Va beh....e’ che sono molto bionde).
Ale, per il referendum non ci ho capito un granche’: io pensavo che chiedessero altre cose (reintrodurre la preferenza). Comunque io voto solo al terzo e voto “no”.

Thursday, 11 June 2009

Ma come suonava bene quell’orchestrina del Titanic!
(Le radici della politica, la politica delle radici).


Guardando i vincitori dell’ultimo festival di Sanremo: Marco Carta, Sal da Vinci, Povia.
Qualcuno disse che era arrivata prima Mediaset poi la camorra infine la chiesa.
Al di la’ del fatto che si potrebbe obiettare sulla similitudine napoletano-camorrista perche’ io conosco dei napoletani che sono onestissimi, simpaticissimi e cordialissimi (e visto che sono emigrati in Spagna approfitto del blog per salutaLi).
Si potrebbe anche obiettare sulla similitudine stolidomofobico-cattofondamentalista perche’ i due fenomeni si presentano anche in forma separata.

Sulla similitudine Marco Carta-Mediaset un po’ di verita’ c’e’.
Perche’ esiste il partito azienda, perche’ se leggi un libro Mondadori, vedi una tv mediaset, da italiano paghi il canone obbligatorio per rete4, vedi giocare il Milan (ma senza Kaka’) su mediaset premium, versi soldi a Mediobanca, leggi “il Giornale” dell'editore Paolo Berlusconi o “Chi” (sempre Mondadori) alla fine ti rendi conto che hai indirettamente sovvenzionato una sola persona.

Questa persona ha legato e al suo modo di fare, di vedere le cose, che ormai tutto vive in funzione di costui.

La stessa persona e’ cosi’ onnipresente da fare diventare tutto, anche un elezione che dovrebbe essere sui temi della futura Europa, un referendum pro e contro di lui (e io alla fine ho votato IdV perche’ in fondo sono forcaiolo).

La mia citta’ e’ l’unica governata da piu’ di 20 anni dal centrosinistra in una provincia con sole amministrazioni di centrodestra.
In questi anni si sono visti bei concerti: 99posse, Almamegretta, Stefano Bollani, MCR e negli ultimi anni Max Gazze’ e Vecchioni.
Mentre mi chiedevo a chi sarebbe toccato quest’anno.
Sperando in Guccini ma caldeggiando anche una PFM....esce il programma e vedo il nome di Marco Carta.
Se Kaka’ si dice abbia spostato 2,5% di preferenze per il PdL, temo quanti ne possa spostare un amico degli amici di “Amici”.

Pero’ c’e’ di peggio: per esempio quello 0,21% che  nella mia citta' ha votato lega Nord (schema qua sopra).
La lega marcia al nord sulle paure della gente. Nella mia citta’ ci sono circa il 10% di stranieri (tra regolari e irregolari) e finora non ci sono mai stati grossi problemi.
La lega e’ convinta che proteggere le radici significhi impedire ad altri di mettere radici nello stesso terreno.
Come se due rose di diverso colore fossero due organismi differenti e mutalmente esclusivi.
Il concetto di difendere le radici e’ anacronistico, antiscientifico e assurdo.
A Milano impediscono a gente di colore di guidaare i mezzi pubblici su cui dovrebbe salire la gente che, secondo loro, va catalogata per colore.
A me mette tutto cio' mette tanta tristezza penso a Palermo, la gente ha una amministrazione di destra tra le peggiori d’Italia (vedi 1, 2, 3, 4, 5).
Eppure per le strade del centro di Palermo le vie sono scritte con una doppia lingua: l’italiano e l’arabo. Nessuno, in questa terra di migranti se ne e’ mai lamentato e secondo me e’ un modo anche questo di difendere le proprie radici, che per qualunque essere umano, vengono dall'Africa e per ogni Siciliano, affondano anche nel dolce mondo arabo.

Io al referendum vado a votare perche’ esprimere la preferenza e’ importantissimo e permette di dare dei forti messaggi alle segreterie di partito tipo questo.
Molte delle foto che ho pubblicato ultimamente sono mie.
I miei partono presto perche' da qualche anno hanno il mal d'Africa, il fratellino e' appena tornato dalla Norvegia (il famoso mal di Scandinavia), io, non vedo l'ora di prendere un aereo e partire.

Friday, 5 June 2009

Politica: ovvero l'arte di fare credere a un popolo che sia lui a governare.

Se da piccolo volevo andare al cinema: dovevo chiedere a papa’ un sovvenzionamento: se il film era ritenuto valido, veniva finanziato dal ministero della cultura (mamma).
Altrimenti mi toccava pagarlo di tasca mia (qui spiega perche’ perorai la causa del terribile “Mad Max, Oltre la sfera del tuono” come film di propaganda antinucleare e pertanto culturalmente rilevante).
Lo stesso accadeva con i libri, mentre le figurine le dovevo comperare SEMPRE col sudore della mia fronte (che consisteva nel vincere partite di scopa a mia nonna o nel pulire piu' volte la vecchia fiat 500).
Ricordo che i fumetti all’inizio li dovevo pagare io, poi intervenne mio zio che era un Veltroniano ante-litteram e mi venne finanziato un tot di spese mensili per musica e fumetti.

Il servizio di nettezza urbana (portare fuori casa un sacchettodi immondizia indifferenziata  e metterlo nel cassonetto) veniva ripagato con 500 lire.
Credo che oggi i bambini siano in media piu’ ricchi anche perche’ nella mia citta’, che ha un piano per giungere entro l’anno al 40% di riciclaggio si richiede di gettare molti sacchetti differenziati.
Alcuni dei miei cuginetti non chiedono la paghetta ma invocano “aiuti per le minoranze” (nel senso del loro essere minori) o la cassa del mezzogiorno (visto che si paga il sabato a ora di pranzo).
Vi dico tutto cio’ per farvi capire che, essendo cresciuto in una famiglia che gestisce le spese dei figli come lo stato farebbe con un piccolo comune, non e’ da noi credere che la politica, ovvero l’arte di amministrare sia tutta corrotta per definizione.
Il giorno prima dell’apertura delle votazioni, in genere discutiamo in famigla e spesso votiamo le stesse liste.
Quest’anno, nonostante Nerone sia in pieno cortocircuito morale e dica (senza che nessuno faccia notare la contraddizione) che la sinistra non conta niente, ma la stessa sinistra riesce a muovere tutte le pedine ed essere la causa di tutti i mali.


Nonostante il buon Di Pietro stia portando avanti l’unica opposizione credibile perche’ l’unica priva di opposizioni interne.
Nonostante il PD della Binetti e di D’Alema qui in regione candidi persone in gamba e oneste come Rita Borsellino, Claudio Fava o Rosario Crocetta.
Nonostante tutto cio’ stavolta la tentazione annullare il voto e' davvero forte.
Voto nullo significhera’ dare piu’ potere agli altri che votano o vendono il voto.
Scrivere a pugno duro cio’ che si pensa non risollevera’ le sorti di questa povera Italia... ma quanto meno uno puo' fare sentire la protesta (almeno quanto quella di un cassonetto nella piazza rossa: vedi foto)
Altri due giorni per pensarci.