Saturday, 5 May 2007

Archetipi etno-architettonici della polis odierna.

La piazza, in tutte le citta’ del sud Italia contiene certi elementi topici.
C’e’ il cane della piazza. Qualcuno lo chiama Chiazzy, altri Argo, altri ancora, tentano di aizzare una  sua presunta (ma inesistente) aggressivita' chiamandolo Rambo.
La sua storia e’ sempre la stessa: ancora cucciolo, di orgogliosa razza bastarda, voleva vedere il mondo, fermatosi per riposare nella piazza, noto’ che tutti gli davano da mangiare: un pezzo d’arancina, un calzone, una pizza e si fermo’ li, solo un po’ confuso dal fatto che lo chiamassero con 100 nomi.
Del resto, una volta messa su pancia e’ piu' difficile riprendere a girare il mondo.

Sotto il porticato ci sono i giuovini. Osservano i dintorni e peripateticamente discutono di filosofia o di fantacalcio. Se gli si chiede che fanno.
Rispondono: "staminkiazza" che in dialetto significa: "stiamo in piazza".
Con una sola frase benedicono la fortuna che hanno, di potersi dedicare al niente e maledicono la loro incapacita’ di fare qualcosa di quel niente.
Loro vogliono bene al cane della piazza. Fanno bene, visto che condividono la stessa storia.
C
ome in ogni presepe ci sono degli elementi tipici quali “il bue, l’asinello o lo spaventato” in ogni agora’ che si rispetti ci sono dei personaggi.
Alcuni, come Fofo’, sono sempre stati la’, o almeno io me lo ricordo cosi’. Mai stato giovane, mai invecchiato, sempre pronto ad infervorarsi contro chiunque gli dica che la sua casa di villeggiatura e’ andata distrutta.
In realta’ lui non ha mai avuto una casa di villeggiatura. Ma ci tiene ad arrabbiarsi con chi gli comunica la ferale nuova. Cosi’, senza un perche’, per scandire il tempo, come i temporali estivi.

Ora va detto che dalle mie parti chi parla poco saggio, chi parla meno e’ talvolta considerato pazzo, ma non e’ sempre cosi’ facile giudicare.
Quando andavo alle medie, per esempio, comparve sulle panchine della piazza un uomo.
Rarissimamente parlava.
Io gli sottoposi degli studi di funzione perche' avevo una teoria da sperimentare: se a Mazara, si diceva, ci fosse un barbone che risolveva per gioco i compiti dei ragazzi, perche’ anche noi non potevamo averne uno?
Alcuni hanno creduto di conoscere in quel barbone uno dei piu’ grandi fisici di tutti i tempi: Majorana.
L’uomo della mia citta', invece, in matematica stava peggio di me.....ed e' che dire.
Un giorno strappo' una pubblicita’ da un muro e inizio' a disegnarci su sagome che si sovrapponevano, colorandole con delle penne rosse e blu.
Lo sfidai a disegnare una tigre, pensando a Ligabue (quadro a Sx). Ma l’uomo non mi ascolto'.
Sempre piu’ spesso parlava da solo, erano discorsi articolati, per noi che non sapevamo i pensieri dell'interlocutore erano abbastanza confusi. L'uomo tentava di avere ragione e gesticolava molto
con le mani. Infine perdeva la discussione e  ricadeva stremato sulla panchina senza piu' argomenti per controbattere.
Poi, all’improvviso, come era arrivato scomparve.
Arrivo' l’inverno e i manifesti su cui aveva disegnato le sagome si scolorirono con la pioggia.
Ogni persona e’ un racconto da ascoltare, ogni persona ha una storia interessante.
Quella storia, ad oggi, non e' stata ancora svelata.

54 comments:

dizaon said...

Credi alla versione di Sciascia su la sparizione di Majorana ???

pieroC said...

Ma in "piazza" ci sta pure il "circolo dei civili".

Dove gli "intellettuali" si masturbano il cervello sparando opinioni "intelligenti" (?) che a confronto il Costanzo show sembra il chiaccherio delle "sartine".

E poi di fronte c'è il "barbiere" che incrocia le "forbici" con gli amici clienti, sparlando dei "poveri" passanti.

Delizie del Sud.

abreast said...

il bello dei piccoli centri abitati... qui da noi si vedono gruppi e gruppi nelle varie piazze, sempre a far niente e sempre a dibattere, il più delle volte senza costrutto e/o competenza alcuna, di calcio. la differenza è che, talvolta, tra una piazza e l'altra scoppiano le risse!

yetbutaname said...

comparve l'uomo

poi, all'improvviso, come era arrivato scomparve

nel frattempo, buona domenica

cinas said...

è vero, ciascuno racconta qualcosa d'interessante.

a me talvolta manca il tempo di ascoltare e di questo mi dispiaccio.


ciao, falloppio.

MelissaP2 said...

La mia piccola esperienza di piazze è costituita da un silente confronto tra i giovanucci imborghesiti di cui parlavi nel post precedente, e chi la gioventu' l'ha lasciata alle spalle; a guardarsi le spalle mentre lui e la sua vita si allontanano all'orizzonte.

Tra chi le panchine le riempie di scritte che vorrebbero lasciare una traccia e inevitabilmente scompaiono nel magma complessivo dei graffiti, e chi è semplicemente preoccupato di avere un pezzo di cartone abbastanza grande o un volantino abbastanza spesso, da coprire quelle stesse scritte e le cagate dei piccioni.

Per non sporcarsi i pantaloni.

Che poi non son più pantaloni: ad una certa età diventano calzoni.

A volte, questo scontro di posizioni "statiche", si fa meno silenzioso.

In mezzo, persone che adolescenti non lo son più e che ancora vecchi non sono. Nell'incertezza della loro identità, presi tra ciò che erano e ciò che presto diverranno.


Non volevo dipingere un massimo sistema; solo esprimere quel senso d'inevitabilità che vedo. Magari non sempre.

In una piazza. Quella a me più vicina. Agli occhi ed in qualche modo, al cuore.

E' solo uno squarcio.

amelia1 said...

la tua rete per le storie l'hai cucita bene.

ti leggerei per ore, con una tassoni davanti, in un tavolino di una piazza vuota. dove tintinnano i bicchieri.


LettriceM said...

E quanto bello sarebbe poterle ascoltare tutte quelle storie :-) Nel mio quartiere si sono avvicendati diversi "matti", ora è un po' che non ne vedo più nessuno, escludendo i ritenuti savi che son ancora più matti. C'era quella che dava della donna di malaffare a qualsiasi femmina incontrasse e alcune cercava anche di colpirle... (voci dicono che fosse stata abbandonata dal suo uomo per un'altra e più giovane donna quando era ancora savia). Un'altra era una vecchina che sembrava uscita da un film di un'altra epoca (purtroppo ero troppo piccola per avere la voglia di avvicinarla: mi faceva paura), poi c'era il grasso ubriacone che parlava male del Governo (quindi era sanissimo)... Ora non c'è più nessuno -__-. E nemmeno cani... I randagi quel quartiere finiscono irrimediabilmente a casa mia, il che fa sì che non esista il cane di piazza, ma il cane di casa.

Desmentera said...

quindi, in sostanza, questo post è una apologia del randagismo, canino e umano che sia. Mi piace.

Una delle persone più saggie con le quali abbia mai parlato era (spero sia ancora) un vecchio signore che passava le sue giornate girovagando tra il bar e la biblioteca di quartiere, leggeva tutto e sapeva davvero molto.

Raccontare la propria storia. Quella degli altri. Svelarla.

Che bello.

Saluti


Lario3 said...

Per non parlare della regola 4: "Vedi le altre tre regole" :-D

CIAO!!!

cristina13 said...

Piazza bella piazza ci passò una lepre pazza, era un giochino che facevo ai miei piccoli, che mi faceva la nonna e prima di lei chissà chi altri...


Ci son piazze così anche al nord, a mio modesto avviso. Con i regolamentari vecchi pazzi, cani sciolti e giuovani multietnici allo scazzo, solo che succede -rigorosamente- dopo l'orario lavorativo.

fiorirosa said...


nei piccoli centri la piazza è tutto:

ci sono la chiesa principale, due alberi enormi, una fontana canterina, due panchine per gli anziani che poi a sera cedono il posto ai giovani, un palco molto piccolo per uno striminzito concerto.

Lì batte il cuore stesso del paese, si ascoltano i rintocchi del campanile, si conta il passar delle ore, si commentano notizie liete e tristi,

si spettegola e si fa politica.

lì i personaggi più curiosi e strani, e ce ne sono ovunque, sostano in perenne attesa.

è sempre la stessa scena, anche a distanza di tanti, lunghi anni.

sonicgirl said...

anche tu ti fotografi l'ombra? : ))che sia un effetto della sindrome piterpaniana? io pensavo di esserne uscita da mo' (come si dice dalle mie parti) e ti confesso che trovarmi in compagnia e' alquanto rassicurante...

puckdreamer said...

Io per ora fotografo bottiglie vuote di birra :-P

Todomodo said...

Majorana a Marsala e tu no, è una vera iella matematica… però – pur non essendoci mai stato – visto che è sul mare, si è scelto un bel posto dove sparire. Il tuo invece era più un personaggio surreale, chissà chi era, e chissà dove se ne è andato.

utente anonimo said...

Bau bua =)

con demenza, teo LSC

acerino said...

Manca il bar della piazza,con i tavolini e i 'vecchi' che giocano a carte.


Le didascalie delle tue foto confermano che il mondo corre verso l'entropia (se solo sapessi cosa significa, qua si che ci vorrebba Maiorana).


Io invece all'Università smarrii, dopo averci fatto un magnifico esame (forse il mio migliore) Federico Caffè - dev'essere un destino dei geni quello di voler sparire senza lasciare traccia.


Le tue storie sono sempre un bel leggere, che la tastiera continui ad esserti amica.

fiorirosa said...


mitico Federico Caffè.

Athenaromana said...

Quale avventura aveva portato

l’uomo sui gradini di Place Flagey?

In viso i segni delle botte,

le nocche delle dita scorticate

piangeva muto, la testa fra le mani.


telodicodopo said...

liberiamo lo zoo di pistoia!!!!

shehrazade said...

ma fufi, no?

tobia?


mah ...

flaviablog said...

Beh, chissà quante storie avrebbe da raccontare il cane. Lui li ha osservati tutti e da spettatore esterno dell'umano spettacolo.

UnaStranaStrega said...

qui dove vivo mancavano i luoghi comuni. ora, con gli immigrati, alcuni slarghi si popolano, diventano vivi. l'unica cosa che mi dispiace è che ognuno di questi posti parli una lingua diversa, che non ci si mischi. i milanesi, intanto, si chiudon nei locali..

fragoluzza said...

non so: ritrovi in piazza non ne vedo molti come qualche anno fa.

a meno che non si tratti del centro storico la domenica pomeriggio.

topica gentaglia.


il guerriero celtico, nemmeno fritto. :)

teledorina said...

il tuo è lunico blog che leggo per intero nonostante la lunghezza dei post!!! =)


Paganesimo in incognito...

Lario3 said...

Eh-eh-eh... viva viva :-D

CIAO!!!

lamaratonetaGio said...

Hai ricordato Ligabue e Maiorana due uomini dotati di grandi capacità ma che nella piazza non si sono trovati bene. Due vite diverse , con un fattore comune: provavano un grande disagio a vivere nella società

Ciao

Lario3 said...

Tra l'altro domani ci sono pure i contributi tuoi :-D

CIAO!!!

Falloppio said...

Ok, grazie.....allora mentre leggo i miei contributi mi fingero' sorpreso.

Supertriglia said...

Ogni persona e’ un racconto da ascoltare, ogni persona ha una storia interessante.


.... evidentemente tu NON conosci i clienti della mia banca!

flog said...

essì, ogni tanto torno!! é un piacere risentirti!

Baci

utente anonimo said...

grazie per la delucidazione!! :D

stefanomassa said...

grandissimo Falloppio

stef

Lario3 said...

E' vero, lo potrebbe fare :-D

CIAO!!!

stupide said...

Falloppioneeeee !!!!


ti avviso che c'è una nuova puntata deeee: "Cento Cretine"


ciau


marco

CALIGVLA said...

Salite in autocarro aeropoeti e via che si va finalmente a farsi

benedire dopo tanti striduli fischi di ruote rondini criticomani

lambicchi di ventosi pessimismi

Guasto al motore fermarsi fra Italiani ma voi voi ventenni siete

gli ormai famosi renitenti alla leva dell'Ideale e tengo a dirvi che

spesso si tentò assolvervi accusando l'opprimente pedantismo

di carta bollata burocrazie divieti censure formalismi

meschinerie e passatismi torturatori con cui impantanarono il

ritmo bollente adamantino del vostro volontariato sorgivo a

mezzo il campo di battaglia

Non vi grido arrivederci in Paradiso che lassù vi toccherebbe

ubbidire all'infinito amore purissimo di Dio mentre voi ora

smaniate dal desiderio di comandare un esercito di

ragionamenti e perciò avanti autocarri

Urbanismi officine banche e campi arati andate a scuola a

questi solenni professori di sociologia formiche termiti api

castori

Io non ho nulla da insegnarvi mondo come sono d'ogni

quotidianismo e faro di una aeropoesia fuori tempo spazio

I cimiteri dei grandi Italiani slacciano i loro muretti agresti nella

viltà dello scirocco e danno iraconde scintille crepitano

impazienze di polveriera senza dubbio esploderanno

esplodono

morti unghiuti dunque autocarri avanti

Voi pontieristi frenatori del passo calcolato voi becchini

cocciuti nello sforzo di seppellire primavere entusiaste di gloria

ditemi siete soddisfatti d'aver potuto cacciare in fondo fondo al

vostro letamaio ideologico la fragile e deliziosa Italia ferita che

non muore

Autocarri avanti e tu non distrarti raggomitola il tuo corpo

ardito a brandelli che la rapidità crudele vuol sbalestrarti in cielo

prima del tempo

Scoppia un cimitero di grandi Italiani e chiama Fermatevi

fermatevi volantisti italiani aveva bisogno di tritolo ve lo

egaliamo noi ve lo regaliamo noi noi ottimo tritolo estratto dal

midollo dello scheletro

E sia quel che sia la parola ossa si sposi colla parola possa con

la rima vetusta frusti le froge dell'Avvenire accese dai

biondeggianti fieni di un primato

Ci siamo finalmente e si scende in terra quasi santa

Beatitudine scabrosa di colline inferocite sparano

Vibra a lunghe corde tese che i proiettili strimpellano la

voluttuosa prima linea di combattimento ed è una tuonante

cattedrale coricata a implorare Gesù con schianti di petti

lacerati

Saremo siamo le inginocchiate mitragliatrici a canne palpitanti di

preghiere

Bacio ribaciare le armi chiodate di mille mille mille cuori tutti

traforati dal veemente oblio eterno

CALIGVLA said...

oppure la piu classica


AVANTI AVANTI AVANTI AVANTI AVANTI AVANTI AVANTI AVANTI

INDIETREGGIARE MAAAAAAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!!!!!!!!!

daisi said...

diverso non vuol dire strano

siamo troppo abituati a voler appartenere a tutti i costi che smettiamo di essere noi stessi per non sentirci soli ma cosi facendo perdiamo chi siamo realmente

mi sono spiegata???

baci

daisi

CloseTheDoor said...

senti ma non riesci proprio a far salire la sezione "post" in questo tuo blog? sullo schermo mi scende sempre piu' in basso di tutte le cose a sinistra.... :-|

minoio said...

mi noio. aa'fascina'nte la storia di Majorana!

brule said...

passo le mie ore più felici sulle panchine della piazza: un luogo vero, dove la storia si costruisce giorno per giorno, alla faccia del buon Marc Augè.

BambolaSimona said...

Il maialino rosso a sx nn lo avevo ancora notato!!Lo ingrassiamo per magnarlo a natale? ahahahah :P

eeed said...

caaaarino il post! proprio bello!...una cosa che mi viente in mente c'è in tutte le piazze d'italia???.....BAR DELLO SPORT??????????????????????

Todomodo said...

Hai provato a brevettar la tua benzina?

LettriceM said...

Caro Falloppio, dove sei finito?

Passa da me un secondo... sorpresina ^_^ (prima o poi te la dovevi aspettare :-P)

KidsHands said...

ma che bella lettura!!

stupide said...

Uei Falloppietto !!!!

vieni a vedere il nostro primo video integrale????

siamo tutti nudi !!!


(questo lo scriviamo per le blogger, ma tanto non è mica vero)


marco

tittiarpege said...

Che bel post Falloppio!

Mi ha emozionata, senza poter spiegare il perchè.

Ho solo un appunto da fare: ma "staminkiazza" non significava un'altra cosa?

Un bacio!

Titti

daisi said...

ciao un saluto di passaggio

baci

daisi

Falloppio said...

Sono tornato.

Posto qualcosa di nuovo al piu' presto.

IlGuizzo said...

Io conosco un tipo (il fotografo Primo Gnani) che ha conosciuto Majorana!


"staminkiazza" che in dialetto significa: "stiamo in piazza"

è fantastica

utente anonimo said...

ciao falloppio, bentornato.

aspettiamo tue nuove.

Fiorirosa

yetbutaname said...

ciao

la tua fedele lettrice

utente anonimo said...

La foto del bambino che prega (e il cane) vale un universo intero.

Sammy