Thursday 1 April 2010

Di musiche, di film, di macchine pensanti sapienti

Quando arrivano i week end prendiamo ELISA  (la macchinina) e andiamo in giro per il regno unito.
La scampagnata inizia sempre con “lunga e diritta correva la strada” che mi mette di buon umore.
Invece la mia ragazza non ama quella canzone e mi chiede di toglierla.
A questo punto ho il potere di scegliere IO che musica ascoltare.

Una volta siamo scesi verso la Cornovaglia con i CSI.

Ammetto che per chi non li conosce possono apparire un po’ pesanti: con GLF che canta pesante  con voce sofferente.
A dire il vero soffre piu’ ora che quando era nei CSI: ora che si colloca tra alla Destra dell’ossuto Ruini e alla sinistra di Ferrara che un ateo-devoto-obeso inappetente.
Per il viaggio di ritorno le ho fatto scegliere la musica.
Avevo paura che tornasse con i Coldplay.
A me i Coldplay non danno troppo fastidio. Ma Elisa (la macchina che proprio non li regge): inizia a fare rumori strani.

Non credo che gli oggetti abbiano un anima (secondo la chiesa non ce l’hanno neanche gli animali) anche se il mio cane aveva piu' cuore di certi pretini.
Quando metto i Coldplay la macchina inizia a vibrare e fare umori strani....secondo me ad Elisa Chris Martin gli sta sui cerchioni.
Per evitare problemi armonici quello che e’ successo al Ponte Tacoma devo mettere un cd di Sufjan Stevens...perche’ ad ELISA piace molto Sufjan Stevens.
L’altra volta la mia ragazza ha scelto uno dei suoi cd.
Un vecchio CD dei Radiohead.
E cantava quella canzone che era alla fine del film Romeo e Giulietta dove Thom Yorke immaginava che i due anziche’ morire scappassero via dal film lasciandosi dietro le loro famiglie e le loro beghe. Le parole le trovate qua.
E lei cantava la canzone e la macchina non faceva rumore ed io guidavo in silenzio mentre il paesaggio che passava veloce dietro.....e il tutto sembrava una foto (come questa qua a Sx) o melgio come una scena di un film.
Sembrava proprio
un film romantico e bello, non proprio comico certo non triste e con un finale aperto (l’assassino e’ il maggiordomo). Magari la cosa non vi interessa ma in quel momento m'era sembrato una di quelle memorie da conservare per ricordarle quando si e' anziani davanti al camino.
Ed ho pensato di appuntarmelo qua.


Noi domani si va in Portogallo. Buona Pasqua a tutti.

Thursday 25 March 2010

Aspetta primavera, Bandini

La pioggia assuppaviddani (traduzione: assorbi-coltivatori diretti) e’ quella pioggia sottile e impercettibile ma continua che, non essendo abbastanza forte da fare smettere il lavoro nei campi finisce per cadere inesorabile sul contadino e “asciugarne” la salute.
Il giorno della partita Galles-Italia c’era proprio quella pioggia.
Riuniamo il gruppo di Italo-gallesi e andiamo allo stadio.
Dopo gli inni inizia una musica sempre piu’ forte e pressante e, tra le fiamme a bordo campo arrivo un giocatore gigante tutto vestito di rosso.
E’ Adam Jones, giocatore del Galles: lui guarda benevolo la sua gente dalle spalle larghe e le maglie rosse e la sua gente pensa: “dydy 'r farchogn" che significa: “ecco il nostro condottiero”.
Poi guarda beffarso noi italici bassini che, a scanzo d'equivoci vestiamo maglie color puffo e tutti pensiamo: “Mo e’ arrivato Fracazzo da Velletri”.
La partita inizia, cazzotti e pugni dietro le orecchie, ci schiacciano vicino alla linea di meta, con sapienti calci del nostro mediano d’apertura riusciamo a smarcarci, ma la palla torna a danzare sulla linea. Con calci a spazzare l’area ci smarchiamo.
Ma tornano, con calci alla viva il prete e secondo l’antica tradizione dell’arrunza sta minchia di palla riusciamo a liberare.
Verso la fine il risultato e’ di 26 a 3. Poi mettono in campo i bambini e riusciamo a fare 33 – 10.

Sconfortato dal gioco espresso e aiutato dalla locale birra Brains vado in bagno. I Gallesi sono dei chiacchieroni, alla fine torno dal bagno avendo capito molto piu’ della partita dai commenti che guardando il gioco. Ho capito la regola d’oro del rugby: quando non capisci cosa succede: vai in bagno.
La sera si va in discoteca, a me non piace, ma a volte si deve seguire cio’ che vuole il gruppo.
Ci sono una pista 70, 80 etc. L’eta’ non e’ quella della musica, ma della moquette.
Una moquette infima, spessa su cui hanno versato liquidi di vario genere e schifezze.
Qualcuno mi dice “non ti facevo ballerino”. Vai a spiegare che I piedi mi si sono appiccicati alla moquette e, provando a schiodarmi do l’erronea impressione di muovermi a tempo.

Comunque s’e’ fatta l’alba e ci dirigiamo verso casa.
Dormire in 9 nella mia casetta fa un po’ l’effetto campo scout.
Un misto di ossa rotte, stanchezza regressa e felicita’ interiore.
Ti mancano le forze, ma paradossalmente ti senti forte: la pioggia puo’ caderti addosso, ma non fa niente se hai riunito sotto un unico tetto le cose e le persone che ti fanno felice.

Friday 12 March 2010

La famosa invasione dei Panda in Italia

"Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa. E perciò continua a volare." (Igor Sikorsky)
Il Panda e’ un orso che nell’evoluzione s’e’ amminchionato a mangiare germogli di bamboo. Come orso e’ onnivoro: puo’ mangiare miele, pesce, carne.
Il Panda e’ un bell’animale pacioccoso, ma s’e’ scordato chi e’ e quindi si sta estinguendo.
Il calabrone e’ brutto, tozzo e fa impressione. Ma a chi non piacerebbe volare? E lui, contro tutto e tutti lo fa.

Ci sono posti che hanno un grande potenziale di sviluppo.
In questi posti l’energia non e’ solo nelle fabbriche o negli edifici ma nella gente.
Mi piaceva abitare a Dresda dove si stava colorando una citta’ dopo decenni di grigiore.
El orgullo Español di Cordoba si respirava a pieni polmoni a Ciudad Jardin e qualcosa di simile lo posso sentire qua in Galles.
Non erano posti ricchi, erano posti attivi in cui tutto sembrava possible.
C’era una grande potenzialita’, non del tutto espressa, ma c’era: e bastava a fare volare.


In altri posti ci si attacca ai privilegi accumulati negli anni e si diventa cons
ervatori per paura di perderli.
Per questo i miei due anni in Svizzera mi fanno dire che, nonostante sia ai primi posti per vivibilita’, non si vive tranquilli perche’ la gente che non vuole cambiare niente ha paura di tutto: che anche un minareto possa distruggere i privilegi ingiustamente acquisiti.

In Svizzera serve appena una generazione per dimenticarsi chi si e’: Gente i cui genitori arrivarono da emigranti dopo 20 anni votano contro l’arrivo di altri emigranti.
E l’Italia? L’Italia era un faro della cultura rinascimentale mentre ora  si contraddistingue per l’imbarbarimento generale.
Anziche’ capire che gli emigrati sostengono il welfare, giochiamo a colpevolizzarli. Contemporaneamente rendiamo i processi giudiziari inutili, attirando la peggiore feccia d’Europa.
Coltiviamo la paura e risolviamo tutto con barzellette e populismo.
A volte, leggendo i giornali, mi viene da sperare che i panda, incapaci di fare fr
onte alla realta’ attuale si estinguano al piu’ presto. Magari grazie al voto degli elettori onesti.
Oggi anti-patriottismo spicciolo.
Volevo fare anche del sano antiamericanismo ma m’hanno dato un aumento di stipendio del 25% senza che avessi chiesto niente  e non riesco ad essere cattivo col capitalismo americano.
Per l’anticlericalismo vediamo che si puo’ fare al prossimo post.

La foto del calabrone e' presa da qua.

Sunday 28 February 2010

Due o tre cose ch’io so sul rugby.

Qui in Galles il rugby e’ lo sport “nazionale”.
Del rugby sapevo solo poche cose: che se il calcio e’ uno sport violento il rugby e’ invece lo sport dell’amore (infatti in campo si sprecano gli abbracci).

Ricordo pure una conversazione con un mio amico fiorentino appassionato di rugby che  ad una cena spiegava che i piu’ forti erano i neozelandesi, che prima di ogni partita esprimevano cio’ che avevano dentro facendo la Haka.
I fiorentini aspirano la “C” come in lingua inglese si aspira la "H".
Li' per li' non mi sembro’ una grande cose: anche io, se devo participare ad una partita mi assicuro di andare in bagno per tempo.
Rimasi piu’ sorpreso quando disse che facevano la Haka in campo abbassando il busto allargando le gambe, tutti insieme, abbracciati e senza carta igienica (foto).
Da quando sono qua, gli indigeni mi hanno spiegato altre cose: il rugby si gioca in 15, e’ un gioco di contrasto e organizzazione/strategia.
Ogni squadra ha un tipo di gioco preferenziale (gli Inglesi hanno come arma l’alabarda spaziale, i Gallesi, i pugni  perforanti, noi il minacciosissimo carettino).

Il carrettino detto Maul (come il cattivo di guerre stellari), credevo consistesse nel mettere un chiosco di gelati semovente in campo, sperando che l’avversario si distraesse, invece e’ un altra cosa che e’ spiegata qua, pero’ ancora non l'ho capita bene bene.

Due settimane fa andando in centro citta’ per Galles-Scozia era pieno di Scozzesi, coi loro caratteristici gonnellini plissettati.
C’era un atmosfera molto allegra (nonostante la Scozia avesse perso, subendo ben 17 punti negli ultimi 10 minuti).
La gioia era stata tanta che il giorno dopo la polizia ha fermato uno dei giocatori del Galles che, ubriaco, era entrato in autostrata guidando un auto elettrica presa dal campo di golf dell’albergo.
A me l’idea di questo omone rubizzo che accelera al massimo (20 km/h) in autostrada alle 6 del mattino per fuggire alla polizia mi mette di buon umore.
Peccato che sia stato radiato dalla squadra (qui chi rappresenta il paese deve essere serio, a tutti i livelli, mica come certi nostri politici da barzellette: su certe cose non si scherza).
I tifosi Scozzesi in centro erano allegri nonostante la sconfitta ed ho capito che il pubblico del rugby e’ pacifico, colorito e molto pittoresco.
Questo fine settimana c’era Galles-Francia.
Non sono andato in centro: non sono ancora pronto per non vedere migliaia di tifosi col cappellino esistenzialista, le baguette sotto le ascelle e la torre Eiffel sullo sfondo.

Ho visto invece il Galles galleggiare e poi perdere 20-26 in un pub qua vicino .
La partita di rugby m’e’ piaciuta. Ancora di piu' l'atmosfera.
Vedro’ di prendere dei biglietti per Galles-Italia.
Devo solo imparare l’inno nazionale Hen Wlad Fy Nhadau (terra dei nostri padri) e trasformare il mio vestito da pancake gigante in una pizza.

Friday 19 February 2010

Ogni paese ha la festa che si merita

Nel Regno Unito S.Valentino non e' solo la festa degli innamorati, ma di tutta la gente che si vuole bene.
La confusione nasce probabilmente dal fatto che loro usino il verbo "to love" declinato in tutte le forme affettive dal "ti voglio bene" all'Ammore con la "A" Maiuscola (anche se poi la "A" era anche la lettera di Adulterabottana ne "la lettera scarlatta").


Quando uno non sa cosa fare per regalo deve pensare alla regola d'oro "fai agli altri cio' che vorresti fosse fatto a te."
Solo seguendo questa regola posso infatti spiegare perche' abbia regalato per la festa della mamma palloni da calcio, videocassette di
piedone e "Guerrilla" di Che Guevara.
In realta' la mia mamma m'ha confermato che quel libro e' un testo sacro della didattica italiana (la mia mamma applica il metodo Montessori (che recita "colpirne uno/a per educarne cento").
Seguendo la regola d'oro quest'anno, per la notte di S.Valentino io e mio fratello ci siamo ritrovati al concerto dei Bad Manners.
Ci siamo divertiti in media abbastanza.

Invece qui non c'e' il carnevale, non di questi tempi, almeno.
Ho chiesto e mi hanno detto che avevano una festa simile: il pancake day.
Un intero giorno dedicato ai pancakes (i cugini delle crepes e delle frittelle).
M'han detto che era proprio simile al Carnevale.

Poi qualche giorno dopo hanno aggiunto che infatti affonda la sue radice nella tradizione antica (quando ancora su quest'isola c'era ancora la Quaresima) e l'ultimo giorno prima del periodo  di digiuno quaresimale si prendevano tutte le cose zuccherate e si faceva festa.
Pero' questo me l'hanno spiegato dopo.
Io intanto ero arrivato al lavoro vestito da Pancake.

Nella seconda foto: una ricetta di Bigazzi: frittelle di gatto...gnam

Friday 12 February 2010

Me misero, me tapino: tra capo e collo m'e' arrivata la felicita'.

Non e' che ho dimenticato il blog.
Peggio....mi sono accidentalmente accorto di essere felice.
C'e' poco da scrivere se tutto va bene e non posso lamentarm o rinfacciare (che sono i miei passatempi preferiti).
La felicita' uccide anche i migliori scrittori, figurarsi quelli mediocri.

E' stato terribile: tutto e' iniziato una settimana fa: ero in Scozia per una conferenza e nell'albergo che era un castello, anziche' la cameretta standard, m'hanno dato la suite nella torre. Una stanza superaccessoriata con financo un fantasma di un re morto incluso.
La settimana e' continuata cosi': sono andato a ritirare la mia ragazza a Bristol e l'ho portata nel nostro nido (che detta cosi' sembra una cosa romantica, invece io chiamo nido il mio appartamento perche' e' pieno di spifferi).
Per finire la bellissima notizia che il mio regale fratello mi viene a trovare in visita ufficiale.


Io mi ricordo che una volta da piccolo ero in bici, scendevo una collina su un sentiero che seguiva il percorso del Meschio.
Mi sentivo felice e stavo nel sole con la bocca aperta e canticchiavo.
Finche' non finii per mangiarmi una mosca che era venuta a svolazzare sulla mia strada.....puah.
Ora sono contento, senza schiamazzi.
Una felicita' interiore.....dovreste davvero vederla, come ride la mia milza.

Sunday 31 January 2010

Daunbailo’....che comunque il gol di Turone c’era.

Non e’ che se ascolti buona musica vivi meglio, pero’ se ascolti musica di merda prima o poi il destino ti punisce.
La ragazza di Paolo, dopo 7 anni di onesta convivenza, a furia di ascoltare Beyonce cantare: “single ladies-put a ring on it ha iniziato a pretendere il brillocco.
Paolo racconta triste di comel’universo intero (Coelho in testa) abbia iniziato a confabulare per distruggere la sua felicita'.

Io qui avrei dovuto dire: "io te l’avevo detto di ascoltare musica minimalista, Dente, le luci della centrale elettrica, i Numero6, ma tu hai continuato ed ora ne paghi le conseguenze".
Ma in realta’ dissi: “ma cosa vuoi che sia, convivi da tanto, di cosa hai paura, non cambiera’ niente”.

Paolo dice che il matrimonio e’ cio’ che rovina il matrimonio: l’organizzazione. La madre e la nubenda sono in disaccordo con tutto.
Lui ha provato la tecnica scout detta dell'highlander (chiuderle in una stanza e lasciarle a regolare i conti finche’ non ne rimarra’ soltanto una)....ma c’e’ mancato poco che decapitassero lui.

Io qui avrei dovuto dire: "ed io? Che ho fatto il ganassa dicendo che mi sarei sposato dopo di te, sicuro che era un buon modo per prendere tempo? Che dovrei dire io?".
Ma in realta’ dissi:"dai e’ solo un giorno, tanto in quel giorno tu non conti niente....e da li’ sempre meno, per cui, non e’ che ti prendi le tue responsabilita’, in pratica le deleghi finche' morte non vi separa, non ti rimane che credere nella reincarnazione o nella sacra Rota".
Paolo aggiunge: “ma la vera cosa che mi da dispiacere ultimamente e’ la Juventus, che mi perde anche con la Roma”.
Io qui avrei dovuto dire: "suvvia figurati, che vuoi che sia, non cambia certo la tua vita, non e’ tanto importante".
Ma in realta’ dissi: che vada all’inferno, con i dirigenti incapaci, con i tifosi razzisti che vanno in Europa e fanno cori per offendere i neri (meno male che sono usciti dalla Champions League), con lo stile Juve, con quelli che rimpiangono Moggi e lesue telefonate intimidatorie e i suoi metodi degni de “il padrino” e con chi gli passava le auto per corrompere gli arbitri.
Se c’e’ un dio non sta coi potere forti e Gigi Meroni gli siede nelle vicinanze.
E comunque....lo dice anche la wikipedia che il gol di Turone c’era e stizzito e misi giu’ il telefono. 
E’ comodo avere due neuroni: uno per il calcio, uno per le donne e usarli in maniera differenziale.
Da questa chiamata nella testa di Paolo il problema piu’ grosso sara' la Juventus e questo assorbira' tutte le sue energie mentali.
Paolo arrivera’ meno stressato al matrimonio....forse l’ultimo pensiero prima che la sua testa capitoli, sara’ la telecronaca del gol di Turone. Come sono buono quando faccio il cattivo, io.


In realta' io i Numero6 non li conoscevo, poi ho letto questo post di TFM, apprezzato le canzoncine e scaricato gratuitamente gli album "dovessi mai svegliarmi" e "quando arriva la gente si sente meglio".

Wednesday 27 January 2010

Al mio fratellino

Se c’e’ una persona che stimo tanto a questo mondo.
Quella che, se non fossi me stesso vorrei essere, questo e’ mio fratello.
Mio fratello quando io avevo 6 anni un giorno me lo sono trovato accanto per caso: avevo visto che mia madre aveva la pancia piu’ grossa, ma siccome mi diceva sempre di non esagerare con la Coca-cola che gonfiava la pancia, io pensavo che la mia mamma quando non guardavamo si andasse a bere la coca cola di nascosto.

Come quella volta che i miei dopo che ero nato io s’erano messi a dieta tutti e due per solidarieta’.

Pero’ poi mio padre andava al lavoro e mia madre mangiava....cosicche’ alla fine mio padre gia’ magrissimo aveva perso chili e mia madre no.

Invece poi mi arrivo’ un fratellino.
Che all’inizio io non sapevo bene cosa farmene: quando arrivo’ provai a parlargli e a dargli dei giocattoli, ma lui, appena nato non era per niente collaborativo e si limitava a guardava con aria interrogativa.
Invece poi ha imparato a parlare e ridere e a giocare a calcio.
Che sembra una battuta e invece non lo e’: c’e’ gente che mostra tutta la sua qualita’ e carattere giocando a calcio.

Io mi diverto, faccio casino, ipnotizzo gli avversari con la mia scoordinazione, grida, sconquassi, mio fratello invece e’ etereo e pulito nel suo stile di gioco.

Parla poco, si muove veloce senza rumore, sembra altrove, quasi assente pero’ poi quando serve un colpo ad effetto riesce a mettere la palla dove nessuno avrebbe mai immaginato.

Il problema e’ che lui e’ proprio cosi’ anche nella vita: silenzioso, vigile, altruista e con un gran cuore per gli altri, non sempre con se stesso.

Io mi ricordo di lui quando aveva otto anni e giocava a calcio nei pulcini.

Aveva la fascia di capitano e aveva portato la sua squadra in finale.

Loro con maglie azzurre contro i rossi ungheresi del Debrecen.

Ed io, che avevo sempre tifato per le squadre dell’est per una volta volevo che vincesse lui (alla facciaccia della fratellanza fra i popoli comunisti).

La partita era dura: pioveva, c’era fango dappertutto e gli ungheresi sembravano piu’ grandi della loro eta’....quei grandissimi figli di Puskas.

Pero’ alla fine vinse mio fratello e pote’ alzare la prima coppa di una grande carriera che occupa un ripiano della nostra cameretta.
Se guardate bene in terza fila c’e’ anche il mio unico trofeo, una piccola targa che m’hanno dato una volta per un disegno.

La riconoscerete perche’ la mia e’ l’unica piena di polvere.

Mentre quelle di mio fratello sono pulite, grosse e lucenti.

Pero’ quel giorno era ricoperto di fango mentre alzava la coppa al cielo e rideva e sorrideva....e noi con lui.

Poi rimane da ricordarsi che ci sono partite che si vincono e altre che si perdono per sfortuna, perche’ a volte ci sta, o perche’ c’e’ capitato un arbitro infame.

L’importante e’ ricordarsi che c’e’ ancora tanto tempo, e un altra partita gia’ in programma per ritornare a sorridere come allora.
Le foto sono preso, la prima da qua, la seconda da qua.
Col post c'entrano e non c'entrano,ma non saro io alle 2.20 di notte a spiegarvi il senso di queste immagini.

Wednesday 20 January 2010

Radio. Before and after science.

Io ho troppi neuroni per ascoltare radio 105.
D’altro canto me ne mancano parecchi per potere ascoltare Marino Sinibaldi (Radio3).
Finora Radio2 era stato un onorevole compromesso ma con la nuova programmazione e il riallineamento sulle posizioni di (questo) governo la qualita’ dei contenuti s’e’ abbassata troppo.
Volevo scrivere un post per ricordarmi quando le radio erano piccole e belle.
Io sono nato nel bel mezzo di una rivoluzione: nel 76 iniziavano le radio libere.
Di quell’ondata di radio assurde, autentiche e genuine ricordo come la fantasia fosse al potere (forse pero’ anche noi eravamo piu’ facili da incantare).
Ricordo "Stereo Sound International": che io, dato il nome, immaginavo a contendersi con veemenza le frequenze internazionali, invece poi scoprii che si prendeva solo nel mio quartiere.
Lo slogan era “solo grandi successi”, che significava che per ridurre il budget compravano solo dischi di compilations con i pezzi famosi.
Negli anni 70 ero troppo piccolo e acquisii il lume della ragione nei plasticatissimi anni 80 (disprezzate pure la mia generazione ma voglio vedere voi a stabilire connessioni neurali con un sottofondo di “wild boys” dei Duran Duran.
Ricordo una radio che trasmetteva da Partinico. La citta’ che aveva dato origine al piu’ grande compositore dell’eta’ moderna, Frank Zappa
aveva una radio che trasmetteva esclusivamente trottolini amorosi dudu e dadadaaa.
Il mio DJ preferito pero’ era Nick the night fly (che si traduce “Nicola la notte vola” o anche ”Nicola la notte mosca”).
Aveva (ed ha) una voce calma che cullava anche perche’ in sottofondo si sentivano gabbiani e delfini new-age.
 Con quest’ atmosfera mi addormentavo sempre entro 3 canzoni.
A volte poi, mannaggia li pescetti mammiferi (i delfini sono mammiferi) sognavo cose molto psicadeliche (piu’ delfini e gabbiani scagazzoni che “psichedelia-Grace Slick”).
Negli anni 90 le radio erano meno piccole, meno improvvisate e iniziavano ad uniformarsi ad uno standard piu’ professionale e commerciale.

Siccome dal giornalino della scuola era avanzato molto materiale.
Io e un mio amico chiedemmo di fare un provino nella radio locale per avere un programma: un contenitore dove mettere quei racconti, articoli e facezie varie insieme con un po’ di musica allegra e ottimista tipo Joy division e Nirvana.
All’inizio ci dissero che ci avrebbero dato un programma domenicale in notturna.
A me piaceva l’idea di parlare alla gente a quell’ora, quando tutto e’ piu’ lento e si sedimenta (finche’  le palpebre diventano pesanti e si chiudono).
Poi ci fu un cambio editoriale e la domenica divenne un giorno da santificare radiofonicamente.
Quando chiedemmo com’era finita col “nostro” spazio e quando potevamo cominciare ci dissero che praticamente potevamo solo scegliere la musica tra un intervento (piu' o meno divino) e l’altro.
Possibilmente musica strumentale per non distrarre dalla trasmissione tipo “uomini e profeti”. La domenica successiva mi presentai con un po’ di album di Fausto Papetti presi dallo zio, appassionato di sax e belle copertine di dischi (clicca per vedereuna carrellata di coeprtine di dischi di Fausto Papetti).
Quella fu l’ultima volta che mi chiamarono. Non vidi piu' i mix, i piatti ed i cartoni di uova sui muri che insonorizzare lo studio di quella povera, piccola ma un tempo libera radio.Ora aspetto che i tempi siano maturi per le internet radio.
Ho messo una nuova testata al blog, ma internet explorer non la faceva vedere. Poi grazie alle pervicace insistenza di Psycho siamo riusciti ad avere la testata visibile per tutti. Siate grate a costei, mentre io vado a cercare nel vocabolario se "pervicace" significa quello che penso.

Saturday 9 January 2010

La truna dell'ego

I britannici (al secolo perfidalbionici) sono convinti di abitare un isola tropicale.
Solo cosi’ si spiega perche’ si ostinino ad indossare minigonne e spalmarsi di crema solare quando fa un freddo barbino e spunta un sole che piu’ che timido e’ sociofobico).

Ma forse e’ meglio raccontare l’odissea dall’inizio.
Musa, quell'uom di multiforme ingegno

Dimmi, che molto errò, poich'ebbe a terra.

Infatti dovevo atterrare ebbere a terra a Londra, ma per un fato beffardo (i fati si dividono sempre in beffardi e avversi, la fortuna invece l’e’ sempre culo) durante il volo l’aeroporto venne chiuso per neve, cosi’ ci dissero che dovevamo continuare verso Nord.
 
Quando atterrammo ci dissero che eravamo a Leeds non ero sicuro di sapere dove fossi, guardando il panorama fuori dall’aeroporto capii di essere molto vicino al polo Nord: regno del “mitico Thor”, pensai che se atterravamo tra ranger del Nevada di Capitan Miki era peggio.
Cercai di ricordare meglio la mappa e il mio passato calciofilo mi ricordo’ che mi trovavo nella provincia dello United (Leeds United si trova a Nord di Sheffield United e ad Est di Manchester United....ma piu’ a sud dello Yorkshire (contea di cani antipatici).
Uscimmo dall’aeroporto senza sottoporci ai nuovissimi body scanner (vedi foto) della cui efficacia, io che li ho sempre visti pubblicizzati su “il monello ho sempre dubitato.
A notte fonda arrivo' un autobus che viaggio' per tutta la notte
per riportarci a Londra.
Qui ci dissero che i treni non andavano, gli autobus arrancavano, l'insalata era nell'orto, pane e vino ci mancava,
maramao perche' sei morto; la peste infuria, il pan ci manca, sul ponte sventola bandiera bianca. Decisi pertanto di affittare un macchina e dirigere sul Galles.
Dopo aver pagato mi indicarono un cumulo di neve. A giudicare dalle dimensioni doveva avere  affittato un torpedone.
Spalando via l’eccesso risulto’ essere una Volvo: una sicura macchina cinese.
Prima di partire dovevo rimuovere lo spesso strato di ghiaccio sul vetro.
Mi serviva un raschiaghiaccio (ice-scraper).
Purtroppo gli affittamacchine li avevano finiti (essendo un paese tropicale ne avevano presi giusto due).
Feci come gli antichi e con un bue e un asinello e scongelai il vetro.
Con la macchina andava bene.
La neve, pero', risveglia la parte bambina di tutti noi, e chi e' piu' bambino di un camionista? Guidando i loro giocattoloni  2 camion e 3 tir avevano fatto un incidente tutti insieme.
Ci dissero che ci sarebbero volute due ore per riaprire l’autostrada.
Intanto iniziava a nevicare forte.
Pensai a cosa potevo fare, poi mi resi conto che avevo con me tutto cio’ che mi serviva per sopravvivere:
Presi dal mio zaino un cd di Bob Marley, e questo basto’ a fare sciogliere il gelo attorno alla mia macchina.
Poi aprii il pacco di dolci e biscotti che dovevo portare ai miei colleghi.
Erano dolci fatti con le mandorle e li cuddureddi i tipici dolci natalizi fatti con cioccolata, noci e fichi secchi.
Mentre me li mangiavo tutti (ai miei colleghi avrei cercato di portare qualche altro prodotto tipico: un carretto siciliano, una testa di cavallo, un disco di Battiato).
La neve scendeva ma io ero molto tranquillo (e satollo).
Nella mente mi frullavano questi pensieri di saggezza siciliana "l’acqua mi vagna, lu ventu m’asciuca, calati junco ca passa la china" (l'acqua mi bagna e il vento mi asciuga: piegati o giunco finche’ non passa la piena).
E’ impossibile preconizzare gli imprevisti, e’ inutile arrabbiarsi per cio’ che non possiamo controllare. Ci vuole capacita’ organizzativa e spirito d’adattabilita’.
Ci sono voluti anni ma posso dire che oggi questo e’ il mio karma weltanschauung.
Va beh, ci ho provato a buttarla sul filosofico, ma il vero motivo per cui ero cosi’ felice, era che, dopo averla studiata in teoria per tanti anni agli scout, per la prima volta avevo abbastanza neve per scavare una truna di sopravvivenza.

Le foto sono prese dal sito della Nasa, Animamia e Meridth Gimbel.

Wednesday 30 December 2009

Egregio Lettore,

Con difficoltà vinco la riservatezza che ha contraddistinto il mio modo di essere e approfitto di questo post per fare un bilancio di quest’ultimo anno trascorso.
Visto che non dispongo di mezzi per fare l’effetto “reti unificate” apprezzerei se tu potessi aprire lo stesso post usando diversi browser.
Ripercorriamo pertanto il 2009 attraverso le parole chiave che lo hanno contraddistinto.
A- Amore vince su tutto.
B- Barbarossa n.p. Babbo Natale. Ammettiamolo: non è Finlandese e non lavora per la coca cola ma è pur sempre l’uomo rosso un tempo conosciuto come il santo Nicola di Bari…ma tutto ciò non è un buon motivo perché D’Alema faccia cadere Nichi Vendola.
C- Crisi non esiste. 
E- Elisabetta Canalis Non so se ci rimanevo più male quando stava con Vieri o ora che sta con Clooney.
F- Facebook Federico II Hohenstaufen Stupor mundi, mica pizza e fichi.
G- Guzzanti padre s’è riveduto ma è scomparso dalle scene.
Forse st’anno han passato un bel Natale in famiglia.

I- Italia 150 (anni dell’unità di Italia). Nonostante gli “Italia 1!”.
J- Jesus Tornasse sulla terra, sarebbero amari per tutti (Jesus l’amarissimo che fa benissimo)
K- Ku futti futti chi diu pirdona a tutti. Linea di governo.
L- Lega Lombarda Rido ancor’ oggi nel pensare i Serenissimi chiusi nel loro barattolo-Tanko. Grande happening artistico per rinverdire i fasti di Piero Manzoni.
M- Minareto Parola veneta, ricordo di infanzia. Mi n’a reto: io non ho retto. Sull’incapacità degli alpini di stare lontano da Grappa.
N- Nettuno è perfetto.
O- Onestà e Scudo fiscale. Promettere ai disonesti di fare rientrare 95 mld di euro promettendo di non controllare da dove venivano è stato un bel regalo alla mafia non un segno di forza della nostra economia.
P- PUNK! Il Punk non è morto. E’ andato al potere. Dopo anni di predicare il “no future” e il nichilismo, Silvio l’incarna il punk. Considerando che i bulbi piliferi vengono presi da posti scogniti Il neo-punk rispetto al vecchio punk si caratterizza per la cresta riccia.
Q- Quo Vadis? Sempre in fondo a destra.
R- Ricavo e profitto. La vil pecunia è il motore di ogni azione umana. Ma anche la figa.
S- Sinistra. Ora dirò qualcosa di sinistra, poi mi contraddirò, mi scinderò, e infine scenderò sotto il 5% così che nessuno dirà più niente di sinistra.
T- Tumblr capissi come funziona, io quasi quasi lo aprirei.
U- Utopia. Moro è stato ucciso dalle BR.
V- Viabilità Viale Europa: l’idea di fare posteggiare su una corsia a lisca di pesce e sull’altra a cazzo di cane non m’è sembrata geniale.
W- WTF. Già. What the fuck? E chi minchia ni sacciu ju.
X- Xilofono. Io per esempio, da grande voglio imparare a suonare il Theremin.
Y-Yes we can. Do we?
Z- Zorro era il cognato di Al Bano. Poi si chiede perchè il Vaticano non gli perdona il divorzio.

Questo per il 2009. Chissà cosa ci riserverà questo 2010. Vi auguro di realizzare l’85% dei vosti desideri. Così imparate a non limitarvi nei sogni e capite l’importanza del non rimanere sprovvisti di margini realizzandoli tutti.

La foto della marmotta me l'hanno data i cuginetti Ettore ed Elena.

Monday 21 December 2009

Caro Babbo Natale (post natalizio d'orgoglio forcaiolo)


Da bambino mi venne detto che se volevo il trenino ed ero stato buono l’avrei potuto chiedere a Babbo Natale (in qualita' di protettore delle ferrovie?).
Una vecchia zia che votava DC mi disse di chiederlo a Gesu’ Bambino, ma io dissi che visto che la scatola era grande e non adatta ai bambini sotto una certe eta’, preferivo che se ne incaricasse il vegliardo piuttosto che il neonato.

Quando lavoravo nella
DDR, Peggy mi racconto’ che aveva sempre avuto paura del Natale, infatti, per i bambini tedeschi se eri stato buono, ricevevi una ricompensa (cd di Falko, Leningrad cow-boys o cassete di gurken da mangiare prima di andare a nanna), ma se eri stato cattivo, il buon vegliardo non avrebbe lasciato niente; sarebbe intervenuta una figura chiamata “Black Peter/Zwarte Piet (o con altri nomi 1, 2, 3), che percuoteva il/la piccolo/a con una scopa di saggina.
Io Peggy non l'avrei toccata nemmeno con un fiore.
La figura di Black Peter, era rappresentata come un emigrante nero.
Ho scoperto che e' presente in molte culture (in Francia dove e' le
Père Fouettard al terribile Krampus austrico).

Al di la’ delle storie.
Mi fa pensare che mentre per noi Italiani finisca sempre a
tarallucci e vino, nel resto dell'Europa si cresca con il concetto di “certezza della pena”.
Niente ricusazioni dei giudici (nessun lodo Alfano puo' battere cio' che e' scritto nel libro di Babbo Natale), niente ricorsi per allungare processi fino alla prescrizione, levando mezzi alla giustizia: le volanti (renne) di babbo Natale non hanno mai avuto problemi di carenza di benzina;
Il piccolo (ma non basso) accettava il giudizio e si faceva processare.

  Caro Black Peter lo so che a te nessuno scrive.
A te che sei nero e, per come ti trattano avrai anche ben il diritto di essere incazzato (a proposito sei in regola o Babbo Natale ti paga in nero come quegli imprenditori che si lamentano degli immigrati delinquenti e poi non  mettono in regola i loro dipendenti?)
Se puoi, ti prego di accogliere una gentile richiesta: passa le Alpi e fai un po' di pulizia di tutti quelli che anziche' ammettere che si sono comportati male danno la colpa ai giudici che fanno solo il loro dovere inquisitorio.
Proprio come te.
Insegna ai bambini che chi si comporta bene non ha niente da temere, ma che c'e' una punizione per chi di proposito combina danni che mandano le famiglie sul lastrico (altro che processo breve per Tanzi e co.)
Loro hanno dei media potenti, tu solo una scopa, eppure sono certo che se saprai farti strada tra quelli che vogliono rottamare la tua scopa con un aspirapolvere nuovo (scansa le accarezzatrici di materassi delle televendite);  riuscirai a fare pulizia di questa mondezza che da anni si accumula nel mio paese: voglio un paese normale.

l'Italia e' il paese che amo e l'amore vince sempre.
Buon Natale a te alla tua famiglia lontana.

Falloppio
Per favore, non usare la violenza altrimenti chiudono Facebook e i servizi segreti devono tornare a lavorare davvero.

- Volevo salutare i miei visitatori da Giove (guardate qua). Non so se montarmi la testa pensando che mi seguono dal sistema solare o pensare che possano essere i miei vecchi amici del Terni IX di Narni (che mi mancano).
- Il post l'avevo postato nel 2007 in un altro blog. Chiedo scusa a yet che era l'unica che l'aveva gia' letto.
Altri post natalizi degli altri anni sono qua:
1, 2, 3.