Tuesday, 1 February 2011

Se non ora quando

Sono nato nel 1977 in provincia di Treviso.
Ogni azione scatena una reazione uguale e contraria: un anno dopo la mia nascita, nello stesso posto sarebbe nata la Łiga Vèneta
.
Moriva Elvis e i Sex Pistols pubblicavano "Never Mind the Bollocks".
Quell'anno bruciavano i cassonetti e i lacrimogeni, c'erano le Brigate Rosse ma c’era anche l’Eurocomunismo di chi considerava il mondo la patria.
Morire Democristiani era visto come un triste destino.

Il 77, anni dopo e' stato visto come un annus horribilis ma io 3 anni dopo  non me ne accorgevo: all’asilo Paz avevo problemi ben piu' grossi.
Che Elisa m’aveva dato un bacio sulla guancia ma a me piaceva Gemma.
E allora Elisa m’aveva fatto sbattere contro un termosifone.
Presi due punti….e non fu la volta che soffrii di piu’ come non fu nemmeno la volta che feci piu’ punti.

Poi ricordi veloci, il liceo "Cielo", dove un compagno raccoglieva firme da mandare all’ONU, contro l’embargo Cubano, 12 firme. Ogni anno 12 firme. Poi qualcuno se ne ando’….e infine non s'e' cambiato niente.
E poi Enrico che dalla Toscana sbucciava le arance con unico taglio.
Il coltello girava lasciando l’arancia pulita e lui con un sorriso mi spiegava: “che se la sbucci con un taglio solo muore un prete”, ed io pensavo che la Sicilia e’ troppo piena di arance e sara’ per questo che i preti comandano ancora.
Intanto crescevo e di nuovo firmavo: in migliaia abbiamo firmato, contro il governo,
su Repubblica per Saviano, contro i loghi, per i laghi. Non e’ cambiato niente.
Sulla fronte ho la cicatrice che m’ha lasciato Elisa, che mi scuce sempre un sorriso, e mentre lei credo che abbia due bambine e un lavoro in banca io mi sono pure ritrovato tra i lacrimogeni, ma alla fine di una stupida partita di calcio.

Intanto a Palermo i cassonetti bruciano ancora, ma non ci sono piu’ i terroristi, ma nemmeno gli operai e i comunisti e mentre non si fa niente ci si rintana contro la paura cercando di proteggere i localismi, alla ricerca di perpetua di chi ce l’ha piu’ piccolo  il paese, la patria.
I localismi sono tali che gia’ il vicino inizia a starmi un po’ sul cazzo perche’ un po’ mi fa paura.
Prima almeno c'era
Berlinguer e le feste dell'unita', poi e' finita l'unita', ora tocca alla festa.

Morire Democristiani ormai e’ un allettante e dignitosa prospettiva.
Oggi, ho trovato il mio primo capello bianco.
E ho sentito tutto il peso di questi anni incominciati con l’annus horribilis e  finite co sti anni di merda.
Le palpebre le sento pesanti. Ora chiudo gli occhi. Che domani mi svegliero’ con mia madre che mi dice che e’ una bellissima giornata, che la neve pulita ha coperto tutto, e tutto va bene ed e' ora di andare all'asilo.
Mi mettera’ un grambiule blu a quadri e l’astronave con cui gioco sempre nel cestino.
Mi dira’ di sbrigarmi che fra un po’ passa lo scuolabus. Salutero’ Gemma e Elisa e giocheremo a far finta di essere grandi e a immaginarci quest’Italia. Diversa. 

22 comments:

yetbutaname said...

dice il poeta:
...
One age is like another for the soul.
...
..                                 all ages shine
With equal darkness, yours as dark as mine.
...
(R. Frost)

e in tutto questo scuro bisogna tenere gli occhi ben aperti per cogliere qualche barlume
e non stare a guardare il capello
ciao 

xanthippe said...

E lo so che il primo capello bianco è un evento tragico,
e che la congiunzione politica ed economica ed astrale dell'Italia fa letteralmente defecare,
e che da Berlinguer ad adesso è diventato un trotaio e un troiaio,
ma con Gemma com'è finita?
(Su su, un po' di sano gossip d'antan.)

Falloppio said...

Niente: a 6 anni siamo tornati su al Sud e non l'ho rivista piu'.
Una volta m'ha fatto chiesto di spingerla sull'altalena, ma non penso che significasse niente di che.

xanthippe said...

Niente di che?!
Ti ha chiesto di spingerla sull'altalena e tu non hai capito tutti i significati reconditi e il linguaggio metaforico che si celavano dietro quella richiesta?!
Oh, cielo!
D'Alcamo.

lavespista said...

che bel post......un bellissimo bel post. grazie

utente anonimo said...

...di come le domeniche dei saldi soppiantarono le feste dell'Unita' (dell'Amicizia e dell'Avanti) nell'immaginario collettivo di un paese.

Piu' tragico di quello che sembra (che e' un po' il leit-motif degli ultimi 30 anni di storia del belpaese)

palbi

utente anonimo said...


Gas, è davvero toccante ed esilarante....anch'io all'asilo avevo altri problemi, magari qualcuno me lo porto dietro pure ora....com'è che nn eravamo all'asilo insieme? E dove hai fatto le medie...nn ci siamo mai beccati....Cmq, si....nn so....io nn sono partita da "esile"...ma un pò mi ci sto sentendo....
Vorrei poter dire viva Obama....ma nn mi viene più tanto spontaneo....se n sbaglio adesso uno dei miei compagni d'asilo è mio vicino di casa a Vittorio....io nn ho  solo visto  un capello bianco, ma 2, 3....consiglio....fatti le mèches...e tutto passa!
baci,
Si

ipsediggy said...

per immaginare positivo, appiedi bisogna andare!

laila81 said...

Vorrei fosse realtà, l'italia diversa, vorrei fosse ora. 

P.S. E mò non ti far condizionare dal capello bianco, che ci ha pure il suo fascino lui!

nevepioggia said...

vorrei anch'io che tutto ciò fosse un sogno.
anzi....un incubo...ciao

utente anonimo said...

Quindi anche tu avevi un cestino all'asilo...ogni volta che lo racconto alle persone mi guardano come se fossi un'aliena. Evviva il bianco dei capelli e della neve ma anche delle meringhe!
estia

Lario3 said...

Io sono nato tre anni dopo a Como :-D


Grazie mille per il commento e per quella cosa della scatola dell'uomo invisibile :-D

CIAO!!!

utente anonimo said...

ha ragione Yet (come sempre) non guardare il capello...
anche io del '77... adesso capisco...
=)

stefanover said...

carino.
anche mia mamma era della provincia di treviso...
ed io pur essendo nato a milano, è li che son cresciuto...
nelle campagne vicino ad oderzo, sul monticano, più o meno...

caz, tornassi indietro col piffero che ritornavo a milano...

violaevelluto said...

basta tingerli e tutto passa.
una colata di tintura per capelli, nera come la pece, calda come la pece su questo paese, e andrà tutto bene.
e cmq io all'asilo mi facevo toccare sotto i vestitini, elisa doveva giocare questa carta.

a2punti said...

al peggio non c'è  limite... agguantiamoci forte... e speriamo di stoppare il piccione prima che spariscano -dopo la scuola e l'università- anche gli asili

utente anonimo said...

Grazie.

Adda passa a nuttata,
ma che notte lunga e nera.

Un giorno ti accompagneróa prendere tuo figlio all'uscita dell'asilo.
In quell'altra Italia, diversa.

Un abbraccio,
Sebastiano

utente anonimo said...

il distributore di sogni sembra guasto

D.

Thumper said...

Morire Democristiani ormai e’ un allettante e dignitosa prospettiva è quello che, negli ultimi 10/15 anni, ho cominciato a pensare anch'io.

E non c'è un ca%%o da ridere.

tirare_a_campari said...

Adesso!

milodonte said...

A casa si votava per la democrazia cristiana. Mio padre era nel consiglio pastorale, mia madre faceva dottrina e io servivo messa. Poi l'equilibrio si è rotto, è nata la lega, un muro è caduto e ho fatto l'amore.

Anch'io sono nato a Treviso.

SaR said...

Lo ricordo ancora da vicino, era il 1975, gli feci da servizio d'ordine con altri compagni. Saluti da Sar.