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Saturday 22 September 2007

I love you baby (but not like I love my guitar).

Sveglia all’alba e via. Direzione Monaco per l’ennesima conferenza.
Bella quest’alba, la cui luce si suffonde sul lago e le montagne, da un senso di pace, di speranza.
Quando tutto e’ cosi’ tranquillo cosa puo’ farci male?
Mentre pondero cio' la mia compagna di lab estrae una serie di cd di Prince (foto a Sx).

Mentre si scende al Nord, incomincio a odiare il sexy nanetto e a immaginare posti dove mettere la sua preziosissima chitarra.
Dopo 3 ore di urletti e schitarrate campionate, perso fra le montagne Austriache fra mucche e Tirolesi in costume tipico penso di essere fottuto (e infatti vedi gia’ le indicazioni per Fucking), finalmente si passa la frontiera, siamo in Bavaria.
Der kleine Prinz imperversa e, quasi quasi mi convinco che la sua visione sessuocentrica del creato possa non essere errata (infatti vedo l'uscta autostradale che porta a Petting.)
Decido che d'ora in poi potrei farmi chiamare “l’artista un tempo noto come Falloppio”, dopo esserci persi un altro paio di volte, arriviamo.
Mi registro in albergo firmando

.

Vado a pranzo. Dove mi siedo?
Allora ci sono un americano, un francese un tedesco.
Se mi siedo al loro tavolo siamo in 4 e possiamo raccontarci tante di quelle barzellette dove infine lo spirito italico ha la meglio sulle altre barbare genti.
Il secondo tavolo e’ da sei ed e’ piu’ difficile decodificarne le nazionalita’ e quindi e’ piu’ interessante.
Ci sono una Norvegese (questa l’avevo indovinata), un Israeliana, un Australiana e un Americana, uno ha i baffi e dei capelli crespi, spessi.


Ha proprio la faccia a pastore siciliano. Invece e’ Irlandese.
Invece l’Americana e l’Australiana sono figli di emigranti Siciliani, seconda generazione.
Che girandola di DNA e storie!
Certo che gli Irlandesi sono uguali ai Siciliani. Non mi stupirei nello scoprire che  nell'entroterra vicino Akragas parlano il gaelico.

Al ritorno guido verso casa, sono stanco ma contento perche’ saro’ a casa in tempo per fare una pastazza come si deve che rassicuri il mio fegato che per tre giorni ha ricevuto vitamine, verdurine e altre cose a cui non e’ abituato.
Qua attorno le francesine del lab dormono, io ascolto un pezzo jazz e un po' mi commuovo.
Forse sarebbe piu’ appropiato commuoversi col blues, ma io sono cosi’ mi commuovevo anche tagliando semplici spicchi di aglio che confondevo con cipolle non cresciute. Non sono sensibile: sono i
gnorante, e' diverso.

Mentre penso tutto cio’ ci dobbiamo fermare nel traffico per un ora vicino Zurigo.
Scopro che il traffico e' causato dai curiosi che guardano un incidente nella corsia opposta.
La gente brama vedere budella e sangue...ma cosi' fa tardi per vedere Grey's Anatomy.

L'autostrada va lenta (qui il limite e' 120 km/h), scavalca montagne e laghi.
Io ora vorrei solo essere a casa, dormire tanto, sognare di piu'.
Pulire il mio piccolo pianeta dai terribili Baobab (che e' un bel modo per dire che devo pulire la cameretta prima che i nemici invisibili dell'igiene mettano il contratto dell'appartamento a loro nome).
Riordinare tutti i mondi che ho conosciuto, le storie che ho sentito.
E' strano come per dare un senso ai mondi serva solo un po' di silenzio e il piccolo spazio che ci piace definire "nostro", (anche se poi e' solo in affitto).

Wednesday 20 June 2007

Bruxelles (Capital of Europe)


Ok, lo ammetto, tra i tanti viaggi che ho intrapreso, per ricerca o per piacere (o per ricerca del piacere) iniziare un viaggio per il suo prezzo risibile, forse e’ una stolida operazione, ma cosiderato il mio guidernone e la voglia di scaricare un po’ di polveri sottili su chi se le merita  fece si che Sabato all’alba, posteggiata la moto in aeroporto, mi trovai a Bruxelles.

Bruxelles nonostante sia la capitale d’Europa e’ una citta’ relativamente piccola, e pertanto pulita e vivibile.
Tute le guide indicano 3 cose da vedere:
Il Grote Mark, la piazza del mercato, piena di edifici antichi e sicuramente ricchi di fascino (Foto a Sx).
Davanti al “Putto piscione”, invece, sono portato a esclamare la frase istessa che mi sovvenne dinnanzi alla Gioconda, o alla sirenetta: “me l’aspettavo piu’ grande”.

In effetti trattasi di un putto di una 50 di cm (uno per ogni Giapponese che gli sta innanzi) vieppiu' con un pipino minuscolo. Fa molto nano da giardino, ma si, sa, a me i nani da giardino sono sempre piaciuti.

La storia dice che la fontana venne eretta dal padre del suddetto putto che lo ritrovo’ nell’atto della minzione. La storia ha poco senso, ma visto che in mattinata m’’avevano fatto molta impressione le foto dei bambini scomparsi anche da 15 anni e mai piu’ ritrovati, capisco meglio la felicita’ del padre.

L’atomium l’avevo gia’ visto 20 anni fa. M’aveva colpito tanto. Con le sue palle gigantesce che sembravano muoversi, mentre in realta’ si muovevano le nuvole che sul monumento si specchiavano.

Venne costruito per l’EXPO del 1958 per dare un idea ottimistica della tecnologia e di come questa si possa riflettere sul futuro dell’uomo. Senza offesa, un boccalone di Birra di pari misura, o una tavoletta di cioccolata fondente o le patatine fritte (le cose che i Belgi san fare meglio) avrebbe potuto rendere anche meglio l’idea. Bello da fuori, molto deludente da dentro.

Visto che piove tanto, la gente investe molto tempo nel produrre birre e di conseguenza e' facile vederla rilassata nei bar a discutere della stessa. Un piccolo consiglio agli indigeni: e se si studiarssero le lingue? In citta' tutto e' scritto nelle due lingue ufficiali.

C’e’ chi vede l’Europa come un posto in cui si debbano parlare tutte le lingue dando dignita a tutte. Io, invece credo che ognuno dovrebbe fare un minimo sforzo e  imparare una lingua facile con cui comunicare: l’Inglese.
Forse la capitale potrebbe dare il primo esempio in tal senso.

Al ritorno prendo un treno notturno (l’offerta era sul biglietto d’andata quello di ritorno costa 9 volte di piu’).

Metto in pratica il vademecum del viaggiatore notturno: sprofondo nel cappello della felpa per acquisire un aria da “do not disturb”, infilo una gamba nelle bretelle dello zaino e sprofondo nel sonno piu'  bello e nero del nero immorale che mi circonda (ovvero il nero dell'omonima foresta) ove e' risaputo, vengono uccisi i sogni piu' belli.

Dormo bene, nonostante sappia che, lo svegliami troppo tardi potrebbe portarmi a Bratislava.
Ma a me le Slowvacche piacciono per cui non mi preoccupo troppo. Purtroppo mi sveglio in tempo e scendo alla giusta fermata.
Lunedi, passo da casa a fare colazione (toglietemi tutto ma non a ‘zuppa e latte).

Arrivo in lab: non sono il piu’ stanco.
A una ragazza hanno svaligiato l’appartamento, mentre l’altra e’ stata picchiata per strada perche’ ha reagito a chi voleva rubarle la bici.
La mia mamma lo dice sempre di evitare i comportamenti a rischio: per questo a differenza dei miei colleghi che rimangono a Ginevra, faccio sempre in modo di trovarmi a notte fonda su un treno che sfreccia silenzioso nell’oscurita’ silenziosa in un posto ignoto.

Thursday 7 June 2007

Vecchio Erasmus- L’elogio della follia.

Il sole andava a dormire ogni sera dietro un monte che sovrastava il paesello dove nacqui.
Un po' di case e un fiumiciattolo messi a chiudere una valle alpina.
Io mi chiedevo che cosa ci fosse dall’altro lato di quell’alta montagna.

Anni dopo davanti a un bando di Erasmus.
Guardai questa cartina dell’Europa, decisi che era tempo di sfidare i mostri e partire.
Cosi’ mi ritrovai per le strade arzigogolate della juderia di Cordova.

Poi la memoria diviene affuscata dalla nebbia del ricordo e dai fumi dell'.....dell’onniscenza chiamiamoli cosi’, (Falloppio si spara le pose....manco fosse Battiato).
La citta’ era magica e la compagnia variegata: c’era uno studente di una grande metropoli del nord (che chiameremo Marcovaldo).
Davanti a un Carrubbo esclamo’: “Questo si che e’ un albero di fave!”.

Una sera Fabrizio lascio’ la festa in anticipo e inforco’ la bici con decisione e punto' rapidamente a nord (nessuno di noi ebbe il coraggio di dirgli che lui abitava a sud).
Ricomparve dopo tre giorni. Nessuno capi’ dove fosse stato. Lui racconto’ di montagne, fiumi e villaggi con caverne, ma la sua abitudine di bere birra ogni volta che scendeva dalla bici non permise di tracciare la mappa dei suoi percorsi.....interiori.

Io una volta mi ritrovai perso (la Juderia era un labirinto) e scoprii un ambiente triangolare creato per caso tra tre strade. Era stata messa una fontana e una targa: mi trovavo nella piu’ piccola piazza d’Europa.
Da sobrio, non riuscii mai piu' a ritrovarla....ma sono sicuro di averla vista. Giurin giurello.

Una mia coinquilina s’e’ sposata un po’ di tempo fa....con una donna.
Noi, un po’ l’avevamo intuito che era una persona particolare: era l’unica che chiedeva il rispetto dei turni di pulizia....noi eravamo piu’ che altro impegnati a combinare casini a tutte le ore (ma prefrenzialmente quelle notturne).
Una volta al bar ci servirono i churros con la cioccolata per primi, dicendo che bisognava aiutare questi giuovini che si alzano presto per andare a lavorare.
Noi i realta' stavamo andando a letto

Cordova era l’antica e ricca capitale del Califfato.
Quando arrivo’ l’oro delle Americhe, il Guadalquivir smise di essere navigabile, Cordova venne dimenticata nel suo splendore.

Immaginati questa scena: apri la porta, vedi un colonnato e un patio pieno di garofani colorati, chitarre che suonano e un cielo notturno che sembra dipinto.
Vedi quei giovani buttati sul prato a cantare stonati? Ti puoi chiedere se quelli, come si dice, siano i migliori dei loro corsi, "l’elite’", gli Erasmus.
Conquisteranno il mondo?
Visti cosi' non meriterebbero nessuna fiducia.

Eppure so che quel gruppo di persone ha scoperto una cosa importante: cosa c’e’ dall’altro lato della montagna.
La risposta e' :"un altro ragazzo che osserva la vetta e chiedendosi cosa vi sia nella valle opposta".
Non sono tanto le risposte che contano, ma il sapere che la gente e’ la stessa. Si fa le stesse domande.. Questo non li rende migliori, ma sicuramente, un po' piu' ottimisti e fiduciosi nell'uomo, da qualunque cultura provenga.

Friday 18 May 2007

Il giorno della pipetta.

Grotte

Quando ti metterai in viaggio per Itaca
devi augurarti che la strada sia lunga fertile in avventure e in esperienze.

Giusto, il viaggio bello deve essere lungo, ma anche la preparazione non va dimenticata.

Mi metto il maglioncino fresco di lavatrice per le grandi occasioni.
Mi miro e mi rimiro orgoglioso di come il magliocino evidenzi i miei pettorali.
Sport, delusioni amorose e sopratutto le firnicie mi hanno donato una forma invidiabile.
Certo i miei muscoli sono proprio evidenti. Pondero cosa abbia fatto accrescere cotanta massa muscolare.
Poi, davanti allo specchio, capisco tutto..... Fottuta lavatrice, hai ristretto il maglione, ora e’ perfetto per Winnie the Pooh.

Corro dal barbiere.
Jean, sara’ per la sua parlata e il suo gesticolare, di primo acchito mi sembra un po’ dell’altra parrocchia. Sara’ che qua la gente e’ di altre religioni, mi fido sperando che possa limitarsi ad un
semplice taglio.
Che basti almeno a togliermi i capelli dagli occhi e a farmi riconoscere dalla mia famiglia quale legittimo figlio.
Lui taglia poi dice qualcosa che, credo, finisce con “crepes susettes flambe’”, il tempo di cogitare la frase....e Jean da fuoco alle mie orecchie per eliminare (dice lui) quei peli superflui.
Improvvisamente capisco come mai i fratelli Bundy divennero i parrucchieri campioni del mondo, e, mentre vedo Jean afferrare un lanciafiamme dicendo qualcosa sulle surcilles....lo tramortisco con il casco (da moto), e scappo.

Devo andare al lavoro. Pipetta, pipetta pipetta come un pazzo, poi finalmente vacanza. Il giorno dopo volo verso la citta’ dei pinguini, e poi giu’ nella mia isola.
All'arrivo mia madre e' contenta: mi abbraccia e mi sussurra in un orecchio con voce benevola: "miii pare che stai morendo. che fa, non mangi piu'? .....e poi 'sti capelli, li hai tagliati troppo corti!".
Confermo che anche io Le voglio bene.

C’e’ la comunione-cresima di un mio cuginetto.
In chiesa ci sono 40 bambini che si comuniocresimano.
Piu’ che una funzione sembra un kolossal, un mare di comparse, i bambini hanno anche le tuniche. Adoro i peplum.
Chiedo se e' prevista la corse con le bighe. Mi rispondono che gli animalisti non vogliono.
Quando il mio cuginetto esce, gli dico che ora che lo spirito e’ disceso su di lui, ogni volta, che sbagliera' ricevera’ una scossa elettrica.....da tre giorni rido pensando allo spirito (che notoriamente e’ spiritoso) imiti la voce del cattivo di James Bond dicendo: “hai sbagliato per l’ultima volta” e giu’ di scarica elettrica.
Educare gli gnomi alla laicita’ e’ duro, ma qualcuno deve pur farlo.

No, non e' crudelta' gratuita. In Sicilia c'e' grandissima fede religiosa, ma altrettanto agnosticismo razionale.
Il mago Cagliostro e il mago Sucato (quello romanzato ne “la forma dell’acqua” di Camilleri), le cose piu’ belle, ma purtroppo, anche le cose piu’ atroci (la siccita’, il traffico, l’Etna).

Qui trovi, l’alfa, l’omega, il sud arabo, il nord Europa normanno, l’alfa sud e l’opel omega.
Insomma, qua c’e’ tutto ma anche molto del suo contrario. Essere Siciliani, se fatto con razionalita' e' una benedizione, senza, una condanna. La Sicilia e' un combattimento di contrasti.
Vorrei fare del mio cuginetto un Siciliano vero. Al momento mi limito a riempirlo di contrasti

Monday 9 April 2007

Le mie pigioni.

Me ne andavo in giro per la citta’. Vi sono vari palazzi. Rappresentano tutti i poteri forti mondiali (nella foto qua a Sx, il palazzo di Sauron). Ma oggi sono tutti vuoti....

Il mio amico Luca era un combattente. Determinato e deciso.
Per lui, fra il punto A e C, la linea piu’ breve era la migliore.
Avrebbe passato il burrone B costruendovi un ponte Tibetano con le corde del resto era bravissimo coi nodi e nel pronto soccorso.
Luca voleva diventare militare di carriera e aveva pure i boxer mimetici. Nei giochi scout notturni, se si mimetizzava non lo trovavi piu’.
Lo scartarono alla leva per un lieve favismo che non sapeva di avere. Voleva fare ricorso.
Sarebbe stato un ottimo comandante, ma noi sapevamo che avrebbe dovuto vedere cose che non gli sarebbero piaciute.
Oggi si e’ laureto in architettura.
Progetta case. L’ultima volta che l’ho visto aveva una sciarpa coi colori della pace e sorrideva.

Il mio amico Paolo. era un esteta, pragmatico capitalista.
Fra il punto A e C, la linea migliore era quella sui terreni piu’ facili da espropriare. Sul burrone B v'era un ponte con casello a pedaggio.
Paolo aveva sempre il vestito giusto e almeno 5 camicie eleganti, identitche, come ho visto solo a Dylan Dog, (e, forse, a Paperino). Era il piu’ bello e piacione dei tre.
Se nei giochi scout notturni si imboscava con una ragazza non lo trovavi piu’.
Oggi e’ laureato come dentista. Lavora in Inghilterra dove uno sciagurato governo di destra ha privatizzato tutto cosicche' ora hanno bisogno di impiegare stranieri nella sanita’ pubblica.
L’ultima volta che l’ho visto sembrava felice, sta con la stessa ragazza da un po’.

Io sono nato cosi’: Fra il punto A e C, la linea migliore non esiste: sono tutte possibili, anche le piu' arzigogolata, sul burrone B e’ forse giusto fermarsi a riflettere sulla bellezza del viaggio e di quanto non sia poi cosi’ importante giungere alla meta.
Durante i giochi notturni non era difficle trovarmi, era difficile dimostrare con la dialettica la mia esistenza (condizione necessaria affinche' la squadra avversaria mi potessero annoverare fra i "prigionieri").

ilbrucodelcoolAvevamo caratteri diversi. Pero’ un po' ci completavamo. Un anno eravamo nella stessa squadriglia. C’era in palio “il cuppino d’oro”: il premio per la gara di cucina. Paolo indovino’ il budget di spesa., Luca cucino’ alla grande, io misi su un bel teatrino per presentare la storia del piatto. Vincemmo.
L’anno dopo eravamo ognuno a capo di una squadriglia. La squadriglia delgi Orsi era amministrata con pugno duro e saggezza in una specie di dittatura militare, ma illuminata.
I Lupi sembravano tanto un cosiglio di amministrazione: chi sbagliava pagava multe.
La mia squadriglia (Tigri) era un po' anarchica: facevo del mio meglio per essere un buon sub-caposquadriglia innestando scoutismo e socialismo reale. Ma nessuno dei 3 fece sfaceli. I Cobra vinsero il cuppino d'oro (mentre le ragazze, credo, non l'abbiano ancora mai vinto).
A proposito, ci piacevano le stesse ragazze, anche se quell'eta' si e' ancora dubbiosi come palle da bowling.
A un campo scout in Umbria avevamo conosciuto una ragazza speciale.
Ci eravamo innamorati un po’ tutti e tre. Lei aveva studiato per i servizi sociali e probabilmente non poteva credere di trovare tutte le casistiche catalogate nei libri in sole tre persone....e che queste fossero amiche.

Qualche settimana dopo, era la notte delle stele cadenti che in Sicilia si passa accendendo fuochi, sulla spiaggia.
Non ricordo chi esclamo': ”basta col vino" poi come a spiegare aggiunse, quasi a scusandosi: ”qualcuno mi ha detto che devo vegliare su voi due" .
Ci fu del silenzio: quel diavolo di una ragazza aveva affidato ognuno di noi agli altri due.

Mi buttai con la schiena all’indietro, con la testa nella sabbia, con il rumore del mare. Raramente ero stato cosi' sereno.
Dopo due mesi avrei iniziato l’universita’ e in quel momento sentivo che almeno tre persone che si sarebbero sempre preoccupate per me, qualunque cosa fosse successa (foto col bruco).

Poi si crebbe. Ognuno parti' per la sua strada e, sapete com'e': non viene bene, vegliare sulla gente a cui vuoi bene, a distanza.
Come sempre negli ultimi anni, sto lontano da casa.
Oggi: in questa magione vuota, in questa citta’ svuotata, un po' mi pesa.
Mi piacerebbe risvegliarmi in quel momento, su quella spiaggia con ancora un sacco di errori da compiere. Li rifarei tutti, solo con piu' entusiasmo.

Tuesday 3 April 2007

Cat's pyjamas - Lunga e diritta correva la strada.

Finalmente e’ arrivata la moto. Grande, possente, puffo-metallizzata.
 Salgo, sguscio veloce dal posteggio e parto con tracotanza.
Mmmh. Pesa 210 kg (a vuoto), scendo, la spingo lentamente fuori dal parcheggio. Parto timoroso.
Giro la chiave, il motore romba, potente. Cambio le marcie col piede: prima sotto, seconda, terza, quarta, quinta, sesta sopra....e sto ancora andando a 20 km/h (l’ autorita’ comunque non ne permette piu’ di 50....e per autorita’ intendo la mia mamma).
Ora giro a Sx, attraverso con eleganza 534 semafori, 234 rotatorie, 723 attraversamenti di pedoni che hanno pensato che oggi e’ un buon giorno per morire ed ho gia’ fatto il mio primo km.
La strada ora e’ piu’ libera, vedo l’orizzonte. Un orizzonte di pace fra i popoli, un soleggiato avvenire di fratellanza. Dopo 500 m sono davanti all’ONU, curva a Dx.
Il nastro d’asfalto scorre veloce sotto di me, scandito dalle tonalita’ del motore. Nuovo semaforo.
Penso che la moto da una bella sensazione di potenza. Il motociclista che e’ un me e’ in aperto contrasto con il viaggiatore.
I motociclisti sono spesso umiliati. Per esempio e’ incredibile che il dwarf-tossing, loro sport preferito, anziche’ sostituire il dressage o il bridge alle olimpiadi, sia stato dichiarato illegale.

Il motociclista che e' in me s’e’ preso una rivincita due giorni fa: ha comprato un casco con disegnati draghi metallizzati e cattivi. Il viaggiatore avrebbe optato per qualcosa piu’ sobrio, da gente di un certo livello e di sinistra.
Qualcosa tipo Ecce Bombo con la scena in cui i ragazzi aspettano il sorgere del sole, che pero' s’alza lento alle loro spalle. O qualche altra causa persa. Il viaggiatore pensa che un bel dodo rampante sarebbe stato perfetto.
Ma il motociclista s’e’ innamorato dei draghi i cui occhi, aprendosi rivelano delle prese d’aria.


Il viaggiatore rinfaccia al motociclista di avere tradito le sue idee, il suo essere e cita i Malavoglia di Verga.
Il motociclista, sputa un lupino rutta, e ingrana la marcia bestemmiando contro Padron ‘Ntoni.
Ed e’ strada vera. Il lago a destra, le colline davanti, le barchette a sinistra, la citta’ dietro. Si vede la Francia oltre il lago. Pazienza: questo non e' il migliore dei mondi possibili.


E il vento ti porta gli odori di terre lontane.
E’ quasi come andare al mare di domenica mattina con la tua ragazza dietro. Ma senza la ragazza (che rovina l’assetto aerodinamico).
Questo vento che ha baciato le alpi ora bacia le mie guancie. Questo vento che ha cullato gli ontani ora accarezza i miei capelli. Questo vento che ha soffiato sui ghiacciai ora mi sta facendo girare i cabbasisi gelati.....mi scompiglia i draghi del casco.



Ma la strada e’ dolce e di tanto in tanto rallenta dentro paesini medioevale che hanno odori, colori e suoni che si perdono e confondono nelle grandi citta’ sovraffollate.
....e poi hanno questi nomi semplici: viene davvero voglia di prendere una coppetta di gelato a Coppet, Accompagnare una ragazza dal dolce nome e con le guancie rosse ciliegia a Dully, passare senza fare troppe domande da Gland, un paesino di cui non voglio sapere come s'e' meritato un nome del ca**o.
E via seguendo la strada, come se si potesse seguire qualcosa che non si puo’ prendere.
Sono gia’ lontano da casa. Il cuore e il motore non sembrano stanchi.


«Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati»
«Dove andiamo?»
«Non lo so, ma dobbiamo andare».

Dice Jack. Come se questo viaggio fosse inutile....


Ma io lo so dove vado e il mio scopo: Ho proprio voglia di fotografare i cigni di Rolle.

Friday 30 March 2007

Di chi sogna di Mu venendo dal freddo (andata, milonga e ritorno).

Gli indigeni Grantebrycgiani mi invitano ad andare ad un concerto.
Arrivato in loco. Mi chiedono se mi piace la salsa.
La salsa m’e’ sempre piaciuta: ricordo che la facevamo in casa.
La mattina si sterilizzavano le bottiglie, al pomeriggio si spremevano i pomodori, io tappavo le bottiglie in cui mio fratello aveva messo una foglia di basilico.

Qualcuno mi corregge (dicunt) trattasi di musica latina: confermo il mio gradimento dicendo “Gallia est omnis divisa in partes tres: Latronis velocipedis, votantem Le Penem, Lumo puparum”.
Iniziano a suonare. La cantante e’ una Portoricana, canta in Spagnolo....a volte e’ una dannazione sapere le lingue.
Le 30 canzoni raccontano (tutte) del Porto Rico: una terra assolata, allegra, con un sacco di bella musica, donne bellissime, amori epici, semplicita’ e musica, e poi, che bello ‘sta musica, guarda che nell’altro barrio mica ce l’hanno ‘sta musica, miii che siamo bravi, noi ce l’abbiamo profumata (la musica, credo).

Loro sono bravi. E l’immagine della mitica Mu mi rende piu’ amari i pensieri scaturiti dall' attualita’ italiana dove constato l’arroganza di chi obbliga i politici, che rappresentano tutti gli italiani, (da cui sono pagati) a fare leggi  che  gradite solo da una porzione della popolazione, riducendo, cosi', la liberta’ degli altri.

Bisogna cambiare tutto. Distruggere il sistema. Come diceva Sid

“I am an anti-Christ / I am an anarchist /
don't know what I want / but I know how to get it /
I wanna destroy the passer by / 'cause I wanna be anarchy”.

Anche se poi gli anarchici,  l’unica cosa che distruggono sono i selciati dove precipitano innocenti o l’elettricita’ usata per le loro condanne di senza colpe.


Per sfogare il malumore sarei portato a pogare, a cercare di esprimere in maniera leale la forza che ho dentro, cercando di sovvertire quest’ordine di cose fino a ottenere per diritto quello stato bellissimo, quel paradiso (in terra) tropicale di cui ascolto le belta’....ma la verita' e' che non so usare violenza contro le ragazze dalle magliette a righe, ma nemmeno contro quei paciocconi con ampie camicie Hawaiane che mi circondano.
Rimane il sogno: di potere tornare bambini: a vivere senza pensieri il migliore dei mondi possibili, dove la terra da i suoi frutti e la gente e' allegra e pacifica.
Basta. Ora che lo so, inizia il cammino verso Porto Rico, come se fosse la terra promessa: il mitico continente perduto di Mu.

Il giorno dopo cerco su Wikipedia la storia di Porto Rico:
Sembra che si sia liberamente associato agli Stati uniti, ne abbia adottato la costituzione e riconosca il loro presidente come proprio.
"Le vene aperte dell'America Latina, le palle rot(ol)anti di un uomo senza terra sotto"

Tuesday 27 March 2007

Il Mondo e’ il porto Bosphoreion ed io non lo sapevo (in quanto su Google non si trova).

Ci sono soddisfazioni che il denaro non puo’ comprare: per esempio la bellezza di una sana seduta di peripateticismo.
No, non sto parlando della legge Merlin ma di un piacere piu’ profondo quale quello di un istruttivo dialogo tra paria.
Nell’antica Grecia Aristotele dava le sue lezioni camminando davanti al tempio di Apollo di Licia.
Quel tipo di cultura era basato dal libero scambio di opinioni, dalla capacita’ di argomentarle in maniera elegante e incisiva.
Oggi le discussioni sono unidirezionali e i ruoli sono decisi il professore-l’alunno α (mentre l’alunno ω sta mettendo i suoi filmini in rete), il sapiente-il discente, chi vince e chi perde nella discussione.
Il mondo e’ pieno di esperti. “Porta a porta” e’ pieno di esperti. Il mondo non e’ “porta a porta” sebbene  la fine del mondo sia ben pubblicizzata “porta a porta”.
C’e’ un posto dove si puo’ ancora imparare discutendo: lo Speaker’s corner.
E’ un angolo di hyde park dove vige la liberta’ assoluta di espressione.
Gli speakers sono di tutti i tipi.
Ci sono i fondamentalisti di tutte le cosiddette “religioni del libro” (vedi la mia foto qua a Sx).
Purtroppo non c’e’ nessun rappresentante del culto della forza (quelli di Padre Pio Kenobi) a cui avrei voluto chiedere informazioni sul rapporto tra simbolismo e iconografia pre-dravidica di un certo
bikini d’oro.

Ci sono varie discussioni. Ad una partecipano arabi sufi, ebrei sefarditi, caucasici atei e altre popolazioni che pensavo esistessero solo nella mente di Battiato.
Si interrogano sul perche’ nella terra promessa ci siano andati solamente coloro che si dovevano ricostruire una nuova vita, mentre pochissimi dei ricchi ebrei d'oltre oceano siano voluti "tornare".
Il dibattito e' equilibrato.
Mi sposto alla discussione successiva:
quivi, due neri discutono in maniera non meno interessante dell’economia Africana e delle sue prospettive. Nessuno sembra prevalere. Alla fine uno sbotta contrariato: “io sono prof di economia all’universita’”....ma anche l’altro ha una cattedra in un altra universita’ di Londra.
Molti speakers sono pazzi stralunati ma molti sono gente di cultura che viene a provare le proprie teorie contro una vera opposizione che spesso non si trova fra le rigide mura del mondo accademico.
C’e’ un Marxista. E’ bravo. Difende contro la storia, un sistema filosofico e lo fa con la passione di chi vede, in Sud America, con Chavez, la possibilita’ che si realizzi. A quanto pare parla allo speaker’s corner da 20 anni e, se passate di la’ vi consiglio di andarlo a sentire.
Alla fine della giornata vado alla stazione che sembra quella di Harry Potter. Il treno per Cambridge e’ al binario 9....accanto, un bambino dai capelli rossi corre.
La mamma lo chiama Ron come l'amico di Harry Potter....guardo se per caso va a sbattere contro il muro cercando il binario 9 e ½. Non ho niente contro i Ron dai capelli rossi, ma il film “Il Codice Da Vinci” era proprio irritante....e non solo per l'insulsa recitazione della sua Francese co-protagonsita.

Il treno attraversa un immensa pianura verde e grigia. Non sono abituato a vedere un orizzonte che finisce cosi’, senza l’onore di una cornice di montagne o senza la precisa delimitazione di qualcosa di infinito come il mare.

L’Inghilterra e’ un monotono altipiano: son le persone che vivono e rendono vivi i posti e forse, proprio per sopperire alla mancanza di varieta’ del paesaggio, le persone qua si diversificano al massimo.
Oggi ne ho incontrate di tutti i tipi, venute qui da tutti i luoghi.
Ormai non credo piu’ che i posti decidano cio’ che diventeremo.
Una volta si nasceva servi della gleba e si era schiavi di quel pezzo di terra per sempre. Oggi no.
Tutto cio’ mi fa riflettere su chi sono, su quanti luoghi abbia attraversato senza che mi appartenessero e quale sarebbe il migliore dei mondi possibili per me, ora.
Forse questo treno che corre veloce va bene (intanto ho fotografato la mia ombra, segno "tangibile" del mio passaggio =))).
Penso a me, a chi ho conosciuto, al fatto Pamela Anderson sia nata castana in una terra fredda come il Canada....avevo sempre pensato fosse nata in California, sul mare....ora vedo tutto da un ottica diversa: non sono le persone ad apparire come i luoghi, ma e' il loro diritto cercare il posto migliore per esprimere se stessi. Io, per esempio, potrei essere un ottimo bagnino.

Friday 16 March 2007

London Calling #4

Eccomi di nuovo nella perfida Albione a distanza di pochi mesi.
L’aria nella metropolitana di Londra e’ umina, umorale, appiccicaticcia. Sara’ per questo che la chiamano “tube”. Quivi  uomini, come ovuli transitano con moto browniano. Moto Browniano  significa "a caso", ma metere in mezzo Brown sembra piu' scientifico).
Prendo alloggio nella solita zona. Dovrei andre in bagno, ma non trovo niente da leggere. Eppure e’ risauto che la gente legge in bagno, altrimenti come spiegarsi tutta quella pubblicita’ su “Topolino” e quelle pin-ups fra gli inserti culturali
(anche Calvino vi scriveva) di Play Boy ....alla fine trovo un libro dimenticato in un cassetto.
In bagno mi cade l’occhio sulla frase: “Guardate gli uccelli del cielo; essi non seminano e non mietono, e non accumulano nei granai; eppure il Padre vostro celeste li accudisce; non siete voi da molto più di loro?” Sara’ vero....pero’ qualcuno lo poteva dire ad Ungaretti:
“Morire come le allodole assetate sul miraggio
 O come la quaglia passato il mare nei primi cespugli
perché di volare non ha più voglia
Ma non vivere di lamento
come un cardellino accecato”
.
Fuori c’e’ un bel sole. aah, Il famoso tempo assolato di Londra. Decido di fare compere, del resto mi sembra che tutto qua sia meno caro che in Svizzera....questa citta’ e’ famosa per il bel tempo e la sua economicita’.
Compro dei cd. Parlotto con la commessa cercando di guardarla negli occhi cioe’ evitando di guardarle i tatuaggi e le Boops che le stanno esplodendo (avevo sentito che gli indigeni volessero riprendere la corsa agli armamenti....non sapevo che fossero gia’ cosi’ avanti).
Si ascolta un CD di Elliott Smith. Lo ascoltavamo spesso in lab, dopo esserci stancati di Adam Green e prima che Thomas portasse la colonna sonora country di “walk the line”.
Quel mese di musica fu terribile: mi trasformai quasi in un bovaro Italo-Texano.
Vieppiu' non riuscii a capire perche' in America dai bufali ottengono sigarette e a Napoli dalle bufale estraggono delle mozzarelle.

Di Elliot Smith Mi piaceva in particolare una canzone. Raccontava di un uomo innamorato di una donna che non era mai riuscito a conoscere, ma che avrebbe comunque amato per sempre anche se lei era sposata (ma chiaramente insoddisfatta e tristanzuola).
Mi chiedo se poi c'e' riuscito e domando alla ragazza se e’ uscito qualcosa di nuovo di Elliott negli ultimi mesi.
Mi risponde che Elliott Smith si e’ suicidato qualche anno fa.
Ma perche’ poi sono sempre l’ultimo a sapere le cose?
Chissa’ che fine avra fatto la donna della canzone.
C’e’ il cielo azzurro, Hyde Park e’ verde e prima di spostarmi a Cambridge ho un appuntamento da fulfillare (adempiere)....vado a fare cio’ che non sono riuscito a fare a Maggio. <continua>

Wednesday 21 February 2007

Nessun posto e’ lontano.

La vita e’ una strada da attraversare.
A un certo punto della vita c’e’ da scegliere se imparare le arti del trivio o del quadrivio.
Una scelta importante per non restare fermi al bivio, in mezzo alla strada.
Quando una persona e’ insoddisfatta, pero’, in accordo con una lettera a Lucilio di Seneca, inziera’ inutilmente a viaggiare.
Immagino il buon Lucilio che parte da casa mia, immettendosi sulla Palermo-Messina, inaugurata in pompa Magna prima delle elezioni nonostante l’altra corsia, la Messina-Palermo non sia ancora stata completata.
La Palermo-Messina continua poi con la Reggio Calabria-Salerno.
A quel punto, il buon Lucilio che gia’ prima era insoddisfatto entra in una profonda depressione, molto prima di giungere in vista dell raccordo anulare con le sue megnificenti belta'.
Per fortuna mi trovo nel cuore dell’Europa (accanto al ripieno del cioccolatino) ed ho deciso di viaggiare.
Avevo deciso di comprare una moto alla morte di Woodstock...la mia vespa. Ma come sapete, le vespe hanno un anima immortale e indistruttibile, tant’e’ vero che sono molte sono sopravvisute ai Mod che le guidavano negli anni '70.
Cosi’ alla fine ho deciso: mi sono comprato una moto per andare in giro com in "Latinoamericana"...pero’ in Europa e con 150 cc in piu' della della poderosa del Che (che era una Norton 500).
Purtroppo servira’ un mese prima che possa montarla: assicurazione, targhe e il fatto che la maggiorparte del prossmo mese mi trovero’ per lavoro nella perfida Albione. Gia’ ora, comunque, si accettano suggerimenti per un nome.
Spero, finalmente di poter viaggiare come ho sempre voluto fare: zaino, tenda e moto, conoscere nuove persone, fermarmi in posti non turistici ma con una bellezza non indifferente e godermi il sole in faccia (ma da sotto il casco).
E per questa accelerazione nella  vita il mio papa’ mi ha comunicato via e-mail che ho avuto una benedizione speciale:
“La mamma si raccomanda: compra pure la moto ma non accenderla.
Vai sempre a spinta e non ti succederà mai niente di male”.
Se anche la mia mamma e' con me. Chi sara' contro di me?
Vi ho aggiunto un MP3 congruo al post e la foto della puffolinosa foto, sperando che vi suggerisca dei bei nomi (clicca qua).

Tuesday 7 November 2006

Home, Homini Humus (o casa ☺!, dell’uomo concime).


Ai campi invernali scout faceva freddo, ma avevo accanto I mei amici, il suono della pioggia e l’odore di un fuoco spento. Alla fine della dura giornata, la scomoda tenda mi sembrava una piccola casa accogliente.
La casa che avevo in Spagna era una casa da studenti, pochi spazi privati e tante cose inutili sparse in giro a ricordare quanto gli ambienti siano belli o brutti in base alla quantita' di vita vissuta che vi si svolge.

Quando spiegai questo concetto alla mia saggia mamma lei rispose, indicando il disordine della mia cameretta che “Un uomo percorre il mondo intero in cerca di ciò che gli serve e torna a casa per trovarlo” (citazione da G. Moore). Ma  tutto il parlare sulle piccole case internazionali non ti esime dal rimettere a posto quel casino locale che e' la tua cameretta.

Quando ho salutato Dresda (foto col tramonto) per l’ultima volta m’e’ sembrato davvero di avere perso un posto che chiamavo casa: in cui potevo trovare gente semplice come me, le ragazze di Karl-Mark Stadt con le magliette a righe, la musica che ascolto e tutto il resto. Mi sono anche chiesto se in questi anni sia io che sia diventato come Dresda o viceversa…l’ho salutata per l’ultima volta…..ma sto cercando di convincere Thomas a sposarsi il 21 Novembre per andarlo a visitare, tra iI concerto dei “We are scientists” allo starclub e quello di “Nick Cave” al Kulturpalast.
Da questo punto di vista Ginevra mi fa un po’ paura: sembra piena di bancai eleganti e incravattati ed assolutamente priva di quel movimento indie (o se preferite indipendente) che c’era a Dresda. Ora, sapendo che l’adattazione ha portato pesci a sviluppare polmoni per vivere sulla terra, mi chiedo se a furia di fare il pesce fuor d’acqua anche io sviluppero’ nuovi organi vestigiali (quali la cravatta, per esempio) o se riusciro’ a trovare anche qua un mio microambiente in cui evolvermi (non ho parlato di riprodurmi).
Del resto se la principessa Sissi venne uccisa qua da un anarchico Italiano che odiava i suoi film, almeno nel passato ci deve essere stato un movimento indipendente.

Ora penso a quello che mi ha detto il mio capo dopo avere ricevuto il mio Ph.D:
<ebbene si: Falloppio de Falloppis, Ph.D> “hai lavorato bene ma ora devi imparare a fare tutto da solo e a insegnare agli altri”…..allora io, cosciente di questo, smetto di lamentarmi e di guardarmi I piedi, osservo solamente cio’ che e’ grande e lontano, cosciente di chi sono e di cosa posso fare, sguardo fiero, determinato, focalizzo sull’infinito oltre quel sole che ora tramonta sul lago, oltre le Alpi che ci circondano, oltre questo cielo che ci avvolge tutti e…..ecco lo sapevo, ho pestato una merda.

Wednesday 4 October 2006

Ta-Dam: Arrivato.

 L’ultima settimana a Dresda é stata un sogno: tutti che mi invitavano a cena perchè non potevo piu’ cucinare….ho preso un paio di chili mangiando il meglio della cucina di tutto il mondo.
In piu’ ho scoperto che la mia Finnica ex, sa cucinare, anche bene.
Visto che in sei mesi che siamo stati insieme ho cucinato sempre io, non pensavo ne fosse capace.
Conoscermi l’ha resa una vera donna (nel senso che ora sa cucinare la pasta meglio della media degli altri Finlandesi).
Qui a Ginevra ho già capito un pö di cose:
Per esempio, il franco Svizzero è una moneta grande e forte, tanto che non riesco a infilarla nel mio portafogli.
Gli Svizzeri parlano la lingua Francese, ma non lo fanno per provocarmi, è che sono cosi’ a prescindere. Quando poi parlano le altre lingue….in realtà continuano a parlare Francese.
Avevo già messo in conto di dovere imparare la lingua del nemico.
La Svizzera è la patria del terziario: una nazione ricca non puö infatti basare la propria economia solo su  orologi a cucü e cioccolata, ma piuttosto sui servizi. Dove vivo temporaneamente, in Rue de Berne, in effetti elargiscono alla clientela (su richiesta) I servizi di cui parlavo nel quartiere a luci rosse di Amsterdam, ma in maniera molto piü discreta.
La discrezione è una costante in Svizzera.
Quando ho prelevato in banca con il bancomat, mi è stato richiesto di inserire “discretamente” il PIN. La cosa m'ha lasciato basito:la macchina si sarà detta: meglio specificare, si sa come sono st’italiani che digitano il PIN facendo roteare una pizza e un mandulino e fischiettando funiculi' funiculà…..
Ho anche capito che il tempo di Londra deve essere proprio brutto.
Questo mi é divenuto chiaro seguendo il seguente sillogismo: qua piove spessissimo, eppure nessuno ha mai sentito parlare male del tempo di Ginevra, se tutti si lamentano di Londra, questo significa che il tempo li’ deve essere anche peggio.
Lo stesso sillogismo, in passato mi ha fatto comprendere che le Hawaii devono essere un postaccio: se il Kebab con l’ananas si chiama Hawaii cosi’ come la pizza con l’ananas…allora questo luogo va associato con cose terribili.
Ginevra, per vari motivi, mi sembra una Palermo con la pioggia.
Quelli che chiedono l’elemosina selezionano le persone e a me non chiedono niente. Questo essere selezionato negativamente mi fa pensare ad un episodio avvenuto ai tempi dell’ università a Palermo: due energumeni mi fermarono in una via scura e mi chiesero di dargli quello che avevo nel portafogli (allora 10.ooo lire), poi mi chiesero il cellulare (che non ho mai avuto), la catena d’oro al collo (risposi che l’avevo sempre trovata di cattivo gusto) e l’orologio (che avevo, ma non lo vollero perchè dissero che non incontrava I loro gusti).
Qui ci rimasi un pö male. Anche perchè quant’è importante l’apparenza?
Mi guardo attorno. Tutto è grigio e un pö decadente. Certe città hanno una bellezza  meno evidente, ma non meno profonda. Mi tiro su il berretto della felpa e vado alla ricerca della bellezza nascosta.

Monday 18 September 2006

Inusitata Vetusta’ e altre storielle.

Precisazione: del bimbo/a di cui parlavo nel post precedente non ho altra responsabilita’ che l' esserne “zio”. Per il momento del concepimento ho un alibi inattaccabile.
La scorsa settimana sono stato ad una conferenza in Svizzera e nel mezzo della conferenza c’e’ stata un escursione su una montagna.
Alla partenza la guida dice che si possono raggiungere due localita’, la prima e’ facile, la seconda e’ solo per I piu’ giovani e atletici.
Ovviamente, io dichiaro vanaglorioso alla biondina che mi sta di fianco di volere guidare la presa della cima piu’ alta.
Non si finisce mai di imparare: le montagne Svizzere sono incredibilmente tutte in salita. I monti Siciliani,  vanno su, poi indugiano in altipiani, poi un po’ di su e giu’ per farti riprendere….sulle Alpi, invece, sempre salita.
Dopo avere scalato 5 tornanti mi appaiono nell’ordine Walter Veltroni, Capitan Futuro, nostra signora del Gatorade, la mia velina preferita e infine un montanaro autoctono che mi invita a combattere l’altitudine secondo l’antico metodo degli alpini: masticando foglie di coca (!!!) Al quinto tornante rinuncio a definirmi atletico, al sesto a riconoscermi fra i giovani, al settimo alla biondina, a prescindere.
Ho raggiunto il bar del rifugio e sorseggio grappa….la mia autostima mi raggiungera’ piu’ tardi con la seggiovia.
Un ulteriore segnale della mia senilita’ e' che mi alzo all’alba. Alle sei e mezza ammiro il sole che si specchia all’Aurora sul lago. A dire la verita’ questa magia non e’ proprio dovuta all’insonnia senile, ma a questa contribuisce il mio compagno di camera che, venendo da Melbourne, abituato al suo fuso orario, si alza all’alba e, saltando come un canguro mi risveglia.
Ammiro l’alba dieci secondi, penso che sono fortunato a vedere questo spettacolo della natura. Poi mi riaddormento.

L’albergo e’ un centro new age, ma il giardino zen mi stressa perche’ ci vorrei mettere I nani con gli occhi a mandorla. Il cammino per caricarsi di energia positiva lo faccio in senso inverso perche’ non ci credo (ma si sa che noi Scorpioni ascendente Scorpione diffidiamo di cio’ che non e’ scientificamente provato =)) ). La raggiunta veneranda eta' mi mette sotto pressione: capisco ora la frase che un saggio aveva scritto sulla tavolozza del gabinetto del liceo: "non scherzare. Ora hai il tuo futuro in mano".
Il ritorno richiederebbe un post a parte, magari il prossimo.
In aeroporto c'e' da aspettare due ore, compro quattro libri. Inizio a leggere Camilleri. Mi appassiono. Voglio silenzio. Decido di sedermi nel bel mezzo di un gruppo di sordi-muti sapendo che non mi disturberanno, infatti prima di raggiungere Berlino finisco il libro. Li osservo gesticolare e provo a indovinare I loro discorsi. Due formano una coppia tenera, sembrano felici, si guardano negli occhi e direi che si amano. A volte si puo' gridare amore anche senza emettere suono. A volte si puo' gesticolare a inutilmente, altre volte, infine, si puo' amare a vanvera.

Tuesday 29 August 2006

VACCANZA Ovvero voglio vivere stravaccato come mi si confà.

A casa trovo la vespa Argo e i cugini Ettore ed Elena (in famiglia si fa in molti il classico) Vado in giro con Argo, è incredibile: raggiunti i 30 km/h si guida come un Jet. Non nel senso dalla velocità, ma nel senso che, le vibrazioni sono pari a quelle di un aereo che spera la barriera del suono.
Vado a trovare la mia vetusta nonnina. Mi dice che si sente stanca come una vecchia di 80 anni…immagino significhi che si senta bene….visto che lei, di anni ne ha 83.
Incontro un altro parente. E’ stato assunto all’ESA. Sono contento per lui (anche se mi chiedo cosa se ne faccia, l’Agenzia Spaziale Europea di un contadino).
Quando scopro che l’acronimo indica l’Ente Sviluppo Agricolo, i miei dubbi hanno una risposta.
Quest’anno abito dove passavo le vacanze da piccolo. Mi ricordo quando con mio cugino ci convincemmo di raggiungere il centro della terra scavando un pozzo (prima di conoscere gli scritti del Francese Julio Verne).
L’impresa, come potete immaginare, non andò a buon fine: venne troncata dalle sibilline-ermetiche parole di mio nonno: “ma proprio li’ dove avevo piantato le cipolle, dovevate scavare?”.
Il posto è come allora, ma non ci sono più tutte quelle piante tra cui giocare. Un giorno, dopo S. Lorenzo, con mio cugino (che era quello furbo, in famiglia) vi andammo alla ricerca di stelle cadute nei nostro campi.
Ora non ci sono più viti e forse i trattori han portato via anche le stelle che quel giorno non trovammo. Per fortuna i miei desideri non si sono avverati, per cui, non tutto è perduto.
Dalla veranda si vede il mare, il mio mare blu e il cielo azzurro e viceversa. E’ grande, infinito. Però quando ero piccolo, per non spaventarmi o perdermi nella sua grandezza. Pensavo vi fosse un muretto di mattoni rossi proprio li’ dove il cielo finisce e il mare incomincia….e il cielo qui è vicino. Forse perché l’umidità crea una lente che ingrandisce ela luna. Ma guardo le stelle e mi chiedo se anche Lei, in questo momento le stia guardando. Non dovrei pensare queste cose. Ma quando si è vicini alla perfezione è umano (o almeno tipico per me) pensare a ciò che manca, a quanto sarebbe meglio dividere la bellezza con qualcuno.
Un canto si alza. Sembra un Muezzin che richiami alla preghiera. Sembra di essere tornati indietro nel tempo, quando un Islam diverso produceva giardini, fontane e stanze dello scirocco dove ora la siccità (purtroppo non solo reale avanza).
La canzone triste continua, non capisco le parole e il ricordo torna una volta ancora all’AlhAmbra, l’opera umana più bella che finora abbia mai visto. Mentre penso tutte queste cose, viene mia madre, mi guarda pensieroso ed esclama: “la signora Lina, la nostra vicina, le piace ancora cantare le canzoni in dialetto”. Il sapere che la muezzin è la nostra vicina e che l’arabo sia il dialetto che non ho mai imparato rovina un po’ l’atmosfera. Anche le stelle alla cui luce mi beo, magari non esiston più, ma forse, a volte è meglio non sapere le risposte alle domande che non si son fatte.

Sunday 20 August 2006

Holy holidays-

 Tra qualche giorno andro’ in vacanza. Tuttavia, fear not, il blog continua con la frequenza usuale.
Anzi, per dimostrare che questo blog e’ avantissimo <suspence, effetti speciali, fuochi d’artificio, flap flap di Nazgül> eccovi il resoconto della vacanza prima ancora di partire.
Magia? No: questo pezzo l’ho scritto un anno fa, ma allora non avevo dove metterlo.
Siccome i luoghi sono gli stessi, eccovi il post su Falloppiolandia-summer version.
“Parte l’aereo, ritorno. Ritorno perche' ad essere incantati dal mondo ci si scorda le origini. Si dimentica che il cielo possa essere, nonostante tutto, cosi’ blu e che, sulla terra gialla, esistano templi possenti e antichi piu’ magici degli immensi grattacieli. Ancora una volta rimango affascinato dalla ricchezza che gli Arabi espressero nei mosaici a Monreale e nei dedali dai profumi antichi della Kalsa. Vedo i tramonti sulle saline di Trapani dove inoperosi mulini sembrano essere li' solo perche' il sole vi tramonti dietro quando non vuole dormire su scure montagne. E sono davanti a questo mare verde che abbraccia tutto.
I cibi, che finalmente mangio con la mia bocca e non attraverso le “mangiate” narrative di Montalbano. Le mie mani sono unte, sorrido e penso che tutto questo si accumulera’ dentro di me a lungo; la mia terra lascia un segno, anche sulla mia linea.
Torno a casa come un turista, mi stupisco di tutto. Ma non e’ la curiosita’ di chi passa. Provo a capire i percorsi non sempre semplici, della mia gente.
Mi emoziono per ogni filo d’erba che fiorisce dove un tempo era deserto, e sento un colpo al cuore a ogni ferita inferta a una terra che definisco mia perche’ fissata per sempre nei miei ricordi: “Come osano lasciare cadere la torre saracena della tonnara?
La stessa che in un angolo della mia mente e’ indistruttibile?”
Da li’ vicino ho imparato a tuffarmi, a buttarmi nel vuoto capendo che nel mare ci si puo’ annullare, cosi’ come nella vita, ma non per questo si deve temere di osare.
Vedo i turisti che danno soldi alla mia terra, ma non la comprano, la affittano per un po’: la mia terra sa essere anche un prostituta e a me, fa pensare  che per parcheggiare dove ho sempre vissuto debba pagare. Alla fine, questo viaggio dentro me, attraverso la mia terra, diventa un lusso di felicita' e tristezza.  La mia terra troppo piena di ricordi per potere essere dimenticata, troppo vuota di prospettive per essere considerata seriamente "casa".

Friday 11 August 2006

Amsterdam 2/II

In certi periodi arte fu pura accademia: bravura tecnica, senza concessione alcuna all’estro e alla visione personale. Ancora oggi, per esempio in musica, ci sono due diverse visioni dell’ arte: chi fa il conservatorio e chi impara e sviluppa la musica ad orecchio. Van Gogh e’ l’inventore della seconda scuola. Anche se non mi sembra gentile dire che Van Gogh fu l’inventore dell’arte ad orecchio….
Ad Amsterdam ci sono un sacco di coffee shop (anche se non ho bevuto un buon espresso che sia uno) <nella foto ci sono anche io, non quello rosa, questo qua>. Alcuni coffee shop non sembrano invitanti: uno, un po’ lontano dalla zone piu’ turistica e’ pieno di staue e idoli di tutte le religioni, mi piace: e’ strano. Entro. la mia  incoordinazione nella lavorazione della gangia viene considerata  effetto di un eccesso di uso di sostanza psicotropica…. Alla fine, spiegato l’equivoco, un nero grosso e amichevole mi illustra mentre si confrontiamo le nostre storie tra emigrazione e fumo.
Eccomi nel quartiere a luci rosse dove, dietro vetrine assisto all’immondo mercimonio delle carni, uno spettacolo degradante che offende la morale e l’etica….che bello: ho un posto in prima fila!
Sono quasi tutte giovani e bellissime….saranno studentesse… quanto costeranno le tasse universitarie ad Amsterdam? Bisogna salvarle.
Avessi un cavallo Bianco potrei irrompere nei loro pertugi….nel senso di locali di piccoli dimensioni e riscattare le principesse. Vado in giro, rinuncio: mi servirebbero troppi cavalli bianchi e non saprei cosa fare con decine di principesse….e se poi non vogliono essere salvate? Qua nessuno le obbliga, magari lo fanno per piacere….oh beh’ se lo fanno per piacere allora sarebbe giusto che loro pagassero I rispettivi chaperones.
L’atmosfera e’ cosi’ tranquilla, ma non riesce comunque a lavare il mio senso di disagio dovuto alll’episodio immorale di cui mi sono reso partecipe nel pomeriggio: la visita alla casa di produzione di una birra decisamente scarsa.
Saluto Amsterdam, il suo sole caldo, la sua gente socievole, gli zoccoli (maschile e femminile) prendo la mia valigia di cartone torno a casa. <la seconda foto e' del Gay pride del post precedente>
Torno a casa, prima mi dicono che c’e’ stato overbooking, alla fine mi sistemano in supreme class…. qua non ci sono poppanti ma business-men in giacca e cravatta. Mi danno il giornale, controllo la pagina economica come gli altri ma in realta' leggo i fumetti e mi lamento a voce alta del prezzo dei diamanti. Il personale di bordo e’ disponibilissimo con noi della prima classe, quasi flirta, purtroppo le due hostess bionde si occupano degli altri, mentre noi abbiamo lo stewart Pierre….
Epilogo: torno a casa. Ho ancora un pacchetto di sigarette quasi intonso. Decido di darlo a qualcuno: la mia carriera di fumatore e’ durata abbastanza. Vedo una mia amica che so fumatrice, le do il pacchetto….mi dice che ha smesso di fumare perche’ e’ in cinta!!!
Il padre e’ il mio amicone T. Sono contentissimo per loro. E’ grandioso.
Loro verranno nella mia stessa citta’, per cui saro’ una specie di zio….i bambini sono bellissimi. Immagino me stesso fra un anno o due, camminare col passeggino al parco.…..non c’e’ niente da fare: io I bambini li adoro….e continuo a passeggiare con la mente. In un parco, pieno di ragazze madri.

Tuesday 8 August 2006

Amsterdam 1/II

Antefatto: Lunedi’ sera sono nel mio candido lettino e mi rendo conto che questo fine settimana non ho niente in programma. Non riesco a dormire.
Trovato: domani organizzo un viaggio. Ora posso dormire tranquillamente.
Il giorno dopo guardo la mia cartina personale e vedo la mia meta: la', a nord est dell’isola Iberica, e a sud di Blondeland: Paesi bassi, arrivo.
Post:
Amsterdam e’ terra di tulipani (600.000 bulbi), la citta’ del caffe’ e delle biciclette (una per bulbo) di pianure sottratte al mare. Gli Olandesi hanno una cultura avanzatissima in ogni campo: Van Gogh  inizio’ l’arte moderna, Cruijff  il calcio moderno e, se guardiamo con attenzione I quadri dell’olandese Bosch possiamo chiaramente distinguere che il vecchio Hieronymus aveva gia’ previsto l’avvento dei coffee shop con 5 secoli di anticipo.
Partenza: Il sole sorge, lentamente in un cielo monocolore e grigio. Chissa’ perche’ l’alba vista tornando a casa appare piu’ calda di quella livida che mi vede lasciare la mia magione sull’Elba. Sull’aereo vorrei dormire ma un bambino di pochi mesi, seduto accanto a me, piange. Passa mezz’ora, il bimbo continua a piangere…..dopo un ora l’hostess chiede alla gente accanto se vogliono qualcosa per il mal di testa. Vorrei chiedere, piuttosto degli anticoncezionali da dare alla signora….nel caso avesse l’idea di donare alla creatura urlante un fratellino/sorellina.
Quando, dopo un ora e mezza la signora scende dall’aereo c’e’ solidarieta’ tra I passeggeri: le hostess dovrebbero essere dotate di cloroformio da utilizzare in questi casi. Ho imparato qualcosa che non sapevo: i bambini per quanto gnomi possono avere tanta potenza nei polmoni da piangere 90 minuti ininterrottamente....maledetti embrioni ipertrofici.
Arrivo in centro, la citta’ e’ costruita nello stile Backsteingotick: tra il secolo XIII e il XVI le citta’ crebbero e si dovettero costruire molti edifici. In queste zone in cui marmo e pietra scarseggiavano si invento’ il Gotico Backsteingotick. Gli edifici in questo stile hanno le forme imponenti del gotico, ma sono costruiti di mattoni rossi.
L’effetto finale e’ qualcosa serioso come il gotico, ma divertenti come le riproduzioni costruite coi LEGO.
In citta’ c’e’ movimento: vedo tante bandiere colorate (manifestazione pacifista?), da lontano vedo donnone pettorute, colori e sui canali passano tanti barconi che sembrano carri allegorici (carnevale di Rio?). Purtroppo no: e’ il gay pride.
Il purtroppo e’ dovuto al fatto che, nonostante l’atmosfera sia allegra e scanzonata che fa apprezzare la manifestazione (anche se sono di gusti sessuali ben diversi)….la musica techno-house e’ davvero terribile.
Si cammina per le calli….di tanto in tanto trovi un italiano che ti chiede una cartina: c’e’ un sacco di gente che si perde ad Amsterdam.

Non perdete la prossima puntata che contiene gli affascinanti episodi: "Falloppio nel negozio del caffe’" e "Falloppio e l'immondo mercimonio delle carni".