Rissunto delle puntate precedenti: Falloppio, convintosi che fare l’astroauta sia un lavoro piu’ sicuro che fare il biologo ricercatore, prova il test. Obnubilato dalla difficolta’ dei test, mette da parte il raziocinio e lascia che la “forza” (leggansi culo o sorte) compili gli esercizi in sua vece.
Ciao a tutti il mio nome e’ Ottavio sono un formidario, e, per oggi, il narratore. Io odio i contadini.
No, non pensate male, non i simpatici coltivatori che raccolgono gerle di borlotti, ma la loro rappresentazione matematica.
Sara’ per questa nemesi che mi trovai a dovere risolvere quesiti, in vero abbastanza terreni e poco astronautici, su contadini coltivanti campi ottagonali (ovviamente dovuti a problemi di confine).
Di carrelli con diversi pesi posteggiati su chine ad inclinazioni impossibili e altre cose del genere, circuiti elettrici creati allacciamendosi alla rete del nemico-vicino etc.
Mi tornavano in mente quelle due righe di matematica studiate al classico.
Tutti quei dogmi (teoremi) da dimostrare....e certi modi assurdi di dimostrarli.
Ragazza umanista - Dimostrami che mi ami.
Ragazzo scientifico - Ti dimostrero’ pertanto, che non ti odio.
Ragazza umanista - Vaffanc*lo, io esco con un motociclista che e’ stato bocciato alle medie. CVD.
CVD: dopo avere fatto di tutto affinche’ la ragione umana potesse dimostrare il teorema, la mente scientifica ringrazia la divinita’ tramite la formula “CVD” Come Voglia Dio (Comu voli diu).
Davvero, insopportabile. Molto meglio l’approccio classico-umanistico:
Guarda, mi fido di te, laicamente ti credo, davvero, non mi dimostrare niente, diamolo per assodato, ti voglio bene, grazie di esistere.
Finalmente arrivo’ il momento di fare i test col joystick.
Falloppio cerco’ la complicita’ del vicino di banco dicendo: “se ci fanno giocare a uno sparatutto vuol dire che gli alieni ci sono e sono cattivi”. "Il male" borbotto’: “Umpf”.
In realta’ l’esercizio era una specie di simulatore di volo in cui si doveva volare con un certo angolo, altezza, velocita’, e poi fare il caffe’ controllare che i passegeri avessero le cinture abbassate e il tavolinetto chiuso, sedare i bambini, vestire gli ignudi e, in generale, la multitaskabilita’.
Per fortuna il test era finito.
Non rimaneva que esperar y esperar (aspettare e sperare).
Aspettare che il passare del tempo e l’urbanismo facciano scomparire i coltivatori diretti dotandoci di un mondo piu’ semplice e lineare.
Sperare, che il computer che analizza i test si pianti e mi assegni i risultati di Mr. Umpf (altresi' detto "il male") che non ride mai ma sa la matematica a menadito.
Non perdete il prossimo e ultimo episodio su Amburgo dal titolo "paper tiger".