Monday, 8 December 2008

Te piace o presepe?

Ogni anno a casa mia, si fa il presepe.
Il problema e’ che mio padre il presepe classico non lo sa, (o non lo vuole) fare.
Anni fa, per esempio, prese un grosso televisore guasto, lo vuoto’ del tubo catodico e lo riempi’ con un bel presepe.
L’idea era di comunicare che oramai le umane genti non credono alla realta’, se non la vedono in televisione.
Una seconda lettura rimproverava la chiesa, capace di occupare tutti gli spazi mediatici per difendere il proprio status, ma incapace di ricordarsi la semplicita’ delle origini e dei vengeli apocrifi, da cui deriva il presepe.


Purtroppo arrivo’ la prozia fondamentalista (che ce n’e’ una in ogni famiglia). Una che incarta I pastorelli nei fogli di “famiglia cristiana”: tutti tranne uno, lo spaventato del presepe, che viene incartato ne “l’Unita’” per tenerlo piu’ spaventato.
Si ritenne offesa da quello spettacolo.


Quest’anno io e il mio papa’ abbiamo unito le forze e abbiamo partorito un idea spettacolosa.
San Francesco invento’ il presepe mettendo non I pastorelli palestinesi e il deserto, ma piuttosto i
medioevali allevatori di ovini  e I paesaggi umbri innevati.
Ha senso oggi mettere dei pastorelli medioevali?

No: bisogna presentare al Dio che nasce l’uomo moderno, e il meglio di cio’ che e’ stato capace di produrre, per esempio nell’ambito scientifico e tecnologico. Detto fatto.
Quella nella foto a sinistra non e’ una scena di “2001 space’s odissey” ma una parte de “l’adorazione dei magi”.


La seconda foto, invede, mostra il telescopio Hubble posizionato a guisa di angelo annunciatore di liete novelle.
Vi piace come idea?  Secondo me piacerebbe pure a Villari, ma la prozia ci ha dato una settimana di tempo per liberare I pastorelli ufficiali.
Quelli che mentre avviene il miracolo dormono, si spaventano o, peggio ancora fingono indifferenza continuando a vendere mercanzie seguendo le usanze di sempre.
Mentre gli astronauti del presepe sono sempre alla ricerca di qualcosa di grande, mettendosi anche in gioco, per sapere chi, o cosa ci ha resi uomini: la capacita' di pensare, decidere e credere.


Se volete un vecchio post natalizio (di quando ancora ricevevo 50 commenti a post), eccolo qua.
Se siete per un bel presepio classico, allora andate qua.
Vi consiglio di cliccare qua:  "CALENDARIO D'AVVENTO"

Tuesday, 2 December 2008

Di cibo, amore, psicologia. Di terrorismo.

La mia mamma, mi vuole bene. Purtroppo, come tipico nella cultura mediterranea confonde l’amore col cibo.Questo ha conseguenze al limite del ridicolo: basta rifiutare la terza porzione di lasagne per essere tacciato di incipiente anoressia.
Rifiutare cibo, a certe latitudini significa rifiutare amore e nessun uomo e’ ricco abbastanza da rifiutare una terza porzione d’amore…e giu’ con altre lasagne.
La mia mamma e’ cosi’, cosi’ e’ sempre stato…o almeno io lo ricordo cosi’.


Quando la mia mamma ci disse che di secondo ci sarebbero state le mitiche "polpette all’Obama”, io pensai a un piatto a tema, capace di mischiare l’Africa, America e quant’altro per onorare il primo presidente Americano nero.
Mentre continuando a cercare lavoro, felice pregustavo il pranzo.
Mio fratello disse freddo: “la mamma ha di nuovo bruciato le polpette”.
Non ci potevo credere, sapevo che non poteva essere cosi’.


A tavola arrivarono le polpette, erano perfette, guardai con aria di sfida mio fratello, che giro’ le polpette rivelandole bruciate e ricordandomi che le polpette, non solo le medaglie, hanno sempre due facce.
La fiducia nelle mie certezze iniziavano a vacillare: sopratutto peche’ si erano usato tecniche di marketing per rigirare la frittata….o, nel caso, la polpetta. Questo governo dei media sta uccidendo questo paese, persona per persona.


La mia mamma a volte usa il computer e cerca cose su internet.
Qualche giorno fa mi sedetti e la pagina di google aveva “ricette con sugo di cinghiale”.
Il giorno dopo gustavo pappardelle col sugo di cinghiale.
Poi fu la volta delle sarde in agrodolce di cui aveva cercato la ricetta su google.
Ora mi sono seduto ora al computer lasciatomi dalla mamma.
Ho trovato aperta la pagina di wikipedia sui principi dello zoroastrismo.

Ammetto di avere paura di sapere con cosa cenero’ stasera.
Aggiornamento: le serviva sapere quelle cose perchè a scuola (elementare) stanno facendo l'Iran e voleva controllare le religioni pre-islamiche della Persia.

Friday, 28 November 2008

Next year peri peri.

Allora io c'ho sta maglietta color melanzana. Color viola melanzana, con delle righe orizzontali giallorosse.
Mi dicono che st'anno vada molto il viola e questo vuol dire che sono alla moda.
In realtà io sta maglietta pervinca ce l'ho da tanti anni, che non significa che precorrevo i tempi, perchè conto d'avercela anche fra qualche anno quando nessuno si ricorderà che per l'avvento 2008 ci si vestì tutti da quaresima.
Sta di fatto che a me questa maglietta melanzana a righe giallorosse mette allegria, allora, per andare a visitare una parente che stava male, in ospedale, mi misi quella maglietta.
Nel letto accanto c'era una donna minuscola e raggrinzita.
Ogni giorno er circodata da figuri neri raggrinziti e, di tanto in tanto bimbi-gnomi piagnoni.
Io pensavo a questa povera ottuagenaria che di tanto in tanto si svegliava dal torpore della malattia e si ritrovava circondata da neri tristi figuri o gnomi piangenti; personalmente mi sarei rifugiato nel torpore.
Chiesi in giro se sapevano chi fosse quella donna, mi dissero che era una monaca di clausura, per questo era assistita (controllata a vista?) da altri religiosi, mentre, essendo la prima volta che usciva dal convento, tutti i parenti la andavano a trovare e le raccontavano ciò che avevano fatto.
Sta cosa m'ha messo una tristezza: ognuno fa le sue scelte e sicuramente la mia mancanza di fede non mi fa capire la sua.
Quando mi sveglio, mi piace avere accanto le persone a cui voglio bene.
Svegliarmi in ambiente che è mio...vabbè al momento condivido la camera con mio fratello e la prima cosa che vedo è la maglia della Sampdoria sul muro di fronte (che forse pure a mio fratello piacciono le maglie a righe orizzontali).
Ma non è questo il punto del discorso, ciò che volevo dire è che...
...è che certi discorsi sono come certe vite, che poi ognuno vi trova il senso che vuole, e si è liberi di riempirli di termini e significati che più si preferisce...e alla fine rimangono solo le parole dette e le emozioni regalate.

Thursday, 13 November 2008

Coloriamo tutti i muri: case, vicoli e Palazzeschi

Nessuno si ricordava il suo nome, tutti la conoscevano come “la strada delle montagne”.
Dai contorni mitici, alcuni dicevano che l’avesse percorsa Gandalf prima di passare da Moria.
 
La percorrevo per andare all’universita’: per arrivare a Palermo si poteva prendere l’autostrada, veloce ed efficiente, faceva guadagnare tanto tempo, che poi perdevi con gli interessi nel traffico palermitano, in zona Cruillas.
La strada della montagna, rappresentava la retta più breve fra due punti. Stretto tra borsoni, in 5 su una panda 30. Tipica macchina da studenti...e non s’era mai capito se quel trenta fosse la cilindrata della Panda, l’anno di produzione o un auspicio per le materie a venire.
Si attraversava montagne. Ora, non immaginate montagne con boschi verdi e vette innevate. In realtà si tratta di una barriera di colline spelacchiate su cui, in lontananza, brucava pecore ancora più spelacchiate.
Arse dal sole da quella che dalle spiagge si definisce “bella” stagione mentre sulle lande senza mare si riesce meno a coglierne la bellezza.
In Inverno le ho viste innevate, riflettere la luce Bianca della luna.
Un presepio, ma non quello ideale: proprio quello umano, con le montagne di carta brutta, la luna troppo grande e pastori troppo poveri. Zona dimenticata e buona solo ad ospitare e di battaglie di stato, di mafia, di soldati indipendentisti siciliani, di CIA e assassini di lavoratori comunisti, il tutto, ovviamente, nell'unica persona di Salvatore Giuliano
.
Su quelle strade ci arrampicammo in due con una vespa ferita (la vecchia Woodstock PK dell’82), che perdeva olio dal carter. Avrebbe potuto abbandonarmi in quella vecchia strada, dove I telefonini non prendono e che allora era stata ufficialmente chiusa per caduta massi, ma non lo fece. Era stato bello attraversare quelle lande selvagge e giunti quasi alla fine avevamo seguito uno sterrato seguendo un cartello impolverato che indicava cannoli con ricotta artigianale.
I cannoli erano buoni, eravamo arrivati in un posto di pastori di pecore: tre casettine dai tetti aguzzi, un verde praticello,un esiguo ruscello: Rio Bo.

 
Qualche giorno fa l’ho ripercorsa in moto. Ora ci sono piazzole di sosta, e reti di ferro che proteggono la carreggiata dalla caduta di massi. C’e’ un via vai di Suv che non hanno mai visto sterrati e non e’ più nemmeno così facile uscire dalla strada principale e arrampicarsi sulle stradine secondarie.
Sono uno dei pochi che sa dove si sono nascoste quelle case di pastori
, le tre casettine dai tetti aguzzi, il verde praticello il secco ruscello; sul guard rail qualcuno ha scritto due parole: “dio po….”.
Essendo a corto di montagne isolane ho preso la prima foto al mio ex-coinquilino attassio, che le ha, a sua volta, prese all'Islanda. Altre ne trovate qua. La seconda vengono dal fotoalbum del gruppo scout Terni IX, che ebbi la fortuna di conoscere, zilioni di anni fa. Altre ne trovate qua.

Tuesday, 4 November 2008

Quest'onda che va quest'onda che viene e che va...e a me viene il mal di mare.

Tornare al vecchio Liceo classico e’ un tuffo al cuore.
Rileggo le scritte in latino in cortile. Rispetto ai miei ricordi sono un pò più sbiadite dal sole e  dalle pallonate, ma i contenuti sono ancora forti.
Futurismo anarchico su un altro muro “nella mia testa, ci son piu’ bestie che nella foresta….ma non ho I pidocchi”.
Notevole l’utilizzo dell’arcaica forma “cch” in luogo del modaiolo “Kk”.
Consegno I sacchi a pelo ai cuginetti e auguro loro una buona protesta.
Poi mi devo allontanare: non posso andare nelle aule. E’ giusto cosi’.
La scuola va lasciata agli studenti e al loro movimento: l'onda.
Giorni fa leggevo di un picchetto davanti al senato, alcuni senatori di sinistra sono scesi a salutare I giovani, pensavano di essere accolti bene, sono stati fischiati.
Lo stesso e’ accaduto a Beppe Grillo che provava a prendere la testa
di un corteo.
Il premier accusa la sinistra di fomentare la rivolta. Veltroni vorrebbe fosse vero.
Intanto, mentre si discute di tagli sull’istruzione, la punta della piramide e’ sempre salda, con le sue baronie.
I politici condannati che siedono in parlamento, son i migliori garanti che questo sistema non cambierà.
Dopo le dichiarazioni del premier, sullo sgombero delle scuole con la Polizia come a Genova nel 2001, I presidi della provincia di Palermo hanno deciso di non denunciare gli studenti. Ma il preside del liceo scientifico che, a causa dei tagli, ora amministra anche il classico, forse non sa tutto cio’
Forse non lo sa, non vuole sapere, o non sa leggere e fa scattare la denuncia.
Giorni dopo i miei cuginetti mi raccontano la loro occupazione. Dicono che due ore dopo che li avevo salutati, arrivo’ un poliziotto che sembrava Montalbano. Aveva trovato tutti: gli gnomiquattordicenni ai brufolosedicenni e i diciottormonici nell’auditorium, a discutere pacatamente sulla riforma.
Aveva detto di continuare a discutere senza danneggiare niente di p
ubblico (che a quello ci pensava gia’ il governo) e aveva salutato dicendo che dopo di lui sarebbero arrivate le forze dell’ordine incaricate di mettere loro paura.
Un ora dopo, infatti, arrivo’ un carabiniere alto, calvo e baffuto come da tradizione. Gli basto’ dire: eccoci qua ”ora denunceremo I maggiorenni, mentre per I minorenni denunceremo I genitori”.
Uno gnomo prese lo zaino e se ne ando’, seguito da molti quartini (studenti di quarto ginnasio).
Erano rimasti troppo pochi per occupare.

Chiedevo ai miei cuginetti cosa avessero pensato, allora.
Mi rispondono che, fosse stato per loro, sarebbero rimasti dentro: un po’ perche’ I loro genitori erano favorevoli ma sopratutto perche’ intendevano fornire le generalita’ dei genitori del loro compagno che per primo aveva abbandonato l’occupazione.
Potete scaricate gratuitamente voi stessi la bella musichicchia del post "Gioia e Rivoluzione" degli Area, rifatta dagli Afterhours su questo sito.
Chi volesse commentare la vittoria storica di ieri sera, può farlo qua.

Wednesday, 29 October 2008

Di verde, di blu, di sale di piu’, di bei reazionari in braghe di tela, di microrivoluzioniari in sacco sacchi di pelo.

Saluto Dresda all’alba. Le luci sono fredde, il cielo e’ freddo e neache io mi sento tanto caldo.
Quando l’aereo arriva puntuale su in Sicilia e’ quasi ora di pranzo. Sara’ anche per questo che tutti applaudono il pilota con tanto entusiasmo, pregustando le cibarie.
La Sicilia in questo periodo e’ verde, il mare e’ di un blu tersissimo e il cielo e’ azzurro.
Erano 6 anni che non la vedevo nel mio mese preferito. Facevo male.
Certo, gli insediamenti umani rivelano facilmente la poverta’ di questa terra che, dai tempi di Verre, e’ governata da amministratori esperi di leggi “ad personam”.
Vedo anche I primi segni della crisi: la gente taglia le spese sui beni “non necessari”.
E’ chiaro che la stagione teatrale prevede che si tiri la cinghia: titoli come “tre personagi in cerca d’autore” o “uno, nessuno, qualcheduno” fanno capire che la rassegna pirandelliana degli autoconi non prevedera’ sfarzose compagini di comparse, nelle scene di massa.
A pranzo la mia mamma, ha fatto degli eseprimenti. Una nuova versione della “pasta col forno”. Io mangio in silenzio, ma non mi piace per niente.
Poi arrivano delle tristi polpette, anch’esse in una nuova versione, con una differente mescola che comprende patate. La mia mamma dice che le ricette le ha ricevute da una sua nuova collega.
Allora qua mi inalbero.
Mi alzo e dico che bisogna tornare al passato: basta con queste interazioni tra classe docente: ognuno la sua classe, basta sperimentare sui noi giovani, maestra unica che, come dicono gli anziani,  ognuno si faccia lu so filaro (che ognuno vendemmi il suo filare di viti) ovvero si occupi della sua classe.
Uffa. Basta con quese ingerenze straniere (la collega e’ panormita).
Mentre sto per invocare la difesa dei sacri confini patrii, poco prima di ritirare il premio “conservatore dell’anno”, ricevo una chiamata, prendo la moto e scappo via.

Mi chiama mia zia, dice che ai cuginetti Ettore ed Elena possono servire in fretta due sacchi a pelo per occupare il liceo classico.

Le foto le ho fatte io...vi assicuro che nella seconda l'effetto è stato fortemente voluto per rappresentare la transitorietà della fanciullezza (anche se io, avendo solo 30 anni e mezzo, non posso chiamarmi ancora del tutto fuori).

Wednesday, 22 October 2008

Minculpop -

Hristio dice che c’e’ un concerto che devo vedere. I musicisti sono I migliori del loro paese. Arriviamo al concerto, si scopre che il paese e’ la Norvegia (il cui acNe musicale sono gli a-ha.
Il concerto inizia. Effettivamente I Motorpsycho sono bravi. Il loro progressive rock ti porta lontano su un astronave di note.
Vedo Fernando, amico sudamericano, la cui pupilla conferma la conoscenza degli scritti di Castaneda, lo vedo rapito.
Dietro di lui un figuro largo beve troppa birra, ad un certo punto, proprio quando I due chitarristi fermano il tempo, saltando e bloccando la musica su un breve silenzio. Il figuro erutta un birroso barrito. Poi la musica riprende.
Il giorno dopo chiedo a Fernando se gli sia piaciuto il concerto.
Mi dice di si, ma e’ stato come raggiungere il lato nascosto della luna per trovarci un maiale. Capisco il bad trip.


Il concerto di Amanda Palmer,  vista due anni fa con le Dresden dolls.
Lei arriva e inizia a suonare o meglio a battere sul piano come una forsennata: brava come sempre, ma a  sto giro sta incazzatissima. A meta’ concerto penso ormai che scriva le sue musiche 5 giorni al mese….mi guarda male: ha letto il mio pensiero.
Provo a giustificarmi mentalmente con cose tipo: le donne hanno le mestruazioni, gli uomini fanno il militare, mica uno sceglie il suo destino.
Ecco, m’ha sgamato: io non l’ho fatto il militare, ho fatto un PhD.
Maro' quanto s'incazza, mo' spacca il piano.
Avevo letto su una fanzine che Amanda Palmer suona il piano in maniera vaginale. Andando a nanna ho una visione di una vagina che si estende per 88 tasti. Dormo sonni inquieti.



Al concerto di Brant Bjork (fu Kyuss) c’e’ un sacco di gente.
Il problema e’ che quasi tutta questa teutonica gente e’ piu’ alta di me. In piu’, il genio dello stoner rock, 
sara’ anche una grande figura musicale, ma in generale e’ piuttosto bassino.
Vedo poco pero’ ascolto molto. Davanti a me I gigantii iniziano ad ondeggiare I capelli lunghi, che ritmicamente mi finiscono addosso in maniera abbastanza fastidiosa.
Mi sento rinfacciata la mia eta’, I miei 174 cm e il fatto che ogni mattina trovo 3-4 capelli sul cuscino.
Sono certo che l’eta’ fara’ giustizia dei loro capelli, io aspettero’ passare le loro parrucche seduto sulla riva del fiume.

A fine concerto mi si dice che il 22 I Calexico suonano in citta’ (senza Vinicio Capossela).
Declino: il 22 devo preparare uno zaino per partire.


Torno a casa: 4 concerti in una settimana sono troppi e fanno pensare troppo.
Forse hanno ragione gli svizzeri: dovrei ascoltare solo musica da camera (a cui potrei abbinare i miei bellissimi pigiamini). Oppure trovare un altro approccio alla musica come musikikkia del kakkio fine a se stessa.

Mentre chiudo la porta, nella mia mente parte una canzone che fa  ”Felicita' E' una canzone pazza che cantare mi va. Una musica che prende e che ballare mi fa”.

Io nel 79 avevo due anni, non chiedetemi com’e’ che il mio cervello abbia registrato “comprami” di Viola Valentino.