10 anni fa e’ iniziato tutto qua: perche’ se avessi avuto un Erasmus di merda, incontrato gente terribile, oggi non sarei cio’ che sono.
Invece ho incontrato gente spettacolare e mi sono sentito a casa in un posto straniero. E queste son cose che ti segnano: che a incontrare gente cosi’ uno finisce che ripone fiducia negli uomini, nelle persone, di culture diverse, con storie e vite differenti dalla mia e per questo interresanti da ascoltare.
Per questo dico che l’Andalusia ora e’ un po’ casa mia.
La prossima volta che lascio casa devo ricordarmi di lasciare le finestre aperte, che c'e' un caldo porco (dai 10 gradi del Galles all’alba ai 30 di Siviglia).
Il congresso va bene: conosco gente in gamba.
La seconda sera scendiamo per la calle, en el barrio Santa Cruz.
La gente e’ distratta: c’e’ il Siviglia in finale di Coppa del rey (l’omologa della Coppa Italia). Il Siviglia vince 1-0 sull’Atletico Madrid.
Per strada c’e’ una gran festa.
Gente nelle fontane.
Sono combattuto: non ho nessuna ragione per buttarmi dentro una fontana (se non lo sperare che le 3 ragazze che sono con me mi seguano fino all' elezione di Miss Maglietta bagnata nel tripudio generale).
Pero' io ricordo i miei compañeri di piso che mi dicevano che i proletari e gli operai sono del Betis (l’altra squadra di Siviglia: bianca e verde).
I fighetti ben abbienti sono del Siviglia.
Detto cio’ io e i miei compañeros ci siamo sempre detti del Betis, operai e proletari.....il che e’ notevole visto che nessuno di noi possiede prole o e’ mai entrato in una fabbrica per capire cosa fosse il lavoro.
Allora ci limitavamo a frequentare l’universita’. Quella di Siviglia e' nella Reale Fabbrica di tabacco, dove lavorava la Carmen. Forse hanno una laurea in tabaccologia.
Il congresso finisce Venerdi’ notte. L’aereo e’ domenica mattina.
Il sabato decido di seguire la ragazza Russa che vuole visitare l’Alhambra giu' a Granada.
Vi ritorno per la terza volta ed e’ sempre bellissima: la bellezza delle montagne innevate della Sierra Nevada, bianche nonostante il caldo afoso, le fontane, i giardini, il palazzo non grandioso, ma perfetto mi fanno intuire la grandezza dell’idea del paradiso islamico. Eccetto quella cosa delle 40 vergini che saranno anche difficili da soddisfare...c’e’ il rischio di morire d’amore eccessivo.
E queste cose le pensavo all’aeroporto.
Un po’ rincoglionito dalla stanchezza del viaggio, dal vino tinto che in Spagnolo significa rosso e in Siciliano significa cattivo (verita' entrambe: che si sa che il vino per la sangria piu’ e’ cattivo e piu’ e’ buono).
E pensavo anche di come avevo dormito per 5 notti in un albergo a 5 stelle, e di come per essere andato a Granada ed essere giunto tardi all’aeroporto mi toccasse passare una notte la’, su una panchina.
La cosa non mi costava tanto: ultimamente passo con facilita’ e cambio lingue, ruoli, tra luoghi e persone che cambiano.
Sono convinto di potermi adattare ad ogni situazione all’inizio per poi di riuscire a adattarla a me.
La cosa piu’ bella? Che mi diverto nel farlo.
Il futuro non fa paura: quando arrivera’ lo faro’ bello.
Se non ci riusciro’, me lo lascero’ passare addosso finche’ non sara’ passato.
...e tutto e’ iniziato circa 10 anni fa incontrando persone giusto e lasciandomene dietro altre.
Flavia e Sebastiano mi dispiace di non essere passato salutarVi ma tutto e' stato un po' imporvvisato (per esempio non dovevo andare a Granada, ma poi sapete com'e'...ne tira piu' un pelo di russa etc.).
La prima volta che vengo non per lavoro, prometto che ci si vede. Un abbraccio.
Il congresso va bene: conosco gente in gamba.
La seconda sera scendiamo per la calle, en el barrio Santa Cruz.
La gente e’ distratta: c’e’ il Siviglia in finale di Coppa del rey (l’omologa della Coppa Italia). Il Siviglia vince 1-0 sull’Atletico Madrid.
Per strada c’e’ una gran festa.
Gente nelle fontane.
Sono combattuto: non ho nessuna ragione per buttarmi dentro una fontana (se non lo sperare che le 3 ragazze che sono con me mi seguano fino all' elezione di Miss Maglietta bagnata nel tripudio generale).
Pero' io ricordo i miei compañeri di piso che mi dicevano che i proletari e gli operai sono del Betis (l’altra squadra di Siviglia: bianca e verde).
I fighetti ben abbienti sono del Siviglia.
Detto cio’ io e i miei compañeros ci siamo sempre detti del Betis, operai e proletari.....il che e’ notevole visto che nessuno di noi possiede prole o e’ mai entrato in una fabbrica per capire cosa fosse il lavoro.
Allora ci limitavamo a frequentare l’universita’. Quella di Siviglia e' nella Reale Fabbrica di tabacco, dove lavorava la Carmen. Forse hanno una laurea in tabaccologia.
Il congresso finisce Venerdi’ notte. L’aereo e’ domenica mattina.
Il sabato decido di seguire la ragazza Russa che vuole visitare l’Alhambra giu' a Granada.
Vi ritorno per la terza volta ed e’ sempre bellissima: la bellezza delle montagne innevate della Sierra Nevada, bianche nonostante il caldo afoso, le fontane, i giardini, il palazzo non grandioso, ma perfetto mi fanno intuire la grandezza dell’idea del paradiso islamico. Eccetto quella cosa delle 40 vergini che saranno anche difficili da soddisfare...c’e’ il rischio di morire d’amore eccessivo.
E queste cose le pensavo all’aeroporto.
Un po’ rincoglionito dalla stanchezza del viaggio, dal vino tinto che in Spagnolo significa rosso e in Siciliano significa cattivo (verita' entrambe: che si sa che il vino per la sangria piu’ e’ cattivo e piu’ e’ buono).
E pensavo anche di come avevo dormito per 5 notti in un albergo a 5 stelle, e di come per essere andato a Granada ed essere giunto tardi all’aeroporto mi toccasse passare una notte la’, su una panchina.
La cosa non mi costava tanto: ultimamente passo con facilita’ e cambio lingue, ruoli, tra luoghi e persone che cambiano.
Sono convinto di potermi adattare ad ogni situazione all’inizio per poi di riuscire a adattarla a me.
La cosa piu’ bella? Che mi diverto nel farlo.
Il futuro non fa paura: quando arrivera’ lo faro’ bello.
Se non ci riusciro’, me lo lascero’ passare addosso finche’ non sara’ passato.
...e tutto e’ iniziato circa 10 anni fa incontrando persone giusto e lasciandomene dietro altre.
Flavia e Sebastiano mi dispiace di non essere passato salutarVi ma tutto e' stato un po' imporvvisato (per esempio non dovevo andare a Granada, ma poi sapete com'e'...ne tira piu' un pelo di russa etc.).
La prima volta che vengo non per lavoro, prometto che ci si vede. Un abbraccio.