Monday, 21 November 2011

Da Splinder a Wordpress o BlogSpot (Migrare in 5 facili mosse)

Di tutorial su come migrare da splinder verso Wordpress o Blogspot (blogger) e' pieno il mondo.
Se siete rimasti posteggiati su iobloggo, il gemello capitalista di splinder ma vorreste passare su una piattaforma seria questo post e' per voi.
Basta che nei momenti di sconforto ripetetiate questo mantra: "se ce l'ha fatta Falloppio, allora ce la possiamo fare tutti".

La differenza tra questo tutorial e gli altri e' che prima di riuscire a vedere la luce, ho pasticciato con le stringhe PHP come consigliato in giro, fino ad impiccarmici.
Ho scaricato programmi, che erano incompatibili tra loro, non si parlavano, facevano gli offesi e mi remavano contro ma alla fine ho vinto.
Ora siccome in questo momento sono abbastanza orgoglione vorrei aggiungere due parole di auto elogio:
Ho vinto, ma abbiamo vinto tutti, contro chi non ci credeva, contro i magnati Pluto Messianici e contro le turbolenze del mercato, nessuno rimarra' indietro, l'Italia e' il paese che amo. Scendo in campo.

Ricetta: Cosa vi serve.
Armiamoci di pazienza Qb (pero' molta).
Vogliamoci bene: serviamoci un bicchiere di qualcosa che ci piace (un the' va bene, un fresco corvo Glicine, meglio).
Pensiero positivo: immaginiamo qualcosa che ci rende felici: io per esempio un amaca davanti a una spiaggia bianca, su un isola deserta e con una donna ubertosa al mio fianco.
Ora, se non siete emigrati tutti quanti in Messico (luogo che mi dicono pieno di gente che ascolta Paolo Conte), siamo pronti per iniziare.

Progetto: migrare da splinder prima che si trasformi in un buco nero di gattini e suonerie a Wordpress.org e da li' dove volete.
Trovare un PC.
Io ho un Mac , ma non sono riuscito a trovare programmi per fare questo passaggio da Mac. Quindi trovatevi un PC.
Prima di iniziare salvate il template di splinder (copiaincolla in word), che non si sa mai.
 
Fase uno: Scaricare gratuitamente IstantWordpress che non richieda di pasticciare con il testo al programma.
Altri tutorial consigliano di scaricare altri programmi e poi di settare il database....io mi ci sono perso piu' volte. Questo fa tutto in automatico.
Fatto?

Fase Due
Spegnete Skype che e' incompatibile con Istant Wordpress, poi aprite il programma cliccando sull' icona.
Poi andate su WordPress Admin e vi si aprira' una schermata.
Digitate "Admin" dove chiete l'amministratore e scrivete "Password" dove richiede la password.

Un po di spiegazioni sul sito che avete davanti.
Wordpress e' una piattaforma che offre due possibilita':
Wordpress.com offre un sito per blog preconfezionato. Potete scegliere template fra zilioni di template, ma non potete personalizzarvelo piu' di tanto. 
A noi serve un programmino (Splinder Importer) che trasforma un blog in un file .XML che e' il formato che e' letto dalle piattaforme come blogspot o wordpress e per questo permette di spostarsi dove si preferisce.
Su Wordpress.com non si possono aggiungere plug-in.
Ma voi avete davanti Wordpress.org.
E' la versione smanettona di wordpress.com.
Qua potete fare tutto. Quella che avete davanti e' una versione che e' in remoto, cioe' sul vostro computer (il che spiega perche' usate admin e password come elementi per entrare).
La teoria e' che potete fare tutte le prove che volete e, solo quando soddisfatti potete caricare tutto su un sito online.
Se avete davanti questa schermata il risultato e' raggiunto.
Fatto?

Fase tre attivate il plug in
Scaricate il plug in cliccando qua: un piccolo programma che converte splinder in XML e caricatelo su wordpress:
Andate sulla vostra versione di wordpress.org. NElla barra di sinistra trovate la sezione plugins, apritela e andate su "Add New", quindi selezionate il file che avete scaricato: il Plugin Splinder Importer.
Fatto?

Fase 4 preparate il blog:
Sempre dal sito di Wordpress.org andate su Tools, cliccate su Import. Selezionate "Splinder".
Fate cio che chiede il sito wordpress: c'e' da inserire un codice HTML per il trasferimento: il template di splinder apparira' incasinato ma lo potrete risistemare alla fine (se vi siete ricordati di copincollare una versione del template su un fle di word).
Selezionete no all'impaginazione e scegliete il tipo di ora come 18/11/2011 21.30.
Attenti a non confondere l'ora col fusoraio.
Salvate tutto.
Tornate su Wordpress.org. mettete i dati che richiede (il nome del blog da importare) e il periodo da caricare. Selezionate post e commenti e cliccate importa.
Da qualche parte ho letto che puo' tirare giu' 30 post per volta, quindi nel caso di blog grossi (il mio aveva 280 post e ~7000 commenti) e' meglio farlo pezzo per pezzo.

A volte il programma si impalla, allora conviene riprovare.
La regola e' se si impalla tre volte di seguito conviene aspettare un momento (fumare una sigaretta...io non fumo, ma vi giuro che in alcuni momenti ho considerato di iniziare a fumare).
Poi tornare.
Fatto?

Fase 5
Esporta.
Se cliccherete su tools e poi su esporta avrete scaricato il famoso formato xml.
Questo file (o se avete fatto a pezzi, questi file) li potrete caricare dove volete, oppure tenerli li' sul desktop per fare i grossi con gli amici: con frasi tipo....6 anni della mia vita sono conservati in questo piccolo file.
Fatto?

Fase 6 Opzionale
Se volete passare a wordpress dovete aprire un sito wordpress e caricare il file....io non l'ho fatto, ma credo che si tratti letteralmente di selezionare il file e dare "carica".
Se invece volete passare a blogspot, la piattaforma blog di google, dovete fare un ultimo passaggio:
andate su questo convertitore da Wordpress a Blogspot (clicca qua).
caricate il file XML che avete generato (si chiamera qualcosa tipo"istantwordpress-data"
cliccate su converti avrete un file che si chiama "blogger-export".
Andate su blogspot/ Impostazioni/ importa blog e caricate quel file.
Se tutto e' andato bene avrete ottenuto il vostro nuovo blog.
Andate su questo blog che e' il mio. Aggiungetelo ai vostri feed di google reader. 
Ancora non ho capito se ci si puo' linkare, ma questo lo scopriro' presto.
Fatto? Datevi un pacca sulla spalla in segno di apprezzamento.

Spero di avervi aiutato.
Un ultimo pensiero al team di splinder, prima di chiudere la porta (nel prossimo post).
Eravate partiti bene: c'era tanto entusiasmo, la prima piattaforma italiana per blogging e ora?
"Stormi di blogger veri/ con gli esuli pensieri/ nell'etere a migrar".

Wednesday, 16 November 2011

Prove Tecniche di emigrazione (felice) ed altre storie....

Il motivo che mi spingeva a raggiungere Clones, Irlanda, era rivedere la mia cuginetta Elena (che non e' quella in questa foto qua sotto).


Ettore ed Elena sono i miei cuginetti, frequentano il liceo classico (con quei nomi dove volevate potessero andare).
Elena quest’anno ha chiesto di frequentare un quadrimestre in una scuola secondaria europea e cosi’il primo Settembre le hanno dato un uniforme che manco Harry Potter ed ha iniziato la scuola in Irlanda.


Quando la vedo arrivare ha i capelli rossi ed e’ molto piu’ alta dell’ultima volta che l’ho vista.
Penso che a quell’eta’ e’ un attimo: un giro di ormoni. Uno che e' andato a letto nano si risveglia alto (Berlusconi si vede che gli ormoni li usava diversamente ).
Non faccio in tempo ad emozionarmi per quanto sia cresciuta che lei mi fa notare  che indossa anfibi con una suola non indifferente e’ sempre la solita (piccola cuginetta).


Invece no: basta sentirla parlare per capire quanto e’ cresciuta.
E’ entusiasta di questa esperienza all'estero: ha conosciuto delle persone stupende piu’ tedesche e francesi: con le altre italiane non ha parlato troppo.
Le sente culturalmente troppo lontane e troppo prese a lamentar
si.

Lei non si lamenta affatto.
Eppure non e’ che sia cosi' facile: la famiglia che la ospita ha 10 figli e convivere cosi' e' come vivere in una comunita’ hippy, tutte le cose sono in comune.
Ride di quella volta che ha dimenticato il balsamo nelle docce e poi ha trovato la bottiglia vuota mentre a cena tutti/e avevano I capelli ricci.
Ma capisce che non c’e’ malizia, e’ solo un mdello di vita diverso.


D’ora in poi vuole sempre studiare all’estero  conoscere gente fantastica, imparare le lingue, vivere in posti sempre diversi.
Le chiedo se il guadagno e’ importate. Dice di no.
Le dico che ha 2 opzioni: se non le importano gli stipendi da fame puo’ diventare biologa come me.
L’altra opzione e studiare camionismo e diventare camionista.
Dice che ci pensera’.


Non vuole fare il medico: non vuole vedere, come fanno i suoi, i telefilm di ambito clinico-ospedaliero e poi discutere per ore sulla diagnosi dei casi clinici...
Pero’ in questo momento non importa.
Ha trovato la sua strada e sa cosa non vuole fare. Cosa fara’ date le sue capacita’, ha meno importanza.


E’ strano pensare che quando uno trova se stesso, a quell’eta’ spesso significa che I genitori l’hanno persa, nel senso che non abitera’ piu’ con loro.
Io ero venuto a trovarla pensando che la piccola potesse avere pr



oblemi e sentirsi sola. Non m’ero mai sbagliato tanto.
Mi ricorda tanto me durante l’Erasmus, ma lei l’ha capito a 15 anni, cio’ che io ho capito a 19.
…e in fondo, questo sentimento e vogli di scoprire non se ne sono mai andati.


Visto che non c’e’ niente che possa fare, mi limito a redarguirla e a fare il cuginone apprensivo facente funzioni parentali: mentre dice ho parlato con questa edho parlato con quello: le dico di non dare confidenza a nessuno, specie a questa gente forestiera (tecnicamente sarebbe lei forestiera, ma sto impersonando uno di quei signori che vota la lega e non esce mai dale valli immagino che uno della lega all’estero pensi che siano gli altri ad essere in difetto) e le ricordo a che deve andare a letto presto.
Lei ride.


Poi prende appuntamento con una sua amica, per andare a intagliare le zucche di Hallowen.
Perche’ in Irlanda Hallowen e’ unagrande tradizione e tutte le chiese organizzano fiere delle zucche intagliate.
Per Hallowen i parenti morti tornavano per una notte nei posti dove avevano vissuto.
Effettivamente Halloween e’ la cosa piu’ simile alla festa di ognissanti della tradizione cattolica, quando la gente va al cimitero a trovare i parenti scomparsi.
Qua si integrano molto bene. In Italia invece sono in antitesi.
Poi andiamo a vedere questo
film (vedi foto)…che vi consiglio.

Insomma, in questo periodo tutto cambia: opportunita’ nascono, altre muoiono ma, nell'attesa possibilita' girano vorticosamente.
E’ cambiata mia cugina, e’ cambiato il mio paese, siam cambiati un po’ tutti, in che modo, vedremo.


A proposito emigrazione in altri posti.....
sembra che la piattaforma che ospita questo blog verra’ chiusa e tutti I blog contenuti verranno cancellati (si dice possa essere colpita dalla maledizione di Virgola e diventare un sito che vende discutibili suonerie).
E’ da un po’ che stavo preparando il passaggio a un altra piattaforma e sto perdendo un sacco di tempo perche’ questo sia il meno traumatico possible e possa postarmi dietro i post, ma sopratutti I vostri commenti.
Vi daro' notizie al piu' presto.




Se la piattaforma dovesse chiudere da un momento all'altro, segnatevi questo indirizzo: gaspgulp[at]hotmail.it

Saturday, 12 November 2011

S'è dimesso

A.E.I.O.U.Y...........euuuu, me amigo Charlie Brown....

Wednesday, 2 November 2011

L’arte d'esser al posto sbagliato, felice di trovarvicisi.


C’e’ a chi piace leggere i libri sulla tavoletta.
Anche a me piace leggere libri sulla tavoletta.
C’e’ chi dice che sulla tavoletta mancano i buoni odori di un libro.
Io dico che sulla tavoletta, gli odori non mancano.

Dopo questa conversazione ho capito che gli altri parlavano di tavoletta come Kindle e iPad  , mentre io pensavo che si discutesse della lettura in bagno (tipo   "mega biblion, mega kakon  "). 
Io con le tecnologie ho un rapporto strano, alcune le utilizzo in maniera eccessiva ad altre mi abituo malvolentieri.
Il navigatore satellitare e’ un’altro di quelli che mal sopporto.
Il mio lo comprai quando venni nel Regno Unito.
In questa nuova citta’ ero sempre perso, ma pieno di speranza: nel senso che avevo sempre un impressione di avere gia’ visto quelle case e quindi di essere in una zona conosciuta della citta’.
In realta’ scoprii che le case della perfida Albione sono tutte uguali.


Allora decisi di comprarmi il navigatore.
Avevo appena comprato la macchina e versato un paio di affitti in anticipi, non avevo scelta: presi il piu’ economico.
Il venditore guardo’ lo scatolo e, con uno sguardo non troppo fiducioso esclamo’ “se hai problemi portamelo indietro e te lo cambio”.
Fra me e me pensai: “se non funziona col cavolo che riesco a ritornare in questo negozio” e mi congedai con un addio.


Negli anni il malefico esserino, nel tempo mi ha guidato male, mi ha detto che stavo camminando su strade che non esistevano, mi ha fatto percorre rotatorie improbabili, non ha mai detto please (altri navigatori, pare lo facciano, ma nel mio la gentilezza era un extra da pagare), ha ricalcolato milione di volte il percorso ed ogni volta che me lo ha comunicato l'ha fatto con una voce stizzita a farmi pesare l'errore.

Quando partii per l’Irlanda riguardai la scatola dell’apparato che garantiva una conoscenza delle mappe di regno unito e irlanda.
In realta’ avrei scoperto che quando alla scuola per navigatori spiegavano l’Irlanda il mio doveva essere assente perche’ in realta’ dopo avere sconsigliato di continuare in autostrada (il mio navigatore odia le autostrade) ci trovammo davanti pianure che si estendevano fino all’orizzonte, praterie, laghi e torbiere.


Eppure mi piaceva quell’Irlanda: ha un senso di aperto, di incontaminato, di fresco.
E poi tutto quel verde.
Ecco, perso, estasiato, mentre mi chiedevo come l’Irlanda facesse ad essere cosi’ verde, ecco che iniziava a piovere (ecco perche' e' cosi' verde!!!).


Ore dopo, avendo attraversato luoghi in cui nessun turista e' mai passato come Kells, Virginia, aver passato la frontiera con l’Ulster senza che il navigatore dicesse niente ed essermi reso conto di essere completamente fuori strada, feci cio’ che ogni uomo moderno-tecnologico dovrebbe fare: ho spento il navigatore ed ho ripreso il comando del mio destino.

Per orientarmi avrei potuto scegliere le stelle, ma quella sera erano oscurate da un cielo nuvoloso.
Avrei potuto orientarmi col muschio (orientatio ad muschium) che a quelle latitudine e nella umida regione dei laghi, col muschio che cresce ovunque si sarebbe trasformata in "orientatio ad muzzum". Allora, dopo  avere preso in considerazione l'idea di
scavare la truna per sopravvivere alla notte.Feci cio' che e' l'ultima risorsa di un uomo (e una delle prime delle donne): "ho chiesto indicazioni in un pub di Enniskillen".

Fu proprio cosi' che dimostrai la superiorita' dell'uomo sulla macchina e delle relazioni umane sulla tecnologia.
Cosi' la serariuscii ad arrivare dove avevo appuntamento, per Halloweeen: a Clones.
Il motivo che mi portava a recarmi in quello sperduto villaggio e a incontrare i suoi abitanti (Cloners) vi verra’ svelato nel prossimo post, fra qualche giorno.

Saturday, 22 October 2011

Dada qua a la': sul concetto di arte a Parigi.

Nonostante Parigi nella mia mente si confondesse con una massa idolatra di Ciellini senza dio (vedi post precedente), acconsentitii a tornare nella Ville Lumière.

Cosi’, arrivammo a Parigi un giovedi’ notte e, verificata la rassicurante presenza della Torre Eiffel dalla finestra del nostro albergo (ma immagino da qualunque finestra di Parigi), fummo pronti per vedere la citta’.

Dopo una colazione con croissant andammo a vedere il quartiere della Defense che anni fa m'era piaicuto e da li’ verso Nord-Ovest, a Poissy a vedere villa Savoye.
La mia ragazza mi spiega che e’ una pietra miliare dell’architettura.
Ogni architetto deve visitare Ville Savoye almeno una volta, cosi' come ogni islamico deve recarsi in pellegrinaggio alla mecca.


Mi viene spiegato che Villa Savoye e’ stata progrettata da Charles-Edouard Jeanneret-Gris detto Le Corbusier ovvero il Corvo.
Immagino questo architetto ossuto preso in giro dai suoi amici quan'era piccolo.
Vedo gia' le frasi tipo: "e’ arrivato il Corvo nascondete i LEGO".

Al piccoto Janneretto non rimaneva che giocare con le scatole vuote.
Come sempre, la piu’ grande arte nasce dalla sofferenza e anni dopo siamo tutti qui ad ammirare la nuova concezione di spazio con edifici che sembrano scatole posate, quasi soppese su pilastri sottili.

L’edificio di per se non e’ male. Purtroppo dalla sua concezione nacque il fenomeno del brutalismo architettonico i cui edifici si contraddistinguono per essere davvero brutali all’occhio umano.
Comunque c'era la Villa di Le Corbusier, arredata con una poltrona le Corbusier e c'era il museo di Le Corbusier. Lui, invece, non era in casa.

Il giorno dopo tocca a me decidere e decido di andare al Louvre che contiene molti quadri di uno dei miei pittori preferiti: Delacroix.
Entriamo dalla porta secondario (Rue de Rivoli) per fare meno fila, e andiamo a vedere i capolavori che esso contiene.
La concezione di arte pop, sta anche nella ripetizione di immagini di alto valore iconico: dalla Zuppa Campbell alla Marylin di Andy Warhol.
Nonostante il Louvre raccolga opere fino al 1855, l’iconicita’ del Louvre ha molto a che fare con l'arte moderna.
Ripetitivamente iconici sono i suoi visitatori, spesso uguali, asiatici e con macchine fotografiche come uguali sono i loro gesti: fotografano le opere d’arte.
Ma che senso ha? Se vuoi, i quadri li trovi su Google con una risoluzione piu’ alta.

Ma a loro non interessa: l’opera d’arte sta nel gesto futile, non nella foto, non nel soggetto.
All’inizio cercavo di evitare di finire nelle loro foto ma poi ho capito che la gente nelle loro foto aggiungeva arte all'arte e non ho interferito piu’ col loro gesto neo-da
daista. Ho anzi ammirato un asiatico fotografare il panino che aveva preso nel bar del Louvre, (forse ingannato dal fatto che il prezzo e' simile a quanto si paga per certe opere d'arte povera...cioe' parecchio).

Invero ho trovato eccessivo, quando, trovandomi a urinare in bagno apposito (mica in una fontana di Duchamp) un asiatico mi abbia fotografato il pipino e abbia esclamato MagrittianamenteCeci ne pas un pipin”.
Ah no? e che cazzo e’, pensai.

Quello che volevo dirvi e’ che a Parigi l’arte si confonde con la vita e viceversa.
...e questi luoghi per turisti tutto finisce con l'anadare oltre: in una dimensione surreale.
Per fortuna poi uscimmo e, satolli di arte, andammo a vedere la citta' normale, dove vivono le persone normali con mestieri normali e comportamenti normali...e ci dirigemmo sul Moulin Rouge.

Monday, 17 October 2011

Parigi o cara, (dell'eterna guerra tra illuminismo razionale e quell'altro).

La prima volta che vidi Parigi fu una quindicina di anni fa.
Un anno prima di andare in Francia agli scout ci avevano detto che si stava organizzando una grande spedizione per la giornata mondiale della gioventu'.

Ci avrebbero accoppiato con un gruppo francese ed uno del nord Italia e il tema della giornata pastorale era blah blah blah.
Il resto non importava: del resto si sa, Parigi val bene una messa.
Quando ci comunicarono che avremmo participato alla spedizione a noi scouts erano rimaste in testa solo due parole.
Accoppiare e francese.
Che nelle nostre testine testosteroniche tutto roteava attorno a quelle parole.

Questo basto' a dare a tutto l'anno seguente un orientamento particolare.
Visto che era il nostro ultimo anno di superiori ognuno studio' con maggiore passione tutto cio' che riguardava la Francia.

Ricordo che c'era chi iniziava a vestire di nero e a dire frasi sconnesse alla maniera dei poeti maledetti francesi.
Chi aveva cambiato il vino con il piu' neurotossico assenzio alla guisa dei pittori espressionisti estemporanei (tralaltro traendone giovamento).

Chi disuteva la filosofia cattolica inculcataci dal nostro assistente spirituale scout:,la curia ci aveva assegnato un gesuita (per punizione), ora si appoggiava ai filosofi illuministi rendendo le diatribe dialettiche interessanti, ancorche' assolutamente inutili.

Quando Gaetano si presento alla sede scout con un cappellino da esistenzialista (una coppola col picciuolo...altresi' detto piricullo) e tutti quanti, anziche' dargli del gaio "finocchio" capimmo la citazione, innalzammo le baguettes, e pieni di joie de vivre e di gioca jouer,  andammo a sciacquare i panni nella Senna: partimmo cantando allegri "Allons enfants de la Patrie...".

Dopo avere incontrato i ragazzi dell'Imola 1 ed avere fatto una settimana di campo mobile dalle parti di Metz, scendemmo a Parigi.
Parigi me la ricordo bella, solare, ma davvero piena, troppo piena di gente esaltata: non i Parigini, ma i papa-boyz.
In quei giorni erano dappertutto.

Davvero una brutta esperienza: ancora oggi ritengo che non ci sia niente di meglio come l'incontro con 1,2 milioni di papa-boyz esaltati, per farti rivalutare valori quali quelli della religione come una filosofia di vita silenziosa che non si impone agli altri.

Un pensiero interiore, un discorso sussurrato fra il proprio essere e la propria anima.
Insomma, niente di meglio che la giornata mondiale della gioventu' cattolica per farti rivalutare il buddismo come scelta di vita.

I papa boys ci assediavano. Qualcuno aveva proposto per andare a Pigalle per fuggire loro, ma li' erano ancora di piu'. Ricordo di certi terribli Ciellini che, dissero, di stare cercando di portare le giuovinette sconce sulla retta via...a me sembrava che stessero solo  contrattando (non ricordo bene se l'anima o il corpo delle fanciulle di strada).
Esausti da quelle grida continue avevamo pensato dove trovare un luoco mistico che li tenesse lontani.
Alla fine l'avevamo trovato.
Al Pantheon: alla tomba di Voltaire dove tutto era' ancora avvolto da un dignitoso silenzio: un isola di pace razionale in mezzo all'irrazionale furore dei fanciulli del papa.
Si dice che nel letto di morte, all'esortazione di un prete a rinunciare al diavolo e tornare a Dio abbia Voltaire abbia risposto: "Non è il momento di farsi nuovi nemici". ...Un uomo cosi' meritava l'ammirazione e il riposo in pace che gli viene conferito nel Pantheon.
Qualche anno dopo, invece, il corpo del papa morto verra' riesumato ed esposto alle folle idolatre di papa boyz.
 Bizzarie di questo, che e' il meno peggio dei mondi possibili.

Thursday, 29 September 2011

Al bimbo che in ognuno di noi (a seconda la dieta)

S’ incomincia con “il fanciullino di Pascoli”, si continua col telefono azzurro, con Tonio Cartonio che ti parla strano come se parlasse proprio con te.
I Teletubbies che ti ripetono le cose tante volte per essere sicuri che i bambini li capiscano bene.
Poi ci sono i Teletubbies che ti ripetono le cose tante volte per essere sicuri che i bambini li capiscano bene....oh, ho capito, sono bambino, mica stolido.


Non crescere mai, rimani sempre bambino.
Ah se tu fossi qualche anno piu’ grande, ma possiamo sempre restare amici.
E poi il proverbio cinese Bimbo mi chiedi cos'è l'amore? Cresci e lo saprai. Bimbo mi chiedi cos'è la felicità? Rimani bimbo e lo saprai.

E ancora i comunisti si mangiano i bambini, la fantasia al potere, vogliamo il mondo ora e subito...e per favore.
Insomma ti riempiono la testa sull’importanza di tenere innocente il bimbo che c’e’ in ogni adulto.
Poi uno, per predisposizione o volonta’ ci riesce veramente ed ecco che inventano la sindrome di Peter Pan del Bamboccione.


Il fatt
o e’ che il week end scorso sono andato a trovare Paoletta che biologa su nelle terre di mezzo (Midlands).
C’era un festival dove, tra gente sui trampoli, aragoste giganti, pesci volanti e fuochi, c’era un maiale di 30 metri dentro cui si svolgeva uno spettacolo.
Ma
solo i bambini potevano vederlo e non sono riuscito a capire cosa vedessero, ma sembrava divertente.
Ed per questo che il bambino che e’ in me c’e’ rimasto male.

Ma sapete che vi dico?
I
o soppravolo e il prossimo anno ci vado bimbomunito.
E sappiate bene che di noi bimbi e’ il mondo.


...e che se non saremo all’altezza a cui ci volete fare dipingere il mondo che voi avete disegnato....all
ora vi dipingeremo le scarpe.

La foto la feci quando abitavo a Dresda, nel 2007, ma spiega bene il concetto. Nevvero?
Ora via a Parigi per il fine settimana.