Elezioni 13-14/ IV/ 2008
Sunday, 13 April 2008
Monday, 7 April 2008
Se questo mondo ha da finire, ci terrei ad avere un posto in prima fila.
Del CERN avevo gia’ parlato un anno e mezzo fa . Ora, sembra che l’attivazione del nuovo acceleratore di particelle, fra qualche mese, potrebbe creare un buco nero e porre fine alla esistenza del nostro pianeta.
E’ mai possibile che questo accada? Che degli scienziati si vogliano sostituire a Dio? Mi sembra impossibile.
Intanto, sul loro sito, per non sbagliare, vedo che hanno scelto una nativita’ con tanto stella cometa (ma senza bue e asinello: riscaldamento termonucleare autonomo).
Oggi c’erano le porte aperte al pubblico: il programma recita “ La giornata a porte aperte (...) sara’ la vostra unica e ultima possibilita’ di vedere il ciclotrone”.....non suona proprio rassicurante, ma se ci sono davvero rischi, va loro riconosciuto il senso dell'umorismo.Arrivo in loco con la moto. Freddo barbino e un mare di gente. Per scendere sotto terra all’LHC ci sono 4 ore di fila.
Potrei andare a mangiare alla mensa.
Pero', io sono gia' diffidente nei confronti della cucina molecolare, figurarsi della gastronomia atomica di un cuoco francese di un centro nucleare.
Giro un po’ attorno. Tutto sembra sicuro e rassicurante: ottime ingegnere sorridenti e vestite come con una tutina monocernierata vegliano su di noi....guardo quella foto (clicca sulla foto per zoomare) e sono sicuro che l’ubertoso genere umano non si estinguera’ presto.
Sono cosi’ soddisfatto che decido di non farmi impressionare nemmeno da quelle sospette macchie d’umidita’.
Intanto hanno chiuso le visite al sito principale, ma alcuni colleghi mi dicono che al punto 4 si puo’ ancora scendere.
Prendo un bus navetta e vado...e torno (nel senso che m'avevano dato indicazioni sbagliate).
Alla fine arrivo. Anche qui c'e' da aspettare un bel po'.....e le particelle subatomiche iniziano a girare.
Finalmente si scende, ci fanno mettere un elmetto della playmobil (non sia mai che ci colpisca un malo-elettrone tra capo e collo). Scendiamo 140 m, vediamo il tunnel, il tubo. Si domanda ancora del famoso buco nero. La guida ammette di essere un ingegnere ottico e di non sapere rispondere.
La giornata e' finita e non ho avuto una risposta soddisfacente. Wikipedia dice che il buco nero dovrebbe evaporare.....ma la teoria che spiega il perche', non e' mai stata provata....andiamo bene.
Torno a casa, affamato, stanco e infreddolito. Cucino, tanto, come quando si ha fame, bruciacchio quello che stavo preparando.
Ho troppa fame e decido di mangiare la sbobba e lo faccio pure in fretta.
Ora, rigirandomi nel lettone dopo una laida cena, penso che fare finire il mondo per sete di conoscenza, in fondo non sia una prospettiva cosi’ indecorosa.
Burrpo e ronfo da par mio. Dormo tranquillo.
E’ mai possibile che questo accada? Che degli scienziati si vogliano sostituire a Dio? Mi sembra impossibile.
Intanto, sul loro sito, per non sbagliare, vedo che hanno scelto una nativita’ con tanto stella cometa (ma senza bue e asinello: riscaldamento termonucleare autonomo).
Oggi c’erano le porte aperte al pubblico: il programma recita “ La giornata a porte aperte (...) sara’ la vostra unica e ultima possibilita’ di vedere il ciclotrone”.....non suona proprio rassicurante, ma se ci sono davvero rischi, va loro riconosciuto il senso dell'umorismo.Arrivo in loco con la moto. Freddo barbino e un mare di gente. Per scendere sotto terra all’LHC ci sono 4 ore di fila.
Potrei andare a mangiare alla mensa.
Pero', io sono gia' diffidente nei confronti della cucina molecolare, figurarsi della gastronomia atomica di un cuoco francese di un centro nucleare.
Giro un po’ attorno. Tutto sembra sicuro e rassicurante: ottime ingegnere sorridenti e vestite come con una tutina monocernierata vegliano su di noi....guardo quella foto (clicca sulla foto per zoomare) e sono sicuro che l’ubertoso genere umano non si estinguera’ presto.
Sono cosi’ soddisfatto che decido di non farmi impressionare nemmeno da quelle sospette macchie d’umidita’.
Intanto hanno chiuso le visite al sito principale, ma alcuni colleghi mi dicono che al punto 4 si puo’ ancora scendere.
Prendo un bus navetta e vado...e torno (nel senso che m'avevano dato indicazioni sbagliate).
Alla fine arrivo. Anche qui c'e' da aspettare un bel po'.....e le particelle subatomiche iniziano a girare.
Finalmente si scende, ci fanno mettere un elmetto della playmobil (non sia mai che ci colpisca un malo-elettrone tra capo e collo). Scendiamo 140 m, vediamo il tunnel, il tubo. Si domanda ancora del famoso buco nero. La guida ammette di essere un ingegnere ottico e di non sapere rispondere.
La giornata e' finita e non ho avuto una risposta soddisfacente. Wikipedia dice che il buco nero dovrebbe evaporare.....ma la teoria che spiega il perche', non e' mai stata provata....andiamo bene.
Torno a casa, affamato, stanco e infreddolito. Cucino, tanto, come quando si ha fame, bruciacchio quello che stavo preparando.
Ho troppa fame e decido di mangiare la sbobba e lo faccio pure in fretta.
Ora, rigirandomi nel lettone dopo una laida cena, penso che fare finire il mondo per sete di conoscenza, in fondo non sia una prospettiva cosi’ indecorosa.
Burrpo e ronfo da par mio. Dormo tranquillo.
Saturday, 29 March 2008
Il bagatto, per molti un mago, per i piu’ un matto
lo incontrai una notte a Mala Strana.
La strade della citta’ magica sfumavano i contorni nella nebbia e, dentro una locanda, bevendo del sidro, parlammo, per giuoco di un vecchio tomo del Rosenkreutz o del manoscritto del vecchio Voynich.
Quando mi chiese cosa facessi io dissi che ricercavo.
Lui, invece, recitava. In molti, troppi credevano che lui potesse predire il futuro arcano, e, secondo altri perfino determinarlo.
Lui che aveva provato a dire che non era nelle sue possibilita’, ma la gente non lo aveva creduto e, alla fine, lui aveva deciso di viverci su.
Qualcuno aveva sacrificato oro, denaro e affetti e, anche coi suoi consigli aveva raggiunto il successo.
Quella persona si era resa conto di avere perso tutto per realizzare il suo futuro ma, solo alla fine, in un grattacielo vuoto, in una citta’ inquinata, aveva rimpianto e pianto cio’ che non c’era piu’.
Lui s’era dispiaciuto per tutto cio’, ma davvero nemmeno un "mago" poteva cambiare il destino.
L’altro giorno e’ ricomparso dopo anni e, in questa scelta di tempi va ammessa una sua grande magia.
Mi chiese come andava.
Mi sono licenziato, mercoledi’ scorso - dissi- e, ironia della sorte, ora aspetto il futuro.
Non ho ancora deciso cosa faro’.
Sto mandando i fogli col mio passato un po’ in giro per il mondo perche’ possano decidere il mio domani, con un po’ di fortuna, qualcuno mi proporra’ ancora un lavoro.
Nel portafogli ho una carta dei tarocchi particolare.
Il dorso colorato ed elegante, il fronte, nero, ancora tutto da disegnare.
La strade della citta’ magica sfumavano i contorni nella nebbia e, dentro una locanda, bevendo del sidro, parlammo, per giuoco di un vecchio tomo del Rosenkreutz o del manoscritto del vecchio Voynich.
Quando mi chiese cosa facessi io dissi che ricercavo.
Lui, invece, recitava. In molti, troppi credevano che lui potesse predire il futuro arcano, e, secondo altri perfino determinarlo.
Lui che aveva provato a dire che non era nelle sue possibilita’, ma la gente non lo aveva creduto e, alla fine, lui aveva deciso di viverci su.
Qualcuno aveva sacrificato oro, denaro e affetti e, anche coi suoi consigli aveva raggiunto il successo.
Quella persona si era resa conto di avere perso tutto per realizzare il suo futuro ma, solo alla fine, in un grattacielo vuoto, in una citta’ inquinata, aveva rimpianto e pianto cio’ che non c’era piu’.
Lui s’era dispiaciuto per tutto cio’, ma davvero nemmeno un "mago" poteva cambiare il destino.
L’altro giorno e’ ricomparso dopo anni e, in questa scelta di tempi va ammessa una sua grande magia.
Mi chiese come andava.
Mi sono licenziato, mercoledi’ scorso - dissi- e, ironia della sorte, ora aspetto il futuro.
Non ho ancora deciso cosa faro’.
Ti piacerebbe sapere il tuo destino? Mi chiese?
Aveva dei tarocchi fra le mani e mise un carta sul tavolo.
Sto mandando i fogli col mio passato un po’ in giro per il mondo perche’ possano decidere il mio domani, con un po’ di fortuna, qualcuno mi proporra’ ancora un lavoro.
Nel portafogli ho una carta dei tarocchi particolare.
Il dorso colorato ed elegante, il fronte, nero, ancora tutto da disegnare.
Tuesday, 18 March 2008
Trakkete trakkete trakkete (rumore di elicotteri)
Mio zio mi portava sempre ai concerti ed e' a lui devo molte delle mie scoperte musicali.
Quando ero piccolo mi porto’ a vedere Mick Taylor che era stato il chitarrista degli Stones in “sticky fingers”.
Sara’ che ero davvero piccolo, che il viaggio era stato stancante o anche che non ero pronto musicalmente, ma dormii durante il concerto.
Forse lui non se ne accorse, o forse capi’, fatto sta che da li’ a pochi mesi avrei dormito anche al concerto di John McLaughlin.
Quando feci 12 anni ricevetti da lui il film di Tommy.
Non e’ che capissi bene tutta la loro musica ma il sapere che il loro batterista, non potendo spaccare le chitarre sul palco, mettesse candelotti di dinamite nella batteria; o ancora, il fatto che durante il concerto degli “Who” a Woodstock, quando uno dei leader del movimento hippies prese il microfono per arringare in maniera molto politicizzta la folla di Woodstock (foto), ricevette una chitarrata in testa dal leader degli ""Who".
Questi aneddoti me li resero da subito simpatici.
Mi appassionai alla musica anni 70....anche perche’ Ummagumma era il titolo piu’ bello che fosse stato dato a un disco (specie se lo leggete cosi’ com’e’ scritto: Ummagumma).
Inoltre avevo le caratteristiche piu’ adatte a carpire la parte piu’ onirica del rock progressive (nel senso che dormivo sempre).
A 13 anni ero in Inghilterra e li’ mi scontrai culturalmente coi miei coetanei. Quando si parlava di dischi preferito, tutti dicevano “Innuendo”...mentre io rispondevo che era: “il 4, si insomma, il Zoso, dai....quello la’ con Black dog”. Ma nessuno capiva bene cosa volessi dire.
Allora, si potevano ancora ballare i lenti.
Tuttavia io ponderavo perplesso il fatto che in quelle ballatone melense non si sentissero mai elicotteri, muri cadenti, specchi rotti durante omicidi, ne’ partissero astronavi per marte o anche solo per il lato oscuro della luna.
Era dura essersi fermato alla musica della decade prima, ma pensavo di essere nel giusto, un po’ perche’ tutti mi erano contrari, un po’ perche’ quelle schitarrate erano sporche ma piene di grazia, un po’ perche’ non credevo fossero poi cosi’ cattivi: infatti sentendo i dischi al contrario non sentivo preghiere al diavolo (a meno che il diavolo non si preghi con fruscii e rumori di panelle nella friggitrice).
Oggi, la plastica regna sovrana, eppure la musica, comunicazione ancestrale riesce ancora a comunicare alle nostre viscere, in maniera inconscia, quasi psichedelica.
Quella volta che non andavo in bagno da tre giorni, ero abbastanza ansioso.
Poi la radio passo Oopss!...I did it again, e cosi fu: la musica mi aveva liberato ancora una volta.
Quando ero piccolo mi porto’ a vedere Mick Taylor che era stato il chitarrista degli Stones in “sticky fingers”.
Sara’ che ero davvero piccolo, che il viaggio era stato stancante o anche che non ero pronto musicalmente, ma dormii durante il concerto.
Forse lui non se ne accorse, o forse capi’, fatto sta che da li’ a pochi mesi avrei dormito anche al concerto di John McLaughlin.
Quando feci 12 anni ricevetti da lui il film di Tommy.
Non e’ che capissi bene tutta la loro musica ma il sapere che il loro batterista, non potendo spaccare le chitarre sul palco, mettesse candelotti di dinamite nella batteria; o ancora, il fatto che durante il concerto degli “Who” a Woodstock, quando uno dei leader del movimento hippies prese il microfono per arringare in maniera molto politicizzta la folla di Woodstock (foto), ricevette una chitarrata in testa dal leader degli ""Who".
Questi aneddoti me li resero da subito simpatici.
Mi appassionai alla musica anni 70....anche perche’ Ummagumma era il titolo piu’ bello che fosse stato dato a un disco (specie se lo leggete cosi’ com’e’ scritto: Ummagumma).
Inoltre avevo le caratteristiche piu’ adatte a carpire la parte piu’ onirica del rock progressive (nel senso che dormivo sempre).
A 13 anni ero in Inghilterra e li’ mi scontrai culturalmente coi miei coetanei. Quando si parlava di dischi preferito, tutti dicevano “Innuendo”...mentre io rispondevo che era: “il 4, si insomma, il Zoso, dai....quello la’ con Black dog”. Ma nessuno capiva bene cosa volessi dire.
Allora, si potevano ancora ballare i lenti.
Tuttavia io ponderavo perplesso il fatto che in quelle ballatone melense non si sentissero mai elicotteri, muri cadenti, specchi rotti durante omicidi, ne’ partissero astronavi per marte o anche solo per il lato oscuro della luna.
Era dura essersi fermato alla musica della decade prima, ma pensavo di essere nel giusto, un po’ perche’ tutti mi erano contrari, un po’ perche’ quelle schitarrate erano sporche ma piene di grazia, un po’ perche’ non credevo fossero poi cosi’ cattivi: infatti sentendo i dischi al contrario non sentivo preghiere al diavolo (a meno che il diavolo non si preghi con fruscii e rumori di panelle nella friggitrice).
Oggi, la plastica regna sovrana, eppure la musica, comunicazione ancestrale riesce ancora a comunicare alle nostre viscere, in maniera inconscia, quasi psichedelica.
Quella volta che non andavo in bagno da tre giorni, ero abbastanza ansioso.
Poi la radio passo Oopss!...I did it again, e cosi fu: la musica mi aveva liberato ancora una volta.
Tuesday, 11 March 2008
Cala la luna e io non spero, l'illusione è il lusso della gioventù.
Trattavasi di un omuncolo che metteva della sabbia impalpabile, sugli occhi dei bambini che cosi’ sentivano gli occhi pesanti e chiudendoli iniziavano a sognare.
Anche nella Germana Ovest i bambini avevano lo stesso programma, ma la produzione era diversa (forse perche’ i bambini dovevano avere sogni diversi).
Per esempio, nella DDR i bambini potevano volere diventare cosmonauti, come l’eroico Jurij Gagarin (foto) un uomo capace di volare nello spazio dentro uno scaldabagno (Vostok).
Invece, nella Germania Ovest si voleva diventare una cosa completamente diversa: astronauti, che e' diverso da cosmonauti.
Io, forse perche' da piccolo vedevo "tele capo d’Istria", avrei preferito il buon, mai invecchiato Jurij. il primo uomo, cosmologo, a vedere stagliarsi la terra, al di sopra di tutto, netta, pulita, e pertanto “bellissima”.
Pero’ nella mia citta’ non avevamo una strada o una scuola a lui dedicata. Io andavo alla “San Giovanno Bosco", fossi andato alla Jurij Gagarin oggi sarei piu' felice....e forse anche per questo loro sognavano grandi cose mentre noi si vedeva la pubblicita’ prima di andare a nanna.
Ora tutto questo era per dire che c’e’ grande confusione sotto il cielo.
E quando uno deve decidere cosa fare nella propria vita, in che direzione spostare i suoi interessi, sarebbe bello chiudere gli occhi e sognare cosa diventare, come quando si era bambini.
Invece a volte si e’ cosi’ stanchi che, toccato il materasso si finisce direttamente nel sonno piu’ profondo, nero, caldo, troppo stanco perfino per sognare.
Quasi come un embrione nella pancia della mamma cioe' un organismo multicellulare che vive costantemente sotto sopra e nella merda fin al collo.
Friday, 22 February 2008
Ordinando l’armadio: dall’entropia cosmica alle cronache di Narnia.
L’entropia e’ una funzione di stato che rappresenta una misura del disordine. Quando l’universo raggiungera’ il massimo di entropia/disordine non sara’ piu’ possibile fare niente.
Quando guardo il mio armadio e penso che quel momento in fondo non possa essere cosi' lontano.
Decido allora di mettere un po’ d’ordine.
Compio il primo passo dentro il mio armadio, scanso i mostri che vivono nell'armadio (che non sono quelli che la pubblicita' chiama "i nemici invisibili dell'igiene").
Inizio a piegare un po’ di maglioni sparsi e trovo varie cose. Un giornale di design scandinavo.
Questo risale a tanto tempo fa, quando stavo con una Finlandese (nel senso della donna, non della sauna). Mi pare fosse un bel periodo.
L’unica brutto ricordo e’ che, dovendo andare in bagno l’unica cosa che trovavo da leggere erano "la bibbia" o delle assurda riviste di design (in cui mostravano i divano senza nemmeno metterci le donne ignude innanzi).
Fini' poco dopo, ma non perche’ non esisteva la versione Suomi di Topolino (classica lettura balneare, nel senso del bagno).
Piego magliette di calcio, sistemo delle camicie e mi congratulo con me per la loro perfezione, nonostante non possegga un ferro da stiro. Sotto una felpa verde col cappuccio trovo una scatola con dei bicchieri da brindisi lunghi e sottili. Li vinsi a un conscorso di cucina sbalordendo tutti, me compreso.
Guardandoli, non posso fare a meno di pensare che chi dice che il seno perfetto debba stare in un bicchiere di champagne e' gente quanto meno strana.
A scavare nell’armadio mi addentro nei ricordi e riordino. Ad un certo punto mi trovo davanti un centauro che dice di chiamarsi sig.Tumnus.
Sarebbe bello rimanere a parlare con costui, ma lo spazio per il post e’ finito, l’ordine generale (dell'armadio) e’ quasi ristabilito e devo andare a riordinare un po’ anche la mia vita e andare a guardare le proposte di lavoro per biologi, visto che presto dovro’ cambiare citta’ e ancora non so dove andare.
Quando guardo il mio armadio e penso che quel momento in fondo non possa essere cosi' lontano.
Decido allora di mettere un po’ d’ordine.
Compio il primo passo dentro il mio armadio, scanso i mostri che vivono nell'armadio (che non sono quelli che la pubblicita' chiama "i nemici invisibili dell'igiene").
Inizio a piegare un po’ di maglioni sparsi e trovo varie cose. Un giornale di design scandinavo.
Questo risale a tanto tempo fa, quando stavo con una Finlandese (nel senso della donna, non della sauna). Mi pare fosse un bel periodo.
L’unica brutto ricordo e’ che, dovendo andare in bagno l’unica cosa che trovavo da leggere erano "la bibbia" o delle assurda riviste di design (in cui mostravano i divano senza nemmeno metterci le donne ignude innanzi).
Fini' poco dopo, ma non perche’ non esisteva la versione Suomi di Topolino (classica lettura balneare, nel senso del bagno).
Piego magliette di calcio, sistemo delle camicie e mi congratulo con me per la loro perfezione, nonostante non possegga un ferro da stiro. Sotto una felpa verde col cappuccio trovo una scatola con dei bicchieri da brindisi lunghi e sottili. Li vinsi a un conscorso di cucina sbalordendo tutti, me compreso.
Guardandoli, non posso fare a meno di pensare che chi dice che il seno perfetto debba stare in un bicchiere di champagne e' gente quanto meno strana.
A scavare nell’armadio mi addentro nei ricordi e riordino. Ad un certo punto mi trovo davanti un centauro che dice di chiamarsi sig.Tumnus.
Sarebbe bello rimanere a parlare con costui, ma lo spazio per il post e’ finito, l’ordine generale (dell'armadio) e’ quasi ristabilito e devo andare a riordinare un po’ anche la mia vita e andare a guardare le proposte di lavoro per biologi, visto che presto dovro’ cambiare citta’ e ancora non so dove andare.
Tuesday, 12 February 2008
Apologia di San Valentino
Passavo una domenica tranquilla: un po’ leggendo, un po’ compiendo di giochi di magia (come il fare sparire la torta che aveva fatto la mia coinquilina), un po’ di esercizio fisico (bevendo Coca cola, e mangiando delle mentos fino a ottenere l’effetto leone della MGM).
Una domenica fin troppo tranquilla, quand’ecco che, leggendo il blog dei miei cugini Ettore ed Elena (non lo linko, ma e’ l’unico blog di teen-agers ke non utilizza le “k” a sproposito) trovo nell’ultimo post che mio cugino Ettore s’e’ rotto il ginocchio, Elena aspetta con ansia San Valentino.
Capirete bene la gravita’ della situazione.
La mia cugina prediletta (se un giorno l’altra cuginetta scoprira’ questo blog, diro’ che sono stato frainteso) s’e’ innamorata, insomma, la stiamo perdendo.
Ora, sia ben chiaro, non e’ un discorso maschilista o da cuginone geloso, il fatto e’ che lei e’ una persona degna di fiducia.
Il problema sono i giuovini suoi coetanei i cui movimenti e moti dell’anima sono guidati da piccole molecole che fanno grossi danni (infatti nonostante le dimensioni ridotte sono chiamate col maggiorativo: gli ormoni.
Certo ci sono anche teenagers romantici e idealisti.....ma e’ anche vero che per definizione la definizione di teengager romantico prevede che essi si suicidino. Lasciando, di fatto, il territorio di caccia ai predatori piu’ spietati
E poi. Chi sara’ costui? Come mai non s’e’ presentato, inginocchiato, genuflesso, prosternato o compiuto uno di questi inutili atti per mendicare una benevolenza che, ça va sans dire, col cavolo che avrebbe ottenuto.
A questo punto, per capire quanto fosse grave la situazione, ho contattato la cugina e tra una critica letteraria ed una domanda sul suo corso di chitarra, le ho buttato la’ la frase: “certo che San Valentino e’ proprio una festivita’ capitalistico-borghese, dove l'uomo si spersonalizza ed ha come fine il puro guadagno, per fortuna noi, pragmatici figli della classe proletaria, non ci caschiamo in questi trucchi”.
Lei non ha risposto per 15 minuti, poi ha detto: "ma a me piacciono le frasi nei cioccolatini" e subito dopo e’ caduta la linea.
Il post aveva come immagine dei gattini e tanti cuoricini sberluccicanti. Secondo voi, l’abbiamo gia’ perduta?
PS- Dimenticavo, il ginocchio di Ettore e’ curabile in due-tre mesi al massimo.
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