Monday, 30 June 2008

La macchina del Kapò ha un puss nella gomma.

All’improvviso riecheggiò uno sparo un pensiero: questa città cosi’ grandiosa aveva forse creato la sua grandezza con la  coerenza del suo essere città eterna?
I Siciliani, si sa, sono sempre stati storicamente dominati da Fenici, Greci, Romani, Arabi, Tedeschi, Spagnoli, Francesi,  Italiani e mafiosi.
Eppure non sono stati davvero dominati, visto che, ogni padrone non è riuscito a cambiare un granchè, in una terra dove si può pure cambiare tutto, pur di non cambiare niente.
Roma, invece, ha mostrato sempre una grande coerenza, anche nella decadenza.
Quale altra città può passare nel giro di pochi secoli da un milione di abitanti a 10.000 eppure esistere fino ad oggi.
Quale altra città può
dettare da regina le regole a tutto il mondo, nonostante ormai il mondo a cui si riferisce non esista più (con l'eccezione delle regole dettate dal co0nsiglio d'amministrazione del Banco Ambrosiano).
In fondo, se non altro ne va ammirata la coerenza (e a riprova di ciò il correttore di Word prova sempre a cambiarmi le cellule eucariotiche in cellule eucaristiche).
Questa città convive da milleni coi poteri forti e tuttavia sopravvive loro.
Credo che ruscirà a sopravvivere anche a quest'ultima dittatura di barbari.
Per rafforzare l’anima Romana decido di mangiare il piatto tipico….mi pare iniziasse con la “P”…la “p” di pa…paja…com'era? ah si ecco: LA POLENTA.


Dal prossimo post si torna a parlare di Sicilia per un pò, poi si riparte per il Nord.

Saturday, 21 June 2008

Core de Roma et alia

L’esame inizia nella sala prelievi. 
Ele mi fa vedere un antica casa di malaffare, la cui facciata è decorata da donnini ignudi. Poi si vedono donnini allegri sulla Aurelia e altri di facili costumi sulla salaria. Non capisco se sia scarsa a guidare o mi prenda in giro. Le faccio presente che vorrei vedere qualcosa di "diverso". Con la macchina passiamo dove battono i trans.
Qui mi chiedono 10 ml di sangue e 165 Euro. 
Da donatore di ingenti quantita’ di sangue A-, propongo di tirare fino a 400 ml e di tenere pure il resto in contanti.
Seguono altri esami, un po’ piu’ accurati di quelli della visita dei 3 giorni a Taranto, quando si avevamo 17 anni.
Ricordo tanta noia e un medico che chiese a noi in fila: “avete avuto problemi di cuore?” un ragazzo balbettò timido: “Ecco , con la mia ragazza ultimamente”....venne travolto da grida del medico militare che tra gli improperi ebbe a specificare: “Cardiaci!!!”
Qui sono piu’ gentili, ci sono un sacco di ragazzi per lo stesso sogno astronautico. Da come guardano desiderosi un aeroplana ignudata dalla carlinga, capisco essere tutti ingegneri spaziali. Speriamo prendano biologi (che modestamente siamo più bellini e non sporchiamo).
L’esame finisce coi soliti test psicologici in cui se dici che ti piace il fioraio vuol dire che sei omosessuale,  e se ti piacciono i fiori, forse, pure....a me piacciono le piante di plastica e quelle di robusta costituzione (grasse) che poi sono le uniche che mi sopravvivono.
Mi viene rilasciato il certificato (JAR-FCL-3 di classe 2). Ora posso portare gli aerei (il primo passo per pilotare astronavi). Esco a riveder le stelle.

Chiamo Eleonora, collega temporameamente a casa, cioè qua a Roma.
Mi passa a prendere, mi porta a vedere il Coppede’ che si contraddistingue per le ardite architetture, gli immaginifici rilievi e l’assoluta mancanza di posteggio.
Andiamo a cena dai suoi e siamo pronti per la partita dell’Italia con l'Olanda.
Finisce male. Il ragazzo di Ele Francese (marcio), ci circuisce.
Noi si sorride con signorilita’ (ma si pensa che la sorella di Zidane e quella di Frank peripateggino insieme).
A tal proposito, dopo la partita usciamo di nuovo.
In questa città c'è di tutto. Perfino chi compra la gioia, e lo scrive in grande tra le vie del centro (v. foto)
Comunque sono sicuro che Ele non si sappia orientare bene a Roma quando finiamo due volte all’EUR, a distanza di 15 minuti. Però vediamo un sacco di cose (anche non di malaffare, allegre o di facili costumi).
Questa citta’ e’ fantastica. Ogni suo muro riecheggia delle anime di coloro che vi sono passati e vissuto.
Questa frase significa che ad ogni manovra di Ele riecheggiano li mortacci delle generazioni passate. Frank osserva la citta’ celando la sua paura e il suo essere sotto il sedile. Io rido: ci sono giorni in cui senti che non puo’ succederti niente.
Infatti poco dopo,bevendo un Cuba Libre in un pub fluorescente davanti al Colosseo, all’improvviso...

Monday, 16 June 2008

Roma non si costrui’ in un giorno. Anche demolirla richiederà tempo.

L’alba sorge lenta dietro le montagne rosa, sarebbe stato un bello spettacolo, ma il sonno lo e’ di piu’. Mio fratello mi sveglia,  mi scarica dalla macchina all’aeroporto e parto per la capitale.
A Roma ci venivo quand’ero piccolo.
Ricordo i romani di allora.
Oggi, sembra passato un secolo. Dicevo: ricordo quegli antichi romani, piccoli, gentili, con gli occhi a mandorla e la macchina fotografica.
Venivano tutti a fotografare il foro di Roma.
Il giornale dice che oggi Roma sta piena di buche e fori...saranno contenti sti Giapponesi.
Il giornale dice anche che Roma e’ degradata. Effettivamente sui quartieri neri ci sono un sacco di scritte sui muri. Alcune sono alquanto enigmatiche (e sembrano uscite da “la settimana enigmistica”).
A Trastevere leggo: “la soluzione: fuori i Rom da Roma”. Se fosse un cruciverba, scriverei “A”. La frase mi sembra involontariamente divertente. Penso che ache: “Fuori i Cinesi da Cinisi” non sarebbe male.
Pero’ nell’Italia di oggi, abbiamo messo la mafia e l'antimafia a Cinisi, i Cinesi a Prato, mentre di prati se ne vedono sempre meno.
Sul bus, avanti a me c’e’ una donna nera con ampi vestiti coloratissimi che parla con le sue amiche in un italiano perfetto, con un divertito accento romano.
Accanto, un ragazzo incupito, in jeans e maglietta attillati e cappellino squadrato degli irriducibili da a laziee.
Sembra un campione dell’Italia di oggi. Io sempre piu’ mi sento vicino agli immigrati regolari.
Al pomeriggio sperimento la solitudine estrema. Un mondo di spazi immensi, vuoti e freddi.
Con questa definizione mi riferisco sia alla visita al museo del planetario che mostra i confini dell’universo, sia alla camminata all’EUR di domenica pomeriggio...c’e’ piu’ vita ai confini dell’universo.
Alle 16,00 inizia lo spettacolo del planetario. Sono solo, dalle comode poltrone sdraiate si vede la volta celeste proiettata sul soffitto, mentre una voce calda descrive le meraviglie dello spazio profondo.
Sembra di essere in un sogno. E il sonno si fa sentire cosicche’ cado in un sonno ristoratore dalle parti della costellazione dell’Auriga.
Mi risveglia il rumoroso impatto di una cometa impertinente.
Esco e vado verso l’ostello, al Castro Pretorio. Qui risiedevano i body guards dell'imperatore. Erano 16.000 (altro che Whitney Houston).
Sull’autobus, sebbene stanco, cedo il posto a una donna incinta. Portatrice di vita.
Poi lo cedo a una donna anziana, che di vita ne ha vista tanta.
Però mi rifiuto di cederlo a una monaca. La mattina, leggere questa notizia m’ha disgustato, e ci tenevo a fare un dispetto a chi della vita non ha rispetto.
Arrivo all’ostello.
Entro nella camera comune, dietro un sofà, di fronte al televisore, giuovini comunicano con suoni gutturali....o meglio, si sta svolgendo a una gara di rutti da birra. Vince una procace biondina Australiana. Molti backpackers fanno il giro dell’Europa, ieri Amsterdam, oggi Roma, fra due giorni Londra.
Tanta precaria e allegra pazzia mi riporta ai tempi in cui ero Erasmus.
“Si sta come d’autunno
sugli alberi le foglie
e curnutu cu sinni penti”.

 Fra 3-4 giorni la continuazione: la visita medica, la partita, il Coppede’ etc.

Saturday, 7 June 2008

Lentamente, ritorno ad avere le mie cose.

Nel senso che stanno arrivando gli scatoloni con i miei affetti, affettati e afflati. Ora devo solo trovare lo spazio dove riporle.


Nel frattempo qua mi si impedisce di fare qualsiasi cosa ne’ lavare i piatti, nessun combattimento per la lavatrice e meno che mai mi lasciano cucinare. Qui si titilla la mia pigrizia (che sia ben chiaro, non ha mai avuto bisogno di titillamenti).
Ho ripreso la bici. Con entusiasmo, ho pedalato felice sulla salita, ho frenato con gioia nella discesa, ho ripedalato con stizza sulla seconda salita....io, questa citta’ me la ricordavo piu’ pianeggiante.
Chiedo a un indigeno come si chiami la zona in cui mi trovo.
Mi risponde: “San Franciscu”. Denoto la certa coerenza toponomastica degli autoctoni, anche se la California è un'altra cosa.


Le mie coinquiline di Ginevra m’hanno regalato un peluches, di nome Sebastien, un cagnolino.
Appena uscito dalla valigia, hanno iniziato tutti a chiamarlo Tommy.
Avevo dimenticato che qua tutti i cani vengono chiamati cosi’.
Tommy V, (il peluches) e’ molto piu’ vivo di Tommy IV.
Ho incontrato anche dei gattini dei miei cugini. Si chiamano Tito e Domiziano. Sono i successori del gatto Nerone.
Insomma, qua le cose vanno avanti con la solita razionale pazzia devo ritrovare e ritagliarmi il mio spazio.
A proposito di spazio, a chi mi chiede quanto siano serie le mie intenzioni, lascio questa storia e una canzone, da cui dedurre la risposta.


“Giufà una notte, passando vicino ad un pozzo, vide la luna riflessa nell'acqua. Pensando che fosse caduta dentro decise di salvarla.
Prese un secchio, lo legò ad una corda e lo buttò nel pozzo.
Quando l'acqua fu ferma e vide la luna
riflessa nel secchio cominciò a tirare con tutta la sua forza. Il secchio, salendo rimase, però, impigliato nelle parete del pozzo. Allora Giufà si mise a tirare ancora con più forza e tirando, tirando spezzò la corda, finì a gambe all'aria e cadde a terra.
Alzando gli occhi verso l'alto, per cercare un appiglio per rialzarsi, vide nel cielo la luna.
La sua soddisfazione fu grande e disse a se stesso ad alta voce:
- Sono caduto per terra e  mi sono un po' ammaccato, ma, in compenso, ho salvato la luna dall'annegamento!


Monday, 2 June 2008

Allora, sono a casa sano e salvo.
Dovrei scrivere un post con le ultime novità ma stasera c'è un filmone.

E' la storia di un pugno di uomini che un intera nazione anela a mandare sul satellite ma che, per un destino beffardo non riusciranno a mettervi piede.

Il film è su Rete4.

Il titolo è Apollo XIII.

Sto anche facendo il piano per la visita per Roma (in occasione della visita  medica all'aeronautica).

Wednesday, 28 May 2008

Addio ai monti e altre lepidezze

Il sole sorge e illumina lento la grigia citta’ che ancora dorme, dissipa le nebbie sul Rodano illumina le ultime vette innevate e mi fa stupire un’altra volta del miracolo. In effetti, il mio essere sveglio 6.30 del mattino non puo’ che definirsi tale: un miracolo.
Esco fuori, quindi inizia a piovere. Questa citta’ mi odia e mi sta bene, dato che il sentimento e’ reciproco. La sera piove ancora.
Lo scorpione e’ un segno d’H20. L’acquario, no.
L’acquario probabilmente piu’ asciutto. Io, Etccciuim.

La sera, piove ancora, tornando a casa, passiamo con amici davanti al Cafe’ leterario Pessoa. Si sentono musichicchie allegre.
C’e’ un gruppo: chitarra, sax, voce e percussioni: non sono male.
Cantano canzoni languide nella loro lingua.
Immagino che per questa gente di isole, sia duro vivere fra palazzi impervi e  selvaggi.
Di giorno sono fattorini, addetti delle pulizie, portano avanti la struttura di questa citta’, pesante come pezzi di piramide.
Pero’ questa sera, con le canzoni, almeno stasera, possono sentirsi leggeri e perdersi volando nel loro sogno lussureggiante.
Gli emigranti sognano in grande, anche per motivi di convenienza: chi sta lontano e chiede "come stai?" vuole solo sentirsi rassicurare.
E alla fine alcuni si autoconvincono davvero che sia cosi’. Pero’ fuori piove ancora.

Quando esco nella pioggia, con le note degli strumenti nelle orecchie e la visione di un arcipelago verde non posso fare a meno di pensare a un mio collega autoctono che in inglese rotto, ha dato orgogliosamente la perfetta definzione di questa citta’: e’ "la capitale dell’elettro hip-hop svizzero". C'e' da vantarsi.
Paul non ha mai attraversato quelle montagne, pensa di sapere come va il mondo perche’ una volta e’ stato in vacanza in Africa, in un posto esclusivo.

Per fortuna questo e’ alle spalle: presto partiro’ e tornero’ giu’ in Sicilia, dove appartengo, almeno per un po’.
Tutto e’ pronto. Poco fa i miei mi hanno annunciato che appena torno, loro partiranno per la Turchia per 20 giorni.
I miei genitori sono in gamba: li ho cresciuti indipendenti, fanno bene ad approfittare dei vantaggi della loro giuovine eta’.
Io faro’ lo stesso: su una spiaggia d’oro forse, ascoltando le onde pensero’ a chi vive nella pioggia. Ma forse anche no.

Staro’ due giorni a Roma  Avete posti da suggerirmi o cose da fare oltre al planetario e il parco della musica e la Roma classica?

Wednesday, 21 May 2008

Piccolo grande Caos

Scusatemi: sono alle prese col trasloco.

Ho messo in mezzo le cose da spedire e non e' un bello spettacolo.
C'e' di tutto, cani randagi, cammeli, re magi, solo non si vedono i due leocorni.

Ora devo impacchettare con cura (perche' i cammelli scagazzano parecchiotto) e cercare di derimere tutti i dubbi etici.....per esempio, voi Charles Bukowski lo mettereste nella scatola "letteratura straniera" con Proust e Kundera o coi DVD, zona "Animal House"? Vado a cercare un francobollo per spedire la moto.NOVITA': Nei prossimi giorni aggiungero' un file audio per gente pigra o non vedente (pero' se non vede come fa a cliccare sul mio sito?) con i testi dei vecchi post. Ormai mancano solo gli allegati e il paginone centrale e, come linea editoriale del blog possiamo fare concorrenza a Play Boy financo senza donnini ignudi.