Wednesday, 30 December 2009

Egregio Lettore,

Con difficoltà vinco la riservatezza che ha contraddistinto il mio modo di essere e approfitto di questo post per fare un bilancio di quest’ultimo anno trascorso.
Visto che non dispongo di mezzi per fare l’effetto “reti unificate” apprezzerei se tu potessi aprire lo stesso post usando diversi browser.
Ripercorriamo pertanto il 2009 attraverso le parole chiave che lo hanno contraddistinto.
A- Amore vince su tutto.
B- Barbarossa n.p. Babbo Natale. Ammettiamolo: non è Finlandese e non lavora per la coca cola ma è pur sempre l’uomo rosso un tempo conosciuto come il santo Nicola di Bari…ma tutto ciò non è un buon motivo perché D’Alema faccia cadere Nichi Vendola.
C- Crisi non esiste. 
E- Elisabetta Canalis Non so se ci rimanevo più male quando stava con Vieri o ora che sta con Clooney.
F- Facebook Federico II Hohenstaufen Stupor mundi, mica pizza e fichi.
G- Guzzanti padre s’è riveduto ma è scomparso dalle scene.
Forse st’anno han passato un bel Natale in famiglia.

I- Italia 150 (anni dell’unità di Italia). Nonostante gli “Italia 1!”.
J- Jesus Tornasse sulla terra, sarebbero amari per tutti (Jesus l’amarissimo che fa benissimo)
K- Ku futti futti chi diu pirdona a tutti. Linea di governo.
L- Lega Lombarda Rido ancor’ oggi nel pensare i Serenissimi chiusi nel loro barattolo-Tanko. Grande happening artistico per rinverdire i fasti di Piero Manzoni.
M- Minareto Parola veneta, ricordo di infanzia. Mi n’a reto: io non ho retto. Sull’incapacità degli alpini di stare lontano da Grappa.
N- Nettuno è perfetto.
O- Onestà e Scudo fiscale. Promettere ai disonesti di fare rientrare 95 mld di euro promettendo di non controllare da dove venivano è stato un bel regalo alla mafia non un segno di forza della nostra economia.
P- PUNK! Il Punk non è morto. E’ andato al potere. Dopo anni di predicare il “no future” e il nichilismo, Silvio l’incarna il punk. Considerando che i bulbi piliferi vengono presi da posti scogniti Il neo-punk rispetto al vecchio punk si caratterizza per la cresta riccia.
Q- Quo Vadis? Sempre in fondo a destra.
R- Ricavo e profitto. La vil pecunia è il motore di ogni azione umana. Ma anche la figa.
S- Sinistra. Ora dirò qualcosa di sinistra, poi mi contraddirò, mi scinderò, e infine scenderò sotto il 5% così che nessuno dirà più niente di sinistra.
T- Tumblr capissi come funziona, io quasi quasi lo aprirei.
U- Utopia. Moro è stato ucciso dalle BR.
V- Viabilità Viale Europa: l’idea di fare posteggiare su una corsia a lisca di pesce e sull’altra a cazzo di cane non m’è sembrata geniale.
W- WTF. Già. What the fuck? E chi minchia ni sacciu ju.
X- Xilofono. Io per esempio, da grande voglio imparare a suonare il Theremin.
Y-Yes we can. Do we?
Z- Zorro era il cognato di Al Bano. Poi si chiede perchè il Vaticano non gli perdona il divorzio.

Questo per il 2009. Chissà cosa ci riserverà questo 2010. Vi auguro di realizzare l’85% dei vosti desideri. Così imparate a non limitarvi nei sogni e capite l’importanza del non rimanere sprovvisti di margini realizzandoli tutti.

La foto della marmotta me l'hanno data i cuginetti Ettore ed Elena.

Monday, 21 December 2009

Caro Babbo Natale (post natalizio d'orgoglio forcaiolo)


Da bambino mi venne detto che se volevo il trenino ed ero stato buono l’avrei potuto chiedere a Babbo Natale (in qualita' di protettore delle ferrovie?).
Una vecchia zia che votava DC mi disse di chiederlo a Gesu’ Bambino, ma io dissi che visto che la scatola era grande e non adatta ai bambini sotto una certe eta’, preferivo che se ne incaricasse il vegliardo piuttosto che il neonato.

Quando lavoravo nella
DDR, Peggy mi racconto’ che aveva sempre avuto paura del Natale, infatti, per i bambini tedeschi se eri stato buono, ricevevi una ricompensa (cd di Falko, Leningrad cow-boys o cassete di gurken da mangiare prima di andare a nanna), ma se eri stato cattivo, il buon vegliardo non avrebbe lasciato niente; sarebbe intervenuta una figura chiamata “Black Peter/Zwarte Piet (o con altri nomi 1, 2, 3), che percuoteva il/la piccolo/a con una scopa di saggina.
Io Peggy non l'avrei toccata nemmeno con un fiore.
La figura di Black Peter, era rappresentata come un emigrante nero.
Ho scoperto che e' presente in molte culture (in Francia dove e' le
Père Fouettard al terribile Krampus austrico).

Al di la’ delle storie.
Mi fa pensare che mentre per noi Italiani finisca sempre a
tarallucci e vino, nel resto dell'Europa si cresca con il concetto di “certezza della pena”.
Niente ricusazioni dei giudici (nessun lodo Alfano puo' battere cio' che e' scritto nel libro di Babbo Natale), niente ricorsi per allungare processi fino alla prescrizione, levando mezzi alla giustizia: le volanti (renne) di babbo Natale non hanno mai avuto problemi di carenza di benzina;
Il piccolo (ma non basso) accettava il giudizio e si faceva processare.

  Caro Black Peter lo so che a te nessuno scrive.
A te che sei nero e, per come ti trattano avrai anche ben il diritto di essere incazzato (a proposito sei in regola o Babbo Natale ti paga in nero come quegli imprenditori che si lamentano degli immigrati delinquenti e poi non  mettono in regola i loro dipendenti?)
Se puoi, ti prego di accogliere una gentile richiesta: passa le Alpi e fai un po' di pulizia di tutti quelli che anziche' ammettere che si sono comportati male danno la colpa ai giudici che fanno solo il loro dovere inquisitorio.
Proprio come te.
Insegna ai bambini che chi si comporta bene non ha niente da temere, ma che c'e' una punizione per chi di proposito combina danni che mandano le famiglie sul lastrico (altro che processo breve per Tanzi e co.)
Loro hanno dei media potenti, tu solo una scopa, eppure sono certo che se saprai farti strada tra quelli che vogliono rottamare la tua scopa con un aspirapolvere nuovo (scansa le accarezzatrici di materassi delle televendite);  riuscirai a fare pulizia di questa mondezza che da anni si accumula nel mio paese: voglio un paese normale.

l'Italia e' il paese che amo e l'amore vince sempre.
Buon Natale a te alla tua famiglia lontana.

Falloppio
Per favore, non usare la violenza altrimenti chiudono Facebook e i servizi segreti devono tornare a lavorare davvero.

- Volevo salutare i miei visitatori da Giove (guardate qua). Non so se montarmi la testa pensando che mi seguono dal sistema solare o pensare che possano essere i miei vecchi amici del Terni IX di Narni (che mi mancano).
- Il post l'avevo postato nel 2007 in un altro blog. Chiedo scusa a yet che era l'unica che l'aveva gia' letto.
Altri post natalizi degli altri anni sono qua:
1, 2, 3.

Monday, 14 December 2009

Subterranean Homesick Alien: l’uomo che sognava arancine

In Sicilia c’era una grande carestia quando nel porto di Palermo approdò una nave carica di grano.
C’era una fame da non vederci (“pitittu a pettu di cavaddu”) e si decise di non perdere tempo a macinare il grano: venne bollito e mangiato.

Era il 13 dicembre del 1646. Santa Lucia.

Per ricordare la carestia, per Santa Lucia in Sicilia non si mangia pane o prodotti fatti con farina ma si mangia
cuccìa e le arancine
La cuccìa e’ ok. Le arancine invece, sono il motivo per cui l’uomo si e’ evoluto, nella loro forma sferica si riflette la perfezione; nel cuore morbido la gioia della ricerca e della scoperta, nella  loro frittura l’ineluttabilita’ degli eventi a venire.

Stamattina ero felice finche' il mio stomaco pretese il suo tributo chiedendomi perche’, come tutti i siciliani di buona volonta’  non stessi frigendo (‘nta l’ogghiu fitusu) una quantita’ di arancine che potesse ottemperare al mio fabbisogno etico-morale. 
Purtroppo, l’arancina piu’prossima distava 3062 km.

Presi la macchinetta
ELISA e mi diressi verso le bianche scogliere d ella Penrhyn Gŵyr (penisola di Gower).
Li' ho mangiato il piatto tipico locale: il buonissimo salutarissimo
Laverbread.
A chi voglio prendere in giro (certo non il mio stomaco).
Il pane con le alghe mi fa schifo.

Io non mangio l’insalata perche’ penso che le piante  dovrebbero ornare appartamenti, non stare nel mio piatto....figurarsi delle alghe....nemmeno santificate da una frittura.

Rimestavo la broda e sognavo arancine.
Poi sono uscito sull'altopiano.

C’era un aria bella ed ho fatto le foto di questo post.

E c’era tanto verde che finiva sulle scogliere a strapiombo sull'oceano grando.

Tutto era pulito e grande, spazioso. Potevo vedere le navi al largo e le coste della Cornovaglia piu’ in fondo.

Poi ho pensato che alla fine ognuno appartiene e deve stare nel posto dove puo’ realizzarsi (come dovrebbe potere votare nel posto dove paga le tasse).
Che non lo possa fare nella mia terra e’ un peccato, ma che senso ha mangiare  arancine senza la possibilita’ di costruirsi un futuro.
Sarebbe bello fare conoscere le arancine ai miei figli, ma non potro' mai mantenere una famiglia laggiu'.



Poi ho pensato che gli alberi iche si vedevano in lontananza erano scheletrici: avevano tolto le energie alle foglie ed erano andati a dormire.
Quando tornero’ in primavera’ li rivedro’ verdi e vivi -pensai- quando le radici riporteranno la vita, le risorse, alle foglie.
Guardo l’Italia mi sembra che le risorse siano poche e mal gestite.

Perfino iniziative lodevoli come Telethon permettono al governo di non fare il suo dovere e forniscono alibi ai politici che buttano soldi invece di investirli nella ricerca.
Io tornerei volentieri: prima o poi dovro’ metter radici da qualche parte.
Ma mi pare che piu’ si vada avanti e piu’ mi sembra che sono rimasto senza
terra...e non posso starmene con le mie radici in mano per sempre.

Specialmente quando qui e’ tutto cosi terso e pulito e grande, spazioso.

E poi il freddo becco (beak cold) m’ha congelato il neurone.
Ho pensato che se mia madre non mi  scongela le arancine, io me le succhio come ghiaccioli.

Poi ho girato la macchina che li' era finita la terra e sono tornato verso casa.
La sera, mentre pulivo quelle 5 stanzette, le ho trovate piu’ accoglienti del solito.
...e stranamente un pensiero sulle arancine non mi faceva piu’ nemmeno tanto male.
Sta cosa di vendere i beni confiscati alla mafia non si puo' sentire
(con la possibilita' che ri-finiscano a mafiosi o loro prestanomi), per favore firmate anche voi la petizione di Libera.

Thursday, 3 December 2009

« L’arte rinnova i popoli e ne rivela la vita. Vano delle scene il diletto ove non miri a preparar l’avvenire *»

L’arte moderna non e’ copia fedele della realta’ ma sua reinterpretazione.
Nel secolo scorso acquisi' importanza il gesto artistico.
Tagliare le tele alla Fontana (il Lucio, non la Federica) segnava insieme alla tela, la fine della vecchia arte e l’inizio di una nuova comunicazione.
Di pari passo, si affermava la figura dell’artista.
La persona, il personaggio e la loro vita divenivano importanti quanto l’opera stessa (immaginate le opere di Dali’ senza conoscere i il baffuto creatore), la zuppa di Wharol senza Andy.
Ora, io ricordo che ai tempi del liceo classico ci si sentiva tutti degli esponenti di una qualche avanguardia artistica: noi ci consideravamo degli eccentrici artisti.
Quelli dello scientifico "T. Ferro", che facevano le stesse cose, invece non erano eccentrici, ma  degli stronzi figli di papa’, (una sfumatura diversa d'artista).
Ricordo ancora le serate passate a discutere dell’arte cubista (una, in particolare, vista in una discoteca), insomma, a dissertare di Boccioni (che la suddetta cubista era procace e pettoruta con due boccioni cosi’).
Insomma serate e serate perse a poetizzare le sue forme  uniche della continuita' dello spazio....che ancora oggi ogni volta che rivedo 20 centesimi di Euro mi viene da sorridere.
Per capire, noi si perdeva tempo a uccidere il chiaro di luna, discutere di Carra' (Carlo, non Raffaella) e Ligabue  (Antonio, non Luciano).
Quelli dello scientifico che avevano piu’ soldi invece facevano il fantacalcio. Noi non e' che fossimo proprio senza soldi.
Eravamo artisti: una versione allegra di un quadro di Pellizza da Volpedo.
Insomma la puberta’ la s'e’ passata con l’idea di crescere e portare la fantasia al potere non disdegnando il gesto artistico, l’happening, improvvisato e la cazzata stolida, propria della gioventu'.

Stamattina sono sceso. in strada. Ho aspettato che la macchinetta (Elisa) si scongelasse, ho spostato i pinguini dal posto di guida e ho iniziato a guidare verso casa di Rob, cui a volte do un passaggio al lavoro. Al semaforo m’e’ arrivato un SMS di Rob dove mi diceva che la sera prima aveva incontrato i suoi amici che lavorano in un supermercato ed avevano fatto a chi resisteva di piu’ nella cella frigorifera. Stamattina aveva la febbre a 39, ma ci teneva a farmi sapere che chi aveva  vinto la gara a chi resisteva di piu'al freddo era stato lui.
Mentre giravo a sinistra, dirigendomi verso la M4; nella mia testa rimuginavo il seguente pensiero: "ma non sara' mica che Rob e' un po' dadaista?"

* il titolo e’ impresso sulla facciata del teatro piu’ grande d’Italia (il teatro Massimo di Palermo).

Lo scrivo qua perche’ mi sembra che quelle genti abbiano poco di che dilettarsi e ancorameno di che programmare il futuro.