Tuesday, 7 November 2006

Home, Homini Humus (o casa ☺!, dell’uomo concime).


Ai campi invernali scout faceva freddo, ma avevo accanto I mei amici, il suono della pioggia e l’odore di un fuoco spento. Alla fine della dura giornata, la scomoda tenda mi sembrava una piccola casa accogliente.
La casa che avevo in Spagna era una casa da studenti, pochi spazi privati e tante cose inutili sparse in giro a ricordare quanto gli ambienti siano belli o brutti in base alla quantita' di vita vissuta che vi si svolge.

Quando spiegai questo concetto alla mia saggia mamma lei rispose, indicando il disordine della mia cameretta che “Un uomo percorre il mondo intero in cerca di ciò che gli serve e torna a casa per trovarlo” (citazione da G. Moore). Ma  tutto il parlare sulle piccole case internazionali non ti esime dal rimettere a posto quel casino locale che e' la tua cameretta.

Quando ho salutato Dresda (foto col tramonto) per l’ultima volta m’e’ sembrato davvero di avere perso un posto che chiamavo casa: in cui potevo trovare gente semplice come me, le ragazze di Karl-Mark Stadt con le magliette a righe, la musica che ascolto e tutto il resto. Mi sono anche chiesto se in questi anni sia io che sia diventato come Dresda o viceversa…l’ho salutata per l’ultima volta…..ma sto cercando di convincere Thomas a sposarsi il 21 Novembre per andarlo a visitare, tra iI concerto dei “We are scientists” allo starclub e quello di “Nick Cave” al Kulturpalast.
Da questo punto di vista Ginevra mi fa un po’ paura: sembra piena di bancai eleganti e incravattati ed assolutamente priva di quel movimento indie (o se preferite indipendente) che c’era a Dresda. Ora, sapendo che l’adattazione ha portato pesci a sviluppare polmoni per vivere sulla terra, mi chiedo se a furia di fare il pesce fuor d’acqua anche io sviluppero’ nuovi organi vestigiali (quali la cravatta, per esempio) o se riusciro’ a trovare anche qua un mio microambiente in cui evolvermi (non ho parlato di riprodurmi).
Del resto se la principessa Sissi venne uccisa qua da un anarchico Italiano che odiava i suoi film, almeno nel passato ci deve essere stato un movimento indipendente.

Ora penso a quello che mi ha detto il mio capo dopo avere ricevuto il mio Ph.D:
<ebbene si: Falloppio de Falloppis, Ph.D> “hai lavorato bene ma ora devi imparare a fare tutto da solo e a insegnare agli altri”…..allora io, cosciente di questo, smetto di lamentarmi e di guardarmi I piedi, osservo solamente cio’ che e’ grande e lontano, cosciente di chi sono e di cosa posso fare, sguardo fiero, determinato, focalizzo sull’infinito oltre quel sole che ora tramonta sul lago, oltre le Alpi che ci circondano, oltre questo cielo che ci avvolge tutti e…..ecco lo sapevo, ho pestato una merda.

Monday, 6 November 2006

I'm back: new post coming soon.


He vuelto y estoy preparando un nuevo post.
Ego sum ivi, nunc, ubi est mensa pauperorum?
Ich bin hier, next haltestelle Pirnasherplatz.
Je sois ici et je sois Chaterine Denueve

Domani connetto de neuroni e sostituisco sta cosa che ho appena scritto vi racconto cosa ho fatto in questi giorni.....a proposito grazie a tutti per gli auguri.

Friday, 27 October 2006

-PANTA REI, shit happens e l’arte della navigazione nel frattempo.

L’unica maniera di lasciare un segno su questa terra e’ fare qualcosa che ci renda indimenticabili. La musica e’ la via piu’ facile, disse un mio amico di cui ora mi son dimenticato il nome.
Anche se ci piace raccontare la nostra vita come un romanzo d’avventura, io l’ho capito da tempo: la vita e’ in realta’ un fumetto di Paperino.

Uno di quelli in
cui, a un certo punto qualcuno (il caso? Dio?) interviene dicendo: se vuoi che tutto si risolva vai a pagina 17, se vuoi che Paperino finisca nella melma gira pagina….e  tu giri pagina.
Dentro di noi c’e’ un Paperino (che sopravvive nutrendosi del fanciullino del Pascoli) e la differenza tra uno c
he ha successo e chi non ne ha dipende solo da fattori secondari, ma non e' mai cosi' facile saltare alla pagina giusta..

Prendiamo un normosfigato A, diamogli per compito a casa all’universita’ di fare un concerto e lui inventera’ I Belle & Sebastian.
Ne prendiamo uno come il mio amico Mr.G, lo mandiamo all’universita’ ed avra’ assegnato come compito per casa, di catalogare le specie che si trovavano alla foce del “fiume” Oreto. Ovviamente….non ci mettera’ su nemmeno una trash band.

Al liceo avevo una band, ci ispiravamo ai Guns n’ Roses, ma visto che volevamo suonare tutti e quattro la chitarra, alla fine, eravamo piu’ simili ai Gipsy Kings. Sognavamo di spaccarle sul palco, le chitarre, ma avevamo gia’ grossi problemi a tenerle insieme con lo scotch. Decidemmo allora di investire nel look, io proposi di lasciarci crescere le barbe come gli ZZ top (foto a Sx) ma visto che avevamo 14 anni avremmo dovuto aspettare troppo e gli altri volevamo il successo subito. Alla fine sciogliemmo la band  per colpa di Yoko Ono (l’alternativa era fare uccidere il leader della band da uno squilibrato).....perche' le uscite vanno fatte con stile.

La musica non era facile. Cambiai pagina, la pittura non mi rese famoso, ma mi fece conoscere un sacco di ragazze. Non voltai pagina, ma fu una bella esperienza.
A teatro, a causa dell’accento Inglese del Sud (no….non Oxford….piu’ a Sud: Malta), dopo il ruolo di giardiniere, cameriere e operaio sto scalando lentamente la scala sociale…..ma l’arte di Tespi non mi ha ancora dato la notorieta’.

La fama, o meglio, la sensazione di essere bravi in qualcosa, la sensazione di essere saltato alla pagina giusta del fumetto deve ancora arrivare, ed io mi diverto a provarle tutte, nel frattempo.
Come? No: non penso proprio che fare Gesu’ Bambino nel presepe vivente del paesino Veneto in cui sono nato equivalgano gia' ai 5 minuti di notorieta' di cui parlava Andy Warhol.

Monday, 23 October 2006

POST #50

Prendo il trenino in una giornata di sole. Comprero’ I mobili che mi accompagneranno per questi anni.

Per strada vedo una bici a cui qualcuno, nella notte ha sottratto ruote, sellino e tutto il resto.
Ginevra e’ come Palermo: una cosa simile successe a un mio amico che aveva lasciato il suo scooter, una notte, allo ZEN (Zona Espansione Nord: un quartiere di Palermo): un lavoro, veloce, pulito, da esperti. Chissa’, forse l'autore aveva letto e interpretato male “Lo Zen e l'arte della manutenzione della motocicletta”.

Arrivo al negozio, entrando vedo la stanza delle palle in cui decine di bambini, in preda a un raptus inspiegabile celebrano la vita come batteri nel brodo primordiale (foto a sopra).
Quella stanza m’ha sempre fatto impressione, non ho paura di morire per cause naturali. Ho paura di morire di una morte stupida (i.e. soffocato dalle palline).
I giochi per bambini sono pericolosi per gli adulti: provate a  saltare su un tappeto elastico, passati I 20 anni: verrete catapultati contro le reti metalliche a farete la fine poco decorosa di una zanzara su un vetro (un mio amico che chiameremo Mr.G me l'ha detto).

All’improvviso mi trovo a dovere andare in bagno. Un brivido: del resto tutti avranno provato almeno una volta nella vita, l’imbarazzo dato dalla scoperta di avere urinato in un bagno concepito solamente per esposizione e quindi non connesso con la fognatura….

Le cose attorno a me hanno nomi strani: mi affascina la rumorosa sveglia SFRÄNGIPÅLL o il cuscino gonfiabile a forma di zecca (foto a DX) ma infine, ritrovo, come una vecchia amica d'infanzia, la lampada a forma di Oloturia (a Sx).
Mi ricorda l'esame di zoologia.

Il professore mi diede 28 perche' mi rifiutai di dire il nome volgare dell'Oloturia che, secondo lui, era quello di “zucchina di mare”.
Chissa’ se il prof. avra’ poi scoperto che il nome volgare dell'essere vivente, per il popolo siciliano e' il piu' prosaico’ “minchia di mare”.
Motivo per cui mi viene difficile prendere in considerazione seriamente quella lampada.

Ho aperto un altro blog di musica. Lo curero' a tempo perso. E’ qua: http://youtubedifalloppio.splinder.com/

Tuesday, 17 October 2006

Le istruzioni di montaggio dell'universo le ha lette nessuno?

Ho una pila di documenti che non finisce piu'. Per produrre la carta necessaria e’ stata disboscato l'estuario del Rio delle amazzoni ma negli uffici, dopo averli visionati tutti, finiscono col dirmi “sans papiers” ed io abbasso la testa e salutando vado a disboscare anche il “Mato Grosso” che, comunque, non m’era mai piaciuto.
Domenica sono andato al CERN, stanno costruendo un acceleratore di particelle di 27 km che riuscira’ a fare passare alle particelle subatomiche 11.000 volte al secondo la frontiera con la Francia (perdendo solo un po’ di tempo al loro rientro I Svizzera per controllare tutti I documenti). Infine i neutrini verranno inviati al Gran Sasso (perche’ qua la raccolta differenziata la fanno bene, mica come noi che mettiamo I neutrini e gli elettroni nello stesso posto).
Incredibili quanti passi abbia fatto la scienza. La fisica oggi inizia a capire come e’ fatto l’universo, domani forse potra’ arrivare a dimostrare l’esistenza di dio.
Personalmente mi basta guardare un batterio (qua sopra uno spirillo), e gli occhi da cerbiatto, la maglietta a righe e la voce di Isobel Campbell (a destra) per essere sicuro che ci deve essere un progetto sotto. A meno finche' qualcuno non mi mostrera' un batterio canterino e con la maglietta a righe e biondo senza averne l'aria.
Rimane pero'  da capire se questo sia uno dei progetti di quelli che funzionano o meno. Perche’ I progetti non si sa mai come vadano a finire.
Esempio: quando avevo 14 anni mi piaceva una ragazza, ma non riuscivo a conoscerla. Una sera ci ritrovammo alla stessa festa. Parlavo, lei rideva,  guadagnavo punti, tutto andava bene e incominciavo a fare progetti: dopo 5 sorrisi , nella mia mente, eravamo sposati, dopo 10 avevamo una bambina che le assomigliava, all’undicesimo…..mi ero mangiato una decorazione della torta a forma di uccellino che pensavo fosse di zucchero, invece era plastica dura. Lo dovetti sputare, persi 100 punti, lei chiese il divorzio.
I progetti che partono bene sono quelli che finiscono peggio (e viceversa).
Oggi fa freddo

Wednesday, 11 October 2006

Ho ripreso a lavorare.

E’ incredibile: mi pagano per fare cose che mi piacciono.
C’e’ un grande progetto, a lungo termine, se va bene otterro’ dalla scienza cio’ che ho sempre voluto: sesso e fama….inoltre potrebbe anche salvare vite umane e blah blah blah etc.
A proposito di (ap)-pagamento.
Rispetto allo scorso mese, le mie tasse sono aumentate di 51 volte, il mio stipendio di 5 (lordo).
Vi ricordate quando dicevo la regola aurea e’ semplice: “da ciascuno secondo le sue possibilita’, a ciascuno secondo le sue esigenze?”.
Compagni, guardate che scherzavo.
Per fortuna che il costo della vita é molto piu’ alto, cosi’ non accumulo ricchezze terrene.

Al momento, pero’, sono in un vecchio ostello con la muffa sul tetto della doccia e le pareti di cartone da cui arriva la voce possente del mio vicino di camera.
Sara’ che in questa’ citta’ c’e’ l’ONU, ma ho deciso di chiamarlo Coffee Annan. Coffee, perche’ mi tiene sveglio, Annan, perche’ spero che si consegni presto tra le braccia di Morfeo (la divinita’ del sonno, non l’ex giocatore dell’Atalanta).
La scorsa settimana ero un po’ giu’.
Quando cambi vita pretendi che tutto veda bene, ma  l’ambientazione non e’ mai cosi’ facile.
Coelho dice “quando desideri fortemente qualcosa, l’universo intero cospira perche’ tutto si realizzi”.
Ma non mi fido troppo di Paulo e meno che mai dell’Universo.
Non si cambia mai completamente all'improvviso. Qualche anno fa ero un pesce felice perché convinto che l’oceano fosse la mia boccia.
Oggi so che non é cosi’ e nuoto contro le correnti e altri pesci piu’ grandi di me.
Intanto ho trovato Nemo.

Wednesday, 4 October 2006

Ta-Dam: Arrivato.

 L’ultima settimana a Dresda é stata un sogno: tutti che mi invitavano a cena perchè non potevo piu’ cucinare….ho preso un paio di chili mangiando il meglio della cucina di tutto il mondo.
In piu’ ho scoperto che la mia Finnica ex, sa cucinare, anche bene.
Visto che in sei mesi che siamo stati insieme ho cucinato sempre io, non pensavo ne fosse capace.
Conoscermi l’ha resa una vera donna (nel senso che ora sa cucinare la pasta meglio della media degli altri Finlandesi).
Qui a Ginevra ho già capito un pö di cose:
Per esempio, il franco Svizzero è una moneta grande e forte, tanto che non riesco a infilarla nel mio portafogli.
Gli Svizzeri parlano la lingua Francese, ma non lo fanno per provocarmi, è che sono cosi’ a prescindere. Quando poi parlano le altre lingue….in realtà continuano a parlare Francese.
Avevo già messo in conto di dovere imparare la lingua del nemico.
La Svizzera è la patria del terziario: una nazione ricca non puö infatti basare la propria economia solo su  orologi a cucü e cioccolata, ma piuttosto sui servizi. Dove vivo temporaneamente, in Rue de Berne, in effetti elargiscono alla clientela (su richiesta) I servizi di cui parlavo nel quartiere a luci rosse di Amsterdam, ma in maniera molto piü discreta.
La discrezione è una costante in Svizzera.
Quando ho prelevato in banca con il bancomat, mi è stato richiesto di inserire “discretamente” il PIN. La cosa m'ha lasciato basito:la macchina si sarà detta: meglio specificare, si sa come sono st’italiani che digitano il PIN facendo roteare una pizza e un mandulino e fischiettando funiculi' funiculà…..
Ho anche capito che il tempo di Londra deve essere proprio brutto.
Questo mi é divenuto chiaro seguendo il seguente sillogismo: qua piove spessissimo, eppure nessuno ha mai sentito parlare male del tempo di Ginevra, se tutti si lamentano di Londra, questo significa che il tempo li’ deve essere anche peggio.
Lo stesso sillogismo, in passato mi ha fatto comprendere che le Hawaii devono essere un postaccio: se il Kebab con l’ananas si chiama Hawaii cosi’ come la pizza con l’ananas…allora questo luogo va associato con cose terribili.
Ginevra, per vari motivi, mi sembra una Palermo con la pioggia.
Quelli che chiedono l’elemosina selezionano le persone e a me non chiedono niente. Questo essere selezionato negativamente mi fa pensare ad un episodio avvenuto ai tempi dell’ università a Palermo: due energumeni mi fermarono in una via scura e mi chiesero di dargli quello che avevo nel portafogli (allora 10.ooo lire), poi mi chiesero il cellulare (che non ho mai avuto), la catena d’oro al collo (risposi che l’avevo sempre trovata di cattivo gusto) e l’orologio (che avevo, ma non lo vollero perchè dissero che non incontrava I loro gusti).
Qui ci rimasi un pö male. Anche perchè quant’è importante l’apparenza?
Mi guardo attorno. Tutto è grigio e un pö decadente. Certe città hanno una bellezza  meno evidente, ma non meno profonda. Mi tiro su il berretto della felpa e vado alla ricerca della bellezza nascosta.