Thursday, 5 July 2012

Cronache del Dopobarba*

Lascio un commento su un blog amico. La pagina web mi chiede di dimostrare di non essere un robot scrivendo qualcosa in una finestrella.  
Svogliato digito: “portami tua sorella”. Mi mette davanti un altro codice da decriptare.  
Ultimamente tra piattaforme scomparse, foto dei vecchi post che svaniscono e commenti sempre piu’ difficili da fare non e’ un bel momento per i blog. Che poi a volte rimane da chiedersi se ci sia mai stato davvero un bel momento per i blog.
Vi ricordate come inizio’ tutto? 
Era solo il 2007 ma sembra un secolo: in Italia tutti parlavano di Second LifeLe istituzioni buttavano soldi reali per mettere dei palazzi virtuali su Second Life: il comune, la provincia, il governo. 
Quando tutti (tranne io e qualche altro) ebbero il proprio omino, si resero conto che, al di la’ di andare in giro la prima volta, non e’ che questa seconda vita servisse a tanto: troppo simile alla vita reale per essere interessante, troppo distante dalla vita reale per non preferire una sera fuori. Quella era anche l’epoca dei blog.  
Tutti a giocare ad esser scrittori, tutti interessati a vedere com’era il mondo descrito con le parole degli altri. 
Ci fu un periodo in cui tutti i libri erano scritti da blogger e pefino un sito inutile come questo blog, ricevevano 200 visite giornaliere (anche se il 50% del traffico si basava sulle poppe della Canalis). 
Ma i blog avevano un problema: richiedevano cura e tempo forse, ma non ne sono sicuro a 100%, una minima capacita’ di scrittura. 
La nuova frontiera, consistette nell’ allestire delle vetrine piene di dati personali, foto etc. In poche parole, arrivava l’era di Facebook.
Capisco la fascinazione della gente. Se seleziono 100 foto con cura, anche io sembro uno che fa una vita spettacolare, faccio cose, vedo gente etc. perche’ nella vita sono poche le pagine importanti, il resto, fa volume e a saperle selezionare si puo’ far credere quel che si vuole.
Pero’ noi siamo la somma di quelle pagine, mica solo quelle che mostriamo a degli amici. Amici? la maggiorparte dei contatti sono amicizie che s'erano perdute, ca cui abbiamo deciso di daredare un altra possibilita’.
Ho perfino sentito dire che i datori di lavoro reperiscono cosi’ informazioni su chi assumere. La cosa un po’ mi spaventa: un datore di lavoro cercasse il mio nome su Fb, non mi troverebbe, ma troverebbe un mio omonimo che annovera tra i suoi film preferiti: Montecarlo Gran casino’....poi mi chiedo come mai la mia carriera non procede velocemente come vorrei.  
...e la riflessione torna davanti a quel cursore, punto interrogativo pulsante di una domanda inevasa. Come dimostrare che non sono un robot? Il pensiero umano puo’ essere imitato, le foto, le esperienze vissute non dimostrano niente. Rinuncio, chiudo gli occhi e mi addormo, nella tela scura posso immaginare cio’ che voglio. 
Prima di dare il comando all’inconscio mi chiedo se sia l capacita’ di sognare che rende diversa una vita automatica e robotica, da una vita reale...poi quando mi addormo sogno di pecore elettriche.

* Il titolo fa riferimento a questo libro qua e al suo grande autore.

Saturday, 30 June 2012

Perche’ dobbiamo chiedere scusa ai tedeschi: di come poche teste di minchia riescono a rovinare sempre tutto


I tedeschi sono un popolo fiero, pragmatico, organizzato ed efficiante. Sara’ una frase banale, ma dopo avere vissuto 5 anni in Germania, ho acquisito il diritto di dirlo con coscienza.
Il tedesco, anche per un suo substrato culturale di stampo luterano, e’ fermamente convinto che se seguira’ a compiere con fede le azioni che crede giuste, sara’  infine ripagato dei suoi sforzi.
L’Italiano e’ l’esatto contrario: ha un enorme potenziale ma tende a galleggiare sempre un po’ al di sotto della media,  eppure quand’e’ il momento giusto, riesce a fare delle azioni cosi’ incredibili da stupire tutto il mondo. 
Io ho fatto il dottorato a Dresda, Germania Est.
Sabine mi racconto' che quando la Volkswagen arrivo’ agli stabilimenti dove producevano le Trabant nel 1990, presero i macchinari ancora in funzione e li misero in un museo.
Poi gli operai giovani vennero istruiti su come  usare i macchinari di nuova generazione  prodotti nella Germania Ovest. Il padre di Sabine e molti altri, operai piu' anziani invece, vennero prepensionati.
Cio’ creo’ frustazione negli operai letteralmente buttati fuori dai posti di lavoro, ma anche un po’ nei tedeschi dell’Ovest che decisero di cambiare con un valore di 1:1 i marchi dell’est, accollandosi  la differenza tra le due valute.
Il risultato dei loro sforzi pago’ molti anni dopo, con le due Germanie, finalmente riunite a costituire il motore dell'Europa dove la ricchezza reale viene prodotta.
I tedeschi avevano fatto dele scelte dolorose e programmato il ripianamento di 50 anni di differenza accumulate fra le due Germanie fino ad esserne ripagati con un economia solida come quella attuale. 

Io sogno ancora che qualcuno vada nell’Italia del sud e investa seriamente in infrastrutture economiche creando vera occupazione e tagliando tutti i posti inutili che anni di politica assistenziale han creato per gente senza merito e capacita’.
Per questo motivo io rispetto i tedeschi, anche la Merkel che con la sua lentezza e i suoi salvataggi all’ultimo minuto fa ingenti danni per tutti (tenere la Grecia in sospeso per mesi accresce i debiti togliendo fiducia al mercato).  Eppure per una certa visione economico-culturale e' impossibile elargire i soldi finche’ il ricevente non abbia capito il loro vero valore e quanto costi meritarseli.

E’ quasi una punizione, ma va dato atto loro che alcune democrazie non danno garanzie: per esempio i governi Berlusconi hanno distribuito i soldi pubblici senza un progetto per la crescita e favorendo i soliti amici di amici (confindustria prima non si lamentava) contribuendo alla rovina economica del paese (vedo grafico sulla crescita del debito Italiano).
Il popolo italiano e quelo tedesco sono due popoli opposti e per questo, in qualche maniera, hanno bisogno gli uni degli altri, essendo complementari.
Entrambi con dei pregi spettacolari e dei difetti giganteschi.
Stranamente il calcio sembra mettere in evidenza tutto cio’: la Germania ha saputo programmare il vivaio ed e’ negli ultimi anni e’ sempre ai primi posti.
Ha creato una squadra fortissima che contiene al suo interno elementi perfettamente integrati di tutte le maggiori comunita’ di emigrati (polacchi, turchi, Iraniani). Gli italiani di seconda generazione preferiscono giocare nell’Italia, ma questa e’ un altra storia.

L’Italia non ha una seria programmazione giovanile, ma in qualche modo riesce sempre ad affrontare i tornei al massimo del suo potenziale (Lippi2 a parte). Son contento che Balotelli abbia contribuito al successo. Non male per uno che due anni fa, secondo la legge non era italiano (non sarebbe ora di smetterla con questa legge assurda e dare diritti ha chi e’ nato in Italia o chi vi paga le tasse da anni?).
Quando Italia-Germania si scontrano vengono sempre fuori delle bellissime partite. Lo sosterrei, anche se avessimo perso.
I tedeschi una volta, prima delle partite prendevano i giro gli italiani con accostamenti di dubbio gusto sulle copertine dei giornali. Li faceva impazzire la nostra opposta filosofia di vita, ma il calcio e' bello perche' non sempre chi merita, alla fine vince le partite.
Questa volta lo hanno fatto molto meno, segno che le sconfitte hanno insegnato  che il rispetto dell’avversario passa anche da queste cose.

Pensavo questo l’altra sera al pub, vedendo la partita indossando la mia maglietta azzurra vicino a un tavolo pieno di studenti con le maglie della nazionale tedesca.
Quando abbiamo vinto, nonostante avessi voluto esultare e fare gesti dell’ombrello a 360 gradi, ho coperto la maglietta con una felpa e sono uscito dal pub senza dire niente, rispettando la loro tristezza.
Tornando a casa pensavo che siamo due grandi popoli, con molte differenze e molti aspetti comuni. 
Scuola, assistenza medica e stato sociale sono parte di un nucleo di valori comuni che sono la base comune di molti stati d’Europa. Al contrario di altri posti come Inghilterra e USA dove trasporto, istruzione e spese mediche sono state privatizzate rendendole accessibili solo ai pochi ricchi che se lo possono permettere.
Trovo davvero offensivo che quelli che hanno messo l’Italia in questa situazione oggi facciano finta di niente parlando come se niente fosse di uscita dell’Euro e ostentando una volta di piu' ignoranza e razzismo. Esempi come: 123456 sono gli ultimi rigurgiti di un passato che verra’ spazzato via dalle nuove generazioni Europee, giovani di tutti i colori che credono negli stessi valori.

Scusate se ultimamente trascuro il blog ma ultimamente sono spesso fuori: ieri ero in Irlanda, domani in Scozia fino a mercoledi'. Appena decido che lavoro fare da grandi vi dico di piu' di tutti questi colloqui.

Tuesday, 29 May 2012

2 Giugno 1946 - 2012

Due settimane fa ho fatto la locandina che ho messo al centro del post per il sito dell'ANPI di Londra.
La parte in alto a  sinistra rappresenta la parte "storica" col simbolo del CLN: il Comitato di Liberazione Nazionale.
Il CNL era una formazione interpartitica formata da movimenti di diversa estrazione culturale e ideologica, composta da rappresentanti di comunisti, democristiani, azionisti, liberali, socialisti  e demolaburisti.
Queste persone, seppure venissero da aree ideologiche differenti e sebbene avessero combattuto una lunga e sanguinosa Guerra di liberazione, non esitarono e mettere da parte le armi per permettere la creazione di uno stato democratico e di moderna concezione.
Il referendum Repubblica-monarchia, per esempio fu il primo a suffraggio universale cui anche le donne poterono votare.
In altri paesi come la Russia le donne potevano votare gia’ dal 1917 (potevano votare solo un partito, ma potevano votare), in altri paesi come la Svizzera il suffraggio universale arrivera’ nel 1971 (in alcuni cantoni solo nel 1991).
La vittoria della Repubblica fu il primo taglio netto col passato, creando la base per quello che siamo oggi, nel bene e nel male.
Per questo, nel volantino ho saldato la stella "vecchia"  del CLN con quella al centro dell'emblema della Repubblica "nuova".

Certo, nel nostro parlamento siedono ancora individui dalla morale a dir poco discutibile (1, 2 3, 4 etc.).
Guardando queste cose uno puo' pensare che la repubblica non sia il sistema migliore per governare un paese. Eppure a me piace pensare che chiunque nasce in una repubblica e' un cittadino che condivide diritti e doveri uguali per tutti i concittadini.
Non e' una cosa da poco: qua nella perfida Albione si sta avvicinando il giubileo per i 60 anni di regno dell'attuale monarca.
Non giudico la sua persona o il suo operato, ma credo fermamente che ci sia qualcosa di sbagliato che uno nasca in una famiglia regnante e non credo troppo in un sistema che prevede che nella camera alta del parlamento vi siano membri hanno ereditato il posto per antichi privilegi familiari  (per non parlare dei 709 membri che sono la’ per essere vescovi o nobili). Il tutto mentre il diritto all'istruzione e' crocifisso dalle tasse universitarie piu' alte d'Europa (9000 £ all'anno)....se questa e' uguaglianza.
Per cui, per quanto disastrata, voglio fare gli auguri alla nostra repubblica.  
Grazie per garantire le nostre liberta’, e l'uguaglianza per ricordarci cio' che abbiamo dovuto passare per essere cio’ che siamo.
Auguri di cuore che e’ l’organo giusto, mica come certe esibizioni di altri organi che si vedono nella sfilata delle forze armate.
A proposito, io non so a quanto servano queste raccolte firme, ma c'e' una petizione per destinare alle vittime del terremoto i circa 10 milioni di Euro necessari per la parata militare.
Io ho firmato qua.

Sunday, 20 May 2012

La marmellata

Quand’ero piccolo, c’era una bambina nel palazzo di fronte. Si chiamava Gemma. Aveva un viso tondo e dei capelli a caschetto, diverse salopette di identica foggia e diverso colore.
Si giocava a biglie, a palla o con le bici con cui salivamo la collina, per vedere cosa ci fosse dall’altro lato.
Ed una volta arrivati in cima alla collina, stanchi per la corsa con le bici, si giocava.
A quei tempi, eravamo piccoli, non e’ che si sapesse bene la differenza tra maschietti e femminucce.
L’unica diversita’ che ricordo d’aver notato allora era che per spianare il circuito per le biglie, si usavano le ragazze, ma perche’ erano piu’ leggere e, forse, col culo piu’ rotondo.
Quando vivevo in Germania c’era questa ragazza che aveva dei lunghissimi capelli neri e degli occhi azzurri troppo profondi, che non capivi mai cosa pensasse.
Non l’ho quasi mai vista ridere e certamente, davanti a me, non ha mai pianto.
A volte pensavo che, anche quando eravamo soli, lei era la’; ma la sua mente era da qualche altra parte.
Solo che se poi andavamo da qualche parte, la sua mente non era mica la’.
Era un po' nel suo mondo, che non era il mio, e l'avevo capito.
Visto che non c'era sovrapposizione, mi chiedevo se almeno i nostri mondi si toccassero.

Poi ricordo una sera. Io guardavo una fontana, con l’acqua che s’era congelata lasciando delle sculture di ghiaccio.
Lei mi tiro’ una palla di neve gigantesca. Forse il gesto piu’ romantico avesse mai fatto. Ne ridemmo a lungo.
La mia compagna ora e’ lontana.
Ha degli occhi grandi e neri, che e’ facile leggere. Perche’ sono i miei stessi occhi.
Mentre la guardo penso a come verranno un giorno i nostri bambini.
Coi capelli ricci come i suoi, o lisci come i miei. Se piangeranno tanto come faceva lei da piccola, o se dormiranno tanto come me, che mia mamma dice che non e’ sicuro che poi mi sia poi mai svegliato davvero.
A me non importa, basta che siano felici.
Mi piace pensare a cio’ che ci potrebbe capitare fra qualche anno.
Io non so se Gemma sia cresciuta e si sia trasformata in una donna o se la ragazza tedesca abbia trovato qualcuno con cui dividere il suo mondo.
Nei miei pensieri sono rimaste la’: Gemma corre ancora felice fischiando via felice. Peggy tira palle di neve e ride di me.
Ed io guardo il futuro.
So che tutto cio che siamo stati, ci rende cio’ che siamo e influenza cio’ che faremo.
E poi mi addormento e penso a tutte le cose belle che mi sono capitate in vita.
E salgo sulla collina con la bici, ma questa volta non corro, salgo piano che i bambini, con le rotelle vanno piano. E infine giungiamo sulla cima della collina e guardiamo cosa c’e’ coi bambini che guardano avanti ed io che guardo indietro, ammirando come siamo arrivati fin lassu’.

Sunday, 13 May 2012

Chet Baker

Ultimamente ho poco tempo per scrivere cose nuove, ma questo forse mi da l’occasione per scrivere un post che mi ronza nella testa da qualche anno.
Un post sul mio musicista preferito: Chet Baker.
Da piccolo mio zio mi portava sempre a vedere concerti Jazz, ma si sa come sono fatti i Jazzisti, noi eravamo sempre al club verso le nove, ma il concerto spesso iniziava 2-3 ore dopo, col risultato che io mi addormentavo su quelle sedie. Dormivo bene, cullato da quelle musiche, ma dormivo.
Una sera, pero’ c’era un terzetto, piano, basso e tromba e rimasi sveglio, perso a seguire coi pensieri i saliscendi di note che si stagliavano chiare nel buio del fumoso nightclub.
Da li’ nacque la folgorazione per gli ottoni, e fra tutti i trombettisti, quella per Chet.
La tromba ha solo tre tasti, ma se sei bravo puoi riuscire a farle fare un ampia gamma di suoni e raggiungere vette d’espressivita’ che altri stumenti, con piu’ tasti possono solo sfiorare. La differenza sta nel trombettista.
E Chet era il piu’ grande dei trombettisti.
Molti Jazzisti si attaccavano alla qualita’ del suono di uno strumento: B.B. King con la sua chitarra Lucille (che poi fara' una brutta fine), Keith Jarrett che suona panoforti Steinway & Sons o Dizzy Gillespie con la sua tromba deformata con la campana verso l’alto.
Chet suonava qualsiasi tromba, riuscendo a metterci l’anima.
Chet aveva imparato a suonare la tromba nell’esercito, alcuni dicono che non sapesse leggere il pentagramma.
Ma la musica non e’ erudizione o bravura tecnica: e’ suono: sogno non segno.
Chet Baker non suonava solo la tromba in maniera Jazz: improvvisando. Lui viveva in maniera Jazz.
Aveva grossi problemi di droga che lo portarono a passare un anno in carcere a Lucca e ad essere cacciato da molti paesi Europei come l’Inghilterra.
Quando Chet torno' in America ebbe una rissa con degli spacciatori, che gli ruppero tutti i denti davanti.
La bocca per un trombettista e’ la capacita’ di modulare le note. Suonare la tromba con una dentiera e’ come suonare il piano con una protesi al posto della mano.
Ma Chet riusci’ a lavorare e metterci l’anima, dimostrando che nemmeno quello era importante per suonare. Non la tromba, non i denti.
Anche con la dentiera riusciva a esprimere il suo genio.
Poi una notte, esattament 24 anni fa, mori’ cadendo da una finestra del Prins Hendrik Hotel, di fronte alla stazione di Amsterdam.
Si e’ parlato di omicidio, suicidio, in realta’ e’ possibile che Chet volesse semplicemente chiudere la finestra, e la droga abbia fatto il resto e l’abbia spinto giu’.
Dopo aver dimostrato che nella vita niente puo’ abbattere un animo come il suo, la droga e’ riuscita a farlo precipitare.
Ma mentre il suo corpo appesantinto dalla droga s’e’ schiantato sul marciapiede, la sua musica vola alta, con quei i saliscendi di note che si stagliavano chiare nel buio.
Lo immagino, infatti, vestito di scuto, con la sua faccia d'angelo a cantare di "My Funny Valentine": di un amante che dice a Valentine che non la trova la piu' bella e che quando parla si chiede perfino se sia intelligente.
Ma non le chiede di cambiare niente, solo di rimanere com'e', per rendere ogni giorno un giorno speciale, a Valentine's day.

Ascolti suggeriti: 1, 2, 3, 4.

Monday, 23 April 2012

Per i proscritti Padani.

Lettera aperta per i concittadini che hanno firmato contro l'arrivo di Riina Junior al nord (vedi articolo).

Egregi concittadini,

Nell' esaminare il caso che da qualche giorno e' sotto gli occhi di tutti con grande scandalo,
Vi prego di tenere in conto, giudicando il ragazzo, l'importanza del contesto familiare dove esso ha ricevuto un' educazione improntata all'odio del prossimo.
Una formazione dove la violenza verbale la fa da padrone.

Vi prego di considerare il peso di crescere in una terra che vuole tu assurga al ruolo di capo indiscusso nonostante questo cozzi con una realta' che sottopone a continui esami la maturita' della persona.

Vi chiedo, infine, di ponderare come ognuno debba essere lasciato libero di forgiare il proprio destino, lontano da costrizioni, confidando nella liberta' che garantisce colui che segue le leggi (o che ha pagato il debito con la giustizia).

Concludendo, volevo comunicarvi che, nonostante tutti queste considerazioni su Renzo, qualora voleste inviarci il trota al sud*.
Noi del sud non avremo niente in contrario.
...che, come dice il buon Snoopy, noi si e' "troppo occupati ad amare chi mi ama per perdere tempo a odiare chi ci odia".


* la giustizia decidera' se come libero cittadino o elemento da custodire nelle patrie galere.

Friday, 23 March 2012

Not all good things come to an end now it is only a chosen few

Torno in Italia per un paio di settimane che qua le ultime settimane (foto) sono state belle piene ed ora merito un po' di vacanza.
Scrivo presto.


Quando il Galles c'ha rotto le corna a Rugby
 L'altro giorno, la mattina.
Andando a lavoro (con nebbione)
Casetta mia l'altroieri (no, non vivo in un parco, ma vicino).
Mentre son via mi date da mangiare alle narcisi e innaffiate le papere