I Marziani sono degli ometti verdi, Berlusconi e’ un politico di alta statura e le donne del nord sono procaci e disinibite.
Seguendo le mie vicende non potrete che concordare con me.
Finita la missione sull’isoletta greca, avevo deciso di passare un altro po’ di tempo sul mare.
Le uniche persone che avevano avuto la stessa pinzata erano due ragazze di Stoccolma che avevo incontrato qualche giorno prima.
La loro idea era di fare island hopping: cioe’ saltare da un isola all’altra tornando verso Atene.
Ora ve lo immaginate Falloppio e due Svedesone sull’isola di Ios, l’isola dell’amore? Voglio dire, ci sono film che hanno molta meno sceneggiatura.
Incerto se accettare la profferta consideravo la barriera culturale che contraddistingue i popoli del sud da quelli del nord.
Probabilmente non ero l’unico a porsi il problema.
Mentre mangiavo del pesce, la ragazza svidese mi aveva riempito il bicchiere di vino bianco. Poi con un sorriso imbarazzato mi aveva chiesto se questo fosse accettabile: se non fosse culturalmente disdicevole che una ragazza riempisse il bicchiere di un uomo.
Avevo risposto che non c’era niente di riprovevole, almeno da un paio di secoli a questa parte (chissa’ com le era venuta in testa l’idea che fosse maleducazione).
Anche se mi piace molto viaggiare solo, alla fine accetto.
Iniziamo l’avventura. Confido molto nel mio autocontrollo e nel fatto che si sa che tutte queste storie sulle svedesi sono solo delle favole che si raccontano al ritorno delle vacanze per farsi belli con gli amici: mica e’ vero che le svedesi ti assaltano e ti succhiano come un ghiacciolo.
Mentre si chiacchierava del piu’ e del meno: in particolare raccontavo di come trovassi aberrante l’idea di drive-through per colazione, di quegli interminabili caffe’ americani consumati in solitudine su macchinoni, cui contrapponevo il molto piu’ sociale cornetto e cappucino al baretto, colloquiando con tutti gli astanti.
La svedese mi guarda negli occhi e mi dice you Italians like very much “fika”: a voi italiani piace very much fika.
Preso alla sprovvista fronteggio la situazione con pervicace prontezza: fingo uno svenimento per prendere tempo....e mentre chiudo gli occhi: penso “le donne del nord sono procaci e disinibite, i verdi Marziani esistono, Berlusconi e’ un gigante.
Quando mi riprendo mi spiegano che e’ stato tutto un fraintendimento: in Svezia c’e’ un verbo “fika” che significa uscire per prendere un caffe’ insieme agli amici (confermato da Wikipedia).
Siccome a noi italiani piace il caffe’, la ragazza aveva semplicemente chiesto se noi italiani avessimo sempre la fika in testa.
....e voi, come me, a pensar male.
A sto punto vi chiederete com’e’ continuato il confronto culturale.
In realta’ le ragazze sono andate spesso in spiaggia a prendere il sole, mentre io, essendo una creatura notturna tendenzialmente lucifuga mi sono perso nei paesini con le case bianche, ho visto chiesette, bevuto caffe’ chiacciati, discusso con altri viaggiatori della vita, dell’universo e il resto. Dopo due settimane di vacanza m'e’ cresciuto un barbone lunghissimo e molti greci mi credevano autoctone chiedendomi cose in greco a cui non sapevo rispondere.
Ho letto due bei libri (1 e 2).
La sera ho passeggiato, le ragazze, andavano a letto presto, distrutte dal sole e dai loro mal di mare.
Non l’ideale fare island hopping, se si soffre tanto il mal di mare,
Una volta, scesi al porto, vedo una ragazza proprio stremata dal viaggio. Io ho il mio bagaglio leggero con il minimo indispensabile per passare 10 giorni in Grecia e un tascapane per le escursioni. Lei, invece, con un valigione enorme.
Mi offro di portare il suo bagaglio, in cambio lei puo’ portare il mio che e’ una decina di kili piu’ leggero.
Mi guarda stralunata e aggiunge: “non pensi ch’io sia perfettamente in grado di portarlo da me?”.
Finita la missione sull’isoletta greca, avevo deciso di passare un altro po’ di tempo sul mare.
Le uniche persone che avevano avuto la stessa pinzata erano due ragazze di Stoccolma che avevo incontrato qualche giorno prima.
La loro idea era di fare island hopping: cioe’ saltare da un isola all’altra tornando verso Atene.
Ora ve lo immaginate Falloppio e due Svedesone sull’isola di Ios, l’isola dell’amore? Voglio dire, ci sono film che hanno molta meno sceneggiatura.
Incerto se accettare la profferta consideravo la barriera culturale che contraddistingue i popoli del sud da quelli del nord.
Probabilmente non ero l’unico a porsi il problema.
Mentre mangiavo del pesce, la ragazza svidese mi aveva riempito il bicchiere di vino bianco. Poi con un sorriso imbarazzato mi aveva chiesto se questo fosse accettabile: se non fosse culturalmente disdicevole che una ragazza riempisse il bicchiere di un uomo.
Avevo risposto che non c’era niente di riprovevole, almeno da un paio di secoli a questa parte (chissa’ com le era venuta in testa l’idea che fosse maleducazione).
Anche se mi piace molto viaggiare solo, alla fine accetto.
Iniziamo l’avventura. Confido molto nel mio autocontrollo e nel fatto che si sa che tutte queste storie sulle svedesi sono solo delle favole che si raccontano al ritorno delle vacanze per farsi belli con gli amici: mica e’ vero che le svedesi ti assaltano e ti succhiano come un ghiacciolo.
Mentre si chiacchierava del piu’ e del meno: in particolare raccontavo di come trovassi aberrante l’idea di drive-through per colazione, di quegli interminabili caffe’ americani consumati in solitudine su macchinoni, cui contrapponevo il molto piu’ sociale cornetto e cappucino al baretto, colloquiando con tutti gli astanti.
La svedese mi guarda negli occhi e mi dice you Italians like very much “fika”: a voi italiani piace very much fika.
Preso alla sprovvista fronteggio la situazione con pervicace prontezza: fingo uno svenimento per prendere tempo....e mentre chiudo gli occhi: penso “le donne del nord sono procaci e disinibite, i verdi Marziani esistono, Berlusconi e’ un gigante.
Quando mi riprendo mi spiegano che e’ stato tutto un fraintendimento: in Svezia c’e’ un verbo “fika” che significa uscire per prendere un caffe’ insieme agli amici (confermato da Wikipedia).
Siccome a noi italiani piace il caffe’, la ragazza aveva semplicemente chiesto se noi italiani avessimo sempre la fika in testa.
....e voi, come me, a pensar male.
A sto punto vi chiederete com’e’ continuato il confronto culturale.
In realta’ le ragazze sono andate spesso in spiaggia a prendere il sole, mentre io, essendo una creatura notturna tendenzialmente lucifuga mi sono perso nei paesini con le case bianche, ho visto chiesette, bevuto caffe’ chiacciati, discusso con altri viaggiatori della vita, dell’universo e il resto. Dopo due settimane di vacanza m'e’ cresciuto un barbone lunghissimo e molti greci mi credevano autoctone chiedendomi cose in greco a cui non sapevo rispondere.
Ho letto due bei libri (1 e 2).
La sera ho passeggiato, le ragazze, andavano a letto presto, distrutte dal sole e dai loro mal di mare.
Non l’ideale fare island hopping, se si soffre tanto il mal di mare,
Una volta, scesi al porto, vedo una ragazza proprio stremata dal viaggio. Io ho il mio bagaglio leggero con il minimo indispensabile per passare 10 giorni in Grecia e un tascapane per le escursioni. Lei, invece, con un valigione enorme.
Mi offro di portare il suo bagaglio, in cambio lei puo’ portare il mio che e’ una decina di kili piu’ leggero.
Mi guarda stralunata e aggiunge: “non pensi ch’io sia perfettamente in grado di portarlo da me?”.
Dopo avere spiegato che non lo metto in dubbio, ma che visto che non e’ al massimo non c’e’ niente di male se lo porto io e che riconoscendole la sua capacita’ le chiedo, per favore di portare il mio. dopo una lunga discussione accetta e facciamo il cambio.
Siccome questo e’ un blog educativo, supponiamo che il lettore sia un cavaliere che si accinga a liberare una principessa scandinava Ubertosa I (non procace e non disinibita) dal catello in cui e’ stata rinchiusa.
Sappia costui che il femminismo ha fatto danno non indifferenti nella psiche delle genti che vengono dalle terre dove hanno gia' reso realta' la parita’ dei sessi.
Ecco, a costui consiglio di desistere e piuttosto leggere un bel libro.