Saturday 17 July 2010

Un giorno come tanti, ma con qualcosa in meno.

Era un di quei giorni quando piove, ma in una maniera positiva. In autostrada avevo gia' visto 3 arcobaleni.
Poi Nation radio (che si chiama cosi' ma in realta' si prende solo nel Galles del
sud) aveva messo su una  canzone di quelle che ti mettono di buon umore ; tipo gli Svedesi  "I am from Barcelona".
Insomma, entrando a lavoro ero abbastanza sicuro che sarebbe stata una bella giornata.
In mattina avevo l'ultima lezione di un corso sul come comunicare efficientemente informazioni e oggi ci toccava dare una "lezione" applicando cio' che s'era imparato.
Io ero contento perche' Ester aveva detto che ci avrebbe insegnato a parlare coi morti e ottenerne risposte e aspettavo fiducioso pronto a cogliere ogni suggerimento....tipo un "15 e 68 sulla ruota di Napoli".
In realta' spiego' il linguaggio dei segni,che aveva detto che ci avrebbe insegnato a comunicare coi sordi (deaf people), anziche' coi morti (death people)*.
Comunque e' stato interessante, sicuramente utile.
Al momento sto approfondendo come si dicono le parolacce. Anche la mia lezione su
come fare le moltiplicazioni complesse usando disegni anziche ' le tabelline e' stato un successone (che se al ci fossero meno commercialisti e piu' disegni ci sarebbe anche molta piu' felicita').
Di buon umore avanzavo verso il pranzo.
Qua nel Regno Unito non si mangia male; comunque meglio rispetto a Germania  o a Ginevra.
O magari e' anche vero che dopo  vari anni di emigrazione mi si sono abbassati gli standard culinari.
Mentre di buon umore ponderavo tutto cio' abbastanza fiducioso che tra il menu standard, quello salutista scansando quello per vegetariani (che siamo uomini mica panda o conigli) avrei trovato qualche approviagionamento edule di mio gradimento.
Fu proprio allora che, la vidi: una torta che omaggiava la star di questi mondiali: Paul the Octopus (Polpo-Paul) ottagonale, ricoperta di polipi di zucchero colorato che, giocando col plurale di Octopus che in inglese e' Octopi (pronuncia octopai), era diventato una torta (pie pronuncia pai): la terribile Octopie.
Uno dovrebbe imparare a vivere coi propri incubi (vedi disegno sopra); ma il giorno, accelerando improvvisamente duro' poco piu' e si stempero' in un inutile sera... come diceva Rossella "e fu sera e fu mattino: altro giorno".
E presto un altro giorno
fu.

* I am going to teach you how to communicate with the deaf people (not with  the death people).

Friday 2 July 2010

Sul fascino borioso della borghesia (e di come io sia fascinoso).

In un epoca in cui non esisteva ancora il download e comprare un cd costava un mese di paghetta, era chiaro che si saccheggiassero i porta-cd degli zii.
Il porta cd di zio Nicola era un monumento.
Sopra c’era una sua vecchia foto con Miles Davis e altri 3 tizi  (anche se  in quella foto mio zio ha la faccia  di uno che passa per caso ed e' inquadrato per sbaglio).
Poi c’e’ un altra foto dove e’ barbuto e magro (i pantaloni non si vedono ma sono sicuro che sono a zampa d’elefante) su un palco dei Radicali con una giovanissima Bonino.

Il comizio e’ a favore del divorzio e in questo mio zio e’ stato coerente, visto che non s’e’ mai sposato.

Guardando quel porta-cd ho sempre pensato che la musica per lui rappresentasse la giovinezza e la ribellione.
Il rock, molto jazz, perche’ in Sicilia, dove le mamme inseguono i figli per fare loro m
ettere i vestiti della domenica, non e’ che si puo fare i punk....al massimo ci si concede la liberta’ e la ribellione intellettuale del jazz.
Poi c’erano anche dei cd di Peter Gabriel e dei Genesis....e quelli io non li ho mai capiti: troppo leggeri, futili, pieni di troppe note e reazionariamente in contrasto con la rivoluzione permanente che traspariva dale altre foto (anzi, da certe foto la testa riccia di mio zio fa trasparire piu’ la permanente che la rivoluzione).
Stamattina andavo al lavoro soddisfatto ascoltando l’ultimo cd dei Vampire weekend e mi sono reso conto di quanto richiamassero la musica di P. Gabriel.
Mi sono pertanto chiesto se fossi diventato borghese.

Mi sono ricordato di Rob che mi aveva chiesto se  questo weekend mi andava di andarmi a incatenare con lui e altri suoi amici comunisti per impedire l’abbattimento di una casa occupata-centro sociale per fare posto al solito supermercato.
Certo, compiessi questo gesto proverei a me stesso di non essermi imbor
ghesito, almeno non ancora, probabilmente non del tutto.
Poi ho pensato che questo weekend vado a visitare Oxford con altri amici.
Ho immaginato Rob davanti a un cancello e mi sono augurato che gli piovesse  addosso tutto il tempo.
Perche’ si sappia, che noi borghesi di un certo livello siamo proprio degli esseri bastardi dentro.

Saturday 26 June 2010

Fuoco cammina con me.....ma cammina lontano altrimenti mi brucio.

Per capire come sara' il futuro e' facile: basta leggere i segni che ci circondano.
Romolo e Remo, per esempio osservavano gli avvoltoi per decidere chi gli dei avevano scelto per fondare Roma.
Qui in Galles io di avvoltoi non ne ho visti in giro per cui mi limito a interpretare la qualita' della giornata dalla canzone che la radio trasmette mentre arrivo al lavoro.
Oggi hanno messo  
"Pocket Calculator" dei Kraftwerk .
Affrontare una giornata pesante con una conzoncicchia della minchia che rimbalza in testa non e' gia' il massimo.

Durante il group meeting il capo decide di approfondire i nostri profili psicologici.
Alla fine del test viene fuori che la mia compagna di scrivania appartiene al profilo "
Harmony": colei che ristabilisce l'armonia nell'ambiente che la circonda.
La ragazza che mi siede di fronte, invece appartiene al profilo "
Positivity": tipico di colei che diffonde ottimismo ed entusiasmo intorno.
Il mio profilo e' quello che mi aspettavo (non essendociil profilo grevio) ho il profilo strategico.
Mi rendo conto che mentre leggo suona come "colui che prende a calci in culo armonizzatori, positivisti e anime belle varie, per raggiungere lo scopo preposto".
E con questo mi sa che mi sono giocato il caffe' alla scrivania a colazione e altri privilegi.

Uno gia' si sente un po' orso e viene percepito come scorbutico; in piu' a pranzo il cuoco mi consiglia di mangiare il puff.
Accetto, ma mentre mangio mi sento un po' Gargamella che mangia i puff (puff significa sfogliata).
Dentro il puff, ci sono funghi....e si sa chi abita nei funghi: i
puffi.
Ora vado a casa mentre si gioca la partita Italia-Slovacchia.
Non ascolto la radio per non sapere il risultato ma mi aspetto che la vittoria
possa schiacciare tutte le ironie che mi hanno accompagnato, da emigrante italiano, dopo il pareggio contro i kiwi.
E' stata una giornata lunga ma so che appena leggero' il risultato, il sapere di potere tornare a  sognare un'altra coppa del mondo mi regalera' una serata serena.

Ora ho finito di scrivere questo post. Chiudo il file di word e apro Firefox.
Aspetto che carichi il sito e leggo il risultato.

Ma vaffanculo.

Tuesday 22 June 2010

Le ultime cartoline di Jacopo Ortis.

Il calcio e’ uno sport per femminucce (Sissy’s sport) e d’ora in poi guardero’ solo il rugby dove ci si picchia e ci si mena, poi si fa il terzo tempo dove si beve birra e si gioca a chi riesce a fare il rutto piu’ sonoro (che viene misurato con l’applausometro del Karaoke) e a chi fa pipi’ piu’ lontano.
In quest’ultima specialita’ ammetto di essermi tolto delle belle soddisfazioni.

Dovendo cercare altre occupazioni visto che non ci sono mondiali da seuire devo dire che io adoro il Galles quando non piove, il che me lo fa apprezzare il 50% del tempo.
Ultimamente e’ bellissimo.
Queste ultime settimane sono state assolate, piene di festival musicali, “Shakespeare in the garden” cioe’ nel giardino (che ognuno dispone del giardiniere che si merita) e poi devo prepararmi che mi mandano per un business trip a Miami, Florida.
Mi hanno detto: in Florida stanno arrivando gli uragani e la chiazza di petrolio della BP. Mandiamo te: vedi che puoi fare (non ho capito se c'era dell'ironia).

I preparativi per il viaggione americano (che quindi il grande trip: il trippone) consistono nel cercare capire da chi sia abitata la Florida:
E’ fatta da pensionati che cercano di votare in maniera confuse familiari di Bush?
Oppure si tratta di spiaggie, caldo tropicale e donne bellissime Portoricane?
In entrambi i casi cercare mi sa che non sbaglio a comprare su E-bay uno stock di magazzino di camicie a fiori grossi, tropicali (quelle che ti fanno prendere per gay in qualsiasi posto del mondo).
Tranne che in Florida.
Poi mi servono una Ferrari, un sigaro e dei baffi (vedi foto) per diventare cioe’ Magnum Principal Investigator (Magnum PI).
Il piu’ grande investigatori di gelati.
Comunque lasciamo stare il futuro prossimo e concentriamoci sul presente
Oggi e’ il solstizio estivo e molta gente va a vedere sorgere il sole a Stonehenge (
che ricordiamo essere la piu’ antica rotatoria d’Inghilterra).
Solamente in quest’occasione ‘ permesso infatti toccare le pietre, catturarne le energia che scaturisce quando il primo raggio illumine il cuore del complesso.
Penso proprio che con la macchinina andro’ la’.

Queste pietre, in giorni che godono di particolari triangolazioni astrali, titillano l’inconscio primordiale dell’uomo facendone liberare l’energia latente.
Va da se che la stupidita’ aveva un ruolo di primo rilievo nell’inconscio primordiale dell’uomo primitivo.
E vedere migliaia di cretini che abbracciano delle grosse pietre bagnate e’ a suo modo uno spettacolo della natura.


Premesso che come dice Berlusconi siete i piu’ ricchi d’Europa e come dice Lippi non ci sono fenomeni in Italia.
Insomma siete un popolo di superpagati fancazzisti per cui non vi potete lamentare con me che scrivo di rado =).

Monday 7 June 2010

Giovinezza, tecniche seduzione e pirati.

Ho fatto questo sogno.
Dove in semifinale affrontavamo l’Argentina. L’Italia stava perdendo 1-0 e c’erano solo venti minuti per ricuperare, allora l’allenatore mi manda in campo ed io entro tra le ovazioni del pubblico festante.
La scorsa settimana ero alle Baleari per un addio al celibato. In inglese l’addio al celibato si dice “stag-party” ovvero festa del cervo.
All’inizio non capivo il perche’, poi invece si: immaginatevi un gruppo di 18 ragazzi di cui 9, piu’ giuovini sono in piena tempesta ormonale mentre gli altri 8 sono giuovini anziani che sentono ormai stringersi lo scorsoio del cappio della cravatta che mette fine alla giovinezza.

Poi ci sono io. Che ovviamente sono al di sopra delle parti:  tanto saggio, ormonalmente bilanciato e in pace con il mondo (chi mi conosce dice che vengo meglio nei post e nessuno dovrebbe mai conoscere dal vivo).
Ci prepariamo con cura, ci vestiamo eleganti e partiamo all’arrembaggio gonfi e tronfi di ormoni e speranze.  Una ciurma di pirati moderni. Anch’io mi sento un po’ un pirata (ed uun signore, ma professionista dell’amore non tanto).
Ci sediamo al ristorante, Ci prendono per una comitiva di omosessuali. Qualcuno propone di far fare un giro di chiglia al cameriere che ha fatto il commento. Propongo di presentarci come una squadra di calcio.

Causa ebrezza la proposta e’ accolta. Sono nominato manager della ciurma di un ubriaconi...certa gente ha tutte le fortune.
Andiamo a ballare a Palma di Mallorca in un posto che e’ piu’ o meno come io m’immagino l’inferno. Solo con musica peggiore (acid-house).
Questi sono i posti che odio: a che serve sapere le lingue se si va in posti in cui non si puo’ nemmeno chiacchierare? Io odio le discoteche. Ricambiato.
Uno dei ragazzi conosce delle Norvegesi in vacanze e decide di portarle a bere da qualche parte.

Tutte le speranze di concupiscenza molesta del resto del gruppo sono vane. L’effetto gruppo di leoni che circonda il branco di gazzelle le ha fatte fuggire tutte.
Probabilmente le gazzelle  seguono i documentari e conoscono tutte le tecniche di conquista delle prede. I giouvini conquistatori, invece, quando ci sono i documentari guardano le partite di Champions League e i risultati si vedono.

Ormai e’ arrivata l’alba e i locali chiudono. Ci buttano fuori.
Quando spengono i laser e la musica l’effetto e’ alienante.
Fuori, c’e’ l’alba, e un fornaio che prepara il pane e dolci. Gente seria, lavoratrice, mica come noi.
A proposito ritroviamo il nostro amico andato con le Norvegesi.
E’ ciucco-sbronzo. Ovviamente le ragazze Scandinave sono lucidissime e ce lo consegnano come un pacco recapitato all’indirizzo sbagliato.
E’ sempre bello notare che noi latini, in confronto con certe culture nordiche finiamo sempre col dare il peggio e accucchiare sonore figure di merda.
Poi, per fortuna, ad un certo punto si cresce tutti. Prima o poi anche noi italiani diventeremo adulti. Alcuni si scopriranno semplicemente vecchi saggi o vecchi bavosi, a seconda.

Allora nel sogno, io entravo negli ultimi minuti. Faccio il Grosso, nel senso del difensore laterale.
La squadra avversaria e; fortissima.
Gli attaccanti mi scappano piu’ volte e segnavano 5 goals.
Un tempo nei miei sogni li avrei fermati e avrermmo vinto la partita.
Poi pero’ sono cresciuto anche io. Perdendo un po’ dell’ingenua capacita’ di illudere che accompagna i giovani.

Thursday 27 May 2010

Della prima volta che riuscii a sopravvivere senza la cucina di mia madre e di come questo renda forti (ma non voglio dire che la mia mamma cucina pesante).

Torno in Andalusia.
10 anni fa e’ iniziato tutto qua: perche’ se avessi avuto un Erasmus di merda, incontrato gente terribile, oggi non sarei cio’ che sono.
Invece ho incontrato gente spettacolare e mi sono sentito a casa in un posto straniero. E queste son cose che ti segnano: che a incontrare gente cosi’ uno finisce che ripone fiducia negli uomini, nelle persone, di culture diverse, con storie e vite differenti dalla mia e per questo interresanti da ascoltare.
Per questo dico che l’Andalusia ora e’ un po’ casa mia.
La prossima volta che lascio casa devo ricordarmi di lasciare le finestre aperte, che c'e' un caldo porco (dai 10 gradi del Galles all’alba ai 30 di Siviglia).
Il congresso va bene: conosco gente in gamba.
La seconda sera scendiamo per la calle, en el barrio Santa Cruz.
La gente e’ distratta: c’e’ il Siviglia in finale di Coppa del rey (l’omologa della Coppa Italia). Il Siviglia vince 1-0 sull’Atletico Madrid.
Per strada c’e’ una gran festa.
Gente nelle fontane.

Sono combattuto: non ho nessuna ragione per buttarmi dentro una fontana (se non lo sperare che le 3 ragazze che sono con me mi seguano fino all' elezione di Miss Maglietta bagnata nel tripudio generale).
Pero' io ricordo i miei compañeri di piso che mi dicevano che i proletari e gli operai sono del Betis (l’altra squadra di Siviglia: bianca e verde).
I fighetti ben abbienti sono del Siviglia.
Detto cio’ io e i miei compañeros ci siamo sempre detti del Betis, operai e proletari.....il che e’ notevole visto che nessuno di noi possiede prole o e’ mai entrato in una fabbrica per capire cosa fosse il lavoro.
Allora ci limitavamo a frequentare l’universita’. Quella di Siviglia e' nella Reale Fabbrica di tabacco, dove lavorava la Carmen. Forse hanno una laurea in tabaccologia.

Il congresso finisce Venerdi’ notte. L’aereo e’ domenica mattina.
Il sabato decido di seguire la ragazza Russa che vuole visitare l’Alhambra giu' a Granada.
Vi ritorno per la terza volta ed e’ sempre bellissima:
la bellezza delle montagne innevate della Sierra Nevada, bianche nonostante il caldo afoso, le fontane, i giardini, il palazzo non grandioso, ma perfetto mi fanno intuire la grandezza dell’idea del paradiso islamico. Eccetto quella cosa delle 40 vergini che saranno anche difficili da soddisfare...c’e’ il rischio di morire d’amore eccessivo.

E queste cose le pensavo all’aeroporto.
Un po’ rincoglionito dalla stanchezza del viaggio, dal vino tinto che in Spagnolo significa rosso e in Siciliano significa cattivo (verita' entrambe: che si sa che il vino per la sangria piu’ e’ cattivo e piu’ e’ buono).
E pensavo anche di come avevo dormito per 5 notti in un albergo a 5 stelle, e di come per essere andato a Granada ed essere giunto tardi all’aeroporto mi toccasse passare una notte la’, su una panchina.
La cosa non mi costava tanto:
ultimamente passo con facilita’ e cambio lingue, ruoli, tra luoghi e persone che cambiano.
Sono convinto di potermi adattare ad ogni situazione all’inizio per poi di riuscire a adattarla a me.

La cosa piu’ bella? Che mi diverto nel farlo.
Il futuro non fa paura: quando arrivera’ lo faro’ bello.
Se non ci riusciro’, me lo lascero’ passare addosso finche’ non sara’ passato.

...e tutto e’ iniziato circa 10 anni fa incontrando persone giusto e lasciandomene dietro altre.
Flavia e Sebastiano mi dispiace di non essere passato salutarVi ma tutto e' stato un po' imporvvisato (per esempio non dovevo andare a Granada, ma poi sapete com'e'...ne tira piu' un pelo di russa etc.).
La prima volta che  vengo
non per lavoro, prometto che ci si vede. Un abbraccio.

Saturday 15 May 2010

Tra folletti e fate alla ricerca dei calzini perduti.

Irlanda (versione per entusiasti)
L’Irlanda e’ una grande isola verde, con un cielo giocoso di cui stupisce il blu.
La sua gente e’ allegra e danza per le strade di casine rosse allineate.

Rosse sono i capelli delle sue donne, che ben si appaia alle lentiggini (che un viso senza lentiggini e’ come un cielo senza stelle), gote rosee e occhi verde foglia, sorridenti e maliarde.
Come le Banshee che danzano nei boschi e invitano a seguire le vie della pazzia un po’ tipica del piccolo popolo.
Che si sa che ala fine dell’arcobaleno suole celare un tesoro.
Se si sara’ capaci di estorcerlo superando in inganno il folletto che ne e’ custode.
Oh Irlanda, quanta fortuna in questa terra.

L’Irlanda versione per realisti.

L’Irlanda e’ un isola estesa 3.34 volte la Sicilia, da una connotazione metereologica giocosa il cazzo, dove piove sempre, tranne quando si deve ripartire.
La sua gente e’ generalmente gioviale grazie all’utilizzo dell’oro rosso rubino (leggesi Guinnes) d’Irlanda che rende tutti piu’ socievoli.
La pratica non e’ di per se non disdicevole, ma va detto che la musica Irlandese, senza la corretta quantita’ di birra appare alquanto simile al country texano.

Visto che piove sempre conviene rifugiarsi nei musei (che sono gratis alla maniera dei musei britannici).
Le donne Irlandesi sono bellissime. Non so se son fate, ma spessissimo in mano tengono folletti: non nel senso dell’aspirapolvere ma nel senso dei giovani virgulti-gnomi (il piccolo popolo again?).
Questi piccoli uomini di certo hanno il piglio degli antichi mitologici nanetti: alcuni ridono, altri sono assorti a contarsi le dita, molti, infine, capricciosi e ingannevoli, scassano i cabbasisi.
Finalmente ho visto Dublino: 4 giorni di vacanza pieni di magia: le musiche, le persone, ma sopratutto l’incredibile magia dell’Euro che tutto fa levitare (nel senso dei costi).
La statua alla “grande fame”, la si trova di fronte al cuore economico della nazione. Come a ricordare come le vicende delle umane stirpi siano alterne e mutevoli.

Ed io, penso a tutto cio’ e pondero, ragiono, quantifico, misuro.....che tra due giorni devo essere a una conferenza in Andalusia, e non ho da parte abbastanza calze pulite.
Quand'ecco apparire, in verde. Un filone di calzini che credevo scomparsi: erano finiti dietro il cassetto. Una fortuna immensa per chi si accontenta di piccole cose.
Ora speriamo che il vulcano Islandese la finisca di fare lo stolido.


Sunday 9 May 2010

Give peas a chance


Quando da piccolo s’inizia a capire qualcosa d’economia tutto sembra facile: io ricordo che  una banconota da 500 lire poteva essere convertita dal fornaio in due millefiori per andare a scuola (4 fiori/lira)*.

Avevo chiaro il concetto del denaro come risorsa ma ero cosciente che il valore reale era dato da come questo si potesse trasformare in risorse anche di altro tipo: informazioni, tempo, personale, infrastrutture, attrezzature (anche se in genere si trattava di millefiori e Morositas alla liquerizia) etc.

In genere non ho mai visto il denaro come una misura della ricchezza, ma come un accumulo di potenziale.
Mi spiego meglio: prendiamo l’ultimo referendum che la lega ha cercato di fare fallire in ogni modo.
Per non accorparlo ad altre votazioni si soo spesi 400 milioni di Euro.
C’e’ chi la vede come una vittoria politica, io la vedo come una mancanza di infrastrutture, asili, ferrovie vecchissime e forze di polizia senza benzina.
E m’incazzo di piu’ di chi pensa a 400 milioni di Euro (che sono difficili anche da immaginare).
Se c’e’ chi pensa che 12.000 Euro al mese come consulente dell’Expo di Milano per il figlio di Bossi siano giusti,
Io penso che costui, che ha dovuto ripetere 3 volte l’esame delle superiori, prende in un mese l’equivalente di 15 dottorandi.
...e spero che il premier fra tre anni gli chieda quanto meno la cura per sconfiggere il cancro, visto che continua a non trovare i soldi per la ricerca.


Da quando ho iniziato a fare un lavoro manageriale mi rendo conto quanto sia importante organizzare le risorse per ricercare e creare i prodotti e servizi da immettere sul mercato.
Mi rendo conto di quanto le persone, con le loro diverse conoscenze.
siano importanti e quanto, sentendosi ascoltate, possano essere capaci di contribuire con entusiasmo alla riuscita dei progetti.

Ovviamente mi rendo conto quanto il capitalismo ebete che viene praticato da molti non si basi su questi principi (un precario non puo’ sentirsi parte di una corporazione), chi cerca commercialisti compiacenti e fa di tutto per imboscare i soldi su conti inattivi in paradisi bancari non avra’ mai a cuore l’investimento nella ricerca o nella conquista di nuovi mercati.
Purtoppo questi capitalisti malati sono i primi a lamentarsi dello spreco delle risorse statali, dei cinesi che copiano e la colpa della perdita di competitivita’ dovuta al sud.....quanta ignoranza.

Purtroppo la professionalita’ e’ una cosa importante, e serve a comporre la’immagine che si ha di un paese sui mercati esteri.
Quanto PIL vale un premier che va in America e dice a una platea di investitori americani (dove molti manager sono donna) “investire in Italia dove ci sono anche le segretarie più belle con cui si può lavorare in letizia”?
Parimenti, la depenalizzazione del falso in bilancio non e’ un indice di serieta’.
Mentre un ministro dell’economia che dipinge la Cina, la superpotenza economica del futuro, come un entita' da cui difenderci con dazi dimostra la lungimiranza tipica di una talpa (la Cina fra qualche anno sara’ il mercato piu’ importante).

In generale, forse non e’ tanto una battaglia tra sistemi economici: ci puo’ essere dell’egregio capitalismo come dell’ottimo comunismo.
La fiducia non va nel sistema, ma nelle persone che lo portano avanti.

Sul retro dei uno dei comumenti del corso di management ho trovato queste frasi che ho tradotto dall’inglese:


Le persone sono illogiche, irragionevoli ed egocentriche.
Amatele comunque.
Se fate del bene, potreste essere accusati di avere secondi fini egoistici.
Fate del bene comunque.
Se avrete successo, conquisterete degli amici falsi e dei
nemici veri.
Ricercate il successo comunque.
Il bene che fate oggi, domani verrà dimenticato.
Fate del bene comunque.
L’onestà e la sincerità vi rendono vulnerabili.
Siate onesti e sinceri comunque.
Gli uomini e le donne con le idee più grandiose possono essere screditati da uomini e donne piccoli con le menti piu’ piccole.
Pensate in grande comunque.
Le gente sostiene gli indifesi ma segue solo i potenti.
Lottate per gli indifesi comunque.
Cio’ che richiede anni di costruzione può essere distrutto in una notte.
Costruite comunque.
La gente può avere bisogno di aiuto e assalirvi se glielo date.
Aiutate la gente comunque.
Date al mondo del vostro meglio e riceverete solo bastonate sui denti.
Date al mondo il meglio che avete comunque.


Io che cerco sempre di seguire il motto dei lupetti: "fa del tuo meglio".
E cerco sempre di far si che le risorse vengano distribuite a “ciascuno secondo la necessita’, e prese da ciascuno secondo le possibilita’”.

Un po’ mi sento confuso.
Se il capitalismo presegue il profitto.
Ma il profitto puo’ essere trasformato anche in crescita, innovazione, benessere per gli impegati e per il bene comune.
Sara’ il capitalismo che mi sta divenendo comunista o sono io che sto diventando capitalista (seppur sul mio conto in banca ho 3 bottoni, 4 borlotti e i 5 pisellini del titolo).


* Tra la prima e la seconda elementare mi accorgevo che i prezzi restavano invariati mentre l’uvetta diminuiva (diminuzione dei costi operativi = aumento di profitto a  parita’ di prezzo sul mercato).

Sunday 25 April 2010

Lisbona la bella. (Lisbella la bona?)

Lasciamo la nebbia fredda di Fatima e arriviamo a Lisbona che ci accoglie con cielo blu e una giornata calda che mi fanno sentire in un posto bellissimo.
Penso cio’ guardando un cartello stradale che recita Lisbona, Benfica.

Magari e’ solo come suonano le parole ma se sono riusciti a convincere generazioni di amanti senza fantasia che Parigi o Venezia sono citta’ romantiche capirete quanto il marketing sia piu’ importante del prodotto in se.
Passeggiamo in centro dove 23 spacciatori in meno di un ora mi offrono fumo, hascish, marjuana; uno sua sorella.
Dico a tutti la verita’: “grazie, non fumo”. Quello che mi offriva sua sorella, spiazzato dalla mia risposta ci rimane male.
Mi chiedo come mai tutti mi offrano queste cose. Torno in albergo un attimo a controllare una cosa.
Ho capito. Barba e capelli lunghi: tipico del mio essere vacanziero, fanno percepire la mia presenza come quella di Woody Allen nel film
della foto.

Non sapendo da dove iniziare a scoprire questa citta’ decidiamo di andare a vedere la cattedrale, che in portoghese si chiama Se'”.
Insomma, partiamo una volta ancora alla scoperta del “se”.
Poi andiamo in giro a piedi o coi tram che si arrampicano sfiniti per salite assurde.
A volte dei giovani si attaccano alla porta dei filobus dalla parte esterna e, sul predellino si fanno accompagnare per la citta’ senza pagare il biglietto. Sono dei Portoghesi.

Nella fretta, abbiamo lasciato le guide in macchina, all’aeroporto di Bristol. Abbiamo solo un post it con dei suggerimenti da un forum inglese che consigliava di evitare due quartieri l’antico Alfama e il Bairro Alto. Ci fiondiamo la’, passeggiamo per le stradine e non ce ne pentiamo affatto. Sono la parte piu’ bella, vera della citta’.

Andiamo anche alla foce del Tago. Qui c’e’ una famosa torre.
Qui si fermavano i marinai che tornavano dalle Americhe e parlavano delle meraviglie viste.
Non avendo la guida con me, mi piace pensare che da queste storie di marinai si sia stagliata nitida nei secoli una donna sudamericana e che pertanto a lei sia stata dedicata la torre. La torre di Belen.


Di fronte alla torre c’e’ una statua del Cristo redentore che, con le braccia spalancate guarda il suo piu’ famoso omologo che al di la’ dell’oceano (a Rio de Janeiro) sovrasta il monte Corcovado.
Accanto alla torre c’e’ anche il monumento alle scoperte.
Qui i volti degli scopritori portoghesi guardano la fine del fiume nella direzione delle terre da lo
ro scoperte oltre mare.

Solo che in realta’ gli scopritori guardano il Cristo scettico sull’altra sponda del Tago, e nessuno dei due sembra essere troppo certo di dove finisca il fiume e dove siano l’oceano e le terre d’oltremare.
Il mare confonde, circonda e circonfonde.
Borges diceva che il mare e’ un antico linguaggio che non si lascia decifrare.
Se questo e’ vero, io che ho familiarita' con le isole non ho problemi.
Un isola e’ un punto fermo su cui arrivare per poi ripartire.
Ogni uomo e' un isola e, per come la vedo io, non e' necessariamente un male.

Tuesday 20 April 2010

Fatima: il santuario (e sulle concezioni della Fede).

L’altro di’ ero al parco. C’era una papera seguita dai paperotti, appena nati. Cercava di tenerli in fila, insegnando loro a nuotare.
Uno fini’ in mezzo a un cespuglio e non riusciva a passare, ostacolato dalla corrente.

Il viaggio a Fatima e’ un viaggio strano, mi ci ha portato la mia ragazza e mi ci trovo piu’ per amor suo che per la fede.
Fatima sono 4 case in mezzo sulle montagne dove si dice che sia apparso a 3 pastorelli dapprima un essere chiamato “angelo del Portogallo” e poi la Madonna che abbia esortato i pastorelli alla preghiera e al sacrifizio.
Da li’ il paesino ha riscoperto un anima (commerciale) divenendo una meta di pellegrinaggio mondiale.

C’e’ un atmosfera grigia in cielo, grigia in terra e nemmeno le persone attorno mi sembrano particolarmente solari.
Tutti i negozi vendono materiale a tema ecclesiastico.
Tra le statue che si accumulano in tutte le forme e colori (il fluorescente va moltissimo), vedo anche una mano di Fatima.
La mano di Fatima e’ un simbolo Islamico che per i credenti islamici rappresenta dunque il simbolo della serietà e dell'autocontrollo (
qua piu’ dettagli). Chissa’ se il mercante da tempio che lo tiene in vetrina sa la storia di quel simbolo.

Andiamo al santuario.Un fumo nero, denso si alza. Fumo di candele bruciate da gente che chiede qualcosa o scioglie voti. Alcuni hanno le forme della richiesta (vedi foto) e sono alquanto inquietanti.
Come tutti, accendo una candela. Ma non esprimo desideri....non per mancanza di fede (del resto li esprimevo anche prima di soffiare le candeline), ma perche’ per ora va davvero tutto bene.
Non penso che cose come piu’ soldi potrebbero rendermi piu’ felice.
Mi renderebbero felice in maniera diversa. Ma io al momento sono felice della mia felicita’ cosi' com'e'.

Pero’ in mezzo a quel fumo vedo l’infelicita’ di chi ha problemi e sia affida cosi’ a un essere superiore. Una signora arriva con un sacco di candele e mi dispiace seriamente per lei.

E c’e’ gente che percorre in ginocchio un percorso, e vedo le loro facce sofferenti.
Penso a questo posto e a cio’ che rappresenta.
E’ frutto di una fede forte, ma priva di felicita’ che si crogiola nel sacrificio.

Nella mia visione c’e’ un dio che arrivato dall’altro lato mi chiedera’ conto della mia vita ponendomi una domanda ben precisa:
“qual’e’ la migliore bettola in cui mangiare?”.
Mi piace pensare siamo stati creati ed evoluti per fare un mondo migliore.
Conoscere, viaggiare, conoscerci, amarci e moltiplicarci.
Con quella domanda s’impedirebbe l’accesso in paradiso di qualsiasi xenofobo o chiunque non si sia mai messo in gioco chiudendosi nella sua valle alpina o biblioteca-torre di cristallo.

E’ ovvio che questa mia visione e’ piu’ frutto di una religiosita’ personale di cui ho gia’ parlato qua, quando ancora scrivevo bei post.
La verita’ e’ che mi dispiace davvero che ci sia tanta fede (c’e’ gente che e’ venuta da tutto il mondo, molti asiatici), tanto potenziale d’amore e che sia investito in compiere sacrifici o codificare comportamenti piuttosto favorire la comunicazione tra i popoli.
Pero’ la chiesa di oggi mi sembra capace solo di dettare regolette su come bisogna comportarci in cambio di 8 per mille e combattere il relativismo e la secolarizzazione (che non sono concetti con cui risvegliare le masse).....e nemmeno la balla del teologi che identifica nell’eruzione un avvertimento di dio. Io non crederei a un dio che usa i vulcani come editoriali di Feltri per avvertire gli amici.

E poi c’e’ la storia della pedofilia che mi mette troppa tristezza, perche’ troppe parole sono state pronunciate, tranne quelle giuste.
Per come la vedo io, la papera ha preso i piccoli e li ha fatti salire su un isoletta. Poi e’ tornata dal paperotto che era rimasto incastrato nel cespuglio, l’ha spinto contro la corrente fino a passare i rami e hanno ripreso a nuotare verso gli altri.
Se una papera, che non ha anima e non ha amore riesce a fare tutto cio’ solo per istinto materno che l’evoluzione ha selezionato per garantire piu’ sopravvivenza.
Noi non siamo animali, ma figli della natura si, e obbediamo alle sue leggi....che vogliono che ogni organismo si moltiplichi (il celibato imposto e’ contro natura).

La natura e’ forte, e noi siamo forze della natura.
E se non ci fosse un dio, dall’altro lato, non mi dispiacerebbe affatto addormentarmi e tornare alla madre terra.
Stiracchiare le mie molecole fino a farle diventare qualcos’altro.
Sarebbe bello diventare una melenzana viola che cresce al sole di Settembre.; che se non s'era capito, a me piacciono tanto le melenzane.
Cerchero' di postare un po' piu' spesso. Stay tuned ;-)

Tuesday 13 April 2010

Porto: un posto di passaggio travestito da citta’.

Arriviamo in centro con la nuovissim metropolitana e dall’albergo scendiamo verso il porto, giu' al fiume. Scendendo, la citta’ diventa piu’ antica e colorata, ma purtroppo anche anche piu' triste e  decadente.
Dalle parti della stazione di Sao Bento incontriamo un giuovine che ci racconta che la sua casa e’  bruciata, i suoi genitori lo hanno cacciato di casa, ha perso il lavoro, la sua ragazza lo tradiva col suo migliore amico, il suo gatto era finito sotto una macchina....insomma avevamo uno sceneggiatore di telenovelas.
Scendiamo a fare colazione in centro. Contento di potere parlare la mia seconda lingua ordino la colazione in Spagnolo. Paghiamo 6 Euro.
Giriamo un po’ la citta’, dopo avere mangiato la Francesinha andiamo verso le cantine dove ci raccontano la storia del Porto (inteso come vino), per chi interessa e’ uguale a quella dello Sherry, che e’ come gli inglesi chiamavano Jerex (de la Frontera), poi ci servono un bel po' di vino.
Il giorno dopo a colazione la mia ragazza fa una magia: mi dice di stare zitto e lei ordina in Portoghese le stesse cose (praticamente mette una “sc” al posto delle “s”).....e paghiamo 3 Euro. Cavolo non sapevo fosse cosi’ facile ridurre il tasso d’inflazione. Un altra teoria vuole che ai Portoghesi gli Spagnoli stiano sulle Pelotas per cui e’ meglio provare a parlare un portoghese o italiano che in castigliano.
Il giorno dopo arriviamo alle 10.50. L’autobus partira’ alle 11.00. Dobbiamo ancora fare solo i biglietti ma tanto alla biglietteria c’e’ solo una gentile e dolce nonnina da aspettare.              La nonnina compra un biglietto per il giorno dopo e poi inizia a parlare della visita ache fara’ alla nipotina...i miei 5 anni fra la gente pignola e precisa come quella dei Sassoni vorrebbe spostare di peso la vetusta gentildonna per fare il biglietto in tempo. Ma sorrido e sto muto.
La nonnina racconta dei regali che sta portando alla nipotina, ed i miei 6 anni nel Trevigiano, fra gente per natura tollerante capisce benissimo la necessaria loquacita’ dell’avita signora e non la vorrebbe sorpassare e fare il biglietto. Infataccio.
La nonnina ora racconta da quanto tempo non vede la nipote e di cosa fara’ con lei e i miei due anni Elvetici mi porterebbero all’apostrofare con parole argute la fottuta vecchiaccia che devo fare sti cazzo di biglietti che mi parte l’autobus.
Ma finalmente si leva dalle palle e riusciamo a fare i biglietti. Sono le 11.05, ma riusciamo a prendere l’autobus perche’ anche l'autista ha deciso di partire in ritardo per finire la sigaretta.
Il mio essere Siciliano pondera la seguente: l’attitudine mediterranea alla troppa rilassatezza fa male e per chi non e’ abituato fa fare sangue amaro  risulta essere causa di stress.....tuttavia, se ci si mettesse un po’ d’accordo sul concetto di ritardo e concordassimo 10 minuti di elasticita' su ogni orario, forse tutti ne proveremmo giovamento.

Salutiamo Porto e non ho ancora capito se m’e’ piaciuta.
Certe parti cadono a pezzi ed e’ decadente e triste come la sua musica, il fado.
Andreia, una mia amica di vecchia data, che e’ nata a Lisbona ma lavora a Porto.mi dice che questa citta' e’ un luogo di passaggio e rappresenta lo scenario perfetto delle storie di cui e’ testimone e di cui rappresenta la sommatoria.
Porto ha una bellezza nascosta: non si offre a tutti, ed e’ difficile da capire se si e’ turisti di passaggio.
Ricorda Palermo: citta’ struggenti per chi e’ capace di leggere le storie delle glorie di un passato sempre piu’ lontano nel tempo e nella memoria.
Purtroppo io a Porto tutto cio’ l’ho solo intravisto, anche perche’ dopo tutto quell vino denso....non c’era nessuno che mi teneva ferma la citta’ che continuava a sdoppiarsi beffarda. 
Son tornato adesso finalmente a casa. Ora posto delle foto fatte da me e riprendo a raccontavi il viaggio.

Thursday 8 April 2010

Te lo do io il Brasile

La mia ragazza mi disse: "ti porto in vacanza dove avresti sempre voluto andare".
Io pensai: "andare in Brasile con la propria ragazza e' come entrare in una birreria portandosi la birra da casa".
In realta' non ero sicuro che mi volesse portare la', ma le vidi scrivere una mail in Portoghese....i sospetti si addensavano.
Chiesi un aiutino per vedere se avevo indovinato la localita' delle vacanze.
Lei mi disse che andavao nel paese delle "3F".

Non avevo piu' dubbi, tra me e me pensai "Figa, Futbol e Feijoada sto arrivando"!...e  cantando Bossa Nova
schiaffavo camicie tropicali nello zaino muovendomi col passo della Mangano nel "negro Zumbon", pregustavo le bellezze della natura (che spesso da quelle parti sono sode), il monte pan di zucchero e altri panettoni assortiti.
Ai costumi degradati dei suoi abitanti (infatti la materia dei costumi s'e' degradata ed e' rimasta solo in concentrazione minima).
Ai costumi sessuali liberi eccessivamente (non sto a criticare i cambi di sesso), ma la cantante dei Banda Eva, ultimamente mi sembra cambiata in peggio: da
cosi' a cosi.
Proprio in quel momento mi arrivo' la notizia: andavamo nel paese delle 3F: Portogallo, terra di Fado, Fatima e Francesinhas.

Il fado e' l'inverso della Samba: quest'ultima e' sole ed allegria dove il fado e' triste malinconia.
E' un canto dell'anima un canto sofferente ma pieno della dignita' e della cultura propria di questo popolo (che per non tradire la sua cultura del lamento gioca a calcio da dio, ma non vince mai niente).
Eppure, in quel momento, avendo appreso la notizia, togliendo le camicie tropicali e sostituendole con altre ben piu' scure, con la mia formazione culturale fatta da veline sfacciate e poppe al vento da tv commerciale, a sentire che non si andava in Brasile ma in Portogallo, sentivo dentro di me un sentimento che se non era quello del fado, molto, invero lo rassomigliava.

Con questo spirito appropriato per il venerdi' santo atterrai a Porto.
Prossimamente vi racconto il resto del viaggio.

Thursday 1 April 2010

Di musiche, di film, di macchine pensanti sapienti

Quando arrivano i week end prendiamo ELISA  (la macchinina) e andiamo in giro per il regno unito.
La scampagnata inizia sempre con “lunga e diritta correva la strada” che mi mette di buon umore.
Invece la mia ragazza non ama quella canzone e mi chiede di toglierla.
A questo punto ho il potere di scegliere IO che musica ascoltare.

Una volta siamo scesi verso la Cornovaglia con i CSI.

Ammetto che per chi non li conosce possono apparire un po’ pesanti: con GLF che canta pesante  con voce sofferente.
A dire il vero soffre piu’ ora che quando era nei CSI: ora che si colloca tra alla Destra dell’ossuto Ruini e alla sinistra di Ferrara che un ateo-devoto-obeso inappetente.
Per il viaggio di ritorno le ho fatto scegliere la musica.
Avevo paura che tornasse con i Coldplay.
A me i Coldplay non danno troppo fastidio. Ma Elisa (la macchina che proprio non li regge): inizia a fare rumori strani.

Non credo che gli oggetti abbiano un anima (secondo la chiesa non ce l’hanno neanche gli animali) anche se il mio cane aveva piu' cuore di certi pretini.
Quando metto i Coldplay la macchina inizia a vibrare e fare umori strani....secondo me ad Elisa Chris Martin gli sta sui cerchioni.
Per evitare problemi armonici quello che e’ successo al Ponte Tacoma devo mettere un cd di Sufjan Stevens...perche’ ad ELISA piace molto Sufjan Stevens.
L’altra volta la mia ragazza ha scelto uno dei suoi cd.
Un vecchio CD dei Radiohead.
E cantava quella canzone che era alla fine del film Romeo e Giulietta dove Thom Yorke immaginava che i due anziche’ morire scappassero via dal film lasciandosi dietro le loro famiglie e le loro beghe. Le parole le trovate qua.
E lei cantava la canzone e la macchina non faceva rumore ed io guidavo in silenzio mentre il paesaggio che passava veloce dietro.....e il tutto sembrava una foto (come questa qua a Sx) o melgio come una scena di un film.
Sembrava proprio
un film romantico e bello, non proprio comico certo non triste e con un finale aperto (l’assassino e’ il maggiordomo). Magari la cosa non vi interessa ma in quel momento m'era sembrato una di quelle memorie da conservare per ricordarle quando si e' anziani davanti al camino.
Ed ho pensato di appuntarmelo qua.


Noi domani si va in Portogallo. Buona Pasqua a tutti.

Thursday 25 March 2010

Aspetta primavera, Bandini

La pioggia assuppaviddani (traduzione: assorbi-coltivatori diretti) e’ quella pioggia sottile e impercettibile ma continua che, non essendo abbastanza forte da fare smettere il lavoro nei campi finisce per cadere inesorabile sul contadino e “asciugarne” la salute.
Il giorno della partita Galles-Italia c’era proprio quella pioggia.
Riuniamo il gruppo di Italo-gallesi e andiamo allo stadio.
Dopo gli inni inizia una musica sempre piu’ forte e pressante e, tra le fiamme a bordo campo arrivo un giocatore gigante tutto vestito di rosso.
E’ Adam Jones, giocatore del Galles: lui guarda benevolo la sua gente dalle spalle larghe e le maglie rosse e la sua gente pensa: “dydy 'r farchogn" che significa: “ecco il nostro condottiero”.
Poi guarda beffarso noi italici bassini che, a scanzo d'equivoci vestiamo maglie color puffo e tutti pensiamo: “Mo e’ arrivato Fracazzo da Velletri”.
La partita inizia, cazzotti e pugni dietro le orecchie, ci schiacciano vicino alla linea di meta, con sapienti calci del nostro mediano d’apertura riusciamo a smarcarci, ma la palla torna a danzare sulla linea. Con calci a spazzare l’area ci smarchiamo.
Ma tornano, con calci alla viva il prete e secondo l’antica tradizione dell’arrunza sta minchia di palla riusciamo a liberare.
Verso la fine il risultato e’ di 26 a 3. Poi mettono in campo i bambini e riusciamo a fare 33 – 10.

Sconfortato dal gioco espresso e aiutato dalla locale birra Brains vado in bagno. I Gallesi sono dei chiacchieroni, alla fine torno dal bagno avendo capito molto piu’ della partita dai commenti che guardando il gioco. Ho capito la regola d’oro del rugby: quando non capisci cosa succede: vai in bagno.
La sera si va in discoteca, a me non piace, ma a volte si deve seguire cio’ che vuole il gruppo.
Ci sono una pista 70, 80 etc. L’eta’ non e’ quella della musica, ma della moquette.
Una moquette infima, spessa su cui hanno versato liquidi di vario genere e schifezze.
Qualcuno mi dice “non ti facevo ballerino”. Vai a spiegare che I piedi mi si sono appiccicati alla moquette e, provando a schiodarmi do l’erronea impressione di muovermi a tempo.

Comunque s’e’ fatta l’alba e ci dirigiamo verso casa.
Dormire in 9 nella mia casetta fa un po’ l’effetto campo scout.
Un misto di ossa rotte, stanchezza regressa e felicita’ interiore.
Ti mancano le forze, ma paradossalmente ti senti forte: la pioggia puo’ caderti addosso, ma non fa niente se hai riunito sotto un unico tetto le cose e le persone che ti fanno felice.

Friday 12 March 2010

La famosa invasione dei Panda in Italia

"Secondo alcuni autorevoli testi di tecnica aeronautica, il calabrone non può volare, a causa della forma e del peso del proprio corpo in rapporto alla superficie alare. Ma il calabrone non lo sa. E perciò continua a volare." (Igor Sikorsky)
Il Panda e’ un orso che nell’evoluzione s’e’ amminchionato a mangiare germogli di bamboo. Come orso e’ onnivoro: puo’ mangiare miele, pesce, carne.
Il Panda e’ un bell’animale pacioccoso, ma s’e’ scordato chi e’ e quindi si sta estinguendo.
Il calabrone e’ brutto, tozzo e fa impressione. Ma a chi non piacerebbe volare? E lui, contro tutto e tutti lo fa.

Ci sono posti che hanno un grande potenziale di sviluppo.
In questi posti l’energia non e’ solo nelle fabbriche o negli edifici ma nella gente.
Mi piaceva abitare a Dresda dove si stava colorando una citta’ dopo decenni di grigiore.
El orgullo Español di Cordoba si respirava a pieni polmoni a Ciudad Jardin e qualcosa di simile lo posso sentire qua in Galles.
Non erano posti ricchi, erano posti attivi in cui tutto sembrava possible.
C’era una grande potenzialita’, non del tutto espressa, ma c’era: e bastava a fare volare.


In altri posti ci si attacca ai privilegi accumulati negli anni e si diventa cons
ervatori per paura di perderli.
Per questo i miei due anni in Svizzera mi fanno dire che, nonostante sia ai primi posti per vivibilita’, non si vive tranquilli perche’ la gente che non vuole cambiare niente ha paura di tutto: che anche un minareto possa distruggere i privilegi ingiustamente acquisiti.

In Svizzera serve appena una generazione per dimenticarsi chi si e’: Gente i cui genitori arrivarono da emigranti dopo 20 anni votano contro l’arrivo di altri emigranti.
E l’Italia? L’Italia era un faro della cultura rinascimentale mentre ora  si contraddistingue per l’imbarbarimento generale.
Anziche’ capire che gli emigrati sostengono il welfare, giochiamo a colpevolizzarli. Contemporaneamente rendiamo i processi giudiziari inutili, attirando la peggiore feccia d’Europa.
Coltiviamo la paura e risolviamo tutto con barzellette e populismo.
A volte, leggendo i giornali, mi viene da sperare che i panda, incapaci di fare fr
onte alla realta’ attuale si estinguano al piu’ presto. Magari grazie al voto degli elettori onesti.
Oggi anti-patriottismo spicciolo.
Volevo fare anche del sano antiamericanismo ma m’hanno dato un aumento di stipendio del 25% senza che avessi chiesto niente  e non riesco ad essere cattivo col capitalismo americano.
Per l’anticlericalismo vediamo che si puo’ fare al prossimo post.

La foto del calabrone e' presa da qua.

Sunday 28 February 2010

Due o tre cose ch’io so sul rugby.

Qui in Galles il rugby e’ lo sport “nazionale”.
Del rugby sapevo solo poche cose: che se il calcio e’ uno sport violento il rugby e’ invece lo sport dell’amore (infatti in campo si sprecano gli abbracci).

Ricordo pure una conversazione con un mio amico fiorentino appassionato di rugby che  ad una cena spiegava che i piu’ forti erano i neozelandesi, che prima di ogni partita esprimevano cio’ che avevano dentro facendo la Haka.
I fiorentini aspirano la “C” come in lingua inglese si aspira la "H".
Li' per li' non mi sembro’ una grande cose: anche io, se devo participare ad una partita mi assicuro di andare in bagno per tempo.
Rimasi piu’ sorpreso quando disse che facevano la Haka in campo abbassando il busto allargando le gambe, tutti insieme, abbracciati e senza carta igienica (foto).
Da quando sono qua, gli indigeni mi hanno spiegato altre cose: il rugby si gioca in 15, e’ un gioco di contrasto e organizzazione/strategia.
Ogni squadra ha un tipo di gioco preferenziale (gli Inglesi hanno come arma l’alabarda spaziale, i Gallesi, i pugni  perforanti, noi il minacciosissimo carettino).

Il carrettino detto Maul (come il cattivo di guerre stellari), credevo consistesse nel mettere un chiosco di gelati semovente in campo, sperando che l’avversario si distraesse, invece e’ un altra cosa che e’ spiegata qua, pero’ ancora non l'ho capita bene bene.

Due settimane fa andando in centro citta’ per Galles-Scozia era pieno di Scozzesi, coi loro caratteristici gonnellini plissettati.
C’era un atmosfera molto allegra (nonostante la Scozia avesse perso, subendo ben 17 punti negli ultimi 10 minuti).
La gioia era stata tanta che il giorno dopo la polizia ha fermato uno dei giocatori del Galles che, ubriaco, era entrato in autostrata guidando un auto elettrica presa dal campo di golf dell’albergo.
A me l’idea di questo omone rubizzo che accelera al massimo (20 km/h) in autostrada alle 6 del mattino per fuggire alla polizia mi mette di buon umore.
Peccato che sia stato radiato dalla squadra (qui chi rappresenta il paese deve essere serio, a tutti i livelli, mica come certi nostri politici da barzellette: su certe cose non si scherza).
I tifosi Scozzesi in centro erano allegri nonostante la sconfitta ed ho capito che il pubblico del rugby e’ pacifico, colorito e molto pittoresco.
Questo fine settimana c’era Galles-Francia.
Non sono andato in centro: non sono ancora pronto per non vedere migliaia di tifosi col cappellino esistenzialista, le baguette sotto le ascelle e la torre Eiffel sullo sfondo.

Ho visto invece il Galles galleggiare e poi perdere 20-26 in un pub qua vicino .
La partita di rugby m’e’ piaciuta. Ancora di piu' l'atmosfera.
Vedro’ di prendere dei biglietti per Galles-Italia.
Devo solo imparare l’inno nazionale Hen Wlad Fy Nhadau (terra dei nostri padri) e trasformare il mio vestito da pancake gigante in una pizza.