Ricordo tante albe in cui tornavo a casa.
Passando il ponte sull’Elba vedevo sorgere il sole e avevo solo voglia di dormire per tre giorni...anche un po’ scazzato, visto che si sperava sempre di potere rimanere a dormire da qualche donnina che vivesse nell’altro lato del fiume.
Era la classica alba da ritorno a casa.
Stamattina, sono andato alasciare i miei all’aeroporto.
Partivano per il Marocco e la Sicilia si congedava mettendo su una luna araba degna delle fiabe delle Hazār afsane Iraniane.
Vedevo la gente della mia citta’, i vecchietti sotto i portici in piazza, quelli che aspettavano gli autobus, gli scaricatori del mercato che sanno che fra due ore lo stesso lavoro sotto un caldo torrido costerebbe molta piu’ fatica.
E’ una bella alba: da un senso di operosa tranquillita’.
E’ un alba da partenza, ma non lo so spiegare meglio di cosi’.
So solo che da un pò vivo un alba da partenza, o da ripartenza.
Dopo mesi di parentesi e riposo, mi sono arrivate 4 richieste di interviste in 4 stati, per lavori diversi.
Mi serviranno una ventina di voli per andare da un posto all’altro, dovrò cercare di non sbagliare seminario.
Non so bene come finira’ o dove sara’ il mio prossimo lavoro.
So solo che in questo momento e’ bello immaginarmi tutto e sopratutto pensarmi felice a costruire qualcosa con la mia ragazza (anzi visto che lei è architetto, lei costruisce ed io supervisiono i lavoro facendo il pignolo con le braccia dietro la schiena).
Forse in futuro avro’ un cane.
Forse in futuro dovro’ comprarmi un altra moto.
Forse dovrei smettere di pensare, godermi l’alba e semplicemente prepararmi a partire.
La prima tappa e’ nel paese delle bionde donne dove la notte non scende mai, le aurore sono boreali e le donne sono bionde (l’avevo gia’ detto? Va beh....e’ che sono molto bionde).
Ale, per il referendum non ci ho capito un granche’: io pensavo che chiedessero altre cose (reintrodurre la preferenza). Comunque io voto solo al terzo e voto “no”.