Nel 1977 moriva Elvis e nascevamo io e il punk (ma le 3 cose, che io sappia, non sono correlate).
Io e il movimento punk ci proponevamo di fare tabula rasa di tutto cio’ che c’era stato prima del nostro avvento.
I punk erano
nichilisti, io mi divertivo a distruggere le cose che mi mettevano
intorno, masticavo giocattoli, distruggevo deprecabili soprmibili e cosi
via.
Qualche anno dopo mi insegnarono a usare il giradischi.
Il
giradischi per un bambino e' un oggetto affascinante. Se avete meno di
30 anni non sapete cosa significhi prendere il disco in Gommalacca o
vinile, depositarlo al centro del piatto alineando il pippiolino, passarvi sopra un panno di velluto mentre il disco gira, portare la testina, al punto esatto e farla scendere delicatamente tra le tracce.
Sembra preistoria ma fino agli anni 90 si faceva cosi'.
Da piccolo mi perdevo a guardare i dischi.
Mi piacevano le copertine dei dischi che, essendo allorapiccolino, mi sembravano enormi.
Ricordo
ancora alcune di esse: i capelli arruffati di Bob Dylan, i capelli arruffati di Rino Gaetano, i capelli arruffati di Frank Zappa.
Ma copertina che preferivo rappresentava delle line nervosa tracciate su uno sfondo nero: "Unknown pleasure" dei Joy division.
Ora
io so che quel tracciato rappresenta il tracciato di una stella morente
e so che il grafico ha perfettamente senso perche’ il momento in cui
una stella raggiunge la massima luminosita’ coincide con la sua
esplosione, che era l'esatta metafora della parabola di Ian Curtis, il cantante dei Joy Division
che si sarebbe suicidato nel 1979.
Oggi so
anche che i Joy division prendono il nome da Casa di bambola. In quell
testo quell nome si riferiva alla baracca dove venivano mandate le
prigioniere ebree costrette a prostituirsi con un cinico riferimento
alla gioia in mezz alla piu’ desolante disperazione.
So
anche che i Joy division hanno continuato come “New Order” che hanno
raggiunto il successo, ma a me quelle musicchicchie cacchie hanno sempre
fatto venire in mente la frase di Guccini: “qualcuno
è andato per formarsi, chi per seguire la ragione, chi perchè stanco di
giocare, bere il vino, sputtanarsi ed è una morte un po' peggiore”.
Ma tutto questo lo seppi dopo.
Io allora
non lo sapevo. Sapevo solo che mi piaceva quel disco nero, e mi piaceva
quel tizio che cantava con una voce tutta storta.
Pensavo che
quel tizio si impegnasse proprio tanto per seguire la melodia della
canzone, ma che proprio non ci riusciva e ne veniva fuori una voce senza
modulazione.
Io, non
sapevo chi la cantasse o cosa dicesse, sapevo solo che tentava a fare
una cosa e non ci riusciva...e che la musica mi metteva allegria e
tristezza al tempo istesso.
Allegria. Tristezza. Joy Division.
Qualche settimana fa la Disney, accettando un disegno proposto da un disegnatore, senza capire cosa rappresentasse.
Ha messo in vendita una maglietta di Mickey Mouse ispirata ai Joy Division (anche se da li’ a poco il negozio avrebbe ritirato la maglietta).
Vederla m'ha scucito un sorriso. Allegria Topolino e Depressione Curtis insieme. M'ha ricordato questa canzone dei Wombat che diceva:
“Balliamo sui Joy Division, celebriamo l’ironia, tutto va male ma siamo cosi’ felici
Balliamo sui Joy Division, innalziamo i calici, perche' tutto puo' andare a finire male, ma siamo cosi' felici.”
Quindi ho pensato che, tutto sommato, fosse un ottima filosofia di vita, ed ho iniziato a guardare il mio futuro con un senso di giocondo ma rassicurante pessimismo.