Friday 18 January 2013

When We were kings

Volevo dirvi una cosa a proposito di Bambini.
Io da piccolo guardavo i Barbapapa'.
Barbapapa' era maschio e rosa.
Molti di quei bimbi che, come me vedevano quel Cartone Animato, oggi non sono omosessuali, hanno solo acquisito una coscienza che non fa distinzioni di genere e non associa immagini  a stereotipi.

Barbamamma' era nera.
Probabilmente era venuta qualche generazione prima da un altro paese, ma dopo anni lavorava e pagava le tasse nel paese che aveva adottato.
Chi ha riflettuto su questo e' pronto a riconoscere diritti a chi
segue i doveri di rispettare le leggi e pagare per i servizi della comunità'.

Grisu' che era un drago che voleva fare il pompiere.
Era interessante vederlo arrabattarsi per riuscire a diventare qualcosa che era contro la sua natura.
Secondo me quei bambini oggi sono più' pronti a credere che niente e' impossibile, capiscono cosa significa soffrire per 
realizzare i propri sogni a dispetto delle circostanza contrarie.
Inoltre quei bambini oggi son più' inclini al fallir tentando (e infatti oggi votano centrosinistra).

Volevo raccontarvi che prevedo che la figlia di una mia amica cresciuta a principesse Disney si già' divenuta una spaventevole mini-arrampicatrice sociale.
Volevo dirvi che dentro ognuno di noi, tenendo in conto la dieta e del credo politico (i comunisti mangiano gli infanti, i vegetariani, no), c'e' un bambino.

Volevo dirvi che secondo me e' importante come lo si nutre quel bambino, a proposito di bambini.
Volevo dirvi anche altre cose, ma ho visto che e' iniziata a 
cadere una soffice neve per cui rimane una cosa sola da fare in caso di nevicata: caricare l'ipodio con la musica di Sufjan Stevens e andare a correre ignudo per il parco sotto casa. A proposito di bambini.

Altri post: 1, 2. 
Bonus Track (Tilly and the Walls: Lost Girls): 3

Wednesday 9 January 2013

Lo Sposalizio. La compagnia dell'anello.

...e cosi’ ho raggiunto quel punto della vita di un uomo da cui non si puo’ piu’ tornare indietro. Quella firma che separa un “prima” di spensierata et celibe libertade, da un “dopo” di impegnata e seriosa vita familiare.
Ovviamente, sto parlando della firma del contratto del fotografo del mio futuro matrimonio.

Ora se uno deve andare a cercare un momento in cui tutto e’ precipitato, lo potrei ritrovare nella mia prima visita a New York, ormai due mesi fa.
Giunti nella grande metropoli dibattemo coi colleghi brevemente su quale fosse il primo luogo andare a vedere.
Io proposi di andare raggiungere Zuccotti Park dove potere discutere istanze con i compagni che combattevano da ormai piu’ di un anno l'impari lotta contro Wall street.
I miei colleghi, invece mi de-portarono da Tiffany, per fare acquisti, approfittando del dollaro svalutato (loro, non io).

Ecco, a dirla tutta, io fino ad allora avevo tenuto Tiffany neurone cinefilo-cinofilo (film da cani) che conteneva titoli come Colazione da Tiffany o i film con Luc Merenda. Scoprire che Tiffany non fosse un luogo dedito a cappuccino e cornetti, ma ad anelli e diamanti mi fece giungere ala conclusion che se c’erano due lati nel capitalismo, io fino ad ora dovevo avere vissuto in quello sbagliato.

Fu cosi che, caricato da questa nuova coscienza presi a scrivere una mail in cui battevo  la scarpa con l’impeto di un Nikita Krusciov pretendendo, col nuovo contratto un attenta rinegoziazione dei miei diritti lavorativi. 
Ora, sara' che ho impressionato chi doveva prendere le decisioni (e forse li avevo sorpresi con l'attachment Scarpa.jpg). Sta di fatto che il 18 Dicembre mi sono trovato davanti un contratto a tempo indeterminato, il primo della mia vita.
Un nuovo ruolo, titolo, responsabilita' e stipendio. In un certo senso era il termine della mia garrula fanciullezza (alla tenera etade di 35 anni).

Come d'incanto, tutte le condizioni che avevo anteposto al matrimonio s'erano avverate: non avevo piu' scuse.
Probabilmente avrei dovuto anteporre altre cose, che so io: la pace in Palestina, Berlusconi che sconta veramente i 4 anni di carcere a cui e' stato condannato, o altre cose che rendono il mondo migliore.
Avere dalla parte mia (e ancora di piu' di mia madre) un universo interso che confabula perche' si avveri cio' che spero, mi diede un senso di onnipotenza.

Vieppiu' che, avendo realizzato una parte dei miei bi-sogni, dovevo inventarmi dei desideri nuovi di zecca da dover realizzare.
Fu proprio in questo delirio di onnipotenza, onnivegenza, onnivoria (intanto ero tornato in Sicilia), mi giunse la notizia che in realta' lo sposo non ha nessuna voce in capitolo nell'organizzazione del suo matrimonio.
<continua>