Cosi’ mi ritrovai a fare colazione all’alba, ad Amburgo, poco prima dei test per la selezione degli astronauti.
Si venne a sedere al mio tavolo un ingegnere spaziale che, per comodita’, chiameremo semplicemente “il male”.
Il male era sulla quarantina, capelli alla Big-jim e faccia da Orzoro.
Vestiva con una camicia dell’ESA con tanto di patches di missione, insomma la camicia diceva al mondo che lui era un esperto dell’ambiente. Il tutto corredato da un vestito elegante e delle scarpe costose.
Di fronte stavo io. Bambi's eyes, converse verdi come la speranza (ma anche l'Islam e la Padania), i pantaloni pieni di tasche pseudo-cartucciera comunicavano che la salvezza puo’ arrivarti da ogni dove.
...e la mia maglietta del Camerun?
Oh beh, quella ricordava ai campioni che non bisogna sottovalutare nessuno (Argentina 0 - Camerun 1).
Tra caffe’ e pane e marmellata, il "male" ci tenne a raccontarmi di essersi preparato duramente e di essere fisicamente in perfetta forma.
Anche mi ero preparato a questa selezione; peccato che durante l’ultima partita di calcio, il mio crociato fosse partito alla volta di Gerusalemme e io ne aspettassi ancora il ritorno.
In questo round di selezione comunque, non sarebbero state giudicate le capacita’ fisiche, ma quelle psico-attitudinali.
In particolare si rischiedeve una buona memoria visiva ovviamente il "male" diceva di essersi allenato per ricordare tutto e tutti.
Io credo di avere una buona memoria visiva innata. In piu' l' allenavo andando nelle saune miste.
A questo punto il "male" si alzo' di scatto: era tempo d’andare, la sfida era lanciata.
Raccolsi la sfida, sguardo determinato, mi alzai di scatto. Mi versai addosso del caffe'.
Mi chiesi: "perche’ sono sempre cosi’ addormentato, la mattina presto?"
Mi risposi determinato (mentendo): "Sono cosi' in gamba che mi piace dare due ore di vantaggio al mondo".
Il "male" aveva gia’raggiunto il bus quando io ponderai la seguente: ieri notte, prima di dormire, mi sentivo felice. Pensavo che nelle prossime ore avrei potuto lavorare alla realizzazione di un sogno, sebbene non sapessi cosa avrei potuto trovarmi fra le mani.
Da piccolo avevo gia' provato quel tipo di felicita’.
Quella volta che, laggiu’ in Veneto, avevo scoperto le lucciole (gli insetti, non le donnine), le avevo raccolte in un barattolo e le tenevo sul comodino, nel buio della mia cameretta.
Non sapevo quanto grandi e luminose sarebbero diventate il giorno dopo, pero’ ero contento di averle accanto a me.
Mi addormentavo felice. Chissa se il "male", che sembra sapere calcolare tutto, ha mai dormito cosi’ bene.
Il giorno seguente le trovavo spente.
Non perdete il prossimo episodio sulle lucciole e Amburgo
Si venne a sedere al mio tavolo un ingegnere spaziale che, per comodita’, chiameremo semplicemente “il male”.
Il male era sulla quarantina, capelli alla Big-jim e faccia da Orzoro.
Vestiva con una camicia dell’ESA con tanto di patches di missione, insomma la camicia diceva al mondo che lui era un esperto dell’ambiente. Il tutto corredato da un vestito elegante e delle scarpe costose.
Di fronte stavo io. Bambi's eyes, converse verdi come la speranza (ma anche l'Islam e la Padania), i pantaloni pieni di tasche pseudo-cartucciera comunicavano che la salvezza puo’ arrivarti da ogni dove.
...e la mia maglietta del Camerun?
Oh beh, quella ricordava ai campioni che non bisogna sottovalutare nessuno (Argentina 0 - Camerun 1).
Tra caffe’ e pane e marmellata, il "male" ci tenne a raccontarmi di essersi preparato duramente e di essere fisicamente in perfetta forma.
Anche mi ero preparato a questa selezione; peccato che durante l’ultima partita di calcio, il mio crociato fosse partito alla volta di Gerusalemme e io ne aspettassi ancora il ritorno.
In questo round di selezione comunque, non sarebbero state giudicate le capacita’ fisiche, ma quelle psico-attitudinali.
In particolare si rischiedeve una buona memoria visiva ovviamente il "male" diceva di essersi allenato per ricordare tutto e tutti.
Io credo di avere una buona memoria visiva innata. In piu' l' allenavo andando nelle saune miste.
A questo punto il "male" si alzo' di scatto: era tempo d’andare, la sfida era lanciata.
Raccolsi la sfida, sguardo determinato, mi alzai di scatto. Mi versai addosso del caffe'.
Mi chiesi: "perche’ sono sempre cosi’ addormentato, la mattina presto?"
Mi risposi determinato (mentendo): "Sono cosi' in gamba che mi piace dare due ore di vantaggio al mondo".
Il "male" aveva gia’raggiunto il bus quando io ponderai la seguente: ieri notte, prima di dormire, mi sentivo felice. Pensavo che nelle prossime ore avrei potuto lavorare alla realizzazione di un sogno, sebbene non sapessi cosa avrei potuto trovarmi fra le mani.
Da piccolo avevo gia' provato quel tipo di felicita’.
Quella volta che, laggiu’ in Veneto, avevo scoperto le lucciole (gli insetti, non le donnine), le avevo raccolte in un barattolo e le tenevo sul comodino, nel buio della mia cameretta.
Non sapevo quanto grandi e luminose sarebbero diventate il giorno dopo, pero’ ero contento di averle accanto a me.
Mi addormentavo felice. Chissa se il "male", che sembra sapere calcolare tutto, ha mai dormito cosi’ bene.
Il giorno seguente le trovavo spente.
Non perdete il prossimo episodio sulle lucciole e Amburgo