Monday, 8 January 2007

Catena di S.Antonio, ballo di S. Vito, fuoco di Sant’Elmo, le strade di San Francisco e San toro (il ritorno in rai).

La principessa Shehrazade mi “costringe” a continuare una catena di Sant’Antonio. L’infausto giuoco consiste nel rivelarvi 5 cose che non sapevate di me….e che probabilmente non volevate sapere.
Svolgimento:
1-Quando conosco una persona e mi faccio un opinione, a volte ci azzecco a volte no, ma quando leggo in un romanzo la descrizione di un personaggio, raramente mi sbaglio.
Montalbano, lascia Livia e trovati una picciotta come si deve che quella mi stava sui cabbasisi gia’ dal primo romanzo in cui comparve.

2- Io non ballo, amo la musica ma non ballo, pogo, canto, vado ai concerti ma non vado in discoteca. Una volta il professore in gita disse che se volevamo andare in discoteca ci dovevamo andare “o tutti o nessuno”, io dissi “nessuno”, ma “Tutti” non erano d’accordo. Cosi', discesi in una discoteca e mi ci addormentai….perche’ una cosa va detta” I divani sono proprio comodi….qualcuno, in Andalusia  dove ero per un Erasmus dichiara di avermi visto guidare dei trenini dopo svariati Cuba Libre…tuttavia non vi sono prove di tali fenomeni paranormali.

3- La prima canzone che trovai bellissima fu una canzone dei “Persiana Jones e le tapparelle maledette” finita per sbaglio nella playlist di una festa tra I Sonic Youth e gli Urge Overkill….la sto ascoltando in questo momento e mi piace ancora….il che la dice lunga sulla mia capacita’ di maturare col tempo.

4- La vita e’ come un ponte, attraversalo pure, ma non costruirci mai una casa sopra. Ho cambiato troppe volte casa ed ancora non ho messo radici da nessuna parte, quado mi saro’ stancato di tutto, scappero’ in Sud America. Se dovessi chiudere il blog, sapete dove cercarmi, io sono cosi’, ma immaginatemi coi baffi finti e il sombrero, tanto, se mi troverete faro’ finta di non riconoscervi.

5- Il blog mi piace, anche se finora ho conosciuto di persona solo due persone. C’e’ una donna intelligentissima con cui mi piacerebbe andare a cena per parlare della sua vita cosi’ incredibilmente vissuta. Ma secondo voi (detto senza ironia) quante possibilita’ ho che Rita Levi Montalcini legga il mio blog e mi contatti?

Intanto, nel gioco maledetto includo I seguenti blogger: Scraffy, Supertriglia, Zibibbone, LettriceM, FalenaEbbra e Nameless10.
Giovedi’ verra’ pubblicato un incredibile post che contiene (tra le altre) le seguenti parole: "Pele’", "coño", "ninfe boschive", "Panozi e sfitinzie" di sicuro, e forse anche "eterogenesi dei fini" e "lo pneumatico".

Sunday, 31 December 2006

La storia ti parla, non fare lo gnorry.

Sembra che le prossime elezioni locali verranno vinte dalla destra…cosa mi preoccupa? Niente, solo il fatto che l’ultima volta che vinsero si mise fine alla civilta’ classica.
Nel quinto secolo a.C. Atene aveva gia’ inventato la democrazia e ne aveva affinato I meccanismi: Pericle, per esempio aveva utilizzato I soldi della cassa del mezzogiorno (lega di Delo) per costruire l’Acropoli.
Dall’altro lato della cortina di bronzo v’era l’altra superpotenza: la piccola Sparta, che, per non perdere il controllo di un grande territorio aveva dovuto sopprimere le rivolte grazie al suo esercito (molto discusso l’invio dei carri armati a Praga nel ‘68).
Questi due blocchi si erano contrapposti in una guerra, poi ci fu una tregua.
Ma lontano, nella Magna Grecia, un amministratore ebbe un idea.
Egli non era Kalos e nemmeno agathos, chiamiamolo, nanos upotrikos e non gli faremo torto.
La citta’ era piccola ma fiorente, aveva (ed ha) un teatro (foto Sx), aveva (ed ha) un tempio (foto Dx), stranamente costruito lontano dalla citta’, sulla collina di fronte.
Questa era stata un idea dell'amministratore per una grande opera.  Un ponte che collegasse le due colline. L’idea gli era venuta in mente visitando il suo antidemocratico amico, reggente di Sparta e, per questo, avrebbe voluto chiamare l’opera, una volta ultimata “il ponte di Messenia”.
Per risolvere il problema della pressione dell'eterna nemica Selinunte, invito’ gli ambasciatori ateniesi e richiamò nella sua citta’ l’oro delle altre due citta’ di popolazione Elima (Alicia e Iccara).
Gli Ateniesi, vedendo la ricchezza esibita dal venditore di tappeti sentirono un incredibile bisogno di esportare la loro democrazia e attaccarono Siracusa, colonia di Sparta per dare una lezione a Selinunte che era, a sua volta, colonia di Siracusa.
Cosi’ la Guerra divenne "mondiale", Atene assedio’ Siracusa con 25.000 uomini ma perse sul fiume Assinaro. Qualche anno dopo Atene era governata dai 30 tiranni nominati da Sparta che misero fine alla democrazia. La città Elima, sopravvisse (con un cambio di amministrazione).
Qualche anno fa il suo nome è stato ripreso e dato.....ma ad una città che a quei tempi nemmeno esisteva.
Oggidì, mentre a Roma si parla di riesumare la balena bianca, qua in Sicilia ci si saluta gia’ dicendo: “Chiamatemi Ismaele”.
Si sono gia’ preparati un paio di partiti di centro e di centro-centro che pensano di candidare uno che ha patteggiato una condanna per associazione mafiosa. A sinistra secondo l'antica tradizione, ci si divide e a destra si parla già del vittorioso dopo elezioni.
S'io fossi il presidente dell'America, da oggi non dormirei sogni tranquilli.

Monday, 25 December 2006

U prisepiu nun me piace

Che bello il Natale….e che bello vivere in una citta’ di medie dimensioni. migliaia di telefonini, ma per una sera non s’e’ persa la voglia del  il contatto umano, ed ecco la gente in piazza, gli atei aspettano chi esce, con aria dormiente, dalla veglia di Natale. Tutti quanti qua nella piazza per una sera, una sera speciale, almeno una volta all’anno.
Amici, conoscenti, parenti vicini, parenti lontani, cugini di “n” gradi all’ombra….in un continuo rimbalzo di “auguri”, sorprese e saluti.
Tutti la’, tranne me, che sono a casa con 39,6 di febbre a scrivere sto cacchio di post Natalizio….meno male che gli elefantini rosa creati dalla mistura di paracetamoli e bibite gassate, continuano a sorridermi.
Sto imparando a odiare le feste: l’anno scorso, a mezzanotte mi venne data, come a tutti I cugini una “mille stelle” uno di quei bastoncini grigi che, se accessi emanano mille scintille in tutte le direzioni, poi, dopo circa un minuto, si spengono.
L’anno scorso me ne capito’ una diffettosa….dopo averla fatta roteare una prima volta, una scintilla-lapillo cadde, sul tappeto.
Mia zia mi indico’ la cucina che era l’unica stanza senza parquet (escluso I bagni).
Roteando allegramente quella mille stelle, da solo, in una cucina buia…avevo gia’ intuito che sarebbe stato un anno particolare.

Son sicuro (per esclusione) che l’anno prossimo sara’ migliore.
U prisepiu nun me piace.

Friday, 22 December 2006

Impressioni

Vi faccio vedere le diapositive delle vacanze finora, accomodatevi.
1- E’ Natale. Natale Siciliano. Natale di Palme decorate in mancanza di pini, Neve finta fatta con cotone e polistirolo nelle vetrine, e’ difficile dire Buon Natale quando fuori ci sono 18 gradi.
2- Prendo la vespa: andro’ piu’ veloce. Tutti invece sono in macchina, sembrano essere piu’ comodi, ma sono fermi. Li’ sta tutta la differenza tra chi se n’e’ andato e chi e’ ha preferito rimanere accettando I compromessi....
3- Con la vespa, mi fermo in tempo, per non mettere sotto il bimbo che fa S. Giuseppe nel presepe vivente locale.
4- Meno male: certi personaggi sono difficili da rimpiazzare.
Nel nostro presepe c’e’ un ciabattino che ha preso il posto di San Giuseppe che s’e’ rotto anni fa (o è S. Giuseppe lavoratore in nero?).
5- I posti cambiano: vado a comprare un cd, ma entro in una lavanderia.
6- Vado al Cinema, per sapere quando posso portare I cuginetti Ettore ed Elena a vedere un film, ma mi dicono che sono obbligati a tenere su I film di Natale….mi sembra triste quando lo dice, il proiezionista.
7- Il venditore di frutta secca e’ un personaggio. Nonostante abbia piu’ di 70 anni ascolda sempre ottima musica. Stasera e’ un po’ triste: il suo “trerruote” manda E. Fitzgerald in una versione di che non conoscevo, gente fa programmi alla radio per molto meno
8- Mi piace andare in libreria. Muovermi fra I libri colorati, indovinare cosa mi potranno raccontare dai disegni e dai titoli. Poi c’e’ questa sorta di "potere del lettore": passare davanti ad un autore e pensare mentalmente: ”mi dispiace, hai una copertina accattivante, ma dopo gli ultimi tre romanzi ho deciso di muoverti un embargo. Tu, invece, stai fermo un turno, ci vediamo con la prossima uscita. Poi ci sono un paio di suggerimenti che devo ascoltare ed…ecco finito il mio shopping.
9- Mentre parlo con il libraio, che ha pochi anni più di me, ma una grande cultura di bloues, arriva una donna che chiede un saggio di politica per il figlio. Gli consiglia un libro di Vespa…poi mi dice piano che conosce la visione politica del ragazzo e questo e’ quello che si “merita”. Ho sempre pensato che fare il libraio fosse leggere libri, animi e mettere tutto insieme, ma non avevo mai visto il lato cattivo di questo potere. Sarebbe bello sapere il parere di Flog che ha recentemente aperto una libreria a Roma.
10- Il calcio, la squadra locale non vince mai…e si allenano sempre su quell campo di sabbia costruito su un cimitero di appestati nel XIV sec.
Non vinceranno mai…il perche’ lo spiega qualsiasi film dell’orrore.
11- E’ strano vedere come tutto cambia n po’ alla volta, mai completamente, e’ come se ad ogni volta che torno cambi un particolare impercettibile, ma dopo 5 anni tutto sia diverso.
Chi se n’e’ andato e’ rimasto impresso come un ombra: è lì, ma non fa parte della foto.
12- Il 20 Dec ho visto anche la fontana, dove 10 anni prima era iniziata una bella storia…ora e’ blu e ci scorre l’acqua….ma solo quella, era meglio prima.


13- Tutto cambia fuori, forse, non dentro: incontro un lupetto dei boy scouts. Ora e’ quasi capo, ma racconta sempre la stessa barzelletta:
“un ubriaco esce dal cinema, vede una monaca e inizia a picchiarla, alla fine dice: “Hey, Batman….ti credevo piu’ forte”.
Vado a cambiare il rullino. Buon Solstizio d'inverno.

Saturday, 16 December 2006

Ma che film la vita, tutta una sorpresa, attore spettatore, tra gioia e dolore, tra il buio ed il colore

Dicembre e’ il mese delle sorprese.
Avete presente quei calendari d’avvento in cui ogni giorno potevi aprire una casella e trovare un cioccolattino con la forma di un personaggio natalizio (Babbo Natale, il bue e l’asinello, Superman)?
Che bello era alzarsi pregustando la sorpresa del buon giorno…e che grande, inaspettata sorpresa, quella volta che mio fratello si alzo’ prima di me e si mangio’ tutti I cioccolattini aprendo tutte le caselle…
Della sorpresa, la prima volta che vidi il mare aperto, ho gia’ raccontato. Fu una cosa incredibile perche’ non mi aspettavo potesse essere cosi’ ampio.
Qualche anno fa, la mia ragazza Finlandese di allora si sveglio' ed era felice perche’ nella notte aveva nevicato e tutto era diventanto Bianco.
Io di prima mattina non provo emozioni e non dico niente che possa essere usato contro di me, se non in presenza di un termos di caffe’.
Per cui anche quella volta dissi solo qualcosa tipo: “umpfh, cool….icy cool” e me ne tornai a letto.

Pero’ ammetto che lo capisco: se la neve e’ il tuo elemento, e tutto diventa innevato ti senti un po’ piu' vicino a casa (seguento lo stesso ragionamento io dovrei essere felice in seguito a un esondazione che allaghi tutto).
Stanotte ha fatto freddo, sotto zero.
Mi sveglio all’alba per andare a una conferenza, forse passato l’arco scopriro’ tutto candido e I bambini che fanno I primi pupazzi di neve.
Ho proprio voglia di tuffarmi nella neve, giocare a fare gli angeli di neve, bagnarmi la faccia e congelarmi le mani.
Il mare forse rappresenta la profondita’ ma  la neve rappresenta la gioia fanciullesca….esco, corro, impaziente, sono pronto e pregusto la sorpresa, fa il freddo giusto e vedo le Alpi innevate. Sorprendimi o mondo!
Brina? Solo la brina? Che minchia mi rappresenta la brina?

Tuesday, 12 December 2006

Questa mattina, come ogni mattina, ho letto le notizie.

Ne ho trovate di belle, per esempio il papa dice che aborto e eutanasia minacciano la pace…effettivamente mandare truppe contro ad" eutanatizzare" quell’aborto di democrazia che c'era in Iraq ha nociuto alla pace mondiale.
Qualche settimana fa c’era stata un altra dura presa di posizione contro una soap di Lino Banfi, e persino un chiaro grido contro forze oscure che minacciano il Libano (Lino Banfi di nuovo?).

In mezzo a tutte questa confusione (e in attesa che si aggiungano verita’ quali quella che il divorzio nuoce grevemente alle dittature mentre I finanziamenti alle scuole private, specie quelle cattoliche fanno bene alla concordia fra I popoli), mi accorgo che manca una notizia importante.

E’ una storia ingnobile successa 37 anni fa, esattamente nel momento in cui aggiungo questo post: il 12 dicembre 1969, alle 16,37, una bomba fu fatta esplodere nella sede della Banca Nazionale dell'Agricoltura di Piazza Fontana nel centro di Milano, provocando la morte di sedici persone ed il ferimento di altre ottantotto.
Il clima era quello degli anni di piombo, la societa’ era in fermento contro gli ordini costituiti e una strage di questo tipo era una sfida che richiedeva un risposta rapida ed efficiente….qualunque essa fosse.

Dovendo scegliere tra estremismo rosso e nero, il colpevole venne cercato nel mezzo: venne portato in questura un anarchico (la cui bandiera e', appunto rossa e nera.
Il 15 Dec, perdera’ accidentalmente la vita cadendo dal quarto piano.
La polizia sostenne che si era trattato di un suicidio, dichiarando in un primo tempo ai media che questo suicidio era un atto volontario (…) e quindi, indirettamente, indizio di colpevolezza, ma questa versione verrà smentita nei giorni successivi mentre l'alibi verrà confermato.
La versione ufficiale viene considerata inoltre, secondo le stesse fonti, contraddittoria ed incongruente: l'ambulanza sarebbe stata chiamata alcuni minuti prima della caduta, (…) Secondo una delle diverse versioni date dalla Questura, nel tentativo di trattenere Pinelli per impedire la caduta dalla finestra, nelle mani di un poliziotto sarebbe rimasta una scarpa del ferroviere, che sarebbe quindi una prova del fatto che i tentativi di trattenerlo erano avvenuti, ma in realtà quando l'anarchico fu raccolto sul selciato indossava ancora entrambe le scarpe.
Ho scelto questi due dati, ma altri li trovate qua.


L’anarchico si era o era stato suicidato? Nel dubbio qualche anno fa di notte, il sindaco  di Milano ha fatto togliere, una notte, dalla targa che lo commemora, la parola “innocente”.
La polvere alzata dalla caduta dell’anarchico fece alzare altri polveroni, al marcio si sommo’ marciume, altre persone morirono, movimenti d’indignazione scelsero la via sbagliata per ristabilire una giustizia  e a tutt’oggi c’e’ ancora chi marcisce in prigione per gli sviluppi di quella vicenda.
Oggi si crede che gli autori della strage vanno cercati tra gli estremisti di destra .
E' stato anche dimostrato che i servizi segreti avevano avuto un ruolo nel depistaggio delle indagini.
La storia spesso ripete se stessa, o sono gli uomini la fanno ripetere: 26 anni fa, 85 persone morte, un altra bomba, stavolta alla stazione di Bologna, un altra accusa a sinistra frutto di depistaggio, ancora una volta di terrorismo di destra.
La ragione per cui ho voluto ricordare tutto cio’ e’ che mi sembra che a furia di parlare di altre cose ci si scordi il passato aumentando la possibilita’ di ripetere gli stessi errori: sempre piu’ spesso vedo giovani che indossano, quasi con orgoglio, magliette fasciste senza sapere tutto cio’ che gli estremismi di destra (non meno di qulelli di sinistra) hanno provocato in passato.
Il revisionismo sta cancellando tutto.
Uno potrebbe dire che queste sono storie vecchie, ma c’e’ sempre un filo che lega ogni persona che si sente parte  di una nazione con la sua storia o, per dirla come Martin Niemoeller.

Prima vennero per i comunisti
e io non alzai la voce perché non ero un comunista. 
Poi vennero per i socialdemocratici 
e io non alzai la voce  perché non ero un socialdemocratico. Poi vennero per i sindacalisti
 e io non alzai la voce perché non ero un sindacalista.
Poi vennero per gli ebrei 
e io non alzai la voce perché non ero un ebreo. 
Poi vennero per me 
e allora non era rimasto nessuno ad alzare la voce per me.

Monday, 4 December 2006

Io posso anche credere in Babbo Natale. Ma lui, crede forse in me?

ATTENZIONE: per I temi trattati, la lettura del seguente post e' consigliata solamente ad pubblico adulto.

Le macchinine si sfidano sulle traccie del tappeto persiano, al comando la Ferrari Spazzaneve che l’anno scorso ha  vinto il campionato di Formula 1.
Sulla sinistra, la montagna del plaid rosso e’ piena di indiani che vivono in pace.
A destra I soldatini blu (dell’ONU) sorvegliano la pace.
La situazione e’ un po’ stazionaria.
All’improvviso capisco cosa manca: il treno della prateria.
Con quello gli indiani potrebbero inviare I loro prodotti in citta’, alternativamente potrebbero assaltarlo (e I soldatini, previa richiesta ai miei genitori anti-militaristi) potrebbero intervenire. Infine gli indiani potrebbero andare in citta’, essere corrotti dalla civilta’ occidentale e rubare una macchina che potrebbe essere inseguita dalle altre che al momento stanno inutilmente in fila indiana.


Cercai subito di  scrivere una letterina a Babbo Natale e richiesi un trenino.
La mia zia chiesofila mi disse: “perche’ non lo chiedi a Gesu’ Bambino”?
Io risposi che Babbo Natale mi sembrava piu’ affidabile: la scatola era grande, e Gesu’ Bambino potrebbe avere avuto problemi….magari Gesu’ adulto no, ma quello bambino…


Quell’anno ero stato buono (al 96 %), ma cio’ nonostante tu mi portasti un autotreno con le macchinine. Vergogna.
Tre mesi dopo, a una macchinina si ruppe lo sportello.
Piangevo, (giustamente) come un disperato. Mio padre, che allora aveva 28 anni, mi disse che solo cosi’ si potevano vendere nuove macchinine e permettere agli operai di guadagnare abbastanza da mantenere bambini come me.
Io piansi piu’ forte: non potevo credere che il consumismo facesse bene agli operai. Inoltre, in quel momento, I figli della classe operaia, per me, potevano morire tutti.


Allora mio padre mi porto’ a vedere il giro d’Italia che passava vicino casa…faceva freddo giu’ al Nord.
Io ero piccolo e con tutti quei vestiti addosso sembravo un bambolotto (tenevo le braccia in fuori) tutto occhi. Cio’ nonostante, cio’ che vidi fu un vortice di colori velocissimo, poi la gente se ne ando’... Lo trovai interessante quasi quanto guardare la lavata dei capi colorati in lavatrice. La mia amichetta Mara s’era pure presa una borraccia in testa.
Insomma, quel giorno era proprio andato male (tant’e’ che anche se avevo tre anni me lo ricordo ancora).


La sera, pero’, vedendomi giu’ mio padre mi porto’ una scatola grandissima e colorata. Mi disse che me la portava Babbo pasquale, ma che non dovevo dirlo a nessuno (infatti, esisteva gia’ da allora il reato di diffusione di notizie false, esagerate o tendenti a turbare l’ordine pubblico).


Forse fu li’ che smisi di credere in te o forse no.
Pero’ questa mattina, quando ti ho visto penzolare dolcemente cullato dal vento, fuori da un balcone, appeso come  Mussolini, ammetto che un po’ m’e’ dispiaciuto