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Wednesday 15 January 2014

Il mio matrimonio

Ho preso un po’ di tempo prima di raccontarvi del giorno del mio matrimonio.
Aspettavo che, col tempo, acquisendo la giusta prospettiva, le immagini si mettessero a fuoco...non e’ successo.
Sara’ perche’ il matrimonio e’ un giorno unico di una vita e non c’e’ niente di normale.

Cosa rende un matrimonio memorabile?
Requisito fondamentale  sono le donne piangenti.
Non potendo assoldare delle prefiche, mi limito a guardare mia madre e,  coi Bambi’s eyes, ricordarle che quella sara’ l’ultima notte sotto il tetto natio.
Mi viene rinfacciato che avevo gia' lasciato quella casa nel 2002, quando 24enne partii per il dottorato in Germania.
Capisco che non ci sara’ verso di avere gente che versa lacrime e che, di contro, la maggioranza si appresta a prender parte all'evento con uno spirito di immotivata ilarita'.

Ho scoperto che il giorno del matrimonio il futuro sposo puo' attaccare la sua volonta’ a un chiodo.
Mi sveglio, alle 8 AM. Ancora assonnatissimo faccio colazione coi cornetti, mentre vedo Peppa Pig in tv.
Arriva il fotografo e mi chiede di sorridere, apparire accigliato, contrito, radioso, ora corrucciato.
Faccio del mio meglio, ma in realta’ il mio sentimento maggiore e’ “l’assonnato”.
Ce chi ha problemi con l’anestesia generale, a volte vomitano. Nel mio caso, a me e’ rimasto solo una gran voglia  di dormire.


Arrivo in chiesa alle 10.30. il  tutto iniziera’ alle 11.00, ma a quanto pare lo sposo deve essere la’ in anticipo (o era la sposa in ritardo? Boh). 
Fa parte della tradizione.
In quella mezz’ora ogni persona (parenti, conoscenti, curiosi) dicono la stessa battuta: “sei ancora in tempo per fuggire”.
Un mezzo sorriso ebete, quello che in 12 anni di emigrazioneho imparato a fare quando mi dicono “Italia, Mafia, Berlusconi, Lega Nord razzista, Pizza buona”.
Mia madre fulmina con lo sguardo l’ennesima battuta di complicita’: “scappa finche’ sei in tempo”.
Fosse per me, io scapperei. Con mia moglie. Su un isola deserta. Senza nessuno che faccia battute.
Poi pero' mi dispiace per le 800 rose che hanno dato la vita per questo giorno e rimetto sui il sorriso ebete, senza rispondere.

Sono le 11.00....finalmente arriva.
Scende dalla macchina, minuta, col vestito rosso (non e’ la sposa, ma La Valletta o come si chiama).
Poi arriva anche lei. Bella come un raggio di sole in un giorno di pioggia....e questo nonostante oggi ci sia un sacco di luce e sole. Riguardo Rossella, penso a quanto sia fortunato.
Abitiamo a 200 metri di distanza e abbiamo dovuto girare mezza Europa per incontrarci....ma ne valeva la pena.

Piccola parentesi aperta.
In quel momento penso che a me piace tanto, mia moglie. Ma a me piace anche senza sveglia all’alba, parrucchiere, trucco e vestito elegante.
Ecco, mi piace vestita da sposa, ma anche la domenica di tarda mattinata, appena alzati, col pigiamone e il viso assonnato.
Mi piace anche in tutte le sfumature intermedie....e anche quelle che che ancora non ho visto, che verranno in futuro.
...e mi dispiace di essermi perso quelle passate, specie quella di  quando era teen ager e si era fatta bionda coi capelli corti.
Piccola parentesi chiusa.

Entriamo in chiesa accompagnati da mamma e papa’.
Uno alla mia destra, al’tra alla sinistra. Ci prendiamo sottobraccio e camminiamo lentamente con velocita’ (tipo camminata sui carboni ardenti), fino all’altare.
Poi arriva Rossella. Suo padre mi consegna la sua mano, e aggiunge qualcosa tipo: “da qui in poi te la vedi tu”.
Si allontana con un sorriso beffardo che se, non avessimo convissuto per anni. Avrei trovato inquietante.
Invece so gia’ cosa mi aspetta (w la convivenza =)).

La cerimonio religiosa procede senza intoppi. Il prete sbaglia il nome della sposa chiamandola Antonella.
Le dico: “questo potra’ tornare utile nel caso la Sacra Rota dovesse decidere”.
Si scherza tanto....il che conferma cosa io ho sempre pensato: il giorno del matrimonio e’ tutta una carnevalata.
Quando usciamo i nostri amici hanno messo su un arco di palloncini. Che bella idea.
Usciamo dalla chiesa, un mare di riso ci inonda il capo, i vestiti e tutto il resto (trovero’ del riso anche nei boxer).
Quando finisce il riso, qualcuno, nell'eccitazione del momento, decide di continuare e mi tira anche le foglie di banana in cui erano contenuti i chicchi.

Vale tutto in quell giorno. Tutto e permesso, purche’ sia allegro.
Sara’ perche’ il matrimonio e’ un giorno unico di una vita....e meno male che e' unico.

Continua

Tuesday 20 April 2010

Fatima: il santuario (e sulle concezioni della Fede).

L’altro di’ ero al parco. C’era una papera seguita dai paperotti, appena nati. Cercava di tenerli in fila, insegnando loro a nuotare.
Uno fini’ in mezzo a un cespuglio e non riusciva a passare, ostacolato dalla corrente.

Il viaggio a Fatima e’ un viaggio strano, mi ci ha portato la mia ragazza e mi ci trovo piu’ per amor suo che per la fede.
Fatima sono 4 case in mezzo sulle montagne dove si dice che sia apparso a 3 pastorelli dapprima un essere chiamato “angelo del Portogallo” e poi la Madonna che abbia esortato i pastorelli alla preghiera e al sacrifizio.
Da li’ il paesino ha riscoperto un anima (commerciale) divenendo una meta di pellegrinaggio mondiale.

C’e’ un atmosfera grigia in cielo, grigia in terra e nemmeno le persone attorno mi sembrano particolarmente solari.
Tutti i negozi vendono materiale a tema ecclesiastico.
Tra le statue che si accumulano in tutte le forme e colori (il fluorescente va moltissimo), vedo anche una mano di Fatima.
La mano di Fatima e’ un simbolo Islamico che per i credenti islamici rappresenta dunque il simbolo della serietà e dell'autocontrollo (
qua piu’ dettagli). Chissa’ se il mercante da tempio che lo tiene in vetrina sa la storia di quel simbolo.

Andiamo al santuario.Un fumo nero, denso si alza. Fumo di candele bruciate da gente che chiede qualcosa o scioglie voti. Alcuni hanno le forme della richiesta (vedi foto) e sono alquanto inquietanti.
Come tutti, accendo una candela. Ma non esprimo desideri....non per mancanza di fede (del resto li esprimevo anche prima di soffiare le candeline), ma perche’ per ora va davvero tutto bene.
Non penso che cose come piu’ soldi potrebbero rendermi piu’ felice.
Mi renderebbero felice in maniera diversa. Ma io al momento sono felice della mia felicita’ cosi' com'e'.

Pero’ in mezzo a quel fumo vedo l’infelicita’ di chi ha problemi e sia affida cosi’ a un essere superiore. Una signora arriva con un sacco di candele e mi dispiace seriamente per lei.

E c’e’ gente che percorre in ginocchio un percorso, e vedo le loro facce sofferenti.
Penso a questo posto e a cio’ che rappresenta.
E’ frutto di una fede forte, ma priva di felicita’ che si crogiola nel sacrificio.

Nella mia visione c’e’ un dio che arrivato dall’altro lato mi chiedera’ conto della mia vita ponendomi una domanda ben precisa:
“qual’e’ la migliore bettola in cui mangiare?”.
Mi piace pensare siamo stati creati ed evoluti per fare un mondo migliore.
Conoscere, viaggiare, conoscerci, amarci e moltiplicarci.
Con quella domanda s’impedirebbe l’accesso in paradiso di qualsiasi xenofobo o chiunque non si sia mai messo in gioco chiudendosi nella sua valle alpina o biblioteca-torre di cristallo.

E’ ovvio che questa mia visione e’ piu’ frutto di una religiosita’ personale di cui ho gia’ parlato qua, quando ancora scrivevo bei post.
La verita’ e’ che mi dispiace davvero che ci sia tanta fede (c’e’ gente che e’ venuta da tutto il mondo, molti asiatici), tanto potenziale d’amore e che sia investito in compiere sacrifici o codificare comportamenti piuttosto favorire la comunicazione tra i popoli.
Pero’ la chiesa di oggi mi sembra capace solo di dettare regolette su come bisogna comportarci in cambio di 8 per mille e combattere il relativismo e la secolarizzazione (che non sono concetti con cui risvegliare le masse).....e nemmeno la balla del teologi che identifica nell’eruzione un avvertimento di dio. Io non crederei a un dio che usa i vulcani come editoriali di Feltri per avvertire gli amici.

E poi c’e’ la storia della pedofilia che mi mette troppa tristezza, perche’ troppe parole sono state pronunciate, tranne quelle giuste.
Per come la vedo io, la papera ha preso i piccoli e li ha fatti salire su un isoletta. Poi e’ tornata dal paperotto che era rimasto incastrato nel cespuglio, l’ha spinto contro la corrente fino a passare i rami e hanno ripreso a nuotare verso gli altri.
Se una papera, che non ha anima e non ha amore riesce a fare tutto cio’ solo per istinto materno che l’evoluzione ha selezionato per garantire piu’ sopravvivenza.
Noi non siamo animali, ma figli della natura si, e obbediamo alle sue leggi....che vogliono che ogni organismo si moltiplichi (il celibato imposto e’ contro natura).

La natura e’ forte, e noi siamo forze della natura.
E se non ci fosse un dio, dall’altro lato, non mi dispiacerebbe affatto addormentarmi e tornare alla madre terra.
Stiracchiare le mie molecole fino a farle diventare qualcos’altro.
Sarebbe bello diventare una melenzana viola che cresce al sole di Settembre.; che se non s'era capito, a me piacciono tanto le melenzane.
Cerchero' di postare un po' piu' spesso. Stay tuned ;-)

Monday 12 February 2007

Under the (Blackfriars) Bridge

Il papa parla dalla sua finestra. Ora sta preparando un diktat dei doveri del buon cristiano, dimenticando che le leggi sono fatte per tutti i cittadini, credenti, atei e di religioni diverse.
Io ho questa piccola finestrella sul mondo e questa volta, voglio dire la mia.

Il mio dio non fa differenza tra coppie sposate in chiesa e non, perche’ egli e’ dappertutto.
Forse per voi chi non genera figli non e’ un buon cristiano. Mi dispiace. Io non mettero’ su una famiglia.
Forse non era la mia vocazione, forse non era il mio destino, ma ognuno ha il suo cammino e quando crolla tutto all’improvviso non ti senti libero di ricominciare da capo. Non siamo animali: scegliere e’ la nostra liberta’. Il vostro giudizio su questo non puo’ aggiungere dolore, per cui risparmiatevelo.

Le ragazze che ho conosciuto sono state compagne di viaggio. Non giudicatele male: non credono nel vostro dio e, grazie a dio, non capirebbero la vostra accidia.
Le ho amate come il viaggiatore ama le stelle che lo guidano, ma poi abbiamo continuato i nostri percorsi. Quanto patetico puo’ essere un viaggiatore che prova a catturare le stelle che viaggiano lontane?
Continuo il viaggio, e mi sforzo di sorridere a chi incontro sperando che questo lo renda migliore. Le monache di clausura si propongono lo stesso fine, ma non e’ dato sapere se lo facciano sorridendo.

Il dio in cui credo sorride spesso. E’ contento di vedere come, nonostante ci abbia creato a sua somiglianza, ci siamo diversificati mescolandoci e creando tantissime bellissime varianti.
Si fa un po’ triste solo quando riceve quelli che sono stati uccisi “nel nome del padre”.
Essendo stato padre, sa cosa significa perdere un figlio e pensa che sia contro natura che i giovani possano morire prima di chi li ha messi al mondo.

Il paradiso che ha creato, lo immagino come un gran prato verde, non pietre preziose, ma fiori coloratissimi. Forse un posto cosi’ non dispiacerebbe ad “Aquila della notte” che crede in Manitu', il che mi fa anche sospettare che tu e molti degli altri dei vi conosciate bene e siate d’accordo su molte cose.

L’uomo che hai creato e’ fragile. Ma con l’allungarsi della vita ci sono piu’ malattie da fronteggiare. Se ci hai fatto evolvere fino ad avere un cervello pensante penso che ti faccia piacere che si provi a usarlo. Qualora ci volessi dare il libretto delle istruzioni di come siamo fatti sarebbe anche meglio.
Non so dire davvero se ti piaccia o meno che utilizziamo gli embrioni per capire come si producano i tessuti, ma so di certo che quei milioni di embrioni che lentamente si spengono nel freddo dell’azoto non stanno gridando la tua lode e che quando entravo in chiesa vicino al referendum mi facevate sentire sporco.

Quando si disse che non potevo essere scout perche’ poco cattolico e troppo di sinistra sorrisi stupito. Non sapevo che i due concetti fosseri incompatibili. Le prime comunita’ erano formate da poveri pescatori che mettevano tutto in comune.
Oggi del pescatore e’ rimasto l’anello. Alcuni dei piu’ solerti nel baciarlo fanno parte di organizzazioni e “famiglie”, mai di comunita’ nonostante abbiano molto da mettere in comune.
A Dresda si ricordano bene di come Putin fosse un uomo del KGB.
Oggi, i vostri che sono bravi a giudicare dicono che e’ un anticomunista.
Prendero’ esempio da lui: chiudero’ i rubinetti del gas destinando l’8 per mille a chi vuole una societa’ di eguali senza differenze fra cittadini.

Qua vicino c’e’ un prato pieno di papaveri rossi. A volte, mi sdraio li’ e chiudo gli occhi. Allora sento le trombette che suonano gli angeli in paradiso. Gli ottoni non sono nella nostra bibbia, ma vengono dalla traduzione in tedesco. Me l’ha detta Thomas, lui suona il trombone. Forse si mette avanti col lavoro: non sia mai che il giorno in cui si faccia il paradiso in terra, manchino gli angeli.

Da questo sito qua potete ascoltare e downloadare “il testamento di Tito” chi sa di cosa narra, capira’ perche’ lo aggiungo.
Questo post non vuole essere commentato: perche’ ognuno sente il suo dio dentro e non e' un argomento di discussione.