Era un vecchio che navigava da solo su una barca a vela nella corrente del Golfo.
Attorno aveva il nulla: il sole cocente e quella distesa di azzurro che era tutto ma, proprio per questo, non era niente.
Quel sole l’aveva una volta visto giovane. Si dice che fosse allegro e perfino scanzonato, sognatore e innamorato come lo si puo’ essere solo quando si e’ giovani.
Ci fu una tempesta.
Quando rientro’ ferito in porto, trovo’ una lettera di lei che se ne andava al di la’ di quel mare.
Maledi' quel mare che tutto separa.
Il pescatore, Santiago, non s’era mai sentito cosi’ solo e per la prima volta, dalla ferita nel petto sentiva ora entrare tutto il freddo e il sale dell’Oceano.
Col tempo, Santiago era diventato silenzioso.
Tranne le sere, alla taverna del porto, dove si aggirava con un aria malinconica e con un bicchiere di vino rosso.
Gli chiedevano di raccontare storie di pesci, di altri mari, genti lontane.
Era bravo a raccontare. Ci sembrava a tutti di essere lui e quando si tornava a casa, ci si sentiva tutti dei piccoli eroi.
Una sera, forse con piu’ vino gli chiesero di raccontare una storia d’amore.
Santiago, nonostante il tanto vino, si fece serio.
Sussurro’ che le parole d’amore le aveva gia’ usate tutte. Non le aveva piu’ con se. Guardo’ in basso e aggiunse: “Sono al di la’ del mare, intrappolate dentro lettere. Non m’e’ rimasto piu’ niente”.
Lo guardavo in silenzio, aveva uno sguardo profondo come il mare, lo stesso mare che aveva mille volte sconfitto, nelle altre storie.
Non quella sera, pero’. Fu una sera senza eroi.
I giovani volevano bene a Santiago, a cui riconoscevano una grande abilita’ nel seguire i pesci piu’ aggressivi, con tenacia, senza paura.
Zac! Un momento preciso del braccio e la punta della fiocina scompariva, lasciando un fiotto di sangue.
Un giorno, pero’ la vecchia ferita torno’ a fargli male nel momento sbagliato. Perse un pesce cosi’ grande che avrebbe potuto sfamare le famiglie degli altri pescatori per giorni.
Capi’ di essere invecchiato presto e per la rabbia contro se stesso due grosse lacrime gli rigarono lentamente il volto.
Lui, vecchio pescatore, scopriva ora che per quanto il mare sulla faccia possa essere salato, le lacrime lo sono di piu’.
E in quel momento capi’ d’essere stato esposto a troppi venti.
Si sentiva come quelle vecchie barche che, semidistrutte da una tempesta non meritano piu’ la fiducia dei pescatori, anche quando sono state riparate.
Da piccolo aveva pensato che un muretto separasse il cielo dal mare ed era anche stato certo che sul quel muretto di mattoni si poggiasse il sole per dormire.
Un giorno il vecchio prese la sua barca e la punto’ al cuore di quel mare che da giovane aveva considerato un acerrimo nemico, piu’ tardi un fiero avversario.
Ora vedeva il mare come una madre pronta ad accoglierlo, forse a cullarlo.
Una madre che univa tutte le terre degli uomini, e ne tratteneva i sogni piu’ grandi e semplici.
Sogni troppo grandi per essere sognati da uomini, che un tempo s'eran creduti eroi.
Piccole onde, dolci come baci passati, carezzavano la barca. Il vecchio si era addormentato. Dormiva bocconi. Il vecchio, nonostante tutto, ancora sognava.
La storia continua qua.
Attorno aveva il nulla: il sole cocente e quella distesa di azzurro che era tutto ma, proprio per questo, non era niente.
Quel sole l’aveva una volta visto giovane. Si dice che fosse allegro e perfino scanzonato, sognatore e innamorato come lo si puo’ essere solo quando si e’ giovani.
Ci fu una tempesta.
Quando rientro’ ferito in porto, trovo’ una lettera di lei che se ne andava al di la’ di quel mare.
Maledi' quel mare che tutto separa.
Il pescatore, Santiago, non s’era mai sentito cosi’ solo e per la prima volta, dalla ferita nel petto sentiva ora entrare tutto il freddo e il sale dell’Oceano.
Col tempo, Santiago era diventato silenzioso.
Tranne le sere, alla taverna del porto, dove si aggirava con un aria malinconica e con un bicchiere di vino rosso.
Gli chiedevano di raccontare storie di pesci, di altri mari, genti lontane.
Era bravo a raccontare. Ci sembrava a tutti di essere lui e quando si tornava a casa, ci si sentiva tutti dei piccoli eroi.
Una sera, forse con piu’ vino gli chiesero di raccontare una storia d’amore.
Santiago, nonostante il tanto vino, si fece serio.
Sussurro’ che le parole d’amore le aveva gia’ usate tutte. Non le aveva piu’ con se. Guardo’ in basso e aggiunse: “Sono al di la’ del mare, intrappolate dentro lettere. Non m’e’ rimasto piu’ niente”.
Lo guardavo in silenzio, aveva uno sguardo profondo come il mare, lo stesso mare che aveva mille volte sconfitto, nelle altre storie.
Non quella sera, pero’. Fu una sera senza eroi.
I giovani volevano bene a Santiago, a cui riconoscevano una grande abilita’ nel seguire i pesci piu’ aggressivi, con tenacia, senza paura.
Zac! Un momento preciso del braccio e la punta della fiocina scompariva, lasciando un fiotto di sangue.
Un giorno, pero’ la vecchia ferita torno’ a fargli male nel momento sbagliato. Perse un pesce cosi’ grande che avrebbe potuto sfamare le famiglie degli altri pescatori per giorni.
Capi’ di essere invecchiato presto e per la rabbia contro se stesso due grosse lacrime gli rigarono lentamente il volto.
Lui, vecchio pescatore, scopriva ora che per quanto il mare sulla faccia possa essere salato, le lacrime lo sono di piu’.
E in quel momento capi’ d’essere stato esposto a troppi venti.
Si sentiva come quelle vecchie barche che, semidistrutte da una tempesta non meritano piu’ la fiducia dei pescatori, anche quando sono state riparate.
Da piccolo aveva pensato che un muretto separasse il cielo dal mare ed era anche stato certo che sul quel muretto di mattoni si poggiasse il sole per dormire.
Un giorno il vecchio prese la sua barca e la punto’ al cuore di quel mare che da giovane aveva considerato un acerrimo nemico, piu’ tardi un fiero avversario.
Ora vedeva il mare come una madre pronta ad accoglierlo, forse a cullarlo.
Una madre che univa tutte le terre degli uomini, e ne tratteneva i sogni piu’ grandi e semplici.
Sogni troppo grandi per essere sognati da uomini, che un tempo s'eran creduti eroi.
Piccole onde, dolci come baci passati, carezzavano la barca. Il vecchio si era addormentato. Dormiva bocconi. Il vecchio, nonostante tutto, ancora sognava.
La storia continua qua.
37 comments:
in ufficio, con il freddo e la pioggia...
facciamoci del male!
Saluti
Desmentera
come si sente che il mare ce l'hai dentro..
Già promettevi bene da piccolino...
Bellissimo post.
Grazie mille per il commento, CIAO!!! :-D
molto bello, fallo'
sei proprio bravo bravissimo
Guardate che qui non c'e' niente di personale.
Consideratelo uno "spin-off" di un romanzo di Ernest Hemingway.
Niente di personale (tsk tsk).
sì, certo
lo hai spinoffato a meraviglia, però
non si deve dire?
grande Falloppio.
spin-off del più famoso "il vecchio e il mare", però anche il tuo è un capolavoro. diciamolo non è da tutti.
meno male che le donne non riescono mai del tutto a rovinare la vita ...
Spero di poter continuare a sognare, anche quando sarò vecchio.
ciao
Bello, bello, bello!!!!
Bellissimo post. Sono rimasta incantata nel leggerlo.
Grazie :))
Un sorriso
Che sballo il compagno Superman :-D
Grazie mille per il commento, CIAO!!!
Hemingway nel suo libro "il vecchio e il mare", da te postato con la solita maestria,parla del pescatore Santiago ma in realtà lo scrittore s'ispirò al marinaio cubano Gregorio Fuentes suo compagno di pesca.
Noto con piacere che amiamo entrambi il ..... regno di Poseidone!
Un abbraccio.
P.S. aspetto il tuo parere sul post di Guccini.
Prima di entrare nel mondo blogger avevo l'acerrima convinzione che chimici, biologi, matematici e affini, insomma gli scienziati tipo te,fossero delle emerite capre quando si trattava di letteratura, di bella scrittura e di sensibilità. Poi ho cambiato idea.
Riletto con il sole è meglio!
;)
E' molto bello.
Forse Santiago non ha mai smesso di sperare che, aldilà dal mare, la sua storia andasse avanti.
Quando hai tempo leggi qui www.arietta.splinder.com impressioni del 21 sett.07
Falloppio è l'eccezione alla regola, Vistodalsud.
falò,
buona domenica
Fiorirosa
Catturano tutto quello che si muove :-D
Grazie per il commento, CIAO!!! :-D
Il Vecchio E Il Mare
Lasciatemi restare così
tra questa barca e il cielo...
fermo e inimmaginato come una nota di Mahler
sopra un violino solo...
lasciatemi restare così
con questo pescecane legato al mio fianco
che dovrei riportare a riva
se solo fosse un po' più stanco.
Così, dove tutte le cose sono soltanto
battelli di passaggio,
viste e perdute nell'attimo che un faro
le trapassa di un raggio;
perchè il vecchio adesso ha vent'anni
e il mare ne ha milioni di milioni,
perchè il vecchio adesso ha un sorriso
che ha superato tutte le illusioni...
E l'amore, l'amore, l'amore
che bella scusa per sentirsi vivo
è stato questo amore:
e l'amore, l'amore, l'amore
che insensata pagina di violenze, lacrime , sudore,
e lontano, lontano, lontano il vecchio
ha sempre la tua lettera che dice di tornare,
perchè ti ha amato così tanto
nonostante l'amore...
Lasciatemi questa zona d'ombra,
questo sentimento di non partenza :
stendermi, ben sapendolo
in questa dolcissima, totale indifferenza;
ho figli che devono tirare le reti
e fastidiosi richiami dalla riva,
e conti da saldare
con chi mi compra il pesce perchè io sopravviva:
e l'amore, l'amore, l'amore
che infrangibile anello è stato il tuo amore,
l'attimo nella nebbia
che più credibilmente rassomiglia al sole,
in mezzo a scogli e stelle e guizzi di delfini
da non considerare
perchè il vecchio ora sa che è vero solo il mare
e non c'è niente che sia vero
tranne il mare;
il vecchio sa,
perchè ora il vecchio
è il mare.
© Roberto Vecchioni
Unachicca.
passavo, pensavo e cercavo un sorriso...
Ah-ah-ah... complimenti e grazie mille per i commenti :-D
CIAO!!!
OT:
Ti ho scritto, un abbraccio
Angela
Bellissimo post... come sempre, del resto.
Solo che a me il vecchio e il mare incute un penossissimo senso di melanconia.
Già.
"...e in quel momento capì di essere esposto a troppi venti..."
capita nella vita di ognuno il momento di avvertire venti a cui non saper opporre resistenza.
poi i venti si placano e rimane, assieme a tante cianfrusaglie,
il vuoto di quello che hanno spazzato via.
Come spinnoffi te, nessuno. Però quella del muretto pensavo proprio fosse tua.
magico...
Ah-ah-ah... povero Numero 9 :-D
Grazie mille per il commento, CIAO!!!
Ciao paesano, grazie per la visita.
Lo sai che Hemingway, visto il successo de "Il vecchio e il mare" che, per assurdo lo portò a ricevere il premio Nobel per la letteratura, si incazzò parecchio?
Con tutto quello che aveva scritto prima, diventare famoso per un raccontino deve averlo fatto rodere parecchio.
Eh-eh-eh... Yogurt BUUU!!! :-D Grazie mille per il commento, CIAO!!! :-D
cacchio sei avanti...
Marco LSC
ciao ho visto quel link che mi hai mandato
che dire?
mastella fa pena!
..e come spesso facciamo noi figli, ci dimentichiamo che lei è sempre lì, per noi, tornando ad abbracciarla con lo sguardo ai primi freddi, una volta scappate le cabine, le fritture e i pedalò..
ti leggo sempre, ma non commento perchè a volte ogni parola è un surminus... ;)
Appena mi sveglio vi scrivo un post e i compiti di francese....spero di non confondermi.
Buona notte.
il post non l'ho (ancora?) letto. però quella foto mi ha fatto quasi piangere.
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