Thursday, 13 November 2008

Coloriamo tutti i muri: case, vicoli e Palazzeschi

Nessuno si ricordava il suo nome, tutti la conoscevano come “la strada delle montagne”.
Dai contorni mitici, alcuni dicevano che l’avesse percorsa Gandalf prima di passare da Moria.
 
La percorrevo per andare all’universita’: per arrivare a Palermo si poteva prendere l’autostrada, veloce ed efficiente, faceva guadagnare tanto tempo, che poi perdevi con gli interessi nel traffico palermitano, in zona Cruillas.
La strada della montagna, rappresentava la retta più breve fra due punti. Stretto tra borsoni, in 5 su una panda 30. Tipica macchina da studenti...e non s’era mai capito se quel trenta fosse la cilindrata della Panda, l’anno di produzione o un auspicio per le materie a venire.
Si attraversava montagne. Ora, non immaginate montagne con boschi verdi e vette innevate. In realtà si tratta di una barriera di colline spelacchiate su cui, in lontananza, brucava pecore ancora più spelacchiate.
Arse dal sole da quella che dalle spiagge si definisce “bella” stagione mentre sulle lande senza mare si riesce meno a coglierne la bellezza.
In Inverno le ho viste innevate, riflettere la luce Bianca della luna.
Un presepio, ma non quello ideale: proprio quello umano, con le montagne di carta brutta, la luna troppo grande e pastori troppo poveri. Zona dimenticata e buona solo ad ospitare e di battaglie di stato, di mafia, di soldati indipendentisti siciliani, di CIA e assassini di lavoratori comunisti, il tutto, ovviamente, nell'unica persona di Salvatore Giuliano
.
Su quelle strade ci arrampicammo in due con una vespa ferita (la vecchia Woodstock PK dell’82), che perdeva olio dal carter. Avrebbe potuto abbandonarmi in quella vecchia strada, dove I telefonini non prendono e che allora era stata ufficialmente chiusa per caduta massi, ma non lo fece. Era stato bello attraversare quelle lande selvagge e giunti quasi alla fine avevamo seguito uno sterrato seguendo un cartello impolverato che indicava cannoli con ricotta artigianale.
I cannoli erano buoni, eravamo arrivati in un posto di pastori di pecore: tre casettine dai tetti aguzzi, un verde praticello,un esiguo ruscello: Rio Bo.

 
Qualche giorno fa l’ho ripercorsa in moto. Ora ci sono piazzole di sosta, e reti di ferro che proteggono la carreggiata dalla caduta di massi. C’e’ un via vai di Suv che non hanno mai visto sterrati e non e’ più nemmeno così facile uscire dalla strada principale e arrampicarsi sulle stradine secondarie.
Sono uno dei pochi che sa dove si sono nascoste quelle case di pastori
, le tre casettine dai tetti aguzzi, il verde praticello il secco ruscello; sul guard rail qualcuno ha scritto due parole: “dio po….”.
Essendo a corto di montagne isolane ho preso la prima foto al mio ex-coinquilino attassio, che le ha, a sua volta, prese all'Islanda. Altre ne trovate qua. La seconda vengono dal fotoalbum del gruppo scout Terni IX, che ebbi la fortuna di conoscere, zilioni di anni fa. Altre ne trovate qua.

11 comments:

yetbutaname said...

dopo aver letto questo post, pagherei per fare un giro in moto con te su per quelle colline

quando c'è la stagione bella, perché sto bene al caldo

ciao

Vermiglia said...

Che bel post!

Mi hai fatto ricordare le domeniche sera di un pò di anni fà quando schiacciata dentro la mia Cinquecento con i compagni di studio si ritornava in città;

mi apparivano così silenziose quelle montagne, silenziose e malinconiche...ma la sensazione più bella era il venerdì pomeriggio!

la radio trasmetteva una canzone degli Skunk Anansie,io ondeggiavo tra le curve a gomito e lasciandomi alle spalle un tramonto rossissimo sfrecciavo verso casa.

un bacio grande

a2punti said...

per lasciare il commento scelgo l'aspetto ludico di questo post, per via dei riferimenti che sembrano entrarci niente e poi, invece, c'entrano...

la mia risposta, quindi, è: la persona che stava con te sulla vespa era una ragazza di nome margherita;

a..

utente anonimo said...

Quando scrivi queste cose mi fai ricordare il passato, non proprio un attacco di nostalgia, ma quasi.

Da quelle parti che descrivi ci gironzolavo con un vespino rosso più o meno 40 anni fa, e da piccolo facevo le scampagnate per il primo maggio sulle colline dietro cruillas.


L'ultima volta che sono passato in quella zona mi sono perso nel traffico.


Ciao


orso

Lario3 said...

Ah-ah-ah... "Coloriamo Palazzeschi" :-D

Grazie mille per il commento, CIAO!!! :-D

Todomodo said...

Uhm, il palazzeschi. Curioso, visto che sto per accingermi alla sua lettura (o meglio, di un suo libro).

Le foto son rimarchevoli, e l'Islanda interesserebbe. Ma lì i suv ci sono?

catopedro said...

minchia!

Terni IX!

e dove cazzo ci stanno 9 gruppi scout a Terni!?

Masso57 said...

L'amore per la tua città, e questo e quello che verrà..tu canti...

cristina13 said...

che magone. i suv che non hanno visto sterrato, la scritta sul gard rail


e sì che è passato poco tempo.

Falloppio said...

per ora è un pò un casino...però entro un paio di giorni metto un nuovo post.

utente anonimo said...

aspettiamo con ansia!

:-)