La pioggia assuppaviddani (traduzione: assorbi-coltivatori diretti) e’ quella pioggia sottile e impercettibile ma continua che, non essendo abbastanza forte da fare smettere il lavoro nei campi finisce per cadere inesorabile sul contadino e “asciugarne” la salute.
Il giorno della partita Galles-Italia c’era proprio quella pioggia.
Riuniamo il gruppo di Italo-gallesi e andiamo allo stadio.
Dopo gli inni inizia una musica sempre piu’ forte e pressante e, tra le fiamme a bordo campo arrivo un giocatore gigante tutto vestito di rosso.
E’ Adam Jones, giocatore del Galles: lui guarda benevolo la sua gente dalle spalle larghe e le maglie rosse e la sua gente pensa: “dydy 'r farchogn" che significa: “ecco il nostro condottiero”.
Poi guarda beffarso noi italici bassini che, a scanzo d'equivoci vestiamo maglie color puffo e tutti pensiamo: “Mo e’ arrivato Fracazzo da Velletri”.
La partita inizia, cazzotti e pugni dietro le orecchie, ci schiacciano vicino alla linea di meta, con sapienti calci del nostro mediano d’apertura riusciamo a smarcarci, ma la palla torna a danzare sulla linea. Con calci a spazzare l’area ci smarchiamo.
Ma tornano, con calci alla viva il prete e secondo l’antica tradizione dell’arrunza sta minchia di palla riusciamo a liberare.
Verso la fine il risultato e’ di 26 a 3. Poi mettono in campo i bambini e riusciamo a fare 33 – 10.
Sconfortato dal gioco espresso e aiutato dalla locale birra Brains vado in bagno. I Gallesi sono dei chiacchieroni, alla fine torno dal bagno avendo capito molto piu’ della partita dai commenti che guardando il gioco. Ho capito la regola d’oro del rugby: quando non capisci cosa succede: vai in bagno.
La sera si va in discoteca, a me non piace, ma a volte si deve seguire cio’ che vuole il gruppo.
Ci sono una pista 70, 80 etc. L’eta’ non e’ quella della musica, ma della moquette.
Una moquette infima, spessa su cui hanno versato liquidi di vario genere e schifezze.
Qualcuno mi dice “non ti facevo ballerino”. Vai a spiegare che I piedi mi si sono appiccicati alla moquette e, provando a schiodarmi do l’erronea impressione di muovermi a tempo.
Comunque s’e’ fatta l’alba e ci dirigiamo verso casa.
Dormire in 9 nella mia casetta fa un po’ l’effetto campo scout.
Un misto di ossa rotte, stanchezza regressa e felicita’ interiore.
Ti mancano le forze, ma paradossalmente ti senti forte: la pioggia puo’ caderti addosso, ma non fa niente se hai riunito sotto un unico tetto le cose e le persone che ti fanno felice.
Il giorno della partita Galles-Italia c’era proprio quella pioggia.
Riuniamo il gruppo di Italo-gallesi e andiamo allo stadio.
Dopo gli inni inizia una musica sempre piu’ forte e pressante e, tra le fiamme a bordo campo arrivo un giocatore gigante tutto vestito di rosso.
E’ Adam Jones, giocatore del Galles: lui guarda benevolo la sua gente dalle spalle larghe e le maglie rosse e la sua gente pensa: “dydy 'r farchogn" che significa: “ecco il nostro condottiero”.
Poi guarda beffarso noi italici bassini che, a scanzo d'equivoci vestiamo maglie color puffo e tutti pensiamo: “Mo e’ arrivato Fracazzo da Velletri”.
La partita inizia, cazzotti e pugni dietro le orecchie, ci schiacciano vicino alla linea di meta, con sapienti calci del nostro mediano d’apertura riusciamo a smarcarci, ma la palla torna a danzare sulla linea. Con calci a spazzare l’area ci smarchiamo.
Ma tornano, con calci alla viva il prete e secondo l’antica tradizione dell’arrunza sta minchia di palla riusciamo a liberare.
Verso la fine il risultato e’ di 26 a 3. Poi mettono in campo i bambini e riusciamo a fare 33 – 10.
Sconfortato dal gioco espresso e aiutato dalla locale birra Brains vado in bagno. I Gallesi sono dei chiacchieroni, alla fine torno dal bagno avendo capito molto piu’ della partita dai commenti che guardando il gioco. Ho capito la regola d’oro del rugby: quando non capisci cosa succede: vai in bagno.
La sera si va in discoteca, a me non piace, ma a volte si deve seguire cio’ che vuole il gruppo.
Ci sono una pista 70, 80 etc. L’eta’ non e’ quella della musica, ma della moquette.
Una moquette infima, spessa su cui hanno versato liquidi di vario genere e schifezze.
Qualcuno mi dice “non ti facevo ballerino”. Vai a spiegare che I piedi mi si sono appiccicati alla moquette e, provando a schiodarmi do l’erronea impressione di muovermi a tempo.
Comunque s’e’ fatta l’alba e ci dirigiamo verso casa.
Dormire in 9 nella mia casetta fa un po’ l’effetto campo scout.
Un misto di ossa rotte, stanchezza regressa e felicita’ interiore.
Ti mancano le forze, ma paradossalmente ti senti forte: la pioggia puo’ caderti addosso, ma non fa niente se hai riunito sotto un unico tetto le cose e le persone che ti fanno felice.