Camminavo per strada.
Un nano l'attraversa. Lo vedo camminare davanti a me con passo veloce.
D’un tratto per strada riecheggia un voce alta, che tradisce sorpresa e forse una contentezza irrefrenabile.
E’ una bambina, piccola, che indica il nano e grida: “guarda papa’ c’e’ un nano...un nano vero!”.
Il papa’ con visibile imbarazzo cerca di portarla via mentre lei continua a indicare il nano con la mano, forse ha paura che sia l'unica a vederlo.
La bambina e’ piccolina, non c’e’ assolutamente voglia di irridere nelle sue parole.
Avrà visto tante vole "Biancaneve e i 7 nani" e forse aveva sempre pensato che i nani fossero creature fantastiche, come gli elfi, gli gnomi, (e gli eurocomiunisti ndr).
Vederlo di presenza l’ha sorpresa molto. Probabilemte ricordera’ per sempre questo momento: per la sua sorpresa oggi, che un domani, quando capirà, sarà diventato imbarazzo.
Prima che assistessi a questo fatto pensavo ai fatti miei.
In particolare pensavo al concetto di eroe.
Ricordavo che anni fa e’ stata data una medaglia a un mercenario che catturato da un gruppo non meglio identificato di guerriglieri era morto dicendo.
"Adesso vi faccio vedere come muore un italiano".
Onestamente non avevo notato molta differenza da come muore un africano o un asiatico, che del resto da molecule siamo fatti, e il sangue e le ossa sono uguali qualunque sia la tua cultura o il colore della tua pelle.
La differenza l’avevo notate nell’aspetto mediatico: un africano che cade fa meno rumore (nel genocidio del Ruanda, il rumore di un milione di caduti di si udiva "fragoroso", dalle ultime pagine dei giornali).
Al mercenario vennero dati onori (per esempio la medaglia al valore civile che non era spettata nemmeno ai soldati morti servenodo il paese).
Dissero che era stato un eroe, per cosa aveva detto alla fine.
Io, prima di morire vorrei dirò “pasta, pizza, mandolino, (Galileo, Leornardo da Vinci, Monica Bellucci)”.
Ci pensavo perchè mi chiedevo se al ragazzo, il giornalista free-lance morto recentemente in Palestina sarebbero stati concessi tali onori.
Una persona davvero eroica che, per il dovere di cronaca aveva documentato giornalisticamente sul suo blog l’operazone piombo fuso e tutto quello che ciò prevedeva per i Palestinesi .Per questo aveva già rischiato la vita ed era stato picchiato dai soldati Israeliani.
Ci ha fatto vedere davvero come muore un italiano: sottopagato e con contratti a tempo determinato, ma con tanto coraggio, passione e cuore messo nel lavoro.
Ma non credo che questo, di questi giorni, gli valga una medaglia.
Perchè i veri eroi spesso rimangono invisibili.
Ricordo quando anni fa c'erano al liceo "Cielo d'Alcamo" seguivamo Danilo Dolci e i suoi seminari.
Danilo Dolci, se non lo conoscete, era detto il Gandhi della Sicilia.
Aveva inventato azioni di protesta come, lo sciopero alla rovescia. Alla base c'era l'idea che, se un operaio, per protestare, si astiene dal lavoro, un disoccupato può scioperare lavorando.
Centinaia di disoccupati a Partinico si erano organizzati per riattivare pacificamente una strada comunale abbandonata.
Ovviamente questo metteva in evidenza come lo stato fosse assente e abbandonasse i suoi beni quindi i lavori vennero fermati dalla polizia e Dolci, con alcuni suoi collaboratori, venne arrestato.
Un nano l'attraversa. Lo vedo camminare davanti a me con passo veloce.
D’un tratto per strada riecheggia un voce alta, che tradisce sorpresa e forse una contentezza irrefrenabile.
E’ una bambina, piccola, che indica il nano e grida: “guarda papa’ c’e’ un nano...un nano vero!”.
Il papa’ con visibile imbarazzo cerca di portarla via mentre lei continua a indicare il nano con la mano, forse ha paura che sia l'unica a vederlo.
La bambina e’ piccolina, non c’e’ assolutamente voglia di irridere nelle sue parole.
Avrà visto tante vole "Biancaneve e i 7 nani" e forse aveva sempre pensato che i nani fossero creature fantastiche, come gli elfi, gli gnomi, (e gli eurocomiunisti ndr).
Vederlo di presenza l’ha sorpresa molto. Probabilemte ricordera’ per sempre questo momento: per la sua sorpresa oggi, che un domani, quando capirà, sarà diventato imbarazzo.
Prima che assistessi a questo fatto pensavo ai fatti miei.
In particolare pensavo al concetto di eroe.
Ricordavo che anni fa e’ stata data una medaglia a un mercenario che catturato da un gruppo non meglio identificato di guerriglieri era morto dicendo.
"Adesso vi faccio vedere come muore un italiano".
Onestamente non avevo notato molta differenza da come muore un africano o un asiatico, che del resto da molecule siamo fatti, e il sangue e le ossa sono uguali qualunque sia la tua cultura o il colore della tua pelle.
La differenza l’avevo notate nell’aspetto mediatico: un africano che cade fa meno rumore (nel genocidio del Ruanda, il rumore di un milione di caduti di si udiva "fragoroso", dalle ultime pagine dei giornali).
Al mercenario vennero dati onori (per esempio la medaglia al valore civile che non era spettata nemmeno ai soldati morti servenodo il paese).
Dissero che era stato un eroe, per cosa aveva detto alla fine.
Io, prima di morire vorrei dirò “pasta, pizza, mandolino, (Galileo, Leornardo da Vinci, Monica Bellucci)”.
Ci pensavo perchè mi chiedevo se al ragazzo, il giornalista free-lance morto recentemente in Palestina sarebbero stati concessi tali onori.
Una persona davvero eroica che, per il dovere di cronaca aveva documentato giornalisticamente sul suo blog l’operazone piombo fuso e tutto quello che ciò prevedeva per i Palestinesi .Per questo aveva già rischiato la vita ed era stato picchiato dai soldati Israeliani.
Ci ha fatto vedere davvero come muore un italiano: sottopagato e con contratti a tempo determinato, ma con tanto coraggio, passione e cuore messo nel lavoro.
Ma non credo che questo, di questi giorni, gli valga una medaglia.
Perchè i veri eroi spesso rimangono invisibili.
Ricordo quando anni fa c'erano al liceo "Cielo d'Alcamo" seguivamo Danilo Dolci e i suoi seminari.
Danilo Dolci, se non lo conoscete, era detto il Gandhi della Sicilia.
Aveva inventato azioni di protesta come, lo sciopero alla rovescia. Alla base c'era l'idea che, se un operaio, per protestare, si astiene dal lavoro, un disoccupato può scioperare lavorando.
Centinaia di disoccupati a Partinico si erano organizzati per riattivare pacificamente una strada comunale abbandonata.
Ovviamente questo metteva in evidenza come lo stato fosse assente e abbandonasse i suoi beni quindi i lavori vennero fermati dalla polizia e Dolci, con alcuni suoi collaboratori, venne arrestato.
Nello stesso anno, il 1956, oltre mille persone diedero vita ad uno sciopero della fame collettivo per protestare contro la pesca di frodo, che, tollerata dallo Stato, privava i pescatori dei mezzi di sussistenza. Ma la manifestazione venne presto sciolta dalle autorità, con la motivazione che «un digiuno pubblico era illegale»
Magari state pensando che queste siano lontane nel tempo, che potevano accadere solo in Sicilia. Ebbene pensate alla protesta delle carriole all’Aquila dove la gente che voleva tirare via le macerie , le macerie delle loro case (primo passo per la ricostruzione), è stata manganellata e schedata come criminali. In questo modo lo stato, almeno nella sua componente repressiva ha dimostrato di non essere affatto sordo e assente .
Io allora ascoltavo Danilo Dolci trovavo bizzarre queste proteste sopra le righe, e pansavo più in termini di occupazione e organizzazione. Ero giuovane.
Oggi ho capito che un eroe non lo si incontra per strada, e spesso se lo si incontra non lo si riconosce perchè un eroe non cambia le cose dall'oggi al domani.
Gli elfi e le fate magiche non esistono.
Esistono solo eroi, invisibili e silenziosi, che gettano i semi di un cambiamento.
Il cambiamento richiede piccoli eventi, come il germogliare dei semi.
Ci vuole tempo e condizioni favorevoli per fare crescere da un piccolo seme, una grande quercia.
Magari state pensando che queste siano lontane nel tempo, che potevano accadere solo in Sicilia. Ebbene pensate alla protesta delle carriole all’Aquila dove la gente che voleva tirare via le macerie , le macerie delle loro case (primo passo per la ricostruzione), è stata manganellata e schedata come criminali. In questo modo lo stato, almeno nella sua componente repressiva ha dimostrato di non essere affatto sordo e assente .
Io allora ascoltavo Danilo Dolci trovavo bizzarre queste proteste sopra le righe, e pansavo più in termini di occupazione e organizzazione. Ero giuovane.
Oggi ho capito che un eroe non lo si incontra per strada, e spesso se lo si incontra non lo si riconosce perchè un eroe non cambia le cose dall'oggi al domani.
Gli elfi e le fate magiche non esistono.
Esistono solo eroi, invisibili e silenziosi, che gettano i semi di un cambiamento.
Il cambiamento richiede piccoli eventi, come il germogliare dei semi.
Ci vuole tempo e condizioni favorevoli per fare crescere da un piccolo seme, una grande quercia.
…dedicato ai miei maestri.
La Foto a sinistra è presa dal sito di MissKappa