Tuesday 19 October 2010

Di scarpe di coccodrillo che ballano tango.


Mesi fa, io e alcuni miei amici/che visitavamo Oxford.
college: visto uno, visti tutti per cui, dopo avere visto quello di
Tolkien e quello di Harry Potter eravamo un po’ a corto di idee.
Io proposi con entusiasmo di andare a vedere il
dodo di Oxford.
I miei amici, mostrando un inusitata eccitazione mi de-portarono al Bicester Village senza spiegarmi di che si trattasse.

Il posto si presenta come un villaggio Vittoriano.
Solo che e’ falso (come certi amici): e’ un villaggio costruito pochi anni fa: un outlet di stilisti famosi.
Il posto e’ pieno di merci colorate e di dubbio gusto.
Il posto e’ pieno di gente che arriva direttamente da Heatrow con valigie vuote prende la merce emette strani versi “amaaazzing con stridula voce”.
Il posto e’ pieno di donne arabe coperte da un burka integrale che fanno spese esageratte: la cosa mi fa riflettere.
Il posto e’ pieno. Il posto, invero e’ molto vuoto.
C’era un che di nervoso nei gesti della gente: quasi si trovassero davanti a una miniera d’oro e volessero accaparrarsi le pepite piu’ luccicanti.
Ho visto delle scarpe di coccodrillo che venivano via a 1900 £.
Con quel prezzo mi compro due dottorandi per un mese e me li metto ai piedi....altro che coccodrillo.

L’altro giorno con altri amici, abbiamo fatto una scampagnata.
Prima abbiamo scalato una delle Black Mountains dalle parti di LLanthony Priory vicino Abergavenny.
Poi,quando eravamo esausti qualcuno ha detto: “non e’la meta, ma il percorso per arrivarci”. Che significava che anziche’ continuare per altre 20 miglia potevamo prendere alla macchina.

Siamo cosi’ arrivati ad Hye on Wye: the town-book.
Il castello e’ pieno di libri. Basta lasciare una sterlina e prendersi quello che si vuole: ma nessuno controlla: e’ la honesty library.
Il villaggio, di 1800 abitanti ha poi oltre 40 librerie.
Entriamo in una, l’80% sono libri di seconda mano, comprati da stock (per cui nuovi), venduti a poco.
C’e’ una libreria per tutto: il
cricket, astronautica, fotografia; smetto di cercare dopo avere trovato la sezione deer (bambi) management.

La gente era tranquilla. Una ragazza nera sfogliava un libro e mangiava una mela che teneva nella sua sinistra.
La signora che stava alla cassa sfogliava un libro mentre due uomini ammiravano con cura un edizione rara de “le mille e una notte”.
Nel primo villaggio, la notte si anima e si sentono inquietanti sibili: le anime delle merci che cercano un padrone che le animi.
Nel secondo villaggio i libri si animano e si raccontano le storie che hanno dentro e le storie dei loro viaggi, di padroni e scrittori.
Che certe merci valgono meno del loro prezzo e certi libri raccontano piu’ di quello che sembra.
Ne ho preso uno. diceva che il tango e’ il riassunto della vita come la lucertola lo e’ del coccodrillo.
Chissa’ cosa ne penserebbe delle scarpe di un uomo con scarpe di coccodrillo.

Thursday 7 October 2010

Di Montagne, oltre le montagne

Scendere le scale al mattino, incontrare il vicino.
Discutere amabilmente dandogli sempre ragione (lo contraddici tu uno alto due metri con un non lontano passato da pugile professionista?).
Portare fuori le immondizie cercando di metterle nei giusti contenitori.
Guardare gli alberi del viale, notare che dove le punte degli alberi si toccano a formare un arco sulla strada, le foglie iniziano a cambiare colore; ora che inizia la stagione piu’ bella: l’autunno.

Accendere la macchina e aspettare che il motore si scaldi sintonizzando la radio.
Partire costeggiando il parco dove gli spazzini spalano via le ultime teenagers ubriache del venerdi’ sera mentre i bambini (futuri teen-agers), si aggiustano la cravatta e vanno verso la scuola stretti nelle loro uniformi blu.

Salutare gli uomini della security, posteggiare in maniera passabile.

Camminare verso la scrivania dove la collega mi fara’ trovare un caffe’ caldo.
In realta’ a me il caffe’ locale non piace, ma dopo un anno che me lo fa trovare mi sembra scortese farle notare la cosa.
Bere l’amaro calice, bruciandomi la lingua.
Accendere il computer.
Leggere la repubblica maledendo il governo di destra che si occupa degli affaracci suoi facendo marcire il paese.
Leggere il times maledendo il governo di destra che riduce I benefit per le classi alte, proprio ora che avevo deciso di divenire di classe agiata.
Lavorare al progetto segreto che se ve lo dico poi devo uccidere tutti i lettori di questo blog e non mi sembra giusto privare il mondo di queste 7 personcine di gusto (perche’ chi legge questo blog e’ una personcina di gusto).


Tornando a casa non devo scordare di consegnare i libri in biblioteca prendere le cose per fare sport. Andare a fare sport.
Ricordarsi di togliere le cose sporche dal borsone (che se no dopo tre giorni tornano in vita
e iniziano a predicare l'amore).
Mangiare un boccone e addormentarsi stanco e soddisfatto.


Questo e’ quello che vorrei fare, e che forse  faro’ domani.
Vivere in un posto significa abituarsici.
Alcuni posti hanno la nostra forma. Ad altri ci abituiamo e ne prendiamo la forma.
Alcuni posti cambiano e altri ti cambiano.
Il bello di non avere un posto o di non dipendere da un posto e’ che puo’ cambiare come vuoi.
Il brutto di non appartenere a nessun posto e’ che e’ difficile immaginarsi non sapendo cosa si avra' sullo sfondo.
La media tra il bello e’ brutto e’cio che si ha ora....e  se si sta troppo a rimuginare, si perde la possibilita’ di trasfromarlo in bello. Vado. Ciao.

Sunday 19 September 2010

Storie di famiglia

Il mio bisnonno Mario ad un certo punto venne chiamato a prendere parte alla storia e mandato in prima linea nella grande guerra.
Dice che all'inizio non era stato un grande cambiamento: che tanto zappava i suoi campi, e zappava in quelle montagne.
L'unica differenza era che non cresceva niente.
Poi arrivo l'inverno e quella terra triste gelo' e divenne impossibile da zappare.

Della guerra Mario ricordava l'inutlita', e il fatto che un paio di volte l'avevano sparato, nella notte i suoi commilitoni.
Quei geni Normanni solidamente innestati nel DNA Siculo, oltre a permettere di combattere il nanismo insulare, avevano giocato un bello scherzo al mio avo: che era  alto 1,80 e con due profondi occhi verdi. In apparenza piu' un Austriaco che un Siculo.
Nella notte, i suoi commilitoni, al grido "megghiu dire ki ni sacciu ca ki nni sapia" "meglio dire che ne so che, che ne potevo sapere"; "better safe than sorrow".
Avevano sparato. Per fortuna le sue bestemmie sparate nella notte erano valse piu' di una targhetta di identificazione. E cosi' s'erasalvato.
Poi la guerra fini'. A lui che non aveva studiato molto avevano dato un
diploma e lo avevano chiamato cavaliere ed era tornato a coltivare la sua vigna.
Si racconta poi che Mario osservasse gli avvenimenti del dopoguerra con preoccupazione crescente. Pensava che da veterano allo scoppio di una nuova guerra mondiale sarebbe stato mandato di nuovo su quelle montagne gelate.
Pensava all'Africa, piu' simile alla sua terra e pensava che avrebbe preferito zappare per coltivare che per nascondersi dal nemico.
Ci sono dei momenti in cui una persona ha la lucidita' necessaria per leggere eventi che si evolvono su scala mondiale.
Sapeva che nelle colonie durante la grande guerra non erano state toccate dalla guerra e sapeva che lui voleva la pace.
Consapevole di tutto cio', decise di partire come volontario per la Somalia.
Siccome il fato beffardo spesso aspetta che gli uomini recrimino il controllo del loro destino per colpire: il suo villaggio fu il primo ad essere attaccato e a cadere.
Il mio bisnonno si fece 5 anni nei campi di prigionia inglesi.

Quando l'ho conosciuto io era taciturno e curvo. Piegato dagli anni e dagli sforzi non sembrava nemmeno cosi' alto, anche se gli occhi non avevano perso lucentezza.
Verdi erano, come una vite contorta e dall'apparenza sofferta sotto cui amava dormire.
Era facile da riconoscere: non era mai stata legata a un palo ed era cresciuta secondo l'istinto e la natura.
Quella vite non ha mai prodotto un granche', ma e' sempre stata un monumento di famiglia.
I miei cugini non hanno mai conosciuto il trisavolo, eppure chiamano ancora oggi quella pianta: "la vite del nonno Mario".

Saturday 4 September 2010

Le città hanno dei linguaggi tutte loro.

A volte parlano con segni astratti, in genere non son mai banali.
Riflettevo su ciò mentre prendevo un autobus.
Il segno “
mind your head mi faceva riflettere.
Mi costringeva a preoccuparmi della mia testa, dei pensieri che dovevano, appunto essere ben pensati, “prima di attivare la bocca verificare che il cervello sia inserito”. Il cartello esortava a fare lo stesso: a mettere la mente (mind) nella testa.
Il segno era davvero notevole.
Più avanti, camminando notai un altro segno che recitava “Look right”.
Come interpretare questa esortazione se non come un incitamento a osservare (look) ciò che è giusto (right) con lo scopo di seguire i modelli migliori e pertanto rendersi più perfetti.
Eppure non potevo fare a meno di notare la dicotomia che voleva quella frase a significare Appari (look) in maniera corretta (right).
L’asserzione, seppure vanesia e di impronta epicurea non era del tutto errata: non era forse vero che, sebbene l’abito non faccia il monaco, tuttavia ad ogni funzione si addice una veste? Se uno vuole essere visto come giusto, forse un po’ deve apparire come tale.
Leggevo la città come un manuale di filosofia (visto che anni prima avevo usato le ore di filosofia per leggere fumetti).
La metropolitana mi riservava ancora una sorpresa con il suo messaggio: mind the gap.
Incredibile. Nevvero?
La metropolitana di Londra mi esortava a occuparmi delle lacune, riconoscendo la natura perfettibile, seppur erronea per definizione dell’essere umano.
Convinto che questa conversazione con la città m’avesse, se non arricchito, spinto a riconsiderare il mio io, le mie ambizioni e a riconoscere le mie lacune, con lo scopo di porvi rimedio, finalmente giunsi all’aereo che mi portava verso la ventina di giorni di meritata vacanza estiva.
Ponderavo ancora tutto ciò quando, percorrendo in moto lentamente via Zenone (che noi del classico via Zenone la si percorre sempre in prima anche se con una moto di grossa cilindrata per via di certi paradossi, Achilli e tartarughe che non sto qui a spiegare).
Vidi verso la fine della strada un cartello.
Sotto v’era scritto "
Zona Disco".
Cercai di interpretare il segno si ermetico e criptico.
Accanto al cartello non v’erano discenti, né docenti che peripateticamente tramandavano il loro sapere.
Poi la sera vidi tanta gente che ballava discotecaramente attorno al cartello il ballo di Simone.

Friday 20 August 2010

Di opposte supposte

Guardandosi in giro, l’America non da punti di riferimento ne’ proporzioni.
Le macchine sono gigantesche.
Mentre mi accompagnano mi chiedo a cosa serva tutta quella potenza se i limiti di velocita' sono spesso piu’ bassi di quelli europei.

L’accensione dell’aria condizionata congela il mio ultimo pensiero: tenere un clima polare nell'abitacolo richiede quello spreco di energia.
Cosi' ora sono circondato da pinguini e, a proposito di uccelli, mi chiedo se lo junk-food non abbia effetti sulle dimensioni del pene degli indigeni che vadano compensati con queste macchine di grosse dimensioni.

Ora, se vuoi capire in un posto e non perderti, non devi cercare guide e navigatori ma parlare coi taxisti.
Quello che m’accompagnava a Miami beach aveva senz’altro una storia interessante.
Originario del Sudan dove s’era laureato in medicina.
Aveva poi vissuto per 7 anni a Kiev con una borsa di studio prima della caduta del muro e parla di quei giorni con calore....o almeno non ne menziona il freddo.
Dopo la crisi dovuta al crollo dell’est aveva lavorato in Irlanda come dottore ed ora era taxista a Miami (non essendogli stati riconosciuti i titoli di studio).

Gli chiedo cosa pensa dell’America.
Mi dice che e’ strana: che gli ricorda la Russia pre-Glasnost.
Strade larghe a significare qualcosa (ma non dice cosa, e forse non lo sa).

Apparente liberta’ ma un invisibile controllo sulle parole  e azioni.
Mi fa un esempio: quando lavorava in Europa e la polizia ti fermava per un controllo si poteva parlare e discutere.
In Florida, dice, se ti fermano non devi scendere dalla macchina o fare gesti inconsulti o potrebbero spararti. Come in URSS.
Lui stesso dice che sono due estremi contrapposti, ma in pratica sempre una dittatura molto simile. E ci ride su.
Poi passiamo a parlare della riforma della sanita’ di Obama.

Immagino che quest’uomo sia o sia stato comunista con tanto di tessera (non c’era altro 
modo che dal Sudan potesse avere una borsa di studio per i 7 anni a Kiev).
E lo capisco da come parla delle cose, compara e ne ricorda altre nonostante le palme e il cielo blu e il mare tropicale siano quanto di piu’ lontano ci possa essere dal Dnieper gelato.
Ci salutiamo e quando scendo dal taxi gli auguri un sincero “buona fortuna”.

Che abbia trovato l’ultimo comunista d’America?
O che sia stato valutato dalla Cia in uno dei suoi piu’ riusciti travestimenti?
Erano in Russia piu’ liberi di quanto pensassimo? Sono davvero cosi’ controllati in America? E quanto siamo liberi noi che, unici in Europa, abbiamo una parziale liberta’ di stampa?
Tutto questo ragionare sui massimi sistemi mi fa sentire piccolo e incapace d’incidere la realta’.
Registro sul blog i pensieri ripromettendomi di rifletterci su quando avro’ piu’ elementi e il caldo non appiccichera’ i vestiti sulla pelle, come adesso.
Poi penso a cio’ che sono. Penso a cio’ che ho oggi.
Per esempio, ora non vorrei proprio vantarmi, ma ve l’ho mai detto che ho una macchina blu che e’ proprio piccolina?
....e voi lo sapete cosa compensi.

Friday 13 August 2010

Jamaica, land we love

La Florida non e' come ce la fanno vedere in tv: la figaggine e' presente in concentrazione elevata in posti discreti, circondati da paludi e alligatori*.
Quando mi hanno mandato in missione (per conto di dio, asserzione corretta solo qualora il denaro fosse il vostro dio) in Florida non mi aspettavo di scoprire tutte le cose che vi raccontero' prossimamente.
Gli States sono belli perche' vari.

C
osi' puo' capitare di ritrovarsi a un concerto per l'indipendenza della Giamaica (6 Agosto).
All'ingresso vengo guardato con sorpresa, un po' di sospetto, infine accolto con un sorriso.
Un po' frastornato entro e capisco: sono l'unico Bianco fra un migliaio di neri.
All'inizio mi sento un po' fuori luogo.
Mi sento osservato.
Dopo la prima sorpresa la gente smette di guardarmi e riprende a ballare il raggae.

Vado in giro fra i chioschetti dove trovo le specialita' Giamaicane come il pollo-cazzone (il jerk-chicken) che come animale sta tra la mucca pazza e il cappone finocchio, l'atmosfera e' allegra.

Prima di iniziare il concerto cantano l'inno: Jamaica land we love (Giamaica, la terra che amiamo).
Alla fine pronunciano la promessa nazionale che recita cosi':

Davanti a dio e all'umanita', prometto l'amore e la lealta' del mio cuore, la saggezza e il coraggi
o della mia mente, la forza e il vigore del mio cuore nel servizio dei miei compagni cittadini; prometto di difendere la giustizia, l fratellanza e la pace, di lavorare diligentemente e creativamente, di pensare generosamente e con onesta'in maniera tale che la Giamaica, sotto dio, possa aumentare in bellezza, amore e prosperita' affinche' possa fare la sua parte nell'avanzamento del benessere dell'umanita' tutta.
(qui in inglese)

Ora, forse letto non fa lo stesso effetto, ma mille pertWo%@‹d ~qCTano  all'unisono queste parole (a cui manca solo una citazione delle donne ubertose con le poppe di marmo  per essere perfetta) fanno riflettere. 
A vedere questa giovane nazione che si riconosce con orgoglio nei suoi miti e nelle sue radici (piu' Bob Marley che nel pollo-cazzone); nel vedere questa gente che porta conduce una vita lontana da quel paese martoriato da violenza e corruzione, eppure si ritrova a festeggiarne l'indipendenza, un po' di invidia viene.
Il prossimo anno saranno 150 anni della nostra "amata" repubblica e sarebbe bello avere un briciolo del loro amor di patria.
Un amore per una terra che va al di la' delle visione politiche perche' alla fine cio' che tutti vogliono e' un posto dove
potere prosperare e fare crescere le nuove generazioni.
Dopo quest'esperienza auspico un cambiamento culturale che possa spazzare via il vecchio (e il nano) e si possa di nuovo tornare a parlare di come fare crescere una nazione di tutti, anziche' gli interessi di pochi.

Poi, siccome la festa dell' inidipendenza m'e' piaciuta, nonostante il mio essere in minoranza.
Se la dittatura silente impedira' di festeggiare l'indipendenza dell'Italia, per ripetere l'esperimento, il prossimo anno, mi abbronzo, mi faccio nero e vado a Pontida**.


*Florida is a huge swamp with dispersed patches of coolness
** Peace an Love, Padaninas Bro'..
Post a tema sull'altro blog.

Saturday 7 August 2010

Sono ancora negli Usa.


Appena finisco di giocare con gli alligatori della Florida vi racconto tutto.

Friday 30 July 2010

La rivoluzione culturale laddove s'incontrano un gambero, un oca e un vitello.

Ormai s'e' fatto tardi per una bella rivoluzione che metta le cose a posto in Italia.
L'unica rivoluzione possibile e' quella delle compagnie low cost.
L'unica speranza per questo paese e' che le giuovini generazioni vadano all'estero.

Capiscano che un paese diverso da quello in cui vivono e' possibile e che altrove le opportunita' sono elargite ai giovani come parte di un processo naturale, e non come un favore di cui ringraziare qualcuno/a.

In quest'ottica, mi fece piacere l'essere riuscito a convincere dei cuginetti teenagers a venirmi a trovare.
Ancora di piu' sentire che volevano provare a mangiare cinese.

Questa genuina curiosita' m'aveva commosso.
Nonostante il fatto che uno si ostinasse a volere ordinare patatine fritte mentre l'altra desiderava del Sushi.
Vista la confusione culturale si optava per il take away.
Una volta a casa i teenagers hanno assagiato i piatti colorati e gustosi.
Dopo averli provati, chiedevano a gran voce della pasta....che forse non c'e' niente di meglio che andare all'estero per apprezzare cio' che si ha in casa.

Cosi' sono rimasto solo con un anatra all'arancia, un vitello in salsa agrodolce, dei noodles con i gamberi e del riso alla Cantonese.
Ovviamente  il fatto che i miei genitori mi abbiano sempre detto di non buttare via il cibo per non offendere i bimbi africani mi obbliga a mangiare il tutto.

In generale credo che i giovani debbano viaggiare e scoprire nuove posti, genti, culture.
Penso che sia obbligo degli adulti incoraggiarli in questo processo.
Ritengo che faccia parte del crescere lasciare cio' che si conosce ed rappresenta le radici, il consolidato per imparare che gusti che agrodolci e pertanto, inusuali possono convivere benissimo.
Tutto bello, tranne che indipendentemente dalle latitudini la zucchina gira gira ma finisce sempre in culo all'ortolano....e nella mia pancia ora s'incontrano un gambero, un oca e un vitello.

Saturday 17 July 2010

Un giorno come tanti, ma con qualcosa in meno.

Era un di quei giorni quando piove, ma in una maniera positiva. In autostrada avevo gia' visto 3 arcobaleni.
Poi Nation radio (che si chiama cosi' ma in realta' si prende solo nel Galles del
sud) aveva messo su una  canzone di quelle che ti mettono di buon umore ; tipo gli Svedesi  "I am from Barcelona".
Insomma, entrando a lavoro ero abbastanza sicuro che sarebbe stata una bella giornata.
In mattina avevo l'ultima lezione di un corso sul come comunicare efficientemente informazioni e oggi ci toccava dare una "lezione" applicando cio' che s'era imparato.
Io ero contento perche' Ester aveva detto che ci avrebbe insegnato a parlare coi morti e ottenerne risposte e aspettavo fiducioso pronto a cogliere ogni suggerimento....tipo un "15 e 68 sulla ruota di Napoli".
In realta' spiego' il linguaggio dei segni,che aveva detto che ci avrebbe insegnato a comunicare coi sordi (deaf people), anziche' coi morti (death people)*.
Comunque e' stato interessante, sicuramente utile.
Al momento sto approfondendo come si dicono le parolacce. Anche la mia lezione su
come fare le moltiplicazioni complesse usando disegni anziche ' le tabelline e' stato un successone (che se al ci fossero meno commercialisti e piu' disegni ci sarebbe anche molta piu' felicita').
Di buon umore avanzavo verso il pranzo.
Qua nel Regno Unito non si mangia male; comunque meglio rispetto a Germania  o a Ginevra.
O magari e' anche vero che dopo  vari anni di emigrazione mi si sono abbassati gli standard culinari.
Mentre di buon umore ponderavo tutto cio' abbastanza fiducioso che tra il menu standard, quello salutista scansando quello per vegetariani (che siamo uomini mica panda o conigli) avrei trovato qualche approviagionamento edule di mio gradimento.
Fu proprio allora che, la vidi: una torta che omaggiava la star di questi mondiali: Paul the Octopus (Polpo-Paul) ottagonale, ricoperta di polipi di zucchero colorato che, giocando col plurale di Octopus che in inglese e' Octopi (pronuncia octopai), era diventato una torta (pie pronuncia pai): la terribile Octopie.
Uno dovrebbe imparare a vivere coi propri incubi (vedi disegno sopra); ma il giorno, accelerando improvvisamente duro' poco piu' e si stempero' in un inutile sera... come diceva Rossella "e fu sera e fu mattino: altro giorno".
E presto un altro giorno
fu.

* I am going to teach you how to communicate with the deaf people (not with  the death people).

Friday 2 July 2010

Sul fascino borioso della borghesia (e di come io sia fascinoso).

In un epoca in cui non esisteva ancora il download e comprare un cd costava un mese di paghetta, era chiaro che si saccheggiassero i porta-cd degli zii.
Il porta cd di zio Nicola era un monumento.
Sopra c’era una sua vecchia foto con Miles Davis e altri 3 tizi  (anche se  in quella foto mio zio ha la faccia  di uno che passa per caso ed e' inquadrato per sbaglio).
Poi c’e’ un altra foto dove e’ barbuto e magro (i pantaloni non si vedono ma sono sicuro che sono a zampa d’elefante) su un palco dei Radicali con una giovanissima Bonino.

Il comizio e’ a favore del divorzio e in questo mio zio e’ stato coerente, visto che non s’e’ mai sposato.

Guardando quel porta-cd ho sempre pensato che la musica per lui rappresentasse la giovinezza e la ribellione.
Il rock, molto jazz, perche’ in Sicilia, dove le mamme inseguono i figli per fare loro m
ettere i vestiti della domenica, non e’ che si puo fare i punk....al massimo ci si concede la liberta’ e la ribellione intellettuale del jazz.
Poi c’erano anche dei cd di Peter Gabriel e dei Genesis....e quelli io non li ho mai capiti: troppo leggeri, futili, pieni di troppe note e reazionariamente in contrasto con la rivoluzione permanente che traspariva dale altre foto (anzi, da certe foto la testa riccia di mio zio fa trasparire piu’ la permanente che la rivoluzione).
Stamattina andavo al lavoro soddisfatto ascoltando l’ultimo cd dei Vampire weekend e mi sono reso conto di quanto richiamassero la musica di P. Gabriel.
Mi sono pertanto chiesto se fossi diventato borghese.

Mi sono ricordato di Rob che mi aveva chiesto se  questo weekend mi andava di andarmi a incatenare con lui e altri suoi amici comunisti per impedire l’abbattimento di una casa occupata-centro sociale per fare posto al solito supermercato.
Certo, compiessi questo gesto proverei a me stesso di non essermi imbor
ghesito, almeno non ancora, probabilmente non del tutto.
Poi ho pensato che questo weekend vado a visitare Oxford con altri amici.
Ho immaginato Rob davanti a un cancello e mi sono augurato che gli piovesse  addosso tutto il tempo.
Perche’ si sappia, che noi borghesi di un certo livello siamo proprio degli esseri bastardi dentro.

Saturday 26 June 2010

Fuoco cammina con me.....ma cammina lontano altrimenti mi brucio.

Per capire come sara' il futuro e' facile: basta leggere i segni che ci circondano.
Romolo e Remo, per esempio osservavano gli avvoltoi per decidere chi gli dei avevano scelto per fondare Roma.
Qui in Galles io di avvoltoi non ne ho visti in giro per cui mi limito a interpretare la qualita' della giornata dalla canzone che la radio trasmette mentre arrivo al lavoro.
Oggi hanno messo  
"Pocket Calculator" dei Kraftwerk .
Affrontare una giornata pesante con una conzoncicchia della minchia che rimbalza in testa non e' gia' il massimo.

Durante il group meeting il capo decide di approfondire i nostri profili psicologici.
Alla fine del test viene fuori che la mia compagna di scrivania appartiene al profilo "
Harmony": colei che ristabilisce l'armonia nell'ambiente che la circonda.
La ragazza che mi siede di fronte, invece appartiene al profilo "
Positivity": tipico di colei che diffonde ottimismo ed entusiasmo intorno.
Il mio profilo e' quello che mi aspettavo (non essendociil profilo grevio) ho il profilo strategico.
Mi rendo conto che mentre leggo suona come "colui che prende a calci in culo armonizzatori, positivisti e anime belle varie, per raggiungere lo scopo preposto".
E con questo mi sa che mi sono giocato il caffe' alla scrivania a colazione e altri privilegi.

Uno gia' si sente un po' orso e viene percepito come scorbutico; in piu' a pranzo il cuoco mi consiglia di mangiare il puff.
Accetto, ma mentre mangio mi sento un po' Gargamella che mangia i puff (puff significa sfogliata).
Dentro il puff, ci sono funghi....e si sa chi abita nei funghi: i
puffi.
Ora vado a casa mentre si gioca la partita Italia-Slovacchia.
Non ascolto la radio per non sapere il risultato ma mi aspetto che la vittoria
possa schiacciare tutte le ironie che mi hanno accompagnato, da emigrante italiano, dopo il pareggio contro i kiwi.
E' stata una giornata lunga ma so che appena leggero' il risultato, il sapere di potere tornare a  sognare un'altra coppa del mondo mi regalera' una serata serena.

Ora ho finito di scrivere questo post. Chiudo il file di word e apro Firefox.
Aspetto che carichi il sito e leggo il risultato.

Ma vaffanculo.

Tuesday 22 June 2010

Le ultime cartoline di Jacopo Ortis.

Il calcio e’ uno sport per femminucce (Sissy’s sport) e d’ora in poi guardero’ solo il rugby dove ci si picchia e ci si mena, poi si fa il terzo tempo dove si beve birra e si gioca a chi riesce a fare il rutto piu’ sonoro (che viene misurato con l’applausometro del Karaoke) e a chi fa pipi’ piu’ lontano.
In quest’ultima specialita’ ammetto di essermi tolto delle belle soddisfazioni.

Dovendo cercare altre occupazioni visto che non ci sono mondiali da seuire devo dire che io adoro il Galles quando non piove, il che me lo fa apprezzare il 50% del tempo.
Ultimamente e’ bellissimo.
Queste ultime settimane sono state assolate, piene di festival musicali, “Shakespeare in the garden” cioe’ nel giardino (che ognuno dispone del giardiniere che si merita) e poi devo prepararmi che mi mandano per un business trip a Miami, Florida.
Mi hanno detto: in Florida stanno arrivando gli uragani e la chiazza di petrolio della BP. Mandiamo te: vedi che puoi fare (non ho capito se c'era dell'ironia).

I preparativi per il viaggione americano (che quindi il grande trip: il trippone) consistono nel cercare capire da chi sia abitata la Florida:
E’ fatta da pensionati che cercano di votare in maniera confuse familiari di Bush?
Oppure si tratta di spiaggie, caldo tropicale e donne bellissime Portoricane?
In entrambi i casi cercare mi sa che non sbaglio a comprare su E-bay uno stock di magazzino di camicie a fiori grossi, tropicali (quelle che ti fanno prendere per gay in qualsiasi posto del mondo).
Tranne che in Florida.
Poi mi servono una Ferrari, un sigaro e dei baffi (vedi foto) per diventare cioe’ Magnum Principal Investigator (Magnum PI).
Il piu’ grande investigatori di gelati.
Comunque lasciamo stare il futuro prossimo e concentriamoci sul presente
Oggi e’ il solstizio estivo e molta gente va a vedere sorgere il sole a Stonehenge (
che ricordiamo essere la piu’ antica rotatoria d’Inghilterra).
Solamente in quest’occasione ‘ permesso infatti toccare le pietre, catturarne le energia che scaturisce quando il primo raggio illumine il cuore del complesso.
Penso proprio che con la macchinina andro’ la’.

Queste pietre, in giorni che godono di particolari triangolazioni astrali, titillano l’inconscio primordiale dell’uomo facendone liberare l’energia latente.
Va da se che la stupidita’ aveva un ruolo di primo rilievo nell’inconscio primordiale dell’uomo primitivo.
E vedere migliaia di cretini che abbracciano delle grosse pietre bagnate e’ a suo modo uno spettacolo della natura.


Premesso che come dice Berlusconi siete i piu’ ricchi d’Europa e come dice Lippi non ci sono fenomeni in Italia.
Insomma siete un popolo di superpagati fancazzisti per cui non vi potete lamentare con me che scrivo di rado =).

Monday 7 June 2010

Giovinezza, tecniche seduzione e pirati.

Ho fatto questo sogno.
Dove in semifinale affrontavamo l’Argentina. L’Italia stava perdendo 1-0 e c’erano solo venti minuti per ricuperare, allora l’allenatore mi manda in campo ed io entro tra le ovazioni del pubblico festante.
La scorsa settimana ero alle Baleari per un addio al celibato. In inglese l’addio al celibato si dice “stag-party” ovvero festa del cervo.
All’inizio non capivo il perche’, poi invece si: immaginatevi un gruppo di 18 ragazzi di cui 9, piu’ giuovini sono in piena tempesta ormonale mentre gli altri 8 sono giuovini anziani che sentono ormai stringersi lo scorsoio del cappio della cravatta che mette fine alla giovinezza.

Poi ci sono io. Che ovviamente sono al di sopra delle parti:  tanto saggio, ormonalmente bilanciato e in pace con il mondo (chi mi conosce dice che vengo meglio nei post e nessuno dovrebbe mai conoscere dal vivo).
Ci prepariamo con cura, ci vestiamo eleganti e partiamo all’arrembaggio gonfi e tronfi di ormoni e speranze.  Una ciurma di pirati moderni. Anch’io mi sento un po’ un pirata (ed uun signore, ma professionista dell’amore non tanto).
Ci sediamo al ristorante, Ci prendono per una comitiva di omosessuali. Qualcuno propone di far fare un giro di chiglia al cameriere che ha fatto il commento. Propongo di presentarci come una squadra di calcio.

Causa ebrezza la proposta e’ accolta. Sono nominato manager della ciurma di un ubriaconi...certa gente ha tutte le fortune.
Andiamo a ballare a Palma di Mallorca in un posto che e’ piu’ o meno come io m’immagino l’inferno. Solo con musica peggiore (acid-house).
Questi sono i posti che odio: a che serve sapere le lingue se si va in posti in cui non si puo’ nemmeno chiacchierare? Io odio le discoteche. Ricambiato.
Uno dei ragazzi conosce delle Norvegesi in vacanze e decide di portarle a bere da qualche parte.

Tutte le speranze di concupiscenza molesta del resto del gruppo sono vane. L’effetto gruppo di leoni che circonda il branco di gazzelle le ha fatte fuggire tutte.
Probabilmente le gazzelle  seguono i documentari e conoscono tutte le tecniche di conquista delle prede. I giouvini conquistatori, invece, quando ci sono i documentari guardano le partite di Champions League e i risultati si vedono.

Ormai e’ arrivata l’alba e i locali chiudono. Ci buttano fuori.
Quando spengono i laser e la musica l’effetto e’ alienante.
Fuori, c’e’ l’alba, e un fornaio che prepara il pane e dolci. Gente seria, lavoratrice, mica come noi.
A proposito ritroviamo il nostro amico andato con le Norvegesi.
E’ ciucco-sbronzo. Ovviamente le ragazze Scandinave sono lucidissime e ce lo consegnano come un pacco recapitato all’indirizzo sbagliato.
E’ sempre bello notare che noi latini, in confronto con certe culture nordiche finiamo sempre col dare il peggio e accucchiare sonore figure di merda.
Poi, per fortuna, ad un certo punto si cresce tutti. Prima o poi anche noi italiani diventeremo adulti. Alcuni si scopriranno semplicemente vecchi saggi o vecchi bavosi, a seconda.

Allora nel sogno, io entravo negli ultimi minuti. Faccio il Grosso, nel senso del difensore laterale.
La squadra avversaria e; fortissima.
Gli attaccanti mi scappano piu’ volte e segnavano 5 goals.
Un tempo nei miei sogni li avrei fermati e avrermmo vinto la partita.
Poi pero’ sono cresciuto anche io. Perdendo un po’ dell’ingenua capacita’ di illudere che accompagna i giovani.

Thursday 27 May 2010

Della prima volta che riuscii a sopravvivere senza la cucina di mia madre e di come questo renda forti (ma non voglio dire che la mia mamma cucina pesante).

Torno in Andalusia.
10 anni fa e’ iniziato tutto qua: perche’ se avessi avuto un Erasmus di merda, incontrato gente terribile, oggi non sarei cio’ che sono.
Invece ho incontrato gente spettacolare e mi sono sentito a casa in un posto straniero. E queste son cose che ti segnano: che a incontrare gente cosi’ uno finisce che ripone fiducia negli uomini, nelle persone, di culture diverse, con storie e vite differenti dalla mia e per questo interresanti da ascoltare.
Per questo dico che l’Andalusia ora e’ un po’ casa mia.
La prossima volta che lascio casa devo ricordarmi di lasciare le finestre aperte, che c'e' un caldo porco (dai 10 gradi del Galles all’alba ai 30 di Siviglia).
Il congresso va bene: conosco gente in gamba.
La seconda sera scendiamo per la calle, en el barrio Santa Cruz.
La gente e’ distratta: c’e’ il Siviglia in finale di Coppa del rey (l’omologa della Coppa Italia). Il Siviglia vince 1-0 sull’Atletico Madrid.
Per strada c’e’ una gran festa.
Gente nelle fontane.

Sono combattuto: non ho nessuna ragione per buttarmi dentro una fontana (se non lo sperare che le 3 ragazze che sono con me mi seguano fino all' elezione di Miss Maglietta bagnata nel tripudio generale).
Pero' io ricordo i miei compañeri di piso che mi dicevano che i proletari e gli operai sono del Betis (l’altra squadra di Siviglia: bianca e verde).
I fighetti ben abbienti sono del Siviglia.
Detto cio’ io e i miei compañeros ci siamo sempre detti del Betis, operai e proletari.....il che e’ notevole visto che nessuno di noi possiede prole o e’ mai entrato in una fabbrica per capire cosa fosse il lavoro.
Allora ci limitavamo a frequentare l’universita’. Quella di Siviglia e' nella Reale Fabbrica di tabacco, dove lavorava la Carmen. Forse hanno una laurea in tabaccologia.

Il congresso finisce Venerdi’ notte. L’aereo e’ domenica mattina.
Il sabato decido di seguire la ragazza Russa che vuole visitare l’Alhambra giu' a Granada.
Vi ritorno per la terza volta ed e’ sempre bellissima:
la bellezza delle montagne innevate della Sierra Nevada, bianche nonostante il caldo afoso, le fontane, i giardini, il palazzo non grandioso, ma perfetto mi fanno intuire la grandezza dell’idea del paradiso islamico. Eccetto quella cosa delle 40 vergini che saranno anche difficili da soddisfare...c’e’ il rischio di morire d’amore eccessivo.

E queste cose le pensavo all’aeroporto.
Un po’ rincoglionito dalla stanchezza del viaggio, dal vino tinto che in Spagnolo significa rosso e in Siciliano significa cattivo (verita' entrambe: che si sa che il vino per la sangria piu’ e’ cattivo e piu’ e’ buono).
E pensavo anche di come avevo dormito per 5 notti in un albergo a 5 stelle, e di come per essere andato a Granada ed essere giunto tardi all’aeroporto mi toccasse passare una notte la’, su una panchina.
La cosa non mi costava tanto:
ultimamente passo con facilita’ e cambio lingue, ruoli, tra luoghi e persone che cambiano.
Sono convinto di potermi adattare ad ogni situazione all’inizio per poi di riuscire a adattarla a me.

La cosa piu’ bella? Che mi diverto nel farlo.
Il futuro non fa paura: quando arrivera’ lo faro’ bello.
Se non ci riusciro’, me lo lascero’ passare addosso finche’ non sara’ passato.

...e tutto e’ iniziato circa 10 anni fa incontrando persone giusto e lasciandomene dietro altre.
Flavia e Sebastiano mi dispiace di non essere passato salutarVi ma tutto e' stato un po' imporvvisato (per esempio non dovevo andare a Granada, ma poi sapete com'e'...ne tira piu' un pelo di russa etc.).
La prima volta che  vengo
non per lavoro, prometto che ci si vede. Un abbraccio.

Saturday 15 May 2010

Tra folletti e fate alla ricerca dei calzini perduti.

Irlanda (versione per entusiasti)
L’Irlanda e’ una grande isola verde, con un cielo giocoso di cui stupisce il blu.
La sua gente e’ allegra e danza per le strade di casine rosse allineate.

Rosse sono i capelli delle sue donne, che ben si appaia alle lentiggini (che un viso senza lentiggini e’ come un cielo senza stelle), gote rosee e occhi verde foglia, sorridenti e maliarde.
Come le Banshee che danzano nei boschi e invitano a seguire le vie della pazzia un po’ tipica del piccolo popolo.
Che si sa che ala fine dell’arcobaleno suole celare un tesoro.
Se si sara’ capaci di estorcerlo superando in inganno il folletto che ne e’ custode.
Oh Irlanda, quanta fortuna in questa terra.

L’Irlanda versione per realisti.

L’Irlanda e’ un isola estesa 3.34 volte la Sicilia, da una connotazione metereologica giocosa il cazzo, dove piove sempre, tranne quando si deve ripartire.
La sua gente e’ generalmente gioviale grazie all’utilizzo dell’oro rosso rubino (leggesi Guinnes) d’Irlanda che rende tutti piu’ socievoli.
La pratica non e’ di per se non disdicevole, ma va detto che la musica Irlandese, senza la corretta quantita’ di birra appare alquanto simile al country texano.

Visto che piove sempre conviene rifugiarsi nei musei (che sono gratis alla maniera dei musei britannici).
Le donne Irlandesi sono bellissime. Non so se son fate, ma spessissimo in mano tengono folletti: non nel senso dell’aspirapolvere ma nel senso dei giovani virgulti-gnomi (il piccolo popolo again?).
Questi piccoli uomini di certo hanno il piglio degli antichi mitologici nanetti: alcuni ridono, altri sono assorti a contarsi le dita, molti, infine, capricciosi e ingannevoli, scassano i cabbasisi.
Finalmente ho visto Dublino: 4 giorni di vacanza pieni di magia: le musiche, le persone, ma sopratutto l’incredibile magia dell’Euro che tutto fa levitare (nel senso dei costi).
La statua alla “grande fame”, la si trova di fronte al cuore economico della nazione. Come a ricordare come le vicende delle umane stirpi siano alterne e mutevoli.

Ed io, penso a tutto cio’ e pondero, ragiono, quantifico, misuro.....che tra due giorni devo essere a una conferenza in Andalusia, e non ho da parte abbastanza calze pulite.
Quand'ecco apparire, in verde. Un filone di calzini che credevo scomparsi: erano finiti dietro il cassetto. Una fortuna immensa per chi si accontenta di piccole cose.
Ora speriamo che il vulcano Islandese la finisca di fare lo stolido.


Sunday 9 May 2010

Give peas a chance


Quando da piccolo s’inizia a capire qualcosa d’economia tutto sembra facile: io ricordo che  una banconota da 500 lire poteva essere convertita dal fornaio in due millefiori per andare a scuola (4 fiori/lira)*.

Avevo chiaro il concetto del denaro come risorsa ma ero cosciente che il valore reale era dato da come questo si potesse trasformare in risorse anche di altro tipo: informazioni, tempo, personale, infrastrutture, attrezzature (anche se in genere si trattava di millefiori e Morositas alla liquerizia) etc.

In genere non ho mai visto il denaro come una misura della ricchezza, ma come un accumulo di potenziale.
Mi spiego meglio: prendiamo l’ultimo referendum che la lega ha cercato di fare fallire in ogni modo.
Per non accorparlo ad altre votazioni si soo spesi 400 milioni di Euro.
C’e’ chi la vede come una vittoria politica, io la vedo come una mancanza di infrastrutture, asili, ferrovie vecchissime e forze di polizia senza benzina.
E m’incazzo di piu’ di chi pensa a 400 milioni di Euro (che sono difficili anche da immaginare).
Se c’e’ chi pensa che 12.000 Euro al mese come consulente dell’Expo di Milano per il figlio di Bossi siano giusti,
Io penso che costui, che ha dovuto ripetere 3 volte l’esame delle superiori, prende in un mese l’equivalente di 15 dottorandi.
...e spero che il premier fra tre anni gli chieda quanto meno la cura per sconfiggere il cancro, visto che continua a non trovare i soldi per la ricerca.


Da quando ho iniziato a fare un lavoro manageriale mi rendo conto quanto sia importante organizzare le risorse per ricercare e creare i prodotti e servizi da immettere sul mercato.
Mi rendo conto di quanto le persone, con le loro diverse conoscenze.
siano importanti e quanto, sentendosi ascoltate, possano essere capaci di contribuire con entusiasmo alla riuscita dei progetti.

Ovviamente mi rendo conto quanto il capitalismo ebete che viene praticato da molti non si basi su questi principi (un precario non puo’ sentirsi parte di una corporazione), chi cerca commercialisti compiacenti e fa di tutto per imboscare i soldi su conti inattivi in paradisi bancari non avra’ mai a cuore l’investimento nella ricerca o nella conquista di nuovi mercati.
Purtoppo questi capitalisti malati sono i primi a lamentarsi dello spreco delle risorse statali, dei cinesi che copiano e la colpa della perdita di competitivita’ dovuta al sud.....quanta ignoranza.

Purtroppo la professionalita’ e’ una cosa importante, e serve a comporre la’immagine che si ha di un paese sui mercati esteri.
Quanto PIL vale un premier che va in America e dice a una platea di investitori americani (dove molti manager sono donna) “investire in Italia dove ci sono anche le segretarie più belle con cui si può lavorare in letizia”?
Parimenti, la depenalizzazione del falso in bilancio non e’ un indice di serieta’.
Mentre un ministro dell’economia che dipinge la Cina, la superpotenza economica del futuro, come un entita' da cui difenderci con dazi dimostra la lungimiranza tipica di una talpa (la Cina fra qualche anno sara’ il mercato piu’ importante).

In generale, forse non e’ tanto una battaglia tra sistemi economici: ci puo’ essere dell’egregio capitalismo come dell’ottimo comunismo.
La fiducia non va nel sistema, ma nelle persone che lo portano avanti.

Sul retro dei uno dei comumenti del corso di management ho trovato queste frasi che ho tradotto dall’inglese:


Le persone sono illogiche, irragionevoli ed egocentriche.
Amatele comunque.
Se fate del bene, potreste essere accusati di avere secondi fini egoistici.
Fate del bene comunque.
Se avrete successo, conquisterete degli amici falsi e dei
nemici veri.
Ricercate il successo comunque.
Il bene che fate oggi, domani verrà dimenticato.
Fate del bene comunque.
L’onestà e la sincerità vi rendono vulnerabili.
Siate onesti e sinceri comunque.
Gli uomini e le donne con le idee più grandiose possono essere screditati da uomini e donne piccoli con le menti piu’ piccole.
Pensate in grande comunque.
Le gente sostiene gli indifesi ma segue solo i potenti.
Lottate per gli indifesi comunque.
Cio’ che richiede anni di costruzione può essere distrutto in una notte.
Costruite comunque.
La gente può avere bisogno di aiuto e assalirvi se glielo date.
Aiutate la gente comunque.
Date al mondo del vostro meglio e riceverete solo bastonate sui denti.
Date al mondo il meglio che avete comunque.


Io che cerco sempre di seguire il motto dei lupetti: "fa del tuo meglio".
E cerco sempre di far si che le risorse vengano distribuite a “ciascuno secondo la necessita’, e prese da ciascuno secondo le possibilita’”.

Un po’ mi sento confuso.
Se il capitalismo presegue il profitto.
Ma il profitto puo’ essere trasformato anche in crescita, innovazione, benessere per gli impegati e per il bene comune.
Sara’ il capitalismo che mi sta divenendo comunista o sono io che sto diventando capitalista (seppur sul mio conto in banca ho 3 bottoni, 4 borlotti e i 5 pisellini del titolo).


* Tra la prima e la seconda elementare mi accorgevo che i prezzi restavano invariati mentre l’uvetta diminuiva (diminuzione dei costi operativi = aumento di profitto a  parita’ di prezzo sul mercato).